Qualità individuali e spirito di squadra: Inter – Frosinone 2-0

Foto: Federico Dimarco. Protagonista di un’ennesima grande prestazione, contro il Frosinone, Dima ha segnato quello che molto probabilmente sarà il goal dell’anno.

Scelgo un’immagine come esemplificativa di questa partita e del grande periodo che l’Inter sta vivendo da inizio stagione.

Siamo nei minuti finali, l’Inter conduce per 2-0, ma il Frosinone non si rassegna e sta producendo il massimo sforzo offensivo per rientrare in partita.

Sulla fascia laterale, all’altezza della nostra area, Soulé riceve palla  e siamo un po’ scoperti.

Da metà campo, dopo quasi 90′ tirati alla morte, capitan Lautaro parte in un recupero ultra energetico, raggiunge Soulé, ingaggia un duello tutto fisico con lui, dal quale il Toro di Bahia Blanca esce vincitore e fa ripartire la squadra.

Episodi simili a  questo, magari meno clamorosi, ce ne sono stati diversi altri, con protagonisti i compagni di Lauti.

La morale è che se hai un gruppo di grandi giocatori, umili e disposti a spendersi per il bene comune, nessun risultato è impossibile.

Il percorso dell’Inter da inizio stagione ad ora con 10 vittorie un pareggio e una sconfitta in campionato, 3 vittorie e un pareggio in CL si spiega con una serie di fattori:

  • un mercato fatto al risparmio ma con oculatezza,
  • un allenatore bravo, che acquisisce sempre maggior esperienza nella gestione di un grande club
  • la continuità che viene assicurata al lavoro di questo allenatore (è al terzo anno, quasi un record per noi),
  • la costruzione di un organico squadra completo e qualitativamente rilevante,
  • la buona condizione fisica e le qualità morali (in senso agonistico) dei suoi componenti.

Basterà tutto questo per raggiungere gli obiettivi che la società ma anche ogni tifoso auspicano?

Al di là delle dichiarazioni interessate, nessuno è in grado di rispondere oggi.

La stagione è solo agli inizi e gli episodi possono essere determinanti, sia nelle singole partite sia nello scorrere del tempo (alludo in questo caso a possibili infortuni, ad errori arbitrali, a cali di condizione, ecc.).

Quando sei forte e sei al top gli episodi in qualche modo li governi.

Il bravissimo Eusebio Di Francesco ha presentato a San Siro una squadra al momento del tutto competitiva ma, come ha giustamente ricordato lui stesso, la partita è stata incanalata a nostro favore non da un’evidente superiorità di prestazione (come vedremo anche analizzando qualche dato), bensì da due episodi certamente legati alla qualità individuale dei giocatori, ma comunque per qualche aspetto fortuiti.

Questo sminuisce il valore della nostra vittoria?

Assolutamente no, anzi per certi aspetti lo potenzia, perché è proprio delle grandi squadre possedere una ricchezza di soluzioni che, accompagnata allo spirito di sacrificio, ti permette di vincere anche quando incontri difficoltà.

Nelle ultime 5 partite in 18 giorni abbiamo battuto il Salisburgo 2-1, la Roma 1-0, l’Atalanta 1-2, il Salisburgo 0-1, il Frosinone 2-0.

Sono state tutte partite, oltre che ravvicinate, tiratissime, vinte meritatamente, da grande squadra, anche sapendo soffrire.

Basta questo, che è tantissimo e almeno da parte mia quasi insperato nelle proporzioni numeriche (si aggiunga anche il fatto che abbiamo la miglior difesa e il miglior attacco del campionato, oltre che un vantaggio abbastanza consistente su quasi tutte le rivali) basta, dicevo, per trarre auspici ottimistici relativi all’andamento dell’intera stagione?

Basta per alimentare una speranza non infondata, ma non ci si può spingere oltre una cauta fiducia.

L’ottimismo nasce soprattuto dalla consapevolezza di avere una grande società e un grande gruppo di campo, in senso lato.

Forti siamo forti, ma si deve essere anche consapevoli che chi ci esalta come una corazzata inaffondabile ce la sta ‘tirando’.

Io ricordo ancora la grave flessione di due anni fa quando avevamo sette punti di vantaggio a inizio girone di ritorno ed eravamo ritenuti il gruppo più forte, ma appunto con una flessione nel girone di ritorno siamo stati scavalcati.

E ricordo l’avvio di stagione deprimente dello scorso anno al quale si è posto rimedio solo con una cavalcata finale irresistibile  paragonabile proprio per continuità all’attuale frazione di annata.

Oggi si dice che abbiamo una rosa più completa, più esperienza, una maggior consapevolezza della nostra forza,ecc.

Tutto vero, ma abbiamo anche impegni severissimi proprio in virtù del fatto che le nostre ambizioni internazionali sono cresciute e siamo chiamati a mantenere il prestigio conquistato.

E’ tutto aperto anche perché siamo in un campionato in cui il Sassuolo batte Inter e juve, l’Empoli vince a Napoli, il Milan se la cava a Lecce grazie alla compiacenza del binomio arbitro var e il  Frosinone viene a Milano a giocare assolutamente alla pari con noi, tanto che il nostro successo viene (giustamente) celebrato come un gran colpo

La partita

Inzaghi è ben consapevole dei rischi che il match nasconde, al punto di aver fatto turn over in una partita decisiva per la qualificazione in CL per poi tornare alla formazione sulla carta più affidabile proprio contro i ciociari.

Noi applichiamo il solito modulo, stando molto attenti a tenere la squadra compatta, nel senso di non lasciare spazi invitanti fra le linee.

Il Frosinone gioca senza alcun  timore reverenziale, punta a mettere in difficoltà l’Inter che ha un’età media più alta e viene da una partita fondamentale di CL.

Per far questo aggredisce alto, con un grande ritmo e anche con un efficace giro palla cercando comunque di tenere la squadra corta e compatta.

Dal punto di vista del modulo ho letto di tutto: chi parla di un 343, chi di un 3421, chi di  altre soluzioni ancora.

Per conto mio rimane assodato che la difesa in partenza è a tre, che ci sono due mediani a proteggerla (Mazzitelli e Barrenechea) due centrocampisti larghi Lirola e Marchizza, una punta fissa (Cuni) e due esterni che si affiancano  a giocare in linea con la punta ma anche entrano nel campo, tra le linee, per lasciare spazio agli inserimenti di Lirola e Marchizza.

Nel primo tempo il possesso palla è del Frosinone che sembra fare la partita, anche se in realtà non ci sono grandi occasione forse qualcosa di più costruisce l’Inter, pur essendo lenta nel giro palla e imprecisa in qualche uscita.

  • All’8′ c’è un tiro da fuori, alto di Barrenechea.
  • Al 10′ su angolo Thuram, sul secondo palo, non riesce a colpire bene con Turati fuori causa.
  • Al 18′ un altro tiro da fuori di Soulé con intervento agevole per Sommer.
  • La prima vera occasione è per l’Inter, intorno al 20′: dopo un’ottima transizione offensiva, Lauti calcia da dentro l’area, ma Turati sventa con un ottimo intervento.
  • Subito dopo è Darmian a salvare la porta su Reinier con una chiusura da applausi.
  • Non succede più nulla di rilevante fino a poco dal termine del tempo, quando lanciato da Miki, Dimarco inventa il gol dell’anno.

Come si vede dalle note essenziali di cronaca, la partita è equilibrata ma proprio questa è la sorpresa, perché il Frosinone viene a San Siro a giocarsela e a mettere in difficoltà l’inter, non su una ripartenza, ma cercando di imporre il proprio gioco.

Una sorpresa solo per chi guarda le cose superficialmente e si ferma ai nomi, perché in realtà i ciociari non hanno solo ‘giovani’ ma dispongono di elementi di assoluta qualità.

Su tutti Soulé che ha numeri di altissima scuola. A proposito tra le squadre di testa il Milan ha Leao, il Napoli ha Kvara e la juve avrà Soulé, che è suo. Si tratta di tre giocatori di estro e fantasia, capaci di inventare calcio e non a caso tutti e tre non sono numeri 10, ma giocano sull’esterno. In questo modo possono sfruttare le loro doti offensive e rendere meno pericolosi eventuali ‘ritardi’ nel rientro…

Anche Barrenechea soprattutto, Mazzitelli, Okoli (nonostante un grave errore nel finale), Marchizza e Reinier mi sembrano giocatori di ottima qualità e lo stesso Lirola  spinge in modo abbastanza insidioso.

Chiaro che una formazione di questo tipo, in grande condizione e più riposata, sia in grado di mettere in difficoltà anche una big del campionato, nella singola partita.

Nella ripresa il gol del 2-0 sembra chiudere la gara, ma poi nel giro di 5 minuti accade che prima Dumfries di testa sprechi una grande occasione schiacciando troppo la palla, poi il Frosinone ha l’opportunità di riaprirla, ma il tiro di Cheddira, imprendibile per Sommer, colpisca la base del palo.

Inter in controllo ma pericolosa nelle ripartenze: ci sono solo alcune occasioni ‘sporche’ da una parte e dall’altra e prima della fine la grande chance per Lautaro che lanciato da… Okoli si presenta solo davanti a Turati ma calcia a lato.

Visivamente resta l’immagine di un Frosinone che ha fatto la partita e ci ha creato diverse  difficoltà, ma c’è anche la realtà di un’Inter solida, compatta, quasi mai in affanno e letale in alcune ripartenze.

I dati statistici sostanzialmente confermano questo equilibrio ‘dinamico’ mentre la maggior qualità ed esperienza complessiva dei nostri ha fatto pendere la bilancia a favore dell’Inter.

I tiri sono stati infatti 21 a 12 per noi, i tiri finiti nello specchio della porta 8 a 3  sempre per noi, che abbiamo realizzato due gol contro un loro palo.

Anche le occasioni sono state a nostro vantaggio: 16 a 10, come pure i corner.

Equilibrio invece nel numero di passaggi riusciti e nella percentuale di precisione.

Curiosamente, equilibrio anche nei dribbling riusciti (8 a 8).

Come già era successo contro il Salisburgo, loro hanno corso un po’ di più (circa 2 km) e a velocità media leggermente superiore:7,14 km/h  a  7,06.

Sul piano individuale spicca la prova di Soulé, primo per passaggi effettuati nella trequarti (21, contro 13 di Barella, solo quarto), primo nelle occasioni da gol, 5 contro le tre di Dimarco;  primo nei passaggi chiave, 6 contro i 3 di Dimarco;  primo nei dribbling, 6 contro i 3 di Barella.

Barella invece supera proprio Soulé per i km percorsi, mentre Calha ha tenuto la maggior velocità media e Thuram (33, 87 km/h) è stato il migliore allo sprint, davanti a Bastoni.

Le pagelle


Sommer:
sicuro in ogni intervento. Non servono parate miracolose, ma su un paio di conclusioni dei ciociari si dimostra attento e ben piazzato.

7

Darmian: solita prestazione di grande concretezza.

Dietro chiude tutto (memorabile il salvataggio su Reinier), spostato in fascia continua a far bene.

7

Acerbi: sempre più padrone della linea difensiva.

Blocca i suoi diretti avversari – Cuni in pratica non tocca palla – e rimedia a qualche errore dei compagni.

Si fa vedere anche in avanti.

7

Bastoni:  affrontare Soulé è difficile per tutti, lui in qualche modo riesce a limitarne la pericolosità, quando l’argentino non si sposta dalla sua zona.

Cheddira in un’occasione lo evita ma poi coglie il palo esterno

6.5

Dumfries: non è devastante come in altre occasioni, ma si limita a presidiare la fascia  aiutando soprattuto in fase di non possesso. Davanti gli si presenta un’ottima occasione , di testa, ma anziché cercare il palo opposto schiaccia la palla che finisce a lato.

6

(de Vrij una mezz’ora da braccetto di destra senza correre alcuni rischio  e facendosi vedere anche in area avversaria. Affidabile.

6.5)

Barella: conferma di essere in crescita di condizione. Tanto lavoro al servizio della squadra. Serve a Lauti un assist calciando da terra, ma il Toro non lo sfrutta a dovere. Deve ritrovare la via del gol.

6.5

Calhanoglu: fa girare la squadra con la consueta perizia. Scherma le azioni avversarie e rovescia la manovra offensiva. Dal dischetto è implacabile.

7

Sensi: pochi minuti non bastano per una valutazione, ma sembra entrare bene in partita.

s.v.

Mkhitaryan: si conferma giocatore irrinunciabile per qualità e intelligenza ma pure per mobilità e ritmo. Inzaghi gli risparmia gli ultimi 20 minuti in considerazione del fatto che è tra quelli con più presenze.

7

(Frattesi: dà il cambio a Miki, ovviamente con altre caratteristiche. Dà il suo contributo dinamico e di grinta per contenere gli ultimi sforzi avversari e prova anche la sua specialità -l’incursione – sia pure senza fortuna.

6)

Dimarco: solo gli avversari dell’Inter invidiosi possono sostenere che non abbia calciato volutamente in porta, la dinamica dei fatti è chiarissima e Dima ha la tecnica e l’incoscienza per tentare simili giocate. Imprendibile per tutto il match.

8

(Carlos Augusto: una decina di minuti abbondante giocati con attenzione.

s.v.)

Thuram: nel primo tempo arriva con una frazione di secondo in ritardo sulla splenda spizzata di Acerbi. Corsa e resistenza ne fanno un incubo per la difesa avversaria, poi gli riescono due dribbling consecutivi in area e chiude la partita.

7

(Arnautovic: una ventina di minuti indispensabili per ritrovare la condizione giusta. Qualcosa ha cominciato a mostrare.

s.v.)

Lautaro: siamo così abituati ai suoi gol che se non segna prende insufficienze in pagella. Invece lui è sempre fondamentale per la squadra, ogni giocata ogni movimento è realizzato nell’interesse generale. Il suo apporto è determiannte anche quando sbaglia un paio di occasioni: se le sfruttasse tutte, del resto, segnerebbe 50 gol a campionato.

6.5

All. Inzaghi: mi ripeterò fino alla noia, spero. Fino ad ora fa benissimo, anche col Frosinone, resta il dubbio per lui e il suo team sulle capacità di contenere gli effetti negativi di una eventuale ma possibile flessione sui tempi lunghi.

7


Il weekend delle giovanil

Under 15: Inter – Como 3-0 (Gjeci 3)

I ragazzi di mister Fautario piegano il Como dopo una partita che inizialmente presentava qualche difficoltà soprattutto perché i nostri hanno sbagliato sovente l’ultima giocata oppure si sono specchiati troppo nella loro abilità teorica, scordandosi di calciare a rete.

Al punto che più volte il mister li ha richiamati urlando che per vincere bisogna tirare in porta.

Fatto sta che alla fine del primo tempo l’unico vero tiro in porta, insidioso, è stato sventato dal nostro portiere, Sebastiani, alias il ‘piccolo Amadeus’

Nella ripresa squadra un po’ più concreta e partita che, una volta sbloccata, non ha più problemi e anzi ha consentito alla nostra punta di diamante, Gjeci, di portarsi a casa il pallone del match grazie a una tripletta realizzata in 8 minuti.

La formazione iniziale:

Sebastiani

Bettelli, Evangelista, Puricelli, Rocca

Allusufi, Pannuto, Limido

Calò, Salviato

Gjeci

E’ una specie di 4231 a… geometria variabile perché a tratti diventava un 433 oppure un 4231, secondo il movimento degli esterni

Dopo un primo tempo a reti bianche, caratterizzato da una sterile supremazia nostra, interrotta solo da una buona combinazione dei comaschi che arrivano al tiro, sventato da un ottimo intervento di Sebastiani, nella ripresa i nostri trovano maggior concretezza  grazie anche ai numerosi cambi che vivacizzano il gioco.

Intorno a metà tempo una bella azione sulla sinistra con palla in area per Gjeci che al volo infila con forza e precisione.

Poco dopo è ancora Gjeci a battere una punizione da una trentina di metri: il tiro è fortissimo e angolato, il portiere comasco arriva a toccare la palla ma non riesce a impedire che si insacchi.

Ormai chiaramente non c’è più partita, i nostri trovano maggiori spazi e fanno valere la loro superiorità tecnica.

E’ ancora Gjeci che si invola su un bel suggerimento verticale, resiste al ritorno del difensore e infila di precisione.

Poi, a parte le sostituzioni da entrambe le parti, non succede più nulla di rilevante.

Non mi sembra il caso di compilare pagelle, pertanto mi limito a segnalare i giocatori che mi hanno maggiormente impressionato.

Bene il portiere Sebastiani, nell’unica occasione in cui è stato impegnato, sicuro nelle uscite e sui traversoni.

Tra i centrali mi ha ben impressionato ancora un volta Evangelista, ex Romulea, per fisico e pulizia tecnica.

 A sinistra in assenza di Pirola, Rocca ha dato una buona dimostrazione di forza e ha coperto la fascia con continuità.

In mezzo al campo i due che forse al momento sembrano un po’ sopra gli altri, insieme a Gjeci naturalmente: Pannuto che non ha tanto fisico ma si impone per doti tecniche, e Limido, una mezzala davvero completa.

Di Gjeci basterà ricordare che ha una media gol superiore a uno per partita: 13 gol in 8 partite), possiede fisico e doti tecniche rilevanti. Speriamo che abbia anche la ‘testa’ e che continui a migliorare.

Anche Calò possiede qualità e si muove molto bene, arriva dai dilettanti e probabilmente ha buoni margini di miglioramento.

Ho guardato con attenzione anche l’altra punta Salviato, proveniente dal Padova, di cui mi è stato detto un gran bene, ma in questa partita non mi sembra che abbia inciso molto.

Infine un cenno a Cristiano, il terzo dei fratelli Carboni: da subentrato ha mostrato qualche giocata interessante. Fisicamente deve ancora ‘farsi’.

Oltre a Carboni sono subentrati Donati, Donato, Masetti, Tosolini, Morosi, Piva.

In classifica siamo terzi a tre punti dall’Atalanta che comanda

Under 16: Inter – Como 3-1 (Curcio, Carrara 2)

Questa è stata una partita dallo svolgimento del tutto diverso rispetto alla precedente (che tour de force per… me: alla 11.00 Inter – Como U15; alle 13.00 Inter – Como U16; alle 16.00 Verona – Inter U19; alle 20.45 Inter – Frosinone).

Qui siamo primi in classifica insieme al Milan (che è secondo negli U15 e primo negli U17: sta sbancando i campionati giovanili…) e avevamo un solo punto di vantaggio sul Como.

I lariani si sono confermati una squadra molto forte  e ci hanno impegnato, duramente, anzi per un’ora ci hanno messo sotto soprattutto sul piano fisico: implacabili nell’anticipo, conquistavano tutte le seconde palle, ed erano vincitori di quasi tutti i… corpo a corpo.

Sono una squadra ben preparata, molto aggressiva e non priva di buone individualità: non a caso hanno sconfitto il Milan allora capolista (1-2) al Vismara.

Fa un po’ impressione il pensare che probabilmente lo scorso anno ci sarebbero stati parecchi gol di differenza (noi siamo stati Campioni d’Italia): forse siamo di fronte a un caso di sviluppo muscolare più che scheletrico precoce come accade spesso in queste età di transizione, in cui si vedono giocatori che dominano ma poi con gli anni si ridimensionano e altri che viceversa hanno una crescita progressiva.

Fatto sta che il primo tempo è terminato 1-0 per loro e noi sinceramente siamo riusciti a costruire ben poco.

Probabilmente la squadra iniziale non era neppure la più idonea ad affrontare questo scontro, perché nel corso del secondo tempo, con alcuni cambi, si è vista una partita diversa, anche se è probabile che abbia inciso anche un calo fisico dei lariani.

Intorno alla metà della ripresa, nel giro di pochi minuti e dopo i cambi più significativi sono venute le tre reti che hanno capovolto la situazione e ci hanno permesso di restare in corsa per il primato.

Le pagelle

Dorigo: l’impressione è che in occasione del gol, subito abbia avuto delle responsabilità. Il tiro, un diagonale rasoterra,  non era irresistibile a mio parere; lui c’è arrivato ma ha semplicemente opposto il palmo della mano, senza ‘spingere’. Così la palla è scivolata in rete.

Per il resto abbastanza sicuro.

5.5

Lissi: forse era una partita particolare, ma mi è sembrato il tipico esempio di come possono cambiare le cose in pochi mesi.

Lo scorso anno era una scheggia imprendibile ed era bravo nell’appoggiare l’azione offensiva, oggi mi è parso normale nella corsa e in difficoltà in alcuni tocchi di disimpegno.

6

Breda: un baluardo. Nel periodo di loro supremazia si deve molto a lui se i lariani non sono riusciti ad essere più incisivi.

7

Peletti: anche per lui una prestazione positiva, senza sbavature e in piena concentrazione.

6.5

Moranduzzo: lui è sempre stato in partita con forza e determinazione, tanto che la sostituzione a metà ripresa mi ha un po’ stupito. Ma forse era stanco o aveva qualche problemino.

Suppa comunque ha fatto bene.

6.5

Virtuani: di solito uno dei nostri migliori per mobilità, estro, continuità.

E’ uno dei giocatori che visti oggi sembrano aver accusato il salto di categoria proprio in ordine alla forza fisica.

Ma forse è stata solo una giornata così.

6-

La Torre: anche lui non ha fatto la differenza come in altre gare, ma ovviamente, contro un avversario forte, la sua prova deve considerarsi comunque sufficiente.

6

Grisoni Fasana: non male in assoluto, ma malissimo rispetto a quello a cui ci aveva abituati: un dominatore assoluto, tanto che già nella scorsa stagione aveva giocato spesso sotto età.

Invece oggi ha sofferto abbastanza.

6-

Vukaj: siccome un paio d’anni fa era un mio pupillo, oggi mi posso permettere di dire che ha fatto fatica.

5.5

Che oggi il problema fosse a centrocampo e in attacco mi sembra lo dimostri anche il cambiamento con le sostituzioni avvenute proprio in quei ruoli: D’Agostino, Leoni, Stefani e Carrara, oltre a Suppa, hanno contribuito a migliorare anche il rendimento degli altri.

Curcio: ha ricevuto pochi palloni e non riusciva a dare pericolosità all’azione offensiva.

In area però è una sentenza e quando gli è arrivato un pallone giocabile ha incrociato il sinistro mettendola di precisione sul palo lungo e facendo svoltare la gara.

6.5

Franchi: il ragazzo ha qualità e colpi,ma già lo scorso anno pagava un po’ in fatto di fisicità.

Secondo me va aspettato con fiducia.

5.5

Come dicevo, molto bene tutti i subentrati, forse anche aiutati da un progressivo calo di aggressività e forza da parte degli avversari.

Carrara (davvero ottimo: 2 gol in un solo tempo giocato) e D’Agostino si conoscono, Leoni ha dato un contributo di solidità.

Non conoscevo invece Stefani che sicuramente ha contribuito moltissimo a far svoltare la gara.

Sulla fascia destra ha mostrato una corsa progressiva incontenibile.

Forse deve ancora migliorare con i piedi, ma per la loro difesa è stato un vero pericolo. Mi ha ricordato un po’, vediamo se qualcuno l’ha presente, un esterno destro venuto dall’Atalanta, parecchi anni or sono: Orlandini.

In classifica siamo ancora primi, a pari col Milan e abbiamo tenuto lontano il Como che ci insidiava a un punto, ma la sensazione è che quest’anno si fatichi molto di più (e soprattuto che a questa squadra serva Carrara, autore di due gol da subentrato e probabilmente unico nel gruppo a possedere doti  atletiche, oltre che tecniche, di livello superiore).

Primavera: Hellas Verona – Inter 1-1 (Kamate)

I ragazzi di Chivu vengono raggiunti in vetta alla classifica dai rossoneri avendo subìto il pareggio del Verona dopo una partita dai due volti, con un primo tempo largamente dominato dai nostri e una ripresa che ci ha visti in calo, forse anche per le conseguenze del duro match di Youth League sostenuto in settimana a Salisburgo

Questa volta però non si può imputare nulla ai ragazzi che hanno giocato bene finché hanno avuto birra, ma poi hanno controllato la partita con sicurezza, da grande squadra, nonostante il calo fisico o mentale del secondo tempo.

Solo un errore individuale del nostro portiere Calligaris ha permesso agli scaligeri di acciuffare in extremis il pareggio. Su un passaggio all’indietro agevole da controlla o rinviare, Calli per eccesso di sicurezza cerca lo stop, la palla gli scivola fuori portata e Diao, in agguato, la sposta e infila a rete sguarnita.

Succede, anche se in questo caso l’errore è stato fondamentale perché la partita volgeva al termine noi non avevamo più le risorse per riacciuffare il risultato pieno.

Adesso il Milan si è portato a un punto da noi e domenica dovremo andare a difendere il primato in casa di un’Atalanta che si sta ritrovando, come dimostra il largo 4-1 ottenuto in trasferta contro la juve, dominandola e esprimendo un calcio ottimo ed efficace.

Le pagelle

Calligaris: l’errore con la palla nei piedi che cosat due punti è gravissimo (tra l’altro c’era andato vicino in un’occasione analoga nel primo tempo), per cui la prova risulta negativa. Ha tutte le qualità per riprendersi.

4.5

Aidoo: in fase difensiva domina la sua fascia, ma contrariamente al solito resta abbastanza frenato. Sosstituito forse perché ammonito.

6.5

(Nezirevic: non è ancora al top, dopo il rientro.

6)

Stante: si conferma fondamentale baluardo di una squadra che anche a Verona ha concesso pochissimo agli avversari: il gol per infortunio del portiere e un tiro da fuori che coglie la traversa. In grande crescita.

7

Matjaz: devo sempre ripetermi ma… spero di farlo sino alla fine del campionato. Insieme a Franci forma una coppia difficlmente superabile per chiunque. Col verona ha limitato le ‘uscite’.

7

Cocchi: due anni sotto età ma si sta imponendo alla grande ogni volta che viene chiamato in causa per alternarsi al forte Motta. Sembra migliorato anche nella fase difensiva (la ‘spinta’ è sempre stato il suo forte).

6.5

Di Maggio: non la sua miglior prestazione, ma viene da un periodo intensisimo e ricco di soddisfazioni anche personali.

6.

Berenbruch: altro giocatore che si è espresso al di sotto degli standard elevatissimi delle ultime prestazioni. Chivu forse lo ha visto affaticato e gli concede solo l’ultima mezz’ora.

5.5

Stankovic: primo tempo da grandissimo regista basso quale ormai  ci ha abituati a vedere. Poi anche lui cala alla distanza, coinvolto nella flessione generale del centrocampo.

6+

Akinsanmiro: grinta ritmo e intensità non gli sono mancati per tutto il match, ma da lui ci si aspetta anche qualche giocata ‘vincente’

6+

Kamate: gol meraviglioso per tecnica e precisione, in apertura, poi però cala sensibilmente. Eppure a Salisburgo non aveva giocato.

6.5

Diallo: pochi minuti senza poter esprimere granché.

s.v.

Sarr: si dà da fare come sempre, è veloce e teoricamente insidioso, ma fallisce un paio di conclusioni non difficili. Personalmente avrei voluto vedere inc ampo Zuberek un po’ prima.

5

Zuberek: una decina di minuti nel finale a fare a spallate.

s.v.

Quieto: esile e fisicamente poco appariscente, possiede però qualità tecniche e fantasia rare in categoria. E comunque si applica con grinta e notevole tenacia.

6.5

Owusu: gioca una mezz’ora senza riuscire a incidere. Mi sembra ingrossato fisicamente, ma forse per la lunga assenza e quindi la condizione non ottimale fatica a confermare le doti di velocità e rapidità

5.5

All. Chivu: l’Inter ha nelle gambe le scorie della partita di Youth league. Infatti gioca un ottimo primo tempo per poi calare in modo consistente. Tuttavia le ormai consolidate quadratura e solidità consentono di governare tranquillamente anche la ripresa, fino all0imprevedibile errore di Calligaris. Poi i ragazzi non ne avevano più per riprendersi il risultato.

7

Nelle altre partite delle giovanili, che non ho visto, sono arrivate due sconfitte: particolarmente grave quella dell‘U17 contro il Milan, sia per le proporzioni, sia perché i rossoneri schieravano ben quattro  2008 e le reti sono state segnate (2 doppiette) proprio da giocatori sotto età.

Se consideriamo che lo scorso anno i nostri 2008, da cui provengono i 4 milanisti che hanno fatto il salto e… la differenza,  avevano vinto il titolo italiano, mentre ora sono i rossoneri ad emergere, si riaffacciano in me i dubbi che ho già espresso parlando della partita dei nostri 2008 contro il Como: l’impressione è che, tra un anno e l’altro, molte avversarie abbiano conseguito una crescita ‘organica’  superiore alla nostra, per cui oggi ci troviamo più in difficoltà.

Tra l’altro giova ricordare che proprio gli Under 17 sono l’unica squadra su cui si è investito in estate, con ben 4 acquisti dall’estero (di cui tre in campo, tranne il marocchino El Mahboubi: Zarate Humanes Kukulis).

In classifica siamo solo settimi, fuori dalla zona qualificazione, preceduti per esempio di ben 5 punti dal lecco, di 2 dal Venezia ecc.

Anche gli U18 dicevamo, hanno perso a Genova contro i rossoblu, ma lì può essere stato un episodio, anche se ora siamo solo terzi, a tre punti dal Milan  e a due  dall’Empoli, con la possibilità di venir superati pure dalla Roma, che deve recuperare due partite.

Per concludere sul settore giovanile temo che stiamo vivendo, soprattuto a livello di Primavera gli ultimi bagliori di un ventennio luminosissimo.

Se non si torna ad investire seriamente, sin dai più piccoli, non su giocatori mediocri, ma su autentici top player di prospettiva le numerose annate ricche di titoli,  speranze e …divertimento saranno solo un ricordo

Luciano Da Vite

122 pensieri riguardo “Qualità individuali e spirito di squadra: Inter – Frosinone 2-0

  1. Ho visto big match di Premier City-Liverpool: non sono sacchiano, intendiamoci, ma altra mentalità, altro sport. Ovvio che gente nel mondo paghi di più per vedere quei match che non il nulla imposto da tatticismo estremo di domenica sera. Che purtroppo ci contraddistingue, ci fa anche vincere di tanto in tanto un coppa europea, ma francamente è di una noia bestiale.

    So che Luciano non sarà d’accordo ma il gioco evolve: se prendiamo esempio del basket, negli anni 80 le partite in NBA finivano con punteggi a 80, massimo 90. Ora si è sopra i 100 ogni sera. Ne beneficia lo spettacolo, i giovani si appassionano e ….praticano quello sport. Il match di domenica è stato di una tristezza estrema: due squadre che potrevano tranquillamente decidere di pareggiare a tavolino tanto è stata la paura di non far salire di dieci metri un giocatore per paura di perdere la posizione. Partite così uccidono il succo del calcio che è un gioco: il match va giocato, con accorgimenti diversi, ma va giocato. Una squadra può fare torello dietro ma l’altra deve aggredire. Se ciò non accade si assiste a 20 minuti consecutivi di nulla quasi fosse un allenamento.

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  2. Caro Roberto, invece questa volta ti sbagli: io sono perfettamente d’accordo con quello che tu hai scritto.

    Da tempo penso che il calcio debba trovare il modo di rinnovarsi per adeguarsi a un mondo più frenetico che non ha voglia di attendere, di restare fermo 90 minuti per aspettare magari una sola emozione.

    Quando è stata proposta la super lega ho pensato che fosse una soluzione sbagliata a un problema reale.

    Io stesso sono cambiato e non solo perché sono…diversamente giovane.

    Da ragazzo e da giovane uomo non mi perdevo una partita in televisione. Allora facevano vedere un tempo di una partita di serie a e io non me la perdevo per nessun motivo.

    Oggi se non gioca l’Inter o non c’è qualche giocatore in qualsiasi modo collegabile all’Inter mi annoio a vedere qualunque partita.

    Non è che oggi si segni di meno o ci si difenda di più di una volta: è che quello che ci bastava una volta oggi non ci basta più perché sono disponibili a bizzeffe alternative che danno piaceri ed emozioni ben più continui (più intensi, se sei tifoso, non so, ma i tifosi giovani si devono conquistare…).

    A me provare, con le mie capacità non professionali ad analizzare le partite dell’Inter come fossero gare di scacchi piace moltissimo. Ma non sono così sciocco, spero, da non rendermi conto che questo non è ciò che vogliono dal calcio e in genere non è il concetto di divertimento della quasi totalità delle persone.

    Quindi secondo me il calcio si trova di fronte a un enorme e difficile problema: deve continuare a piacere alla gente e non… a me.

    Il problema nasce dal fatto che le regole attuali, sia quelle di gioco sia quelle che riguardano la gestione delle società a mio parere favoriscono un calcio speculativo.

    Siccome vengono assegnati 3 punti a chi vince e 1 punto a chi pareggia e non a chi gioca meglio o attacca di più e siccome le regole attuali non favoriscono chi attacca, ma chi essendo più debole pensa prima di tutto a chiudere gli spazi (anche ‘alti’ eventualmente, ma sempre dietro la linea della palla ) e a ripartire negli spazi stessi, è normale che in una partita la squadra più debole non accetti il confronto in campo aperto, che finirebbe inevitabilmente tanti a pochi.

    Sarebbe come dire che le guerre si fanno per vincere e quindi gli italiani dovevano provare ad aggredire….Vienna. Poi avrebbe vinto il migliore.

    In Italia non abbiamo in ogni squadra tanti giocatori così bravi da permettere di non curarsi degli effetti negativi di una difesa disattenta. Se li avessimo, prenderemmo anche tre gol, ma ne faremmo otto. Invece se prendi gol su ingenuità tattiche puoi perdere con chiunque.

    Se hai un po’ più di classe e gli avversari hanno un po’ più di gamba e lasci loro gli spazi, ti infilano.

    L’Inter ha un po’ più classe della juve, che però ha più prestanza fisica. Sostanzialmente c’è un certo equilibrio. Non a caso le offensive fatte in massa non hanno prodotto nessuna palla gol da nessuna delle due parti e le reti sono venute su ripartenze e difese relativamente scoperte.

    Sul pari, era chiaro che chi avesse rischiato di scoprirsi troppo avrebbe inevitabilmente perso.

    Ma questo succede in centinaia di gare. E’ inutile dire che si deve giocare per attaccare, se questo vuol dire incitare al suicidio, nove volte su dieci.

    Se si vuole risolvere il problema si devono modificare le regole di gioco in modo da favorire chi attacca e quindi la ricerca del gol.

    L’alternativa è stata cercare di rendere il calcio più spettacolare attraverso la formazione di una super lega, con una ventina di squadre così forti finanziariamente da raccogliere tutti i migliori calciatori del mondo. Se io ho tanti giocatori capaci di inventarsi il gol in ogni momento con giocate strepitose (anche le azioni corali riescono solo se i giocatori sono capaci di grandi finezze tecniche e atletiche), è chiaro che cerco di metterli nella condizione di colpire ripetutamente . E se entrambe hanno questo convincimento, se la giocano, senza temere di dover rimontare una rete. Ma questo sistema impoverirebbe tutto il resto del calcio a livello mondiale, scemerebbe l’interesse, tranne che nelle grandi occasioni e diminuirebbe il pubblico e anche la base di selezione dei talenti.

    E’ cambiato il ruolo sociale del calcio che una volta era l’oppio dei popoli a tutti i livelli.

    In quel senso battere la rivale era molto più importante del livello del gioco espresso. Perché non c’era molto altro di spettacolare da scegliere.

    Qualcosa però bisogna fare, se si vuole che anche nel prossimo futuro il calcio continui a mantenere i livelli di interesse e il seguito attuale

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  3. Ieri stavo scrivendo il post su juve Inter. Poi la lettura dei commenti, non solo sul blog, ma in genere sulla stampa e sui siti specializzati mi ha fatto capire l’inutilità del mio intento e ho interrotto la stesura.

    Oggi ho pensato di mandare comunque il pezzo che avevo già scritto, assolutamente incompleto, come chiarimento del mio pensiero generale, senza intenti polemici, ma senza aspettarmi nessuna condivisione.

    Due squadre da scudetto: juve Inter 1-1

    Prima di analizzare questa partita sono necessarie alcune premesse le quali, ancorché conosciute e stra ripetute, sono indispensabili per comprendere il punto di vista (che non è necessariamente la verità) di chi scrive.

    Alcuni pensano che il bello del calcio siano i gol. Io penso che il bello del calcio sia la difficoltà di fare gol.

    E’ questo che (parlo per me naturalmente) mi fa godere o soffrire per un gol più che per 50 canestri nel basket.

    Se non fosse così basterebbe fare porte larghe dieci metri e alte 3 e il calcio diventerebbe bellissimo: ricco di gol e di emozioni.

    Capisco perfettamente il punto di vista di chi preferisce un 4-4 ricco di belle giocate rispetto a un 1-1 con un paio di tiri in porta per parte.

    In 95 minuti.

    Capisco che nel mondo frenetico e intenso di oggi si cerchino emozioni a raffica e mi rendo conto che queste emozioni vengono dai gol, dalle grandi giocate di tecnica pura e di fantasia.

    Per me tutto questo è vero solo se queste emozioni e queste giocate costituiscono non la norma, ma la gemma che impreziosisce una partita giocata in modo equilibrato, con forza fisica, velocità, saggezza tattica, ricerca dell’equilibrio.

    Ho visto una grande partita a Torino, tra due squadre che non a caso sono in testa alla classifica: sono due squadre che raramente sanno stravincere, ma hanno solidità, continuità di prestazioni, concentrazione speciale e grande attenzione anche alla fase difensiva

    E in questo quadro organizzativo sanno esprimere alcune giocate, individuali o di manovra, che esaltano il sacrificio collettivo compiuto nel resto dei 90′.

    Mi sarebbe piaciuto di più, da tifoso, avere uno squadrone che va a Torino, dà spettacolo (nel senso inteso dalla stragrande maggioranza) e vince 4-0?

    Certamente. Ma perché questo accada dovrebbero, nelle partite clou, affrontarsi due squadre di cui una costa qualche miliardo e l’altra qualche milione.

    Una prende a qualsiasi prezzo tutti gli assi del pianeta e l’altra si arrangia.

    Ultimamente si discute spesso di finanza, è diventato di moda. Bene, io dico che se una squadra solo forte, cioè formata da elementi di buona tecnica, dotata di forza fisica, dedizione al collettivo e intelligenza tattica, affronta una squadra con 20 campioni costati 10 volte tanto, la partita resta equilibrata.

    Noi abbiamo visto una finale europea nella quale lo squilibrio a livello di possibilità finanziarie, cioè di arrivare a campioni eccelsi, era rilevante, finire 1-0 e l’equilibrio essere rotto solo da un colpo di testa mancato a porta semi vuota e da un’altra conclusione (quella di Di marco) respinta a portiere battuto da un compagno di squadra dell’aspirante goleador.

    City Inter è stata per me una finale entusiasmante perché giocata sul filo dell’equilibrio anche tra una squadra ricchissima e una ancora lontana dalla possibilità di arrivare a collezionare tanti campioni riconosciuti.

    E questo viene confermato spesso anche nel campionato italiano, quando la squadra più ricca di campioni sulla carta viene messa in difficoltò da un’avversaria che ha meno classe, ma più forza fisica, più velocità, maggior spirito di sacrificio e maggior intelligenza tattica.

    Guardate che io non parlo di arroccarsi in difesa, perché questo, contrariamente a quanto si pensa comunemente, non lo fa più nessuno.

    L’Inter a Torino ha fatto la partita, ma la juve non si è arroccata: spesso pressava alta sulle nostre ripartenze, con tre uomini sui tre nostri centrali e noi facevamo lo stesso. Ma al contempo si stava attenti a non perdere le distanze tra i reparti, a restare corti e stretti.

    Marcare alti vuol dire impedire le ripartenze fulminanti, eseguite con grande facilità, far perdere tempi di gioco e precisione nelle giocate e avere il tempo di ritrovarsi nella propria metà tutti sotto la linea della palla, per conquistare la stessa e ripartire.

    Con verticalizzazioni improvvise (i due gol sono venuti così e quasi tutti i gol vengono così, ad eccezione dei calci piazzati e di qualche mischia), oppure con azioni manovrate e tutta la squadra che sale, in caso contrario.

    Giocando così, avere atleti che ti consentono di essere sempre in tre sul portatore di palla ma anche di ripartire in velocità e magari in massa, fa la differenza e limita molto l’impatto della tecnica pura.

    Quando si incontrano due squadre come Inter e juve, in una partita clou, con l’Inter leggermente più tecnica e la juve leggermente più fisica, ma entrambe tatticamente perfette, l’equilibrio viene rotto solo da un errore al quale si deve associare una grande giocata dei ‘migliori’ tra gli avversari.

    E’ stato così sul loro gol, quando mi pare Dumfries ha perso una palla velenosa mentre eravamo in controllo, ma il gol non sarebbe venuto senza due grandi giocate consecutive di Chiesa e Vlahovic.

    E’ stato così nel nostro gol, quando la juve si è fatta trovare scoperta, un loro giocatore non ha fatto fallo tattico su Thuram e Gatti si è perso la marcatura di Lutaro: ma perché questo sfociasse in gol, è stato necessario che all’errore si associasse la prodezza di Barella, la strepitosa progressione e la palla illuminata di Thuram, la bravura di Lauti nello smarcamento e nella conclusione

    Insomma quando le squadre sono forti atleticamente e tatticamente, con punte di classe eccelsa, la differenza la fanno, a fatica, gli uomini che sono più COMPLETI (corsa, forza, classe, esperienza e fantasia).

    Che sono pochi.

    Allegri per esempio viene criticato, ma è lì a giocarsi il titolo e schierava ieri tra gli altri Gatti, Rugani, Caviglia, Cambiaso che se giocassero da noi verrebbero immediatamente bollati come bidoni.

    Perché non fanno giocate che incantano gli esteti. Ma se la juve anziché da Allegri fosse allenata da Pirlo, per esempio, sarei molto più tranquillo sull’esito di questo campionato.

    Onestamente, ve la vedete una juve aperta, spettacolare tecnicamente dilagante con Gatti, Rugani, Caviglia e Cambiaso?

    Per altro si arriva all’assurdo di criticare l’attendismo di Inzaghi che non ha assaltato la diligenza juventina per provare a vincere.

    Prima lo si criticava perché non curava abbastanza la fase difensiva.

    L’Inzaghi che faceva due punti in sette partite attaccando molto, piaceva. Soprattutto agli avversari

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  4. Penso che in generale non ci sono grosse differenze di pensiero, e’ chiaro che la partita di Torino era importantissima, per tutto quello che c’e’ tra noi e loro da … sempre, e per le posizioni delle due compagini in campionato.

    Quindi nessun allenatore (ritenuto idoneo ad allenare a questo livello), avrebbe fatto un’assalto alla dirigenza. Pero’, a me e’ sembrato, che proprio non ci abbiamo provato a vincere. E’ questo che mi e’ spiaciuto. Poi, avremo avuto tutte le attenuanti (ad esempio da piu’ parti si’ e’ sottolineato come i nostri giocatori hanno messo nelle gambe molti piu’ minuti con le Nazionali rispetto a quelli Juventini). A me vedere ogni volta quello score (vittorie Juve 112, Inter 75 , pareggi 61) alla fine di partite giocate da noi come questa, fa in*****re.

    Cmq basta con domenica scorsa, adesso spero Inzaghi faccia ampio turn over in Champions e si riparta col Napoli. Ma a casa loro sara’ tuttaltro che facile .

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  5. Per stasera giusto Inzaghi faccia ampio turnover, il primo posto passa comunque da una vittoria sulla Real Sociedad all’ultima giornata considerando che, difficilmente, loro perderanno punti in casa con il Salisburgo. E cmq hanno una differenza reti migliore, giusto risparmiare energia per la trasferta di Napoli.
    Curioso di vedere il rendimento delle due punte, il reparto in cui siamo i più corti.

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  6. Condivido in pieno. Partendo dal presupposto che molto difficilmnte la Real Sociedad non batterà il Salisburgo, questa sera si può anche perdere a Lisbona. Il passaggio da primi del girone si otterrà soltanto con una vittoria contro gli spagnoli nell’ultima giornata. Per cui vai con il turn over (che magari si rivelerà anche vincente)

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  7. Buona prova della Primavera a Lisbona, considerando che loro sono una potenza a livello di calcio giovanile e a noi mancavano 4 elementi del calibro di Stankovic, Kamaté, Akinsanmiro e Enoch. Oltre ad avere Berembruch palesemente non in condizione, dopo l’infortunio. In un girone difficile, una sola sconfitta e 4 pareggi. Non passeremo il turno, ma ce la siamo giocata con tutti

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  8. Sabatini: “Derby d’Italia gara d’alto livello che spiega la classifica. La Juve lotta per lo scudetto”.
    Siamo una piccola minoranza ma almeno non sono l’unico

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  9. nessuno mi parli più del fatto che abbiamo due squadre di titolari. E non è questione di giovani o vecchi. i giovani Asllani e Bisseck non l’hanno vista mai come i vecchi Sanchez e Arnautovich.
    Non conta l’età, conta se sei bravo o no. Questa partita purtroppo può essere la svolta delal stagione. Speriamo di no ma….

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  10. Beh, nel secondo tempo sono entrati di nuovo quelli che non l’hanno vista nel primo e hanno cominciato a fare una rimonta notevole, quasi andavamo a vincerla.
    In questa giornata di CL mi sono soffermato a guardare il Feyenoord ( allora, speravo che almeno pareggiassero in maniera tale che la Lazio si sarebbe impegnata a Madrid prima di giocare con noi).
    Mi ha impressionato notevolmente questo Minteh, accelerazioni incredibili, dribbling, piede preferito il sinistro ma anche col destro sapeva fare cose interessanti, sa andare sul fondo e sa giocare nello stretto accentrandosi. Ecco questo sarei curioso di vederlo da noi se il prossimo anno non ci sarà Cuadrado. Tra l’altro è l’unico che mi sembrava notevolemente buono del Feyenoord, per esempio si parla tanto bene di Gimenez, assai sopravvalutato. Il resto della rosa degli olandesi farebbe fatica a stare in serie B da noi.

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  11. https://www.linterista.it/editoriale/direttamente-dall-imbarazzo-destinazione-trionfo-pura-e-adorabile-follia-inter-al-100-106916

    Riporto editoriale di De Carlo con cui concordo pienamente, specialmente il passaggio in cui scrive
    “Tra i nuovi innesti Bisseck mostra di avere il potenziale da grande giocatore. Alto, dinoccolato, con gran classe e mezzi importanti è partito male ma è cresciuto molto durante la gara. Prestazione positiva, così come quella di Asllani, dopo un brutto primo tempo, con responsabilità enormi in occasione della prima rete portoghese. La netta sensazione è che nessuno si sentisse a proprio agio e tutti hanno pagato l’emozione e la desuetudine nel giocare con compagni con i quali non aveva mai condiviso 90 minuti di gara. Male Klaassen e poco convincente la mancanza di reattività di Audero. Sono però le prestazioni di Arnautovic e Sanchez a dare la percezione di un divario troppo grande tra loro e Lautaro e Thuram. L’austriaco ha bisogno certamente di giocare ma è evidente che con loro in campo manchi incisività”

    Su ieri per me Inzaghi ha fatto benissimo a provare di fatto tutti i nuovi per più dei soliti 20 minuti (il risultato non contava): ne sono emersi spunti interessanti di cui trarrà, spero, le dovute considerazioni.
    Ad esempio Klaassen mi ha confermato, dopo purtroppo averlo notato anche in stralci di match in cui era entrato fresco, come sia troppo lento per fare qualsiasi ruolo che non sia quello di un perno basso molto protetto. Non mezzala e tantomeno sottopunta come avevo letto in occasione dell’infortunio di Arna. L’attacco di scorta è purtroppo la nota dolente ma in parte si sapeva. Speriamo la Thula non abbia mai niente.

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  12. Onana fa ennesima cosa sciagurata rafforzando in me convincimento che non sia assolutamente un top di ruolo e che la cessione al Manchester per quella cifra sia stata un assoluto capolavoro.

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  13. Ho scritto alla fine del primo tempo, quando temevo un’imbarcata che avrebbe avuto serie conseguenze nello spogliatioi

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  14. Forse sono l’unico, ma a me Asslani non e’ dispiaciuto. Gioca prob nel ruolo piu’ “critico” del nostro modulo, ieri i suoi compagni di reparto erano Klassen (uno zero per tutta la partita) e Frattesi (primo tempo molto male anche lui, in fase di interdizione e “presenza” poca cosa, per fortuna si e’ rifatto ampiamente nel secondo). Gli esterni filtravano poco o niente, soprattutto C.Augusto. Certo ha fatto un brutto errore nel cercare di passare in mezzo a due avversari poco fuori dalla nostra area, nessuno lo discute e, se e’ un ragazzo intelligente come a me sembra, penso lo avra’ capito (e penso/spero che come minimo Inzaghi glielo avra’ fatto ben notare). Ma per il resto ha giocato bene in un contesto cosi’ difficile come il ns primo tempo. Ha delle aperture anche di 30-40 metri molto precise, difficilmente butta via il pallone . Poi e’ chiaro che non e’ Chala, e forse non ci arrivera’ mai al suo livello. Pero’ mi sembra che, come seconda linea, in quel ruolo, non abbiamo mai avuto chissa quale alternativa … E’ ancora giovane, e’ giusto fargli capire tutti gli errori che fa, ma mi spiacerebbe se non lo si considerasse come un prospetto utile.

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  15. 100% d’accordo. in un cc a 3 stretti, se una mezzala (Klaassen) è sempre fermo e non ti offre la giocata per il play diventa dura.
    Il ragazzo mi piace molto e spero abbia diverse chance nel corso della stagione: gioca ene con entrambi e piedi e non è poco

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  16. A me sembra evidente che non è pronto per questi confronti impegnativi. Mi auguro che cresca

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