Un ritorno al passato? O al futuro?

Alla fine del girone d’andata la nostra classifica era strepitosa, sicuramente superiore a quella che le nostre forze reali avrebbero potuto far prevedere.

Pensare a un girone di ritorno meno performante era un gioco da ragazzi, non un’osservazione da acuti specialisti.

C’era soprattutto un dato di evidenza assoluta per chi consoce la forza reale della squadra (non disprezzabile ma non eccelsa) e la durezza del nostro campionato.

Un ritmo da 100 punti a campionato è stato possibile solo a una Juventus debordante e ultra-aiutata, in un contesto in cui non esistevano rivali.

Lo scorso anno per esempio, la juve ha chiuso a 90, con 21 punti sulla terza.

Due anni fa a 95, con 28 punti sulla terza.

Ma a questa difficoltà oggettiva (ad oggi ci sono 3 squadre in 4 punti) se ne aggiunge una ancora più evidente.

Purtroppo ero stato buon profeta, e non perché io sia un capiscer, ma perché le cifre parlano chiaro: siamo arrivati al giro di boa con 8 vittorie in trasferta su nove gare.

Non era possibile mantenere quel ritmo e nel girone di ritorno avremmo matematicamente fatto peggio, almeno sotto questo aspetto.

Mentre sarebbe stato difficile recuperare con punti in più in casa o nelle grandi sfide (visto anche che andremo in trasferta a Roma due volte, a Torino con la juve e a Bergamo)

Questo avevo scritto (ripeto, non perché io sia un intenditore sopraffino, ma per la forza dei numeri) e purtroppo questo si è verificato già alla prima partita in trasferta.

Tra l’altro, per noi a prescindere da un discorso tecnico, il campionato è molto più difficile che per la juve e per chi, senza ambizioni, si è accomodato al servizio della casa reale piemontese.

Perché di partite giocate male come quella disputata da noi a Lecce, la juve ne gioca moltissime ogni anno, ma poi le vince, perché a loro non annullerebbero mai un gol regolarissimo, per… fallo di un difensore sul suo portiere e non sorvolerebbero mai su un intervento omicida di un avversario che avrebbe costretto i rivali a giocare in 10 per ottanta minuti.

Su questi due episodi (e su un terzo molto significativo) è il caso di aprire un breve intermezzo.

C’è stato anche qualche interista che ha concordato con le decisioni prese e io lo rispetto, perché non è certamente in malafede.

Invece non rispetto giornalisti e commentatori prezzolati.

Riporto due valutazioni apparse su twitter da parte di un giornalista e di un ex arbitro che come è ovvio possono sbagliare anche loro, ma altrettanto certamente non sono al servizio di nessuno:

  1. “Giacomelli horror.” Marelli: “Gol Lukaku regolarissimo. Donati da rosso su Barella”.
  2. “Giacomelli – quello di Napoli/Atalanta – ne ha combinata un’altra delle sue: oltre ad aver annullato il gol di Lukaku (regolare) e al mancato rosso per Donati su Barella – ha concesso un rigore che non c’era – mentre cadeva a terra. Cose mai viste”. Maurizio Pistocchi, sul suo account, commenta inorridito le decisioni scandalose di Giacomelli in Lecce-Inter.

Dal mio punto di vista le immagini sono chiarissime: Il loro portiere si scontra con il suo giocatore, perde la palla e ricade su Lukaku.

Quanto al fallo da espulsione, qui la situazione è più… soggettiva.

Solo che se un intervento simile non lo si considera da espulsione, tanto vale eliminare l’espulsione diretta, perché non può esserci un fallo più grave e violento di questo.

Chi segue le nostre giovanili sa che Donati era molto… temuto dai nostri ragazzi, perché nelle partitelle di metà settimana, ne aveva rotti seriamente parecchi.

Invece l’episodio del rigore concesso da Giacomelli la dice davvero lunga sull’atteggiamento arbitrale.

Già in diretta mi ero accorto di come al momento del contatto nelle nostra area l’arbitro fosse caduto a terra e avendo davanti diversi uomini, non avesse potuto vedere alcunché.

Poi il rallenty lo ha confermato.

La morale è molto semplice: Giacomelli ha forse sentito o visto una protesta leccese, e, come da ordini impartitigli, pur non avendo visto nulla non gli è parso vero di comandare un rigore.

Non esiste protesta della società che tenga: o si riesce a rovesciare i rapporti di potere, o sarà così sempre.

Quindi torniamo a parlare di calcio.

Infatti, dobbiamo comunque pensare a noi e a migliorare nelle condizioni date (cioè in un campionato falsato dal sistema arbitri + VAR).

Questo perché altre volte, con gli arbitraggi contro, abbiamo vinto comunque e anche convinto.

Nelle ultime due partite abbiamo fatto due punti: troppo pochi per avere aspirazioni elevatissime e, ripeto, il fatto che oltre agli avversari si debbano battere anche gli arbitri è cosa messa in preventivo sin dall’inizio.

Un’analisi della situazione molto ragionevole l’ha fatta proprio Liverani, allenatore degli avversari: che ha detto più o meno: “L’Inter è ora una squadra forte, che ha ridotto di molto 10 anni di gap dalla juve e ora è più vicina, ma la juve resta davanti nella totalità della rosa”.

Una dichiarazione onesta, che ci deve riportare con i piedi per terra.

Al momento noi non siamo competitivi con la juve.

Questo non ci deve far rinunciare, perché il campionato è lungo, le avversità (magari sotto forma di infortuni o flessioni di condizione) possono verificarsi anche per loro.

Il campionato lo possono perdere solo loro, ma noi dobbiamo cercare di restare lì, per provare a sfruttare l’eventuale situazione favorevole, senza avere rimpianti.

Il nostro obiettivo realistico è non avere la flessione netta che si è verificata in altri campionati dopo un girone d’andata super performante.

Dobbiamo provare a restare vicino al vertice e possiamo far bene nelle due coppe che ci vedono ancora in lizza.

Ci sono due squadre, forse tre e forse quattro contando anche Roma e soprattutto Atalanta, oltre a Lazio e juve che hanno una ricchezza di soluzioni offensive superiore alla nostra.

Noi dobbiamo cercare di restare davanti a loro sfruttando la grande forza della difesa e l’equilibrio.

Ottenendo sempre il massimo sul piano del ritmo, della concentrazione e dell’intensità. Ma anche migliorando sul piano della tecnica con qualche inserimento

Dopo la partita Conte ha detto:

“Noi possiamo vincere solo andando a mille all’ora.”

Secondo me ha perfettamente ragione: siamo destinati, al momento a pagare qualsiasi flessione psicologica od atletica.

Soprattutto di concentrazione.

A suo tempo, il mister aveva rilasciato un’altra dichiarazione straordinariamente veritiera, anche se fatta oggetto di derisione dai giornalisti nemici (cioè quasi tutti):

“Siamo arrivati a 28 punti dalla juve, lo scorso anno, e abbiamo provato a superare il gap con giocatori chiave presi dal Sassuolo e dal Cagliari”.

Attenzione: sono convinto che Conte abbia un’altissima considerazione di Barella e Sensi e che quella non fosse, come è stata fatta passare, una dichiarazione di sottovalutazione del loro valore.

Tutti i ruoli e tutte le funzioni sono importanti in una squadra, ma alcuni sono più importanti di altri: la punta, l’uomo dell’ultimo passaggio, il costruttore di gioco, il leader della difesa.

Noi abbiamo sostituito la punta da 125 gol in 5 anni con un’altra punta, brava e con esperienza internazionale e fin qui va bene.

La difesa era forte ed è rimasta forte, avendo aggiunto un Godin, uomo di esperienza internazionale, e un giovane in crescita impetuosa come Bastoni; ma sugli esterni non abbiamo migliorato e soprattutto i costruttori di gioco e gli uomini dell’ultimo passaggio hanno ridotta esperienza internazionale e di un campionato di vertice: Sensi ha sostituito Radja e di fatto Barella ha sostituito Vecino.

Sensi e Barella sono forse potenzialmente più forti, nel tempo, dei due che hanno sostituito, ma mancano di abitudine ad esprimersi al vertice con continuità.

Attenzione, anche la juve ha preso negli anni giocatori importanti, anche molto costosi, da squadre non di vertice (Bernardeschi, Bentancur, Rugani e a suo tempo lo stesso Dybala, per esempio): ma non ne ha fatto subito i perni, gli uomini che dovevano guidare la squadra.

Al contrario, li ha impiegati con il contagocce, gradualmente, come alternativa ai più esperti.

E quando ha cercato giocatori importanti per ruoli chiave è andata su Khedira, Matuidi, Rabiot, Ramsey, Emre Can, Douglas Costa.

Quando ha preso de Ligt, pur in assenza di Chiellini, dopo un po’ l’ha rimesso in panca

Non sto dicendo che se vai su uno di esperienza fai bene di sicuro e che invece un ‘giovane’ fa male di sicuro.

Si possono sbagliare gli arrivi sia di giovani che di giocatori esperti, perché i motivi che consentono l’affermazione o meno, sono tanti.

Sto parlando di scelte orientate a immettere giocatori già in possesso di una maturità, di una personalità, di un’esperienza superiore.

Conte ha voluto fortemente Lukaku, ha voluto prima Dzeko e poi, svanito il romanista, Sanchez; ora vuole Giroud e soprattutto avrebbe voluto più di tutti Vidal, vuole Eriksen, ha preso Young e forse prenderà Moses.

Lo ripeto: un giocatore esperto non è necessariamente il toccasana (soprattutto se avanti con gli anni e se vien via a poco).

Può essere in declino, può essere inadatto, può presentare i rischi di qualunque acquisto, magari anche senza i vantaggi della prospettiva di crescita, ma sono giocatori che se funzionano fanno cambiare subito la squadra.

Voglio dire che puoi prendere giocatori esperti, di personalità ma sbagliare acquisti mentre puoi anche prendere giovani che ti danno qualcosa in più, ma a livello di squadra il nucleo portante deve essere di grande personalità e non puoi aspettarti che siano loro a trascinare gli altri.

La Lazio, per esempio può contare su un nucleo trainante di giocatori molto esperti: Acerbi (31) Radu (33) Bastos (28) Leiva (33) SMS (24, ma con esperienza internazionale), Parolo (34), Marusic (27), Lulic (34), Luis Alberto (27), Immobile (29), Caicedo (31).

La Roma, che per rinnovarsi ha puntato su giovani interessanti, è dietro di noi e soffre di prestazioni alterne, tipiche di questa situazione.

Ma perché sto facendo questo discorso? Spero di chiarirlo proprio nel corso della…

Analisi della partita

Liverani, a mio parere aveva studiato bene i punti di forza e le debolezze anche contingenti della nostra squadra.

Il Lecce si è schierato con un 532 che richiedeva enorme sacrificio degli attaccanti: di fatto, Mancosu, Lapadula e Babacar rientravano sulla seconda linea di difensori in situazioni di non possesso, formando una sorta di 541, ma i tre citati erano anche pronti a ripartire in velocità per cercare di coglierci scoperti.

Non a caso sulla ripartenza hanno avuto un’occasione strepitosa all’inizio e non a caso due dei tre giocatori offensivi sono stati sostituiti per… sfinimento.

Liverani sapeva che la nostra forza offensiva si basa soprattutto sulla verticalizzazione sulle punte, che scambiano bene sullo stretto e si liberano al tiro. Facendo moltissima densità in mezzo, sul limite dell’area, ha limitato molto questa giocata.

La prova di Lukaku, ma anche di Lautaro, in questa situazione è risultata piuttosto opaca.

Anche comprensibilmente, pure Conte ha ripreso spesso soprattutto Lukaku, reo di non uscire a cercare di procurarsi gli spazi (‘non nasconderti’)

D’altra parte le possibilità dei nostri esterni si conoscono.

Il modulo a tre in difesa impone esterni con gamba, capaci di percorrere ripetutamente tutta la fascia.

Ma questa tipologia di giocatore, o ti chiami Maicon, Junior, Cafu, o presenta inevitabilmente dei limiti in fase di estro, inventiva, spunto decisivo nell’area avversaria.

I nostri esterni sono discreti giocatori, non sono dei brocchi come molti tifosi amano sostenere, ma da loro in fase offensiva ci si può aspettare solo dei cross, anche questi più facilmente controllabili se hai molta densità di difensori in mezzo all’area.

L’abbiamo detto più volte, con gli uomini attuali il nostro gioco offensivo ha poche soluzioni, e abbastanza prevedibili (neutralizzabili, naturalmente, è un altro discorso)

  1. Verticalizzazione per le punte che scambiano e vanno al tiro o appoggiano indietro per un centrocampista chiamato a concludere;
  2. Sfruttare al massimo l’ampiezza del campo posizionando le mezze ali molto larghe, addirittura sulla linea dell’out per avere superiorità in fascia e mandare l’esterno al cross (che in un’area non particolarmente intasata può sfruttare le qualità acrobatiche di Lukaku e Lautaro);
  3. Effettuare lo scambio tra esterno e mezzaala con quest’ultima che ‘entra’ nel campo con il compito di chiamar fuori un centrale per fornire l’assist alle punte o addirittura di saltare l’uomo e andare alla conclusione, direttamente o dopo uno scambio.

Soverchiate numericamente le nostre punte in area, considerati i limiti degli esterni che possono solo crossare, in questo tipo di partite diventano decisive le mezze ali: sono loro che devono ‘entrare’ rappresentando l’elemento risolutivo.

Ma a Lecce Barella e soprattutto Sensi in questo non si sono visti.

La riprova sta nel fatto che la più bella palla gol su azione (il palo) è stata costruita con un inserimento di Brozo.

Nelle partite di campionato prima dell’infortunio, Sensi era risultato decisivo in questo compito.

Barella altre volte aveva dato il suo contributo.

Persino Vecino, con gli inserimenti sulle palle alte, o Gaglia con la fisicità avevano risolto qualche situazione.

Dal mio punto di vista, se si vuole parlare di responsabilità (che non è mai giusto, perché nel bene e nel male la responsabilità è collettiva) ne hanno di più le mezze ali che gli esterni.

Perché Candreva a Biro hanno fatto quello che sanno fare e si sapeva che non possono fare altro (non è un caso che Conte abbia voluto Young e Moses: a prescindere da come andranno, conta la tipologia); Barella e Sensi hanno fatto meno di quello che ci si poteva aspettare.

Barella e Sensi in un top team sarebbero per mio conto giocatori da alternare facendoli crescere progressivamente, mentre al loro posto, probabilmente la squadra sarebbe da vertice se giocassero Eriksen e Vidal (per dire due nomi di cui si parla, poi magari fallirebbero anche loro…).

E questa valutazione non la considero una diminutio per i due italiani: anzi, considerarli già da ora alternative credibili a campioni di quel livello (teorico) è riconoscerne meriti già attuali e possibilità nel futuro a breve.

C’è anche da dire che un gol si può sempre prendere, capita anche alle migliori difese e squadre, ma una grande squadra, con tutti uomini esperti, quando ottiene il vantaggio, a 20’ dal termine, in una gara così complicata, sa gestire la partita e porta a casa il risultato.

Ancora una volta conta molto l’esperienza e la personalità degli uomini chiave. E noi in mezzo al campo avevamo il solo Brozo, con queste qualità, pure acciaccato e un po’ logoro.

In ogni caso il nostro primo tempo è stato più che dignitoso: abbiamo attaccato subito alti, cercando di indirizzare la partita su un binario più favorevole (cioè inducendo il Lecce ad aprirsi).

Anche troppo, se è vero che la prima palla gol, clamorosa la spreca Mancosu, al 6’ calciando malissimo da posizione favorevole.

Poi però è dominio nostro anche se inevitabilmente in un’area intasata e senza giocatori da spazi stretti non è continua e lucidissima:

  • Al 12’ dopo un bello scambio con Lukaku, Lautaro calcia sopra la traversa,
  • Al 19’ il gol assurdamente annullato a Lukaku, gol che avrebbe cambiato la partita (poi magari avremmo… perso ma i gol validi vanno dati),
  • 2 minuti dopo la mancata espulsione di Donati che avrebbe cambiato la partita (e due…),
  • Al 29’ il palo di Brozo,
  • Al 31’ ancora Brozo impegna due volte il portiere che si salva sempre.

Primo tempo con supremazia netta, ma con poche occasioni, per una squadra che vuole (e ha i mezzi) per andare a Lecce e imporsi.

Questo al di là dei gravissimi errori arbitrali.

Nella ripresa invece succede davvero pochissimo: la nostra manovra è lenta, spesso imprecisa, emergono sullo stretto i limiti tecnici di qualcuno e la condizione non ottimale di altri.

I dati di cronaca di una qualche importanza si contano sulle dita di una mano.

  • Al 46’ Babacar si gira rapidamente ma conclude fuori,
  • Al 50’ è Lautaro che calcia da buona posizione, ma colpisce debolmente,
  • Al 58’ Sensi spreca una punizione da ottima posizione (non so se è vero, ma i commentatori sostengono che è da più di due anni che non segniamo su punizione…),
  • Al 67’ ancora un tiro di Lautaro, respinto in qualche modo dal portiere,
  • Al 72’ il gol di Bastoni su cross di Biraghi,
  • Cinque minuti dopo il gol di Mancosu a seguito di un batti e ribatti molto sfortunato, con assist finale interessante e ‘dormita’ della nostra difesa,
  • Poi il palo di Falco su punizione e null’altro di importante.

Troppo poco per una squadra ambiziosa, al di là degli errori arbitrali determinanti.

I dati statistici però confermano solo in parte quell’abbozzo di analisi sin qui svolto.

Se infatti l’alta percentuale di possesso palla (61%), l’alto numero di passaggi (574 contro 273) e l’elevata accuratezza dei passaggio (89%), riferiti a una squadra di Conte – con Spalletti sarebbe diverso – rivelano la difficoltà nel verticalizzare e nel penetrare attraverso l’ampiezza, per cui si viene costretti a un giro palla insistito, a tocchi brevi quindi più numerosi e più spesso precisi; altri dati parlano di una supremazia piuttosto netta, se non di un vero dominio che certo non corrisponde all’impressione visiva

Ad esempio il loro portiere ha fatto 9 parate (di cui 3 decisive) contro una di Handa, non decisiva; i tiri in porta sono stati 10 a 3 per noi, le occasioni da gol sempre 10 a 3 per noi, i passaggi chiave 8 a 1 e i corner 14 a 3.

Infine abbiamo portato 76 attacchi, abbastanza equamente distribuiti tra le fasce e il centro, contro 25 del Lecce.

Da notare, come curiosità, che Brozo si segnala per il maggior numero di tiri in porta (3) contro nessuno di Lukaku (ovviamente non viene contato il gol annullato) ma Lukaku è il giocatore che ha effettuato più passaggi chiave (sempre 3).

Poi Barella è il giocatore che ha percorso più km, ma Biraghi e poi Brozo ne hanno percorsi di più allo sprint. Brozo ha anche tenuto la più alta velocità media, mentre il più veloce allo sprint è stato Babacar, davanti a Biraghi e a Bastoni.

A livello di squadra i nostri hanno percorso quasi 2 km in più, e anche la nostra velocità media è stata leggermente superiore.

Insomma, dal punto di vista atletico non c’è stata proprio sofferenza e anche dal punto di vista tecnico le nostre occasioni sono risultate assai più rilevanti: forse è mancata soprattutto la lucidità e ‘l’ispirazione’ in alcuni uomini.

Le pagelle

Handanovic: 6.5 sul gol non ha responsabilità, il poco lavoro lo svolge bene.

Godin: 6- sicuro in chiusura, prova ad appoggiare l’azione con risultati modesti.

(Bastoni: 6 entra per aumentare la spinta offensiva e segna quasi subito. Poi però si distrae e non chiude in tempo su Mancosu. )

de Vrij: 7 recupera più palloni di tutti (27), ne gioca ben 79 ed è il terzo per numero di passaggi riusciti. Ma al di là di queste cifre svolge al meglio le due fasi.

Skriniar: 6 ho letto valutazioni negative sul suo conto, probabilmente influenzate dall’errore iniziale che spiana la strada a Mancosu. Però poi è secondo per numero di palle giocate e passaggi riusciti, dopo Brozo e quarto come intercetti.

Non mi sembra commetta altri errori.

Candreva: 5 è una giornata in cui più che tamponare gli si chiede di creare e lui sullo stretto è poco efficace. Qualche responsabilità anche sul gol di Mancosu.

Barella: 5+ corre (un po’ meno del solito) contrasta, ma in una partita tutta offensiva questo non basta, servirebbe qualità e fantasia.

Brozovic: 7 è il più pericoloso, 3 volte va al tiro e coglie un palo oltre a impegnare severamente il portiere nelle altre occasioni. Maggior numero di tiri in porta, maggior numero di occasioni da gol, maggior numero di palle giocate e di passaggi riusciti (95% di quelli tentati). Che si vuole di più?

Sensi: 5+ è l’uomo che in queste situazioni dovrebbe assicurare la qualità, la giocata vincente; non salta mai l’uomo e non riesce a inserirsi efficacemente tra le linee.

Biraghi: 6 dalla sua parte nessun pericolo importante. Costantemente in appoggio, corre molto e a grande velocità, sforna diversi cross (non tutti precisi) e ha il merito dell’assist per il gol di Bastoni.

Lautaro: 5+ era una partita difficile per le punte, lui si dà da fare ma non riesce mai a trovare la giocata vincente.

Lukaku: 5+ lui il gol l’aveva realizzato, anche senza un merito particolare, ma se riesce almeno una volta a superare la difesa, non gli riesce di evitare l’intervento fasullo dell’arbitro. Comunque si vede pochissimo e quasi solo in appoggi brevi.

(Sanchez: sv otto minuti non sono sufficienti per un giudizio con un minimo di credibilità. Conte spiega perché non l’ha inserito prima e si deve credergli, perché lui lo ha visto in ogni allenamento.)

(Borja: sv entra a sostituire Brozo infortunato. L’impressione (ma è solo tale) è che probabilmente si sarebbe preso più utile rispetto alle due mezze ali titolari.)

All. Conte: 6 nell’ultimo mese la squadra ha rallentato, indubbiamente. Speriamo che sia una situazione transitoria. A Lecce i suoi ragazzi non hanno avuto ritmo sufficiente (oltre che fantasia e dribbling, ma quello non lo può dare il mister) per sgretolare una difesa arroccata.

Si dice che avrebbe dovuto inserire prima una punta per un difensore, ma lui non aveva una punta disponibile e credibile.

La situazione è diventata più complicata, ma lui ha perso una sola partita su 20 (come la juve e meno degli altri), pur dovendo spesso misurarsi contro arbitri e VAR.

E’ questo forse il momento più difficile da inizio stagione: speriamo di rilanciarci con una buona e convincente vittoria contro il Cagliari (non sarà certo una passeggiata, anzi…) e passando il turno in Coppa Italia.

Poi andremo a Roma ad affrontare la Lazio e lì potrebbe decidersi la nostra stagione

Ho sempre difeso la società e continuo a farlo con estrema convinzione.

Allo stesso tempo, pur non conoscendo le situazioni di mercato, trovo poco spiegabile il ritardo nell’arrivo dei rinforzi.

Che cosa serviva lo si sapeva da settembre, credo che le trattative si potessero avviare per tempo e chiudere per avere i giocatori necessari il due gennaio.

Tra l’altro, oltre ad avere forse qualche punto in più ci troveremmo con giocatori già avanti nell’inserimento, che non è sempre cosa agevole

Luciano Da Vite

Foto: Alessandro Bastoni. Il ragazzo, classe 1999, si sta sempre di più ritagliando uno spazio importante in questa squadra. Contro il Lecce è stato protagonista in positivo, realizzando il suo primo goal in nerazzurro poco dopo il suo ingresso in campo per Godin; purtroppo dopo non è stato impeccabile in occasione del goal di Mancosu. Lavori in corso. Il ragazzo s’ha da fare.

117 pensieri riguardo “Un ritorno al passato? O al futuro?

  1. Leggo quanto hai scritto, e allora ne approfitto: Emiliano, sii gentile, scrivi un nuovo post di circostanza appena trovi un minuto di tempo, così voltiamo pagina

    Benvenuto Eriksen!
    Ho visto proprio adesso su youtube alcuni dei suoi gol e sono diventato suo tifoso
    Mio figlio minore mi ha assicurato che quest’anno vinceremo il campionato

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  2. Mi riprometto di fare un punto della situazione, scriverò qualche cosa che posterò domani, se Luciano mi conferma che non ci sarà il post sulla partita. Ovviamente per una questione di “correttezza” non entrerò nel dettaglio della partita ultima, di cui ho visto solo una sintesi e letto i vari giudizi e commenti. Eriksen secondo me è uno dei migliori centrocampisti in circolazione, dovremmo essere entusiasti del suo arrivo. Speriamo i nuovi impattino tutti bene da subito, ma lui tra tutti è sicuro quello destinato a avere un ruolo importante nel tempo.

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  3. Scrivo solo oggi perché se lo avessi fatto prima avrei rischiato una querela. A me non piacciono i vittimismi ma la direzione arbitrale dell’ultimo match è stata allucinante; pareva di essere tornati nell’era Moggi. Detto questo, mi auguro che Luciano, che stimo molto, torni a scrivere.

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  4. Al di là di tante parole su schemi,posizioni in campo,….etc,etc,..la vera forza della juve si è vista l’altra sera: dopo una prestazione davvero scialba,nei tre minuti finali potevano anche pareggiare grazie ad un guizzo di Ronaldo ed all l’unico tiro in porta di Higuain. Adesso con Eriksen speriamo di avere acquistato anche noi un po’ più di qualità e riuscire a vincere anche partite nelle quali non siamo al meglio.

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  5. Con l’arrivo di Eriksen ( che Conte non saprà dove farlo giocare) è andato anche in tilt il sito ufficiale dell’INTER.
    AMALA E DIFENDILA SEMPRE DAL MALE . 🐍💙🖤

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  6. Il nostro problema non sarà mai EriKsen, vedo problemi con Conte che pretende un gioco che i suoi uomini non hanno i mezzi per garantirgli. Il nostro gruppo di giocatori non ha nelle corde la capacità di pressare così alti per 90 minuti; suggerirei più equilibrio in campo e più realismo nelle scelte di gioco.

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  7. Mi scuso con tutti… Ma quando perde l’inter (altro che non interista…) mi si chiude la vena ed esagero.
    Ritengo però che bollare un’analisi (non una previsione) come assurda sia stato offensivo.
    Io non sono migliore di nessuno, ne qui ne altrove, ma spesso e volentieri quando analizzo il calcio non sbaglio. Anche questa è un analisi oggettiva, non un sentirsi migliore.
    That’s all.
    Forza inter

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  8. Tutto a posto.
    Tra i moltissimi difetti che ho non c’è l’essere permaloso.
    Quando si perde si soffre, quando si soffre alcune sensibilità si amplificano.

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  9. Ancora una volta si scambia il contenuto con gli atteggiamenti ‘formali’ Tutti avevamo previsto (non che fosse una ‘analisi’ che nel ritorno avremmo fatto meno punti. Tutti abbiamo avuto regione, purtroppo 2 partite 4 punti in meno rispetto all’andata). però e lo dico senza alcuna intenzione ostile, è questione di carattere 8e quindi comprensibile): ma nessuno di noi è venuto subito a vantarsi della profezia. Poi ognuno di noi ha difetti probabilmente maggiori di quello. Convivere (anche solo su un blog) vuol dire accettarsi con pregi e difetti

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  10. Comunque lo scoraggiamento non nasce da queste piccole dispute. Uno si domanda, dopo 3 partite consecutive in cui arbitri e gestione del VAR ci hanno massacrati, perché continuare a spendere tempo e eergie per scrivere di Inter

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  11. No, è proprio quello che vogliono! Scoraggiarci per far si che abbandoniamo la NOSTRA INTER e fare ancora più facilmente i loro intrallazzi! INSISTERE INSISTERE INSISTERE!!! FORZA LUCIANO e W l’INTER

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  12. Dai ragazzi, io penso che qualche scontro sul blog nei commenti sia pure inevitabile. Molti di noi, la maggioranza, si conoscono da tanto tempo… Mi fa piacere leggere che si rientri dalle discussioni e dagli scontri, penso che ci sia stima e simpatia reciproca tra tutti i partecipanti alla vita del blog. A Luciano e gli altri dico di non mollare… Al primo ovviamente dico anche di non mollare a continuare a scrivere. :) Rialziamo la testa e avanti tutta, abbiamo un campionato da finire e possiamo ancora fare bellissime cose e per l’immediato, come in proiezione futura, abbiamo appena preso un grandissimo giocatore come Eriksen… Un acquisto che fino a qualche mese fa sarebbe stato impensabile.

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  13. Pinamonti come alternativa agli attaccanti titolari è molto più pronto di Espo. Certo, il ruo rientro ha senso se gli si fanno giocare almeno una decina di partite

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