Nulla viene conseguito in modo definitivo: per esempio, nel deprecabile caso si uscisse dalla Champions nel ritorno di Madrid, la nuova dimensione europea raggiunta non verrebbe messa in discussione, ma una sconfitta netta, nelle proporzioni oltre che nel gioco, riaprirebbe il discorso. Ma che l'Inter abbia raggiunto una dimensione europea lo dicono le cifre: una finale europea giocata alla pari con il Manchester City, poi sette partite consecutive di Champions League senza una sconfitta e l'ultima di queste giocata contro una squadra spagnola (l'Atletico) abituata a stare al vertice e con una vittoria netta al di là del punteggio. Oggi l'Inter è una squadra che è in grado di alternare due tipologie di gioco: sa difendere e giocare in contropiede come praticare un calcio offensivo e spettacolare, mostrando grandi qualità e ottima gamba. Alterna le due tipologie di gioco e sa utilizzare entrambe al meglio. A San Siro abbiamo visto ancora una volta una grandissima Inter e il merito ancora una volta va dato a tutti: società, allenatore, giocatori. Sugli scudi (su tutti, perché sono stati tutti bravissimi): Bastoni; Barella, autore di una prestazione clamorosa, oggi è senza dubbio il miglior calciatore italiano e tra i migliori centrocampisti d'Europa; i subentrati Dumfries, Carlos Augusto, Frattesi. Menzione speciale per Arnautovic: sbaglia tre goal, ma poi realizza alla quarta occasione. Ci costringe se non altro a porci una domanda: "Non è che la sua presenza in area è estremamente pericolosa per la difesa avversaria?" Report sulla sfida Under 17 tra i nostri ragazzi e il Cittadella. Vinciamo due a uno con reti di Kukulis e Iddrissou e in classifica appaiamo il Monza al secondo posto e lasciamo alle spalle l'Atalanta. È stata una vittoria sofferta, tutto è finito bene, ma restano perplessità su questo gruppo, che non a caso ha dodici punti di distacco dal Milan. In campo tutti i cinque nuovi acquisti stranieri, i quattro di luglio e il centrale finlandese Kangasniemi, arrivato nel mercato di gennaio.
