Dalla storia alla leggenda: Inter – Barcellona 4-3

Foto: l’esultanza di un gigantesco Francesco Acerbi dopo la rete del 3-3 che al 93′ pareggia i blaugrana e ci permette di andare ai supplementari.

Se a Barcellona Inzaghi e i suoi ragazzi avevano scritto un’avvincete pagina di storia, nel ritorno a San Siro hanno sciorinato una prestazione che li colloca di diritto nella leggenda del calcio.

Inter – Barcellona, e il conseguente approdo alla seconda finale in tre anni, apparterrà per sempre al libro in cui vengono raccolte le rarissime leggende incancellabili del calcio, sullo stesso livello di Italia – Germania 4-3, per intenderci.

Non si può definire in altro modo il comportamento dei nostri e, quel che più conta, il risultato.

Basta leggere i titoli di tutti i principali quotidiani stranieri per rendersi conto che questo passaggio di turno esce dalla normale narrazione, per entrare in quella riservata alla grande epica.

Tuttavia non si tratta solo di due partite, per quanto grandiose.

Come sappiamo, i nostri sono arrivati a questa sfida con una serie di risultati che ha dell’incredibile.

Se in occasione dell’ultima finale raggiunta qualcuno aveva sostenuto che eravamo stati favoriti dal sorteggio, questa volta abbiamo centrato l’obiettivo dopo aver superato indenni  squadre del livello di City, Arsenal, Bayern e Barcellona. E dopo aver battuto squadre comunque di ottimo livello, come Lipsia, Monaco e Feyenoord

Ma non si tratta solo di questo: abbiamo superato la fase a gironi al quarto posto su 36 partecipanti, con gli stessi punti di Barcellona e Arsenal e a due  soli punti dal Liverpool, che ha pagato questo exploit con l’eliminazione successiva

In  sette  partite delle prima  fase non abbiamo subito gol  e in una sola, a Leverkusen, siamo andati in svantaggio,   con l’unico gol subìto, nel recupero e a causa di una rete  viziata per altro da una palese irregolarità.

Poi abbiamo eliminato Feyenoord e addirittura Bayern contro il quale nel ritorno siamo stati in svantaggio per 5 minuti, prima del pareggio di Lautaro

Infine l’impresa contro il Barça, anche qui conducendo quasi sempre le partite e la qualificazione, perché solo per quattro minuti siamo andati sotto, all’89’ del match di ritorno, ma abbiamo immediatamente  recuperato.

14 partite di CL e solo 16 minuti in svantaggio!

Credo siano numeri irripetibili per tutti.

Di certo lo sono per una squadra come la nostra che ha un budget bassissimo rispetto a molte avversarie e di conseguenza ha dovuto affrontare tutte le  competizioni con una rosa incompleta e dall’età media avanzata: il che ha avuto ripercussioni sui sacrifici extra, logoranti, richiesti ai giocatori più insostituibili e forse sulla catena di infortuni che ci ha limitati anche in campionato.

Le due partite di ritorno con Bayern e Barcellona, secondo me dimostrano l’enorme forza di questo gruppo, vero propellente per le imprese della squadra.

Sia con i tedeschi sia con gli spagnoli, dopo essere stati in vantaggio, anche largo, abbiamo visto la qualificazione sfuggirci nei minuti finali: l’1-1 col Bayern non sarebbe stato sufficiente e allora ci ha pensato Frattesi, all’88’ a recuperare il risultato che ci permetteva di superare il turno.

Contro i blaugrana dopo essere stati in vantaggio per 2-0, come all’andata, siamo stati raggiunti e in questo caso addirittura superati.

Avevamo 5 o 6 minuti a disposizione, recupero compreso, per cercare di reagire a una situazione  a quel punto disperata.

Perché eravamo sicuramente più stanchi e sulla carta le sostituzioni non ci avevano rafforzato rispetto alle loro

Psicologicamente passare da 2-0 a 2-3 sarebbe stata una mazzata decisiva per qualunque squadra che non avesse la nostra forza morale (quella fisica orami era in calo).

Ebbene, un nostro quinto ha compiuto un’azione irresistibile, dopo oltre 100 di gara tiratissima e l’ha messa in mezzo dove un trentasettenne difensore centrale, con il cuore e i polmoni di un leone, si è fatto 80 metri di campo per trovarsi all’appuntamento con il gol bruciando sul tempo chi lo marcava e segnando un gol da grande puntero con il piede… sbagliato.

Ma non basta: nel recupero il nostro Thuram, ormai quasi claudicante, ha trovato la forza di farsi largo, difendere palla tra tre avversari e servire in un fazzoletto Taremi.

L’iraniano a sua volta ha avuto la lucidità di girarla per Frattesi che intelligentemente si è staccato dalla marcatura, ha ritardato il tiro mandando fuori tempo gli avversari e ha segnato il gol della vittoria clamorosa.

In entrambe le partite col Barcellona eravamo andati in vantaggio per ben due gol e in entrambe poi abbiamo sofferto.

Non può essere un caso e deve essere motivo di riflessione e insegnamento per chi gestisce e allestisce al squadra.

Personalmente non ero ottimista, né prima del Bayern, né prima del Barça, ma avevo detto che invece avrei avuto molta fiducia  se quelle partite le avessimo giocate a novembre.

Ero convinto che  con le energie dei titolari integre, e con l’intelligenza visionaria di Inzaghi  potevamo giocarcela con chiunque.

Con i titolari logori, qualcuno importante malandato ma costretto a giocare ugualmente e con una certa carenza di alternative completamente affidabili, diventava molto più difficile.

Ma non avevo sufficientemente valorizzato l’orgoglio, la forza morale la compattezza di tutto il gruppo, dal portiere all’ultimo entrato, che, tutti  insieme, soffrendo come è inevitabile contro due delle squadre più forti del mondo, sono stati capaci di andare a prendersi la qualificazione all’ultimo… respiro sia con i tedeschi sia con i catalani.

E che all’ultimo respiro non sia un modo di dire lo dimostra il malore che ha colpito Frattesi dopo la segnatura.

A prescindere da come andrà la finale, se si vuole davvero che l’Inter sia sempre più ambiziosa e competitiva, è il momento di rafforzare la rosa con nuovi arrivi (spero che così si possa dire senza polemiche) e soprattutto questi nuovi arrivi non si possono sbagliare.

Non faccio parte di coloro che reputerebbero incompiuta la stagione nel caso (sgraaat!) di secondo posto anche in CL.

Quello che ha fatto l’Inter in CL come ho detto, resterà comunque nella storia e non è un mettere le mani avanti.

E soprattutto c’è un altro aspetto: le ultime nostre partite di CL hanno rappresentato uno spot per il calcio.

Io mi immagino (o forse sogno) che milioni di ragazzini nel mondo dopo aver visto queste pagine di calcio emozionante diventino tifosi o almeno simpatizzanti nerazzurri.

Io non li vedrò questi futuri nuovi tifosi, ma il club ne trarrà un enorme giovamento.

Breve analisi tecnica

Il titolo è un po’ pretenzioso, in realtà si tratta solo di qualche considerazione personale  in libertà.

Credo che la partita di andata abbia insegnato alcune cose a Inzaghi.

  1. Ovviamente che il problema principale era Yamal.
  2. Ma poi anche che non ci si doveva abbassare troppo e si dovevano assolutamente correre rischi anche giocando la palla in uscita (come abbiamo fatto, con qualche errore di troppo, in parte motivato dal loro pressing frenetico), per impedire che la difesa fosse sottoposta a un assedio insopportabile.

Nello stesso tempo questa scelta poteva portare vantaggi contro una difesa avversaria forte ma un po’ presuntuosa.

Alzare la squadra contro il Barça non è semplice: bisogna esserne capaci.

Ma se ci riesci, oltre a far respirare la difesa, puoi consentire a Dimarco di vincere un contrasto in posizione di centrocampista e lanciare Dumfries che pesca Lauti solo verso il gol.

E poi capita che sia Miki a strappare la palla a un avversario e approfittare della difesa blaugrana scoperta per lanciare ancora Lauti verso il… calcio di rigore.

Fin quando l’Inter è riuscita a fare questo, i risultati si sono visti, ma dopo una stagione massacrante e con carenza di ricambi e susseguirsi di infortuni l’Inter di… maggio non è in grado di fare questo per tutta la partita.

Lo si è visto là e lo si è rivisto qua.

Allora l’Inter, senza rinunciare a costruire e se possibile a ripartire, è stata costretta a difendere più bassa.

Secondo me le mosse chiave sono state due.

La prima è stata confermare Dimarco come quinto di sinistra anche se a Barcellona aveva avuto qualche inevitabile difficoltà nel controllo di Yamal.

In questo modo o si costringeva Yamal a non stare sempre.. .in agguato perché doveva occuparsi un po’ di Dima (e non avendolo fatto si sono visti i risultati) oppure si sfruttava la generosità di Dima (sapendo la sua scarsa autonomia), perché rientrasse a completare con Bastoni e Miki la gabbia su Yamal.

A mio parere la mossa è riuscita, perché oltre a essere determinate per il nostro vantaggio, Dima, finché ce l’ha fatta ha marcato Yamal meglio di quanto poi sia riuscito a fare Carlos.

Anche se bisogna considerare che la partita tutta stava cambiando e che anche i compagni di reparto non erano più così lucidi e tempestivi nelle chiusure  di aiuto.

L’altra mossa l’ha fatta intendere Inzaghi stesso, con gli elogi per de Jong.

Il mister aveva visto all’andata che il gioco offensivo del Barça dipendeva molto dalla regia capace intelligente ma anche dinamica dell’olandese.

Di qui la decisione di alzare Calha quasi in marcatura a uomo sull’ olandese (aiutando il turco con il rientro di una punta) sia per limitarne la partecipazione al gioco, sia perché, salendo, Calha trascinava tutta la squadra ad alzarsi.

Purtroppo Calha ha preso abbastanza preso l’ammonizione che un po’ ne ha limitato lo slancio, ma il fatto stesso che, contrariamente alla sua abitudine, Inzaghi lo abbia tenuto in campo ancora a lungo, dice chiaramente quanto importante fosse il compito assegnatogli.

Quando l’Inter non è riuscita più ad alzare le linee, per stanchezza e anche per l’aumentare della pressione avversaria, (non dimentichiamo che quello che fai tu è anche… funzione di quello che ti fanno fare gli avversari…) la situazione è diventata più rischiosa, perché la pressione continua ti porta inevitabilmente a sbagliare: basta un rimpallo (il gol di Raphinha con la palla respinta da Sommer che gli ritorna), una disattenzione o, come all’Inter succede spesso, un eccessivo schiacciamento dei difendenti sull’ultima linea, che consente a un avversario di arrivare a calciare indisturbato sulla seconda palla

Raggiunto il pareggio, tutti gli schemi tattici sono saltati: loro cercavano di sfruttare la maggior freschezza e di dare palla a Yamal, provando ad allentare la difesa dell’Inter con Raphinha molto largo dall’altra parte e con cambi di campo improvvisi; noi cercavamo di resistere con le forze restanti e di provare qualche incursione… di puro cuore e abnegazione.

Si è arrivati così al capovolgimento del risultato, intanto Calha era uscito e Dima era stato sostituito da Carlos: la nostra capacità sul piano puramente di tecnica offensiva era diminuita e anche Lauti ha dovuto venir sostituito mentre Thuram e Dumfries spendevano le ultime energia di una gara dispendiosissima.

Per fortuna Taremi e Frattesi sono entrati molto bene e anche Zielinski riusciva a tenere la posizione e a giocare la palla senza frenesia.

Ma a quel punto solo la straordinario carattere dei nostri poteva sovvertire nuovamente il risultato e così è stato, mentre Sommer ha provveduto a difenderlo, aiutato anche da un palo.

Ma del resto un po’ di  fortuna ce la siamo cercata e meritata ma non dimentichiamo che nel doppio confronto ci sono stati anche episodi sfortunati per noi (citavo prima il gol di Raphinha, ad esempio).

Poi c’è da dire che nessuno al mondo può  pensare di  battere questi campioni se la sorte  dice male.

I dati statistici

Sono numeri che non possono smentire quello che visivamente è apparo chiaro a tutti.

Il possesso palla è stato totalmente a favore del Barcellona: 71 a 29.

A questo proposito sono solito fare un ragionamento un po’ provocatorio: se tu hai avuto la palla per 71 minuti a 29 e io ho segnato più gol, chi è stato più efficace ad attaccare?

E allo stesso modo, con gli stessi numeri, se ho subito meno gol di te, chi è stato più bravo a difendere?

E’ un ragionamento un po’ cinico, lo riconosco, ma gli sono affezionato da sempre, non lo ‘spolvero’ ora.

Supremazia blaugrana anche nei tiri scoccati (22 a 13).

Minore la differenza (10 a 7) per quanto riguarda i tiri nello specchio

Il Barcellona ha sprecato 4 ‘big chance’, contro zero delle nostre e forse è proprio qui che ci è andata un po’ bene.

Fa impressione invece non tanto la differenza nettissima in relazione ai passaggi riusciti (668 a 206), ma il divario nella percentuale dei passaggi riusciti: 87 a 66.

Il nostro dato è il più basso di tutta la stagione e a parer mio si spiega con il loro pressing forsennato e con la nostra necessità di verticalizzare per sorprenderli scoperti.

Sostanziale equilibrio nei falli e nei corner, ma un dato interessante è quello sui fuori gioco.

Noi ci siamo finiti nove volte, contro due dei catalani.

Questo indica chiaramente che, giocando con la difesa in linea e alta, la tattica del fuori gioco, se ben eseguita, diventa fondamentale per limitare gli uno contro uno.

Abbastanza a sorpresa è meno netto il divario sugli xG, con loro sempre in vantaggio (2,81) ma noi con un pttimo 2,28 che in una partita normale significa quasi sempre vittoria.

Le pagelle:

Sommer:

sicuramente uno degli ‘eroi’ di questa qualificazione.

Almeno tre interventi decisivi, con particolare riferimento alla parta su Yamal nel corso dei supplementari.

Ottimo come sempre con i piedi.

Un piccolissimo neo: l’uscita a vuoto dopo la quale fortunatamente Lewa, di testa mette alto.

8.5

Bisseck:

inizia molto bene come tutta l’inter, ma poi quando la pressione avversaria cresce e l’esperienza diventa fondamentale, incontra qualche difficoltà.

6+

(Darmian:

gioca con la calma e l’attenzione di chi è abituato a questi scontri decisivi. Mi sembra però che sia lui a perdersi Raphinha nell’azione del gol.

6+)


Acerbi:

un trascinatore oltre che un autentico muro al centro della sua area. Ferran questa volta gioca più di posizione, ‘esce’ meno a giocare e questo favorisce il nostro. Il gol, non solo in sé, ma per quello che esprime l’uomo in quella percussione e in quella giocata ne fa un protagonista assoluto.

9

Bastoni:

attento e puntuale in fase difensiva (si segnala un suo recupero fondamentale e pulito su Ferran Torres), anche s dalle su parti agisce spesso l’imprendibile Yamal.

Stranamente, non sempre preciso nella transizione offensiva.

7

Dumfries:

due grandi giocate e due assist valgono due gol e sono quindi decisivi.

Ma non solo questo; sgroppate profonde e proficue e buone coperture.

La prestazione sarebbe da otto, ma considerando i due gol e due assist nel doppio incontro, gli do un bellissimo…

9

(de Vrij:

pochi minuti, ma una prova mostruosa.

Spazza e allontana tutto quello che rotola o arriva alto.

7)

Barella:

rincorre tutti e copre anche per i compagni. Questa frenesia la paga un po’ a livello di precisione. Perde anche qualche palla pericolosissima per eccesso di fiducia. Quando va al tiro costringe il portiere a una grande respinta.

7

Calhanoglu:

limita abbastanza efficacemente il pericoloso de Jong, ma si vede un po’ meno in fase di transizione offensiva. Qualche imprecisione, tra cui quella che induce Miki all’intervento falloso proprio al limite dell’area.

Implacabile dal dischetto.

7

(Frattesi:

aggiunge corsa e grinta a una squadra che cominciava a accusare la stanchezza.

Segna un gol decisivo e fantastico: sulla percussione di Thuram in fascia non si aggiunge alla linea dei difensori, ma si stacca alle loro spalle e quando gli arriva il pallone, finta il tiro mandano per le terra il suo marcatore e battendo il portiere in diagonale

8… 8.5 considerando che è il secondo gol decisivo dopo quello col Bayern)

“Dove vuoi andare, Davide?

Dove potrai vivere altre giornate come questa e come quella della seconda stella?”

Mkhitaryan:

che novità! Disputa una gara da giocatore di qualità tecnica e di intelligenza superiore, come sempre.

Resta spesso in zona giudiziosamente per raddoppiare Yamal e chiudere le linee di passaggio.

Ma quando avanza si fa sentire.

7

(Zielinski:

Non è facile sostituire Calha, tra l’altro giocando in un ruolo non suo.

Lui però  si applica con intelligenza e buona tecnica e risponde in modo positivo alle sollecitazioni che l’hanno portato in campo.

6.5)

Dimarco:

per me in marcatura sul giovane fenomeno fa meglio di Carlos e dà ragione alla scelta di Inzaghi che lo ha preferito.

Probabilmente l’esperienza di Barcellona gli è servita per aggiustare i tempi di intervento.

Non ha moltissime occasioni di farsi vedere in avanti, ma in una di queste è decisivo.

7

(Carlos:

una prova non convincente, perché non riesce mai a contrastare Yamal e si fa sorprendere fuori posizione in occasione del secondo gol catalano.

6 di stima)

Thuram:

amici interisti maicuntent dicono che al Barça mancavano un paio di difensori.

Noi giocavamo con i nostri uomini migliori non al top per super sfruttamento o per rientro dopo infortuni senza adeguata preparazione.

Lui da tutto, avanti e indietro e inventa dal nulla la giocata che porta al quarto gol

7.5

Lautaro:

quasi tutti non avrebbero giocato nelle sue condizioni.

Dolori che gli impedivano di muovere la gamba, cure intensissime, un solo allenamento e poi in campo.

Non poteva essere al top.

Senza essere al top segna un gol al Barça e si procura un rigore. Chissà se fosse stato al top!

Il solito amico maicuntent dice che a lui piace sì, ma… e io penso che si meriterebbe Rocchi (o Correa).

8.5

Taremi:

entra molto bene partecipando al gioco con efficacia e dimostrando una garra che nelle prove con l’Inter non gli si conosceva.

Utilissimo in occasione dell’ assist per Frattesi.

7

All. Inzaghi:

merita una rosa completa e in grado di consentirgli di lavora con profitto su nove o addirittura 10 mesi. Io gli rinnoverei il contratto quasi… a vita.

9

Luciano Da Vite

22 pensieri riguardo “Dalla storia alla leggenda: Inter – Barcellona 4-3

  1. ripropongo il testo dell’ultimo commento nel post precedente:

    Sergio Longoni: sono d’accordo con te sul fatto che sarei cauto a privarmi di Asllani e di Zalewski. Secondo me il primo può ancora diventare forte. Il secondo continuerà ad essere un bel giocatorino, vivace.

    Il problema però è, come sempre, con chi ti confronti, quali sono le tue aspirazioni, quali le tue possibilità.

    Puoi privarti di entrambi ma bisogna essere certi che i nuovi arrivi siano migliori.

    Per esempio, non cambierei mai Asllani con Nicolussi Caviglia.

    Ma Nicolussi non lo seguo da un po’ e il mio pensiero inevitabilmente si basa sul giocatore che conoscevo.

    Se penso a una finale di CL o a una partita decisiva per lo scudo, al momento non vorrei vedere in campo nessuno dei due.

    Se mi chiedi chi dei due un domani può essere all’altezza, ti rispondo, sapendo di poter sbagliare, che per me ha più possibilità Asllani.

    Se mi chiedi se, essendo un giovaneo piuttosto talentuoso, avrei preferito vedere in campo Assllani anziché Calha contro De Jong, ti dico di no.

    Se si parla di fabbian, anche lui utimamente lo seguo meno rispetto a quando lo vedevo ogni domenica.

    Il Fabbian che conoscevo io era un giocatore forte ma incompleto. Nel senso che ricordava un po’ il Frattesi attuale: non fortissimo in interdizione pur avendo più prestanza dell’ex romanista, non fortissimo in fase di costruzione e palleggio, micidiale negli inserimenti a sorpresa in area, soprattuto su palle alte (rispetto a Frattesi ha anche più cm)

    Se considero però che nel Bologna ha giocato circa un terzo dei minuti disponibili in campionato, penso che difficilmente all’Inter troverebbe più spazio.

    Se dovesse venire per sostituire Frattesi, sono convinto che sarebbe un indebolimento della rosa.

    So che posso sbagliare e poi si devono considerare altre cose: se per riscattarlo spendo 13 milioni e dalla vendita di Frattesi ne prendo 40 (oltre a considerare il risparmio sull’ingaggio, perché uno é nazionale e ambito da forti club, l’altro no) tutto rimanda a che cosa ne faccio dei soldi ricavati. Dovessero contribuire in modo determinante a prendere una punta fortissima, forse ne varrebbe la pena.

    Non so se mi sono spiegato.

    Altro discorso sarebbe riportare a casa gratis, come settimo centrocampista, inizialmente, Ale Stankovic. Egoisticamente farei subito questa operazione, ma se ragiono in prospettiva per il giocatore e indirettamente per noi sarebbe meglio che giocasse per raggiungere prima il suo livello top e poi giudicare.

    Sono d’accordo con te con la superficialità e l’impazienza di noi tifosi. Credo che siamo tifosi e non tecnici perché siamo legati all’hinc et nunc..

    Detto questo io non ho mai fischiato (o disapprovato con mormorii diffusi, che è anche peggio) un mio giocatore, giovane o vecchio. Perché fiaccarlo nel morale è cosa controproducente.

    Detto questo è anche vero che nessuno dei giovani ‘maltrattati a San Siro ha poi avuto una carriera folgorante.

    Sul discorso generale dell’atteggiamento vero i giovani, la mia opinione l’ho detta spesso e non posso che ribadirla.

    Un allenatore ha l’obbligo professionale di schierare i più forti.

    Ogni allenatore vede quotidianamente cosa sanno fare i giocatori della sua rosa e i giovani ‘allegati’.

    Nessun allenatore è masochista.

    Se un allenatore non fa giocare un giovane sono propenso a credere che abbia uno più forte: in Italia, in Spagna in Germania ovunque.

    Certo se lo scarto di valori è minimo, un allenatore può sbagliare, come accade per la scelta tra due giocatori maturi.

    Ma se lo scarto è minimo, o sono due fuori classe e allora l’esclusione del giovane è dolorosa o se sono due giocatori di livello medio, comunque il sacrificato non diventerà un campione.

    Nella storia dell’Inter non conosco fuoriclasse o semplicemente campioni affermatisi fuori perché da giovani il loro valore è stato incompreso o misconosciuto.

    Se pensi che uno sia buono ma debba poter crescere è naturale che tiu lo dia in prestito.

    Ma un Balotelli, per esempio, pur essendo in una squadra con grandissime punte, è stato buttato dentro molto giovane. Solo che di Balotelli, non dico di Yamal o Pedri, non ne sono più usciti dal nostro vivaio.

    Sinceramente, io credo che velasco, che stimo, abbia detto una grossa sciocchezza, si sia adagiato su un luogo comune molto diffuso e ripetuto da molti come un manrtra.

    Ma per me se a certi livelli esordiscono pochi giovani è perché produciamo pochi giovani di valore e precoci, visto che all’estero i costi sono minori e si possono prendere giocatori già pronti a prezzi abbordabili.

    Bisogna considerare anche la differenza tra essere una squadra che punta a vincere e una che punta a lanciare giovani da vendere per sopravvivere.

    E’ logico che nella seconda il buon giovane trovi più spazio e trovi pure meno concorrenza.

    Ma, lo ripeto, se una squadra ha un potenziale fuoriclasse già apprezzabile come rendimento, non lo cede neppure in prestito .

    In fondo, ad esempio, l’Inter ha dato delle chance a Pinamonti e l’ha ceduto quando ha visto che non sarebeb diventato un fuoriclasse ma solo un buon giocatore.

    Poi in prospettiva si può dire che ha sbagliato perché oggi ci starebbe eccome al posto di alcune ‘riserve’. Ma perché l’Inter ha sbagliato la valutazione delle riserve, no quella su Pinamonti.

    Non so se sono stato abbabùstanza chiaro sul mio pensiero in proposito

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  2. Grazie Luciano sulla tua esauriente risposta, sono d’accordissimo su tutto quello che dici. Speriamo che adesso Frattesi abbia cambiato idea sulla voglia di rimanere all’Inter, sembra anche che abbia risolto i suoi problemi personali e le ultime prestazioni sono lì a dimostrarlo, in questo caso non si porrebbe il problema sulla sua sostituzione e magari si potrebbe rinnovare in qualche modo il prestito di Fabbian e vedere i suoi eventuali progressi, (ho notato anche io che con Italiano gioca di meno, strano..).

    Visto che hai tirato in ballo il nome di Pinamonti un’altra cosa di cui non mi capacito è il fatto che negli ultimi anni abbiamo avuto i migliori attaccanti del campionato primavera, da Destro a Bonazzoli, lo stesso Pinamonti, Sebastiano Esposito e non ultimo sua fratello Pio ma poi secondo il mio modesto parere non hanno atteso alle aspettative pur facendo tutti una buona carriera, certo gli ultimi tre hanno ancora tempo per dimostrare molto, soprattutto Pio che sta facendo benissimo in serie B ma pensavo e speravo che almeno uno di questi potesse entrare a far parte della rosa della prima squadra, è proprio vero che primavera e campionato di serie A sono due sport differenti.

    Interessante intervista al papà di Inzaghi in cui dice che la società (non specificando il periodo, penso si riferisse al primo anno) aveva proposto al figlio l’acquisto di due ventenni da far crescere e la sua risposta è stata : ” bravi, così se non vinco il primo anno mi mandate via “. Questo può spiegare anche perchè sono stati presi giocatori d’esperienza che giocatori futuribili.

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  3. Sergio, hai sicuramente ragione nel sostenere che le nostre punte più interessanti a livello giovanile dell’ultimo decennio non hanno risposto in pieno alle nostre speranze, pur avendo fatto buone carriere. Ed è vero che solo per Pio le speranze che diventi ‘da Inter’ sono intatte.

    E il motivo sembra proprio quello: la differenza che esiste tra primavera e serie A (e non solo, molti ragazzi forti della Primavera nei primi anni faticano in C e io cito sempre un’amichevole tra la Primavera ‘mostruosa’ di Vecchi e la prima squadra del Renate, serie C, finita 8-0 per loro.

    I più bravi, come Pio, usciti dall’Inter fanno almeno due anni in B. Nessuno esce dalla Primavera e va subito in A, a dimostrazione di quanto si diceva prima: non è che non si ‘vedono’ i giovani per mancanza di coraggio. E’ che non produciamo giovani così precoci da poter essere subito aggregati a una prima squadra di a, tanto meno a una che punta a vincere. Se mai su questo si dovrebbe discutere (non tanto noi tifosi, quanto i responsabili scouting, magari insieme ai responsabili dei …finanziamenti.

    I campioni nascono dove capita e non si può scegliere (anche se ultimamente molti campioni sono di origine africana e nascono più facilmente nei Paesi dove l’accoglienza è una realtà) , si possono prendere molto giovani (rischiando) o…non si prendono più.

    Le parole del papà di Inzaghi sono una conferma della mia tesi (o almeno a me pare così) perché non sappiamo a chi si riferisse, ma certo non erano giovani da 50-60milioni, perché quelli, loro si già pronti salvo errori sempre possibili, l’Inter non li prende.

    Quando ha speso bei soldi per I Barella, i Bastoni, gli Hakimi, i risultati si sono visti.

    Abbiamo giocato contro una squadra che se non sbaglio nel 22 ha preso un giocatore, allora ventiduenne (Ferran Torres) per 55 milioni e ancora oggi è solo una riserva.

    E Il Chelsea ha speso 20 milioni per un nostro giovane ma l’ha mandato a giocare nella serie inferiore. Si capisce la differenza, con noi che non possiamo spendere 40 milioni per un nazionale giovane che ci serviva come il pane, andato al Napoli?

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  4. Qualche invidiososostiene che l’Inter sa solo difendersi e fare contropiede.

    In due partite abbiamo segnato 4 gol al Bayern

    In due partite abbiamo segnato 7 gol al Barcellona

    Se l’Inter sa fare solo contropiede, viva il contropiede

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  5. Tutte le squadre si difendono quando hanno la palla gli avevrsari e attaccano quando ce l’hanno loro. Quindi semmai si può parlare di chi riesce a tenere di più la palla. Per parlare di contropiede si deve vedere quanti uomini porti in area quando fai gol.

    Al 108 minuto, non al primo, segna Frattesi.

    Rivedetevi le immagini fermando il momento del tiro: ci sono sei giocatori dell’Inter in area

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  6. Chi dice questo è in malafede, invidioso o tutte e due le cose.

    Rividendo la partita con Barca, invece, posso dire che loro – con questo fuorigioco estremo – credo facciano fare molti meno metri (o km) all’indietro ai propri giocatori.

    Forse questo può spiegare la “freschezza” di molti loro punteros anche dopo 120 minuti: Raphina e Yamal erano molto più freschi di un Thuram, per dire. Ora, aldilà della composizione fisica, credo questo dipenda dal fatto che con una squadra che gioca così alta non è quasi mai loro richiesto di rientrare nella propria metà campo.

    Con ciò non intendo si debba applicare questa tattica: devi ovviamente avere certi giocatori altrimenti la farebbero tutti.

    Credete sia una lettura corretta?

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  7. @Roberto Fratter condivido la tua lettura. Flick chiede alle sue punte un minor sacrificio rispetto alle nostre, giovandosi anche del fatto di avere tanti giocatori tecnici che consentono di avere un possesso palla prolungato.

    L’altra faccia della medaglia è che difendono malissimo e per questo hanno preso 7 gol in due partite e sono stati eliminati.

    Io credo che ad allenatori invertiti non ci sarebbe stata speranza per noi.

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  8. Non sono un grande esperto di tattica ma penso che la tua lettura sia giusta, fortunatamente per noi applicano questa tattica che ci ha avvantaggiato, direi che sono stati anche fortunati perchè all’andata è stato annullato un gol per un niente.

    Domenica riguarderò la partita più tranquillo e mi godrò anche certi aspetti tattici che durante la diretta non ho colto per la tensione emotiva.

    Un’altra considerazione, quest’anno mi sembra che ci siano stati annullati giustamente parecchi gol per fuorigioco (addirittura 3 nel derby), ma non mi sembra che ci siano stati annullati gol contro, cioè a nostro favore, almeno così mi sembra di ricordare, qualcuno mi può venire in aiuto in questo dato ? Sarebbe anche bello vedere la differenza gol annullati a favore e contro, così per pura curiosità.

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  9. Luciano, ho discusso più volte al “bar” su questa cosa che l’Inter saprebbe solo difendere. Specie dopo che mi è stata detta dopo la semifinale di ritorno con il Barca. Abbiamo fatto sette goal in due partite! Sette goal in due semifinali di Champions! È un dato incredibile. Al limite, personalmente, se devo criticare la mia squadra, mi posso “incazzare” per i sei goal subiti. Poi abbiamo passato il turno e va bene così, ma insomma, se penso alla finale col PSG, sono più preoccupato di non prendere così tanti goal che di farne.

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  10. Emiliano: ovviamente quelle sono le consolazioni di chi tifa per squadre che a metà settimana riposano. ùCome? tutti parlano di Inter ‘liquida’ nella quale attaccano anche i braccetti (e segna il centrale al 93′, su azione eh, non su corner) a poi sappiamo solo difendere?

    In realtà lper me a squadra di Inzaghi è costruita per attaccare, quando… ha la palla.

    Se può, attacca verticalmente; ma se l’avversario rientra in tempo o sta bloccato dietro, come succede spesso in Italia, deve attaccare in massa, portando anche lei i difensori sulla linea di metà campo.

    Per tutta la partita e non è la prima volta, il mister si è sgolato perché la squadra restasse più alta.

    Ma c’è anche l’avversario che a volte prende palla e avanza in massa palleggiando molto. E’ anche una questione di energie fisiche e mentali: finché Dima per esempio aveva la forza di aggredire alto è venuto un gol strepitoso.

    Se nell’Inter hanno fatto tanti gol e assist anche gli esterni e persino i difensori è perché anche noi quando possiamo attacchiamo con molti uomini.

    Con il nostro modo di giocare, come dici tu, abbiamo fatto otto gol in due partite al barça (l’ottavo era regolare) e quattro in due partite al Bayern.

    Il tutto con una punta non in salute e l’altra con pochi allenamenti.

    Dumfries ha segnato due gol e fatto due assist, i gol decisivi li hanno fatti Il centrale difensivo e Frattesi,

    Chala Barella e Mikhi sono andati più volte al tiro.

    Ma secondo me c’è un’immagine che tronca ogni discorso: Il fermo dell’ultimo passaggio di Taremi per il gol di Frattesi, al 108! In area avversaria in quel momento ci sono sei giocatori dell’Inter.

    L’inter, come tutte, quando è costretta a stare bassa tiene la squadra bassa e compatta, quando può ripartire sgancia molti uomini, quando ha la forza di aggredire l’avversario e metterlo là, attacca in massa.

    Senza avere però gli uomini che creano la superiorità numerica negli spazi stretti (i Lamine, ma anche i Raphinha e altri).

    Se riguardate attentamente i filmati delle due partite, vedrete che è accaduto più di una volta che, in vantaggio, l’inter prende contropiede assurdi e rischiosissimi.

    Secondo me la vocazione dell’Inter è pressare alta e alzare la linea difensiva, ma quando gli avversari la costringono, gioca compatta e bassa ma è sempre pronta a risalire con tanti uomini.

    Il catenaccio, dell’Inter di Foni e del Milan di Rocco era altra cosa: difensori e persino centrocampisti giocavano molto di posizione. le punte solo attccavano l’area avversaria con la progressione o il dribbling

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  11. Non ero a conoscenza di quanto accaduto a Evaristo Beccalossi, per fortuna sembra che ora si stia riprendendo, faccio gli auguri a lui e alla sua famiglia che possa ritornare al più presto a stare di nuovo bene, speriamo che la squadra gli possa dedicare qualcosa di importante in questa stagione…se lo meriterebbe per il suo amore per la maglia nerazzurra.
    A lui come tutta la squadra della stagione 79/80 sono particolarmente affezionato perchè è stata la mia prima Inter, quella che mi ha fatto nascere la passione che ancora mi porto dentro, ricordo ancora l’emozione di quando da bambino andavo con mio papà allo stadio, ho visto praticamente tutte le partite di quella stagione e le ricordo tutte ancora adesso, risultati e marcatori, come non avrei potuto innamorarmi di una squadra così ?

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  12. Non saprei rispondere alla domanda di Roberto. Bisognerebbe avere i dati sulla corsa (velocità media, velocità massima, km percorsi, ecc.) sia individuali che di squadra e per le partite europee non ci sono o almeno io non li trovo.

    Per principio diffiderei comunque sui dati relativi alla corsa delle squadre spagnole. Solo di quelle. Il perché l’ho spiegato più volte.

    Parto da questo principio: oggi tutte le squadre giocano corte e compatte, in avanti o all’indietro.

    la scelta molto spesso non è una scelta, ma un obbligo (se l’avversario si blocca dietro e vuoi vincere) ma può essere un obbligo anche se l’avversario ti costringe a stare bloccato dietro.

    Giocare bloccati dietro ti offre la possibilità della verticalizzazione rapida che ovviamente il riversarsi tutti costantemente in avanti non ti consente.

    Se le punte devono partire dalla propria metà campo forse correranno meno (meno volte) ma devono compiere progressioni lunghe e sfibranti. Se la loro squadra è sempre in avanti, le punte sono più sollecitate, devono avere più ritmo e scatto breve, ma fanno meno progressioni che stroncano

    Discorso opposto, secondo me per le difese. Se si gioca prevalentemente nella tua area, devi avere più continuità nella concentrazione e più ritmo. Se giochi a metà campo quasi stabilmente sei meno sollecitato ma probabilmente devi fare corse profonde e all’indietro, che non è mai piacevole.

    Ma le variabili sono tantissime (si pensi solo all’Inter liquida di Inzaghi, con gli inserimenti e i rientri di tutti) e ovviamente dipendono dalle caratteristiche tue ma anche degli avversari.

    Se Yamal non segue Dimarco, per esempio, succede che quello da trequartista vince un duello e manda in gol Lautaro. Questo non impedisce, come è ovvio, che se hai Yamal, la scelta migliore, potendola fare, è quella di sollecitarlo continuamente davanti, pensando a meccanismi di ‘scivolamento’ (come si dice oggi) .

    D’altra parte se hai Dumfries e Thuram puoi anche (se costretto) cercare gli spazi. Addirittura puoi cercare le palle alte da smorzare per lauti o per chi arriva, perché la potanza dei due consente queste soluzioni…

    Se hai Dunfries a Thuram, la scelta migliore (posto che tutti se ci riescono preferiscono attaccare) è di creargli dello spazio per andare, mentre Yamal lo spazio se lo trova anche in cinque metri, pur fra tre avversari.

    Insomma, come diceva giustamente Roberto, non esiste la soluzione definitiva

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  13. Deludente, dal mio punto di vista, la partita della Primavera contro la Samp, ultima in classifica e già condannata alla retrocessione-

    Vero che eravamo privi dei titolati convocati in prima squadra (ReCecconi, Berembruch, Topalovic e Spinaccé) ai quali si sono aggiunti Depieri e per oltre un’ora Zanchetta.

    Vero anche che abbiamo concesso pochissimo ai blucerchiati, ma anche noi abbiamo avuto davvero poche occasioni: oltre a quella del gol, la traversa di Mosconi e la palla calciata fuori da venturini, in ottima posizione.

    Ma soprattutto la prova dei nostri sempre a mio parere è stata poco convincente sul piano del ritmo e della tecnica. Per esempio troppe azioni ben impostate non hanno avuto lo sviluppo prevedibile per erroi ne controllo del pallone o errori di misura nei passaggi.

    Nelle ultime due partite, contro Roma e juve, avevamo fatto, con la sudra più o meno al completo ottimi test contro avversarie accreditate per giocarsi con noi la fase finale.

    La partit con la Samp da questo punto di vista rappresenta un passo indietro.

    La vittoria ci consente di mantenere due punti sul Sassuolo, terzo, ma domenica bisognerà andare a vincere a Cesena, per ottenere l’accesso diretto alla final four senza passare attraverso le insidie delle qualificazioni.

    Le prestazioni più positive mi sono sembrate quelle di Calligaris, dei due centrali, di Mosconi e in parte Lavelli.

    Un po’ sotto tono, in rapporto alle loro possibilità, i due esterni bassi, Aidoo e Cocchi.

    Nel finale tra gli altri è entrato Kukulis che per i pochi minuti in cui si è visto non ha fatto male, confermando il buon periodo di forma dimostrato con l’under 18 nelle ultime gare, con diverse segnature.

    Continua a stupirmi il fatto che non si sia provato Iddrissou, secondo me il più pronto dell’Under 18. Non vorrei che alla base ci sia il mancato rinnovo, che se non sbaglio scade nel ’26.

    Mi aspetto grandi prestazioni nelle finali per Lavelli ma soprattuto per Mosconi. I due, dopo aver giocato campionati importanti con fior di gol nelle categorie precedenti, si sono un po’ fermati, avendo rispettivamente segnato sol 5 e 3 gol.

    A quelli che …in Italia non si ha coraggio con i giovani, dico che se la squadra vista ieri fosse l’Under 20 del Barcellona, il prossimo anno (non dico questo) non vedremmo nessun giocatore esordire in prima squadra.

    Proprio come sarà per noi.

    Domani alle 14.30 a Interello U15 Inter Sassuolo, ottvi di finale dei play off (andata 0-3 per l’Inter).

    Alle 16. 30 l’Under 18 incontrerà il Bologna. Per moi sarà la penultima partita e dobbiamo difendere il quarto posto dall’assalto del Genoa, che è staccato di 3 punti, ma ha già giocato la penultima.

    Ormai sulle prospettive dei ragazzi della Primavera ho le idee abbastanza chiare, per cui in un certo senso guardo con maggior interesse proprio le partite delle squadre più giovani e in particolare dell’U18 che ha materiale umano interessante se..farà il salto di qualità indispensabile.

    Éer questo se il risultato sarà in bilico guarderò la partita fino al termine, perdendomi così il primo quarto d’ora di Torino Inter, partita che ame dice poco e per la quale non nutro grandi speranze, visto il notevole rimaneggiamento

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  14. Augurissimi a Evaristo, e come non potrei …

    Per oggi io non so che formazione Inzaghi decidera’ di far giocare, spero cmq che, non so con quali forze, si riesca a continuare ad alimentare ANCHE questo sogno … Forza Ragazzi !!

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  15. se quel che dice Mediaset risponde a verità e dopo De Bruyne vanno a prendere anche Jonathan David….allora iniziano ad essere davvero forti!

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  16. Aggrappiamoci a Chivu.

    Certo ora fanno rabbia la rimessa di Bologna e il non rigore con Roma.

    Ma c’è una piccola speranza: ora anche il Napoli avrà pressione

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  17. Non sarà facile per il Napoli la trasferta di Parma, soprattutto dopo il pareggio di ieri a livello psicologico gli metterà parecchia pressione ma anche per noi non sarà per niente facile la partita con la Lazio.
    Certo è che ci aspettano tre settimane da cardiopalma, personalmente cercherò di viverle con assoluta serenità

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  18. Per noi non e’ mai facile con la Lazio ed evoca situazioni troppo “ustionanti” per viverla bene.
    Si ritornera’ a giocare tutti alle 15, mi sembra il minimo visto il testa a testa .

    Ieri ho visto Barca Real, mi convinco sempre di piu’ dell’impresa fatta in CL, su 2 partite poi …
    Certo, secondo me neanche Zeman sul 4-3 avrebbe giocato cosi’ alto, il Real ha sprecato davvero due occasioni enormi per pareggiare. Ma risultato e’ giustissimo, stavolta al Carletto non e’ bastato il fattore C :-)

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