Un successo faticoso ma importante: Inter – RB Lipsia 1-0

Foto: Stefan de Vrij. Il difensore olandese è stato un grande protagonista nel successo faticoso ma importante nell’ultimo turno di Champions League contro il Lipsia.

Confesso di essere rimasto abbastanza sbalordito nel leggere molti commenti entusiastici da parte di critici-tifosi (interisti e non) dopo la partita col Lipsia.

Forse sono io, consapevole della forza di questa squadra, ad essere felice ma non felicissimo per una prestazione a fasi alterne, che ci ha portato a una vittoria sudata e frutto di autorete contro una squadra che è si forte (il Lipsia è terzo nel campionato tedesco) ma viene da un periodo non favorevole e tra l’altro, sempre in CL, da una sconfitta per 2-3, subita in casa contro la juve, che ha rimontato da 1-2 nella fase finale in cui giocava in 10.

Lo so, ogni partita fa storia a sé e i risultati non buoni ottenuti dai tedeschi nelle partite più recenti non contano più nulla quando l’arbitro dà il fischio d’avvio.

Del resto che nel calcio la proprietà transitiva valga zero lo si vede ad ogni turno di gare e lo si è visto anche con lo Young Boys, sconfitto a fatica (0-1) qualche settimana fa dai nostri e oggi letteralmente travolto da quell’Atalanta alla quale avevamo rifilato una quaterna.

Una squadra tedesca di alta classifica è comunque un avversario insidiosissimo e la vittoria, per quanto stentata, va accolta con la giusta soddisfazione.

Che però, se deve servire a mettere in evidenza quanto di positivo si è riscontrato nel match, non può nascondere limiti e problemi che devono venir superati se appunto vogliamo sperare che… l’uovo di oggi diventi una splendida gallina domani.

Altra cosa è il discorso sul percorso compiuto sino ad ora dall’Inter nelle due competizioni (campionato e CL) e segnatamente nella seconda.

Nessuno poteva pensare che dopo 5 gare avremmo avuto 13 punti ottenuti senza subire neppure una rete.

In questo senso bisogna riconoscere che i nostri hanno compiuto un vero exploit.

Ma, sempre nella ricerca del miglioramento, se non della… perfezione, bisogna anche riconoscere che in fatto di realizzazioni ci precedono tutte le squadre dalla seconda alla dodicesima (Aston Villa) e poi ancora altre tre, fino ad arrivare alla… juve (guarda caso…) che ha eguagliato il nostro risultato, con una partita in meno, ma ha già subito 5 gol.

Che cosa c’entrano questi numeri con la nostra ultima partita?

C’entrano perché il cammino percorso fino ad ora è esattamente lo specchio di quanto visto ieri a San Siro contro i tedeschi: solidissimo apparato difensivo, ma estrema difficoltà a trovare sbocchi (ieri c’è voluto un autogol) pur in un contesto di gioco offensivo di qualità prodotto dai centrocampisti, dagli esterni e anche da alcuni difensori.

Capello mi è simpatico come… un pugno violento in un occhio, ma ieri in un dibattito televisivo ha detto una cosa giusta.

A chi sosteneva che l’Inter aveva prodotto molte occasioni da gol, lui ha obiettato: “Occasioni poche, situazioni sì, qualcuna”.

Secondo me aveva ragione e la differenza tra i due concetti, per quanto sottile è evidente: è occasione da gol se l’uomo calcia solo davanti al portiere; è situazione da gol quella che potrebbe configurare un potenziale pericolo che non si concretizza o per un errore o per un recupero dei difensori.

Per appurare se avevamo avuto tante occasioni da gol sono andato a rivedermi il match:

  • Al 4′ un destro da fuori senza pretese di Taremi: certo che l’iraniano avrebbe anche potuto far gol, ma sarebbe stata un prodezza inusuale. Situazione.
  • Al 9′ Dumfries di testa conclude fuori. La posizione era abbastanza angolata e l’impatto non è stato dei più agevoli, per come c’è arrivato. Situazione.
  • Al 18 Lauti conclude al volo da fuori area. Tiro senza pretese. Un campione come lui avrebbe anche potuto segnare, azzeccando il colpo , ma non era facile. Situazione.
  • 31′ Bastoni svetta in area su un cross ma Baumgarten salva sulla linea a portiere battuto. Occasione
  • 47′  Dumfries – Lauti – Dumfries: alto. Situazione
  • 91′ Azione dirompente di Thuram e assist per Miki che segna a porta vuota. Gol annullato ingiustamente. Occasione.

Se si concorda con questa lettura (che come tutte è soggettiva), noi avremmo avuto, oltre all’autogol, due vere occasioni da gol  e diverse situazioni che potevano anche venir sfruttate meglio.

Però, perché non sono state sfruttate al meglio? E soprattutto a chi sono capitate questa occasioni/situazioni?

Le punte sono presenti nella cronaca solo per un tiro da fuori debole di Taremi e per una conclusione al volo da fuori debole di Lautaro.

Un po’ poco in una gara casalinga in cui noi dovevamo ‘fare la partita’ per cercare di vincere.

Dopo aver sottolineato come gli avversari abbiano prodotto ancor meno (e di molto), solo il tiro di Nusa da fuori, a giro, ben parato da Sommer, non possiamo non convenire sul fatto che questa squadra, se ha davvero ambizioni di vertice, in Italia e soprattutto in Europa, deve migliorare assolutamente l’incisività degli attaccanti, senza per questo, ovviamente, aprire varchi eccessivi per le offensive avversarie.

Dal mio punto di vista non possiamo avere a disposizione due sole punte efficaci, perché può capitare che una si infortuni o abbia necessità di respirare turnando e l’altra attraversi un periodo di forma non felicissimo.

Personalmente non critico né la prestazione di Lauti né quella di Taremi, che sono stati utilissimi per la manovra della squadra.

Ma poiché uno non sembra avere la forza e lo spunto secco per farsi largo in area e l’altro non sembra in grandi condizioni, il turn over per Thuram, certamente indispensabile, ci ha lasciati nel nostro periodo migliore (il primo tempo) senza la punta spietata e cinica capace di concretizzare la pressione.

Tutte le avversarie che incontriamo hanno almeno una punte con caratteristiche che mancano alle nostre: scatto e dribbling secco. Ieri il Lipsia aveva Openda e in parte Nusa.

Ora, è vero che anche questi giocatori non sono stati pericolosi in molte occasioni, anzi una per uno direi: l’ammonizione di Pavard e il tiro parato di Nusa… ma è incomparabilmente diversa la qualità almeno tecnica, se non atletica, del… contorno.

Certo, so benissimo che un attaccante di scatto per caratteristiche morfologiche non è giocatore che può assicurare le coperture di campioni generosi e intelligenti come Lauti, Thuram e lo stesso Taremi; ma ritengo che in una rosa ambiziosa un giocatore con queste caratteristiche, almeno in certe partite e in certe situazioni, sia indispensabile.

Per il prossimo futuro.

Tornando alla gara con i tedeschi c’è da sottolineare un fatto: gli avversari hanno cominciato con un ritmo frenetico e pressando molto alti.

In questa prima fase noi siamo stati moto bravi: per una trentina di minuti, finché abbiamo retto lo sforzo di intensità, non abbiamo concesso loro nulla e non abbiamo sbagliato una palla nella transizione offensiva.

E’ quest’ultimo il vero pericolo da esorcizzare quando una squadra subisce l’aggressività dell’altra e conta di ‘uscire’ con la tecnica superiore per poi creare le condizioni atte a colpire.

Stessa situazione nel secondo tempo, sia pure per un periodo più breve: una quindicina di minuti.

In entrambe le frazioni di gioco la loro intensità e aggressività, unita a una flessione della lucidità dei nostri, che avevano prodotto uno sforzo enorme, finiva per prendere il sopravvento alla distanza, aprendoci per altro spazi di ripartenza che solo il nuovo entrato, fresco e possente, Thuram sembrava in grado di sfruttare.

Un dato però si è imposto in modo chiarissimo: sia quando riuscivamo a prevalere sia quando subivamo maggiormente, si è esaltata la solidità del gruppo, frutto di un grande spirito di squadra e di un’organizzazione di gioco implacabile, lontana parente di quella delle prime uscite stagionali.

Se riusciremo a mantenere con continuità questa solidità, questa concentrazione e nel contempo a migliorare l’efficacia delle punte, anche quando sarà necessario o utile ricorrere a un turn over e soprattutto quando ci sarà necessità di produrre maggior spinta offensiva e produttività in area e nei pressi, non so se vinceremo qualcosa, ma sicuramente lotteremo anche con i più forti.

I pochi dati statistici mi sembrano confermare come la partita sia stata nella sostanza abbastanza equilibrata perché la nostra superiorità tecnica in mezzo al campo è stata compensata dalla maggior loro aggressività e intensità.

Intanto il possesso palla è stato equamente suddiviso (50 e 50) e già questo dato inconsueto per noi fa comprendere come il livello dello scontro in Europa sia mediamente più elevato che in alcune partite almeno del nostro campionato: del resto qui incontriamo sempre e solo le migliori di ogni nazione.

In particolare, il possesso ci ha premiato nel primo tempo quando eravamo più lucidi e in forze e ha favorito gli avversari nella mezz’ora finale  quando hanno dato tutto per riacciuffare il risultato..

Per quanto concerne i tiri c’è stata una nostra prevalenza, sia nelle conclusioni verso la porta (12 a 7) sia in quelle in porta (4 a 1).

Ma il dato, accompagnato da quello molto favorevole a noi degli expected goal (appunto l’indice ‘scientifico’ della pericolosità offensiva, abbreviato xg) dimostra che le vere occasioni sono state poche anche se noi siamo stati molto più pericolosi.

In particolare l’Indice 0,15 del loro xg è bassissimo mentre il nostro 1,37  è buono.

E infatti abbiamo sbagliato 3 big chance contro 1 loro, dato che torna a confermare una nostra  superiorità seppure non nettissima.

Infine c’è parità sostanziale sia per i passaggi riusciti (408 a 403) sia per la percentuale degli stessi rispetto a quelli tentati (84% per entrambe).

Quest’ultimo è un dato abbastanza modesto almeno per le partite più importanti delle coppe europee.

Le pagelle

Sommer:

una sola parata abbastanza difficile ma non impossibile. Volevo mettergli ‘senza voto’ ma sarebbe stato ingiusto perché comunque è sempre stato concentratissimo ed efficace sia nelle situazioni da sbrogliare sia nell’avviare la transizione.

6.5

Pavard:

gli tocca l’avversario più pericoloso, che lo punta, potendo contare su uno scatto nettamente superiore.

Dopo qualche incertezza, per rimediare a una delle quali riceve il cartellino giallo, sembra prendergli le misure, ma deve abbandonare per un problema muscolare

(Bisseck:

in una gara in cui alla lunga i nostri pativano un po’ la fisicità avversaria il suo ingresso ha dato nuova linfa. Dietro si è rivelato un colosso insuperabile e  sembra in miglioramento anche tatticamente. Forse è giunto il momento di un possibile ribaltamento delle gerarchie per il ruolo di difensore di destra, almeno in certe partite in cui prestanza fisica e velocità diventano essenziali.

6.5)

de Vrij:

grandissima prestazione. In mezzo all’area è una diga insuperabile, allontana decine di palloni di testa e di piede, sempre piazzato al posto giusto. Nella cronaca del match non c’è traccia né di André Silva né del pericoloso Sesko a lui subentrato.

7.5

Bastoni:

quando Openda si sposta sulla destra lo costringe a restare più sulle sue e a prendersi un’ammonizione per la diversità di passo. Poi però il belga non si vede più. Per un’ora il Basto costituisce una vera spina nel fianco della difesa tedesca, con le sue incursioni efficaci.

7

(Carlos Augusto:

io che sono un fifone avrei preferito entrasse per Dima, che come sempre finisce stremato per la sua generosità. Ma Inzaghi conosce la situazione del momento e la sua scelta paga.

6+)

Dumfries:

ho letto giudizi che non condivido sulla sua prestazione. Qualche errore di confusione e generosità lo farà sempre, ma a me sembra cresciuto in maniera esponenziale  in entrambe le fasi. Di testa è molto forte sia se deve difendere sia nell’area avversaria. Si conquisterebbe anche un… mezzo rigore.

6.5

Barella:

come sempre si segnala per dinamismo e qualità di alcune giocate. Perno essenziale di un centrocampo che ha tantissima qualità e lo dimostra anche quando davanti non ci sono uomini ispirati  e ‘prepotenti’ che si smarcano per essere serviti.

7

Calhanoglu:

ancora una prestazione di grande spessore tecnico, tattico e agonistico. Bravo come frangiflutti davanti alla difesa, ottimo nell’orchestrare le transizioni offensive. Completo.

7

(Mkhitaryan:

una ventina di minuti finali nei quali oltre a difendere trova il modo di presentarsi da solo in area avversaria per realizzare uno splendido gol, annullato da un arbitro che, direbbe qualcuno, ‘aveva un cestino di rifiuti al posto del cuore’.

s.v.)

Zielinski:

finalmente si conferma il grande giocatore che abbiamo sottratto al Napoli. Sempre nel vivo della battaglia, superbo nel gestire il pallone anche in spazi stretti e contro avversari arrembanti, protegge la difesa,  dà respiro alla squadra e imbastisce manovre interessanti.

7+

Dimarco:

primo tempo di grandissima qualità. Con il compagno di merende Bastoni imbastisce azioni su azioni e mette in mezzo una quantità industriale di cross, visto che ieri centralmente era difficile passare. Suo il traversone velenoso da destra che procura l’autogol. Cala un po’ nel finale, ma tiene duro.

6.5

Lautaro:

solita prestazione sontuosa ma… incompleta a cui negli ultimi tempi ci sta abituando. Eccellente nel lavorare per la squadra, sia in fase di contenimento, sia per alcuni tocchi ispirati che smarcano i compagni. Però la sua presenza in zona gol è davvero poca cosa: un solo sinistro al volo, poco efficace.

6

(Arnautovic:

s.v.)

Taremi:

anche lui tende a uscire per cucire il gioco e magari provare a rientrare. E’ intelligente e si rende utile alla squadra. A mio parere gli manca la forza fisica per rientrare in area e provare a ‘bucare’ le difese.

6-

Thuram:

purtroppo quando lui entra è il momento della massima spinta offensiva dei tedeschi e anche lui deve mettersi a difendere, sulle barricate, soprattutto quando arrivano palle alte. Appena può lanciarsi fa capire come con lui in campo i difensori tedeschi avrebbero avuto molte più preoccupazioni.

7

All. Inzaghi:

la serie di risultati positivi in campionato e in CL evidenzia la bontà del suo lavoro, che non è semplice perché fra infortuni e stanchezza deve procedere a continui turn over, sostituendo anche 7-8 elementi da una partita all’altra. Ma chi entra sa sempre cosa deve fare e soprattutto ha sempre la concentrazione giusta.

7

Youth League: Inter – RB Lipsia 3-2

Comincia bene, almeno sul piano del risultato, il doppio confronto giornaliero dei nostri colori contro il Lipsia.

Quando si parla di una squadra che vince da sette partite consecutive, tra campionato e Y.L. e che

  • comanda la classifica europea con 5 vittorie su 5, avendo incontrato  tra l’altro squadre come il City, l’Arsenal e i tedeschi del Lipsia,
  • oltre ad essere ormai a un passo dal vertice della classifica in campionato, dopo un avvio incerto,

… non si può esimersi dal tesserne gli elogi più convinti.

E certamente non mi sottraggo a questa piacevole incombenza, anche se per onestà devo riconoscere che nelle ultime due partita (Cesena e appunto Lipsia) si sono visti segni certo comprensibili di flessione, speriamo momentanea,  sul piano del gioco e della capacità di gestione dei match..

Contro il Lipsia da un lato il risulto è meno stretto di quanto appaia dai numeri, perché il secondo gol loro è venuto all’ultimo secondo di recupero, su un palese errore di Zamarian.

D’altra parte, tuttavia il risultato è il frutto di un primo tempo nel quale abbiamo stentato molto soprattutto in fase difensiva, perdendo molti contrasti, facendoci precedere su molte seconde palle e commettendo (come gli avversari per altro) diversi errori tecnici inconsueti.

Tanto che alla fine del primo tempo il loro vantaggio mi è sembrato legittimo ed era lecito nutrire dubbi sulle possibilità di rovesciare la situazione.

Bisogna però riconoscere che abbiamo iniziato la ripresa con un altra aggressività e vitalità cercando con insistenza di affondare in una difesa avversaria che soffriva soprattutto le incursioni del tandem Cocchi/De Pieri.

In pochi minuti abbiamo ribaltato e messo al sicuro il risultato, ma è necessario ammettere che siamo stati aiutati da un pizzico di fortuna: perché sull’azione del rigore che ha fruttato il pareggio i difensori tedeschi  hanno commesso un errore clamoroso di gestione della palla davanti alla loro area  che ha portato all’inevitabile rigore su Spinaccè, trasformato abilmente dal numero nove.

Poi nel giro di due o tre minuti sono venute le prodezze balistiche di Topalovic: nella prima occasione lo sloveno ha azzeccato un clamoroso tiro a giro dal lato corto dell’area che si è insaccato proprio nel sette del palo opposto.

Conclusione meravigliosa, ma anche meritatamente condita da un po’ di fortuna, perché se il colpo è certamente nelle corde del nostro centrocampista, è anche vero che su dieci tentativi forse una volta gli riesce quella precisione millimetrica.

Subito dopo, stessa situazione, ma questa volta il contributo della sorte è stato più evidente. Perché il pallone calciato in modo simile da Topalovic  è stato deviato prima di insaccarsi.

Ribadisco che la giocata è evidentemente nelle corde di Topalovic e il mister ne è consapevole, tanto è vero che in tutte le occasioni in cui si è battuto un corner o una punizione da sinistra, non è mai stato messo il pallone direttamente in area, ma si è sempre assistito a uno scambio corto che metteva il nostro centrocampista nella condizione di tentare il tiro o il cross insidioso.

In conclusione, non abbiamo visto un’Inter dominante, come invece è stato spesso nelle altre gare di Youth League.

I nostri hanno sofferto molto nel primo tempo l’aggressività, la forza e il ritmo elevato dei tedeschi, che però tecnicamente non erano eccelsi, cosicché abbiamo lasciato loro solo un gol, abbastanza fortunoso, in mischia.

Per contro non siamo riusciti a produrre occasioni da gol nette, anche perché le iniziative spesso inarrestabili del duo Cocchi – De Pieri sulla sinistra si concludevano spesso con traversoni che si perdevano nel vuoto del centro area…

Nella ripresa abbiamo alzato il baricentro, dovendo recuperare e abbiamo vinto qualche contrasto e qualche seconda palla in più costringendoli a difendersi affannosamente.

E che la loro difesa non sia fortissima lo garantisce la classifica, nella quale con 14 reti subite in 5 gare sono la seconda difesa più perforata della competizione.

Le prestazioni individuali

Zamarian:

senza compiere interventi eccezionali per tutta la gara di è disimpegnato con sicurezza, ma il clamoroso errore sul loro secondo gol (palla non irresistibile non trattenuta né allontanata) non può non pesare nella valutazione:

 5.5

Della Mora:

che sia più bravo a spingere piuttosto che a difendere, lo si sapeva, anche per questioni strutturali. In questo match forse sarebbe servito un esterno più efficace in copertura, anche se lui non ha demeritato.

6-

Re Cecconi:

è la seconda partita consecutiva che disputa senza entusiasmarmi. Si perde l’avversario qualche volta di troppo. Nel secondo tempo, però, cresce con tutta la squadra

6-

Maye:

preferito ad Alexiou, lui quanto meno non soffre la fisicità degli avversari. La mia impressione è che ci troviamo di fronte a un giocatore in netta crescita

6.5

Cocchi:

per come spinge, duettando con Depi, meriterebbe un 8, anche se  poi i palloni che mettono in mezzo non vengono sfruttati adeguatamente. In fase difensiva anche lui lascia qualche volta a desiderare, pur mantenendosi su livelli sufficienti.

Facendo la media, merita un 7

Venturini:

il solito grande contributo in fatto di corsa, sacrifico, contrasto e intensità. Sbaglia qualche appoggio facile e soprattutto spreca una colossale occasione da gol, mandando alto di testa a pochi passi (ma non è una specialità… della casa).

6

Zanchetta:

tanto lavoro nelle due fasi e un’indiscutibile qualità nei piedi, ma anche un po’ di sofferenza quando i ritmi si alzano   sensibilmente.

6+

(32’ st Zarate:

porta un contributo di dinamismo e di forza non trascurabile.

s.v.)

Topalovic:

alla fine del primo tempo di lui avevo notato che perdeva molti contrasti, non copriva al meglio la sua fascia e aveva pure sbagliato qualche appoggio un po’ troppo pretenzioso. Per contro gli erano riuscite alcune imbucate per Depi o Cocchi davvero importanti. Poi nella ripresa trascina la squadra alla vittoria con due colpi clamorosi. Irrinunciabile se gli altri giocano e si sacrificano anche per lui.

7.5

(38’ st Quieto:

s.v. anche se entra con personalità)

Romano:

continua a non convincermi. Si vede che possiede doti di fantasia e dribbling potenzialmente importanti, ma è troppo insistente nell’azione personale, spesso improduttiva.

5.5

(30’ pt Zouin:

qualche buono spunto e comunque una presenza che tiene sempre impegnata la difesa avversaria che deve presidiare la zona spesso con più uomini.

6)

Spinaccè:

partita di grande sacrificio, ma lo si sapeva perché il modulo con due esterni, ti costringe a batterti nella morsa di due avversari, cercando di superarli, ma anche di ostacolare la transizione offensiva  avversaria dall’origine. Dall’esterno arrivano in area molte palle, ma solo Depi si accentra qualche volta, dandogli man forte  e lasciando la fascia a Cocchi. A destra sia Romano sia Zouin sono esterni puri, che amano stare larghi. Nonostante un fisico importante gli manca un po’ di potenza per poter eccellere a certi livelli. Perfetta l’esecuzione del rigore.

7

(32’ st Lavelli:

entra bene con grande determinazione. Al momento non gli gira al meglio, ma la situazione cambierà, perché ha i mezzi necessari.

s.v.)

De Pieri:

questa volta gioca a sinistra, ma non cambia nulla, dove lo metti lo metti, lui salta sempre l’uomo e crea pericoli, anche con giocate di alto livello tecnico. Nel primo tempo l’asse Cocchi – Depi crea quasi tutti i pericoli, anche se da quella parte gli avversari salgono un po’ troppo. Mi piacerebbe che venisse provato in prima squadra, in occasioni particolari, anche se per il momento si esprime al meglio dalla metà campo in su e quindi non potrebbe fare il quinto.

7.5

(38’ st Tigani:

s.v, ma il suo contributo è comunque positivo)

All. Zanchetta

che dire: inanella risultati su risultati e spesso la squadra gioca anche bene, Che cosa chiedergli di più?

7.5

Luciano Da Vite

36 pensieri riguardo “Un successo faticoso ma importante: Inter – RB Lipsia 1-0

  1. Giusto pensare ad una punta con dribbling ma vorrei fare una domanda agli amici del blog: visto l’enorme volume di gioco prodotto sulle fasce, soprattutto a sx, non sarebbe utile avere uno stoccatore di testa, ancorché magari meno abile nel gioco corale?

    Un finalizzatore un po vecchio stampo….forse per bucare difese organizzate, potrebbe essere un’arma anche meno….costosa di un dribblatire.

    Thuram ad esempio ha spesso beneficiato di traversoni dalle fasce ma lui tende a “girare” più per il campo. Un vero potrebbe essere utile. Non lo è Arna che aldilà della,stazza, salta 5 cm da terra

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  2. Discorsi un po vecchio stampo…..ci sono almeno 4-5 squadre in A che possiedono almeno 2 giocatori forti nell’uno contro uno. L’Inter nemmeno uno ,è insopportabile presunzione pensare di competere ai massimi livelli senza dribbling estro fantasia….Luciano ha giustamente analizzato la partita della jube con il Lipsia dalla giusta ottica: se I tifosi che hanno celebrata la stentatissima vittoria di ieri vanno a rivedersi i tedeschi con la juve si straccerebbero le vesti per la superiorità dimostrata, pur in emergenza dai bianconeri. Ora, e qui lo dico a capcambiassone (non ne hai azzeccata una sugli acquisti giuve vero?), al di la dello strapotere fisico da carro armato del thuram più forte (eppure Marcus è veramente bravo) la differenza la fa se hai un talento fenomenale che ti apre la difesa avversaria (in velocità e dopo 90 minuti di corsa e recuperi a tutto campo pazzeschi) sullo stretto. Senza Conceicao la giuve forse l’avrebbe pure persa quella partita, al di la della forza di una squadra compatta all’ inverosimile e di un allenatore semplicemente geniale. Ma ai c.oni di tutte le big in italia: a parte oaktree che avrebbe preso il portoghese solo se avesse pagato quest’ultimo, dove cavolo eravate che vi siete persi a 7 milioni l’astro nascente del calcio mondiale? Avere permesso a una società che aveva già yildiz di prendere un altro giocatore che spacca qualsiasi tipo di partita a un tozzo di pane è da manicomio abbandonato. Meritano non 10 ma 20 anni di dittatura calcistica, impossibile vedere fondi americani che per incompetenza e imbecillita (per oaktree l’amiciza ovina fa pensare pure a malafede) distruggono Milano e Roma per servire a giuntoli un futuro a breve medio e lungo termine da superstar, da pazzi o da corrotti?

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  3. Sergio, mi dispiace, ho sempre cercato di prenderti sul serio, ma questa volta sei proprio incommentabile

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  4. Venendo a discorsi più seri, ho letto l’editoriale di Zangari su Fc Internews in cui in pratica si fa l’elogio del ‘cortomusismo’.

    Con me sfonda una porta aperta.

    Resto convinto, per esempio, che Milan juve (0-0) sia stata una partita certo non più divertente, ma molto più seria di Inter juve 4-4.

    Ma alcune riflessioni si impongono.

    In questo caso stiamo parlando di un torneo equilibrato nel quale la differenza reti può avere un ruolo fondamentale.

    Tutte le squadre che ci inseguono a uno o due punti hanno una differenza reti migliore della nostra.

    Questo significa che basterebbe un pareggio per passare dal secondo al quinto o sesto posto.

    Ma soprattutto c’è un altro discorso da fare.

    Non è che abbiamo quasi sempre vinto per un gol (un rigore, un autogol…) perché abbiamo scelto di difenderci strenuamente, sacrificando la funzione offensiva.

    Al contrario, il nostro è sempre stato un atteggiamento volto a colpire, senza trascurare naturalmente le ‘coperture’ necessarie, le cosidette marcature preventive.

    Anche a Manchester dove certamente il City ci ha costratti a difederci maggiormente, abbiamo costruito occasioni o situazioni da gol importanti.

    Se concordiamo su questo, la conseguenza è una sola: la nostra difficoltà realizzativa non dipende da schemi e atteggiamenti rinunciatari.

    Dipende dalla carenza di terminali offensivi efficaci.

    In parte l’auspicabile recupero di condizione di lauti potrebbe portare a un piccolo miglioramento, ma Arna e taremi sembrano proprio inadeguati, Correa è fuori rosa in Europa e Thuram, giocatore fondamentale, non può risolvere tutte le situazioni e ancora resta sostanzialmente una punta esterna.

    C’è quindi una carenza nel reparto offensivo alla quale, per nutrire serie ambizioni, si dovrebbe porre rimedio.

    Assodato che ci manca un attaccante che salti l’uomo con un dribbling secco, anche se una punta d’area è difficile che abbia queste capacità mentre sull’esterno comunque creiamo molte occasioni, è assodato che manchi pure, come suggerisce Roberto una punta d’area tradizionale, che l’Inter ha sempre avuto, prima con Lukaku e poi con Dzeko.

    Scontiamo i fallimento, in quel ruolo, di Arna che avrebbe dovuto fare proprio il pivot.

    Di fatto sui traversoni alti, soprattutto da sinistra, l’uomo più cercato è Denzel che si accentra e salta bene.

    Perché in effetti, dribblatore o no, la manovra avvolgente sugli esterni funziona benissimo.

    La speranza è dunque che Thuram non abbia flessioni e che Lauti torni presto al top anche…realizzativo.

    Ma non basterà, perché per essere tranquilli in rosa dovremmo avere anche un pivot d’area e un dribblatore, da utilizzare secondo necessità

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  5. Sergio, non ho capito molto il tuo commento.

    Conceicao è molto bravo ma 7 milioni è per il prestito, poi serve il riscatto: con il Porto mi sorprenderei fossero meno di 30 milioni.

    Detto questo posso concordare che al mondo non esista solo Conceicao a saper dribblare per cui si poteva pensare a qualcosa di diverso anche se il gioco di Inzaghi prevede che la punta sappia anche giocare un po’ spalle alla porta. Ecco perchè suggerivo un 9 classico, forte di testa, che potrebbe (almeno in linea teorica) capitalizzare meglio quanto prodotto dagli esterni. Senza contare le decine di corner che mediamente battiamo a partita.

    Arna e Correa libereranno discrete risorse: li deve essere brava la società a pescare un profilo giusto.

    Purtroppo Lautaro e Taremi sono – ad oggi – il minus del reparto avanzato. Se slo il Toro tornasse ai suoi livelli per me la nostra situazione si farebbe interessante. L’iraniano invece non lo ho ancora inquadrato bene ma concordo con Luciano quando scrive sembra mancare di fisicità per incidere.

    In generale, dal mio punto di vista, se non puoi arrivare ai giocatori ottimi – quelli che combinano tecnica e intensità ma costano molto – devi privilegiare chi ha intensità, anche a scapito di esperienza e/o tecnica migliorabile. Sugli ultimi due aspetti ci puoi lavorare e, comunque, intensità maschera altri difetti (nel calcio di oggi). Sull’intensità, invece, credo sia complicato “elevare” i giocatori che non l’hanno nel loro dna. Ovviamente gente che “ragiona” serve ma …..in minoranza.

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  6. Siamo sempre lì: non si tratta di contrapporre fisicità (intesa in varie sfaccettature: forza velocità scatto ritmo intensità tenuta) a tecnica (idem: palleggio, fantasia, intelligenza, visione di gioco, dribbling…ecc..)

    Perché senza una delle due caratteristiche non si gioca in serie a e tanto meno nell’Inter. Il problema è solo in che misura, ad esempio da uno a dieci si è forti in entrambi i campi.

    Per esempio Mikhi è da 10 come tecnica in senso lato, ma se non è da 10 come forza, lo è come spunto ritmo intensità.

    Dumfries è da 10 come forza, progressione stacco, ecc, ma non è da 10 come intelligenza calcistica scelta della giocata migliore. Però lo è come capacità di…correre all’indietro che è tatticamente indispensabile ecc..

    Entrambi se avessero tutto da 10 sarebbero fuoriclasse. Se avessero una caratteristica da 10 e l’altra da sei non giocherebbero nell’Inter.

    Diciamo che sono da 10+7/8 o da 7/8 + 10.

    Nessuna squadra è composta da tutti fuoriclasse. Il direttore e l’allenatore hanno il compito di scegliere poi far giocare quelli le cui caratteristiche si completano meglio.

    Per esempio, nell’Inter se metti un Kvara o un Conceicao guadagni molto in certe situazioni, ma perdi in altre Difficilmente arretrerebbero e sarebbero efficaci nelle situazioni in cui si difende a cinque. Allora il discorso è di far giocare i migliori con gli accorgimenti tattici e di formazione in grado di valorizzarli nell’interesse comune.

    L’allenatore bravo è quello che, tra laltro, riesce a comporre il puzzle delle caratteristiche presenti in rosa

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  7. Da scolpire nella memoria le parole dette da Stramaccioni e riportate da fcinternews sul rapporto Primavera prima squadra:

    io sono stato l’allenatore testimone vivente di una squadra, dell’Inter, che ha vinto una Champions League giovanile e il giorno dopo non c’era un solo giocatore pronto per la Serie A. Il 2-3 aprile abbiamo vinto contro l’Ajax in finale che avevano tanti giocatori pronti che anche giocavano in prima squadra, abbiamo battuto Tottenham, Harry Kane, Sterling, Liverpool… E praticamente io, lo stesso allenatore, con i miei ragazzi dell’Inter (in prima squadra, ndr), con Chivu, Milito, Cambiasso, Zanetti facevo fatica e li lasciavo in panchina. Ma ero sempre io, a volte si dice che l’allenatore della prima squadra non li vede, ma in quel caso ero sempre io. Questo perché? Perché il gap tra la Serie A e la nostra Primavera era enorme a livello proprio di preparazione”. 

    Discorso perfetto, per quanto concerne la mia esperienza: essere bravi e anche bravissimi in Primavera non garantisce che tu sia pronto prima di 2-3 anni anche per la serie A. Ancor meno se hai di fronte i titolari che ha oggi l’Inter, mentre in altre squadre la differenza può essere minore.

    certo, se poi sei Camarda magari un piccolo spazio nell’Inter di oggi te lo ritagli pure, avendo per altro16 anni. Ma negli ultimi anni, di Camarda guardando a tutte le squadre, in Italia, ne ho visto ben pochi. All’estero qualcuno in più per vari motivi

    Altro che aver coraggio di lanciare i giovani: non è quello il problema

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  8. Su discorso di Stramaccioni a me sembra che si riferisca alla sua annata.

    Sul coraggio, mi sembra di capire che serva eccome e lo conferma il caso Haaland. Se la gobba lo prende per fare under23 significa che coraggio …manca. E infatti il ragazzo ha giustamente scelto di andare altrove. Come sempre non si sarebbe trattato di metterlo titolare per 40 partite ma anzichè avere Arna (o chi per lui aveva la gobba in quel momento) come quarta punta in prima squadra, credo Haaland “giovane” potesse andare bene.

    A me, invece, ha colpito molto il passaggio “il gap tra la Serie A e la nostra Primavera era enorme a livello proprio di preparazione”.

    Ora, poichè il calcio è un mestiere che svolgi per 10/15 anni (15 se va bene), arrivare a 20 anni e non essere pronti per via di una preprazione troppo differente dagli adulti mi fa sorgere la domanda madre: perchè è così?

    Io non ho la risposta: può essere la necessità di “abbandonare” primavera per le seconde squadre (al fine di elevare il livello competitivo)?

    Investire maggiormente in staff tecnici importanti che abituino i ragazzi ai ritmi di cui sopra?

    Altri motivi?

    Perchè un conto è parlare di 14enni che devono svilupparsi fisicamente, un conto è parlare di 19enni che dovrebbero essere maturi per almeno approcciare per un’attività che offrirà loro 10/15 anni di attività (non 40). Altrimenti è come dire che chi entra nel mondo del lavoro non può svolgere praticamente alcuna mansione fino ai 45 anni èperchè non pronto.

    Poi chiaro che ci sarà selezione come acacde ovunque: chi brucerà le tappe, chi si perderà, ecc.

    Però quante volte è capitato in passato che causa emergenza si è scoperto di avere in casa discrete risorse che, senza emergenza, non sarebbero mai state utilizzate?

    Io non dico che i tecnici siano stupidi però credo sia innegabile che – prendiamo anche il bravissimo Inzaghi – fa molta fatica a fidarsi di alcuni giocatori insistendo sul “sicuro” anche quando questi ultimi attraversano fasi non brillanti. Può essere anche un tema di equilibri di spogliatoio, quindi non motivi prettamente tecnici, ma questo è quanto accade.

    Poi succede che Motta (è solo un esempio) lanci fisso Savona, in quanto deve spostare Cambiaso per questione di infortuni, preferendolo a Danilo, un totem sicuro. Sicuri lo avrebbero fatti tutti?

    O lo stesso Fonseca inserisca ormai Gabbia in pianta stabilke rispetto ai totem Tomori o Pavlovic? Sicuro lo avrebbero fatto tutti?

    Un po’ di coraggio per me serve. E comqune, se un ragazzo deve imparare, meglio tenerlo con se facendoli fare allenamenti intensi e parti di match o farlo girovagare con il rischio concreto si perda? un conto è avere una società tua che da certi minutaggio, un conto sono prestiti in realtà eterogenee che poi – a obiettivo raggiunto – ovviamente privilegiano le risorse di proprietà

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  9. Ho citato volutamente i due esempi di gobba e bilan perchè altrimenti si potrebbe obiettare che è più facile utilizzare profili meno esperti in squadre di medio calibro come possono fiorentina o udinese….

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  10. Gabbia è un giovinetto di 25 anni. Savona ne ha solo 21 ma sono passati due anni da quando era in etò da primavera. Noi abbiamo dei 2005 che giocano in B o in un’A straniera.

    E abbiamo dei 2003 (età di savona) che giocano da anni in A (Fabbian, Zanotti, Gnontò)

    mennea a 18 anni faceva 21 sui 200 a 28 (dico a caso) 19 e qualcosa. Tra i 18 e i 22-23 anni diverse annate di preparazione pesano eccome: altrimenti non ci sarebbero i tornei internazionali under 21 under 20 e under 23.

    Che poi uno precoce e un po’ fenomeno a 18 anni possa essere forte come uno di 23 , ci sta. Ma sono casi rari. E comunque conta chi hai davanti.

    Se Motta ha messo Savona è perché ha visto che in quella situazione era la sua opzione migliore. Se Inzaghi vedesse in allenamento che Palacios è meglio di…Bastoni, metterebbe Palacios e non Bastoni.

    Strama si riferiva certo alla sua annata, ma è chiaro che le cose non sono cambiate, anzi, l’Inter attuale è più ricca di grandi giocatori della sua e il divario tra singoli titolati e giovinetti si è fatto più ampio.

    Tutti i primavera cne negli anni sono saliti ad allenarsi in prima squadra mi hanno riferito di una diversità di velocità (delle gambe e..del pallone) impressionante.

    Persino chi quest’anno gioca in C parla di un campionato che non ha nulla a che vedere come ritmo forza intensità rispetto alla Primavera.

    Io l’ho sempre saputo, ovviamente, almeno da quando ho visto un’amichevole Primavera Inter Renate prima squadra (serie C) finita 8-0 per loro.

    Non so ovviamente eprché nella preparazione atletica da noi si carica meno sui giovani, e con maggior progressività, rispetto all’estero, ma sospetto che non sia per malvagità o ignoranza: piuttosto per motivi organici che non conosco non essendo un medico o un preparatore.

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  11. “Non so ovviamente perché nella preparazione atletica da noi si carica meno sui giovani, e con maggior progressività, rispetto all’estero”.

    Non lo so neanche io ma è questo il punto: può essere un tema di selezionare a monte giocatori con certe caratteristiche fisiche oppure, per me non è da escludere, anche metodologia di allenamento. Da quello che so io, gli staff tecnici delle giovanili non sono pagati chissà che e questo potrebbe – condizionale ovvio – abbassare la qualità media degli stessi.

    Lo so che abbiamo Fabbian che ha l’età di Savona ma lui è stato mandato a “farsi le ossa” puntando su Klaassen…..speriamo sia una scelta che paghi ma per come la vedo io il rischio che dei buoni prospetti si perdano in realtà eterogenee è piuttosto alto. Un paio di anni passati in squadre che a u certo punto hanno problemi rischia di essere deleterieo. Dimarco, per fare un esempio, ha raccontato recentemente quanto questa cosa sia stata vicina a incidere sulla sua carriera.

    E per me è un peccato.

    Ricordo con un po’ di nostalgia – ero piccolo – i tempi in cui le prime squadre era composte da un numero più esiguo di giocatori e il pescaggio dalla primavera era regolare per integrare le rose in caso di infortuni. Poi qualcuno si affermava e qualcuno si perdeva ma credo fosse il modo migliore per “testare” sul campo i ragazzi.

    Ora il calcio è cambiato, vero, però credo che in Italia più che altrove questo problema ci sia. Se è da ricondurre solo ad una questione fisica (abbiamo poca gente di colore) allora forse la selezione a monte dovrebbe essere rivista privilegiando doti fisiche.

    Sono solo opionioni personali basate su ciò che vedo, ci mancherebbe

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  12. Secondo me se Di marco non fosse andato in prestito avrebbe smesso di giocare, ma naturalmente posso sbagliare Fabbian gioca da 3 anni a un certo livello, Savona ci arriva adesso, dopo essere andato in prestito, prima alla Spal e poi in serie C alla juve b. esattamente come è andato in giro Fabbian. Che forse è cresciuto più in due anni di serie A al Bologna che se avesse…non giocato al posto di Klaassen all’Inter.

    Io sono meno…romantico e sono felicissimo che la mia squadra non abbia necessità di ricorrere a Primavera immaturi perché può disporre di 22 giocatori veri.

    Mi sarebbe piaciuto moltissimo se Pio, Di maggio, Stankovic fossero stati pronti a 18 anni a giocare qualche spezzone di partita nell’Inter. Evidentemente Klaassen, con tutti i suoi limiti in quel momento era ancora più forte di Stankovic o Di Maggio. Io non credo che a Inzaghi se li avesse visti più forti sarebbe mancato…il coraggio di lanciarli. Come oggi se gioca Correa e non De Pieri ci deve essere un motivo. E la stessa cosa vale per il fatto che giochi Arna e non Lavelli o Spinaccé; Dimarco o Carlos e non Cocchi; il 37enne Acerbi e non Re Cecconi.

    C’è effettivamente un problema della maggior difficoltà che ha il nostro paese nel trovare promesse che si trasformino presto in realtà. Ci vuole più tempo perché si affermino i Barella, i Bastoni, i Calafiori i Buongiorno, i Pisilli, i Ricci, i Tonal

    I giovani buoni li sforniamo anche in Italia, pur non contando su tanti di origine extra comunitaria, come negli altri Paesi, ma ‘maturano’ un po’ più in ritardo, mediamente.

    Ripeto, io il perché non lo so. Non sono un medico, un preparatore, un sociologo, un antropologo. Non sono nulla. Ma credo di sapere che l’unica causa che NON esiste sia la mancanza di coraggio degli allenatori.

    La singola scelta tra un giovane e un anziano (per esempio tra Klassen e Di maggio) può anche essere sbagliata, come può essere sbagliata quella tra due 25 enni, perché nel calcio si sbaglia, ma è sempre e solo il frutto dell’osservazione ravvicinata e prolungata delle capacità dei singoli

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  13. da fcinternews: “Ma come accaduto per Giovanni Leoni, a lungo trattato con la Sampdoria prima di abbandonare la pista diventata troppo onerosa a vantaggio dell’offerta del Parma,….”.

    Ma cosa dite? E’lui che ha preferito giocare Parma Frosinone piuttosto che Manchester City Inter….

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  14. https://www.fcinter1908.it/calciomercato/mercato-inter/rivoluzione-mercato-oaktree-spinta/

    Così come si sostiene che gli allenatori non sbagliano nella scelta di chi far giocare tra giovani e vecchi mi domando: una proprietà che intende guadagnare, i fondi vogliono questo, come mai vuole perseguire questa strada se è quella che rende complesso essere competitivi?

    Dal mio punto di vista applicare questa politica in un arco temporale breve alzerà di molto il rischio di incontrare difficoltà, ma si sapeva che sarebbe stato inevitabile. Spero non tocchi rimpiangere il non averla fatta per gradi.

    Ora verrà veramente il difficile per i nostri uomini mercato che di fatto avranno margini di errore ridottissimi su profili dove è ovviamente più probabile sbagliare.

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  15. Se oaktree vuole davvero andare solo su giovinetti, ma vuole anche che costino poco, andremo incontro a un tracollo sportivo inevitabile. sarei felicissimo di sbagliare.

    Mai detto che i dirigenti (qualunque dirigente) e gli allenatori (qualunque allenatore) non sbagli mai nelle sue scelte.

    Sempre sostyenuto che il calcio non è matematica.

    Sempre detto due cose diversissime:

    1. Ogni allenatore può sbagliare le scelte, ma l’eventuale errore non dipende mai dall’età dei giocatori, bensì da quello che vede (e giudica, a volte sbagliando) nel lavoro quotidiano
    2. Poiché allenatori e dirigenti sono più competenti di me e vedono tutti i giorni il lavoro dei giocatori, oppure se dirigenti studiano a lungo un giocatore prima di me, possono sbagliare e spesso sbagliano, ma E’ PIù FACILE IN CASO DI OPINIONI DIVERGENTI, CHE SIA IO A SBAGLIARE..

    Tutto qui.

    Quindi può sbagliare anche una proprietà, soprattutto se il settore in cui interviene è per lei totalmente sconosciuto.

    Il fine della proprietà calcistica è il risultato sportivo, che porta come conseguenza alla crescita del valore societario.

    Zhang è stato un presidente di successo, sotto questo profilo che è l’unico che conta (risultati sprotivi e crescita del valore societario ben oltre l’ammontare dei debiti); questi vedremo se saranno acuti investitori o semplici speculatori. Io mi auguro che abbiano ragione, ma ho grandi timori

    Per esempio penso che un’Inter con Bongiorno e Gud a fine stagione varrebbe ben di più di di quella che ha risparmiato 100 milioni di investimento.

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  16. Può essere come dici ma puo’ anche essere che abbiano valutato diversamente il bilanciamento tra una spesa certa (i 100 mn) e un ritorno incerto. Per il brand vittorie contano, ovvio, ma non solo. Si ceda United che ormai da una vita fa schifo sportivamente parlando ma incassa cifre stratosferiche da sponsor.

    Io credo che Buongiorno o Gud sarebbero potuti arrivare se fossero state fatte scelte differenti nel recente passato.

    Alla fine tu hai un budget e puoi decidere come usarlo. Se è il secondo piu alto della A io sono felice. I nostri hanno fatto scelte differenti nell’usarlo. Speriamo continui a pagare dividendi

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  17. Non ho voglia di provocare tirando in ballo giuve magagne e investimenti, di fatto tutte hanno fatto fanno e faranno pesanti investimenti, poi c’è chi ha le competenze per fare benissimo (giuntolone) bene (napoli) meno bene e male (milan e roma) etc.

    Marotta e Ausilio avrebbero le competenze per fare bene almeno come il Napoli o anche di più ma non sono messi nelle condizioni di lavorare al meglio anzi, ormai il loro margine di manovre è anche più misero della gestione Zhang (in confronto a questo fondo un mecenate). La vera domanda semmai è: perché due dirigenti competenti accettano di restare in sella sapendo che 1) non possono più arrivare su giocatori affermati nemmeno a zero 2) i giovani devono costare talmente poco da doverli scovare in serie C o D 3)devono ridimensionare a breve la rosa vendendo i big e infarcendola di ragazzi pronti forse tra 4-5 anni?

    Qui oaktree sta volontariamente progettando una rifondazione in pratica, consapevole che con tali criteri perderà l’intero asset economico rendendo completamente inappetibile una società che vaghera tra 2-3 anni fra Europa league e conference. Se poi affermano che la società è sull’orlo del fallimento allora c’è davvero una componente di malafede…. questa gente va fermata prima che mette la squadra al pubblico ludibrio, prima che cominci con le plusvalenze di thuram barella e bastoni per sostituirli con le quarte scelte (le prime fanno la fine di bremer, cabal, david etc)

    Boicottaggio, sit in, marce, scioperi contro questi agenti recupero crediti

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  18. No. Ma da ambienti molto vicini al Napoli è nota la fama per cui lui, in tanti anni in azzurro e nonostante il budget limitato, non ha sbagliato nemmeno un acquisto

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  19. Spero che Bove si riprenda la più presto e torni a vivere la vita normale di un giovane come lui…..tutto il resto è marginale.

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  20. Forza Edoardo! Speriamo solo che questi incidenti, al pari di tutti i legamenti che stanno saltando, possano portare a riflessioni sullo sfruttamento sempre piu intenso del business di questa maledetta “libera industrializzazione della sport”

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  21. Se così fosse sono dei fessi al cubo (e poi ancora al quadrato).

    Quindi vuoi dire che un fondo che ha come obiettivo quello di fare soldi prende una società che vale 1000 e DELIBERATAMENTE mette in atto delle mosse per farla valere 500?

    Io non credo sia così: al contrario credo che voglia una società che non bruci centianaia di miloni ogni anno come è accaduto finora ma che al tempo stesso sia competitiva in quanto può, fortunatamente per noi tifosi, contare su un fatturato importante grazie anche all’ampio bacino di tifosi.

    Certamente per riuscire in questo percorso occorrerrà basarsi sulla bravura di chi la società la dirige. Sono comunque certo che proprio in virtù della base di ricavi che abbiamo il potere di spesa resterà sempre al vertice in Italia.

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  22. In bocca al lupo a Bove.

    Veramente drammatico quello che è accaduto.

    Questa partita verrà recuperata…..prima del mondiale per club. Pazzesco intasamento del calandario

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  23. Andra sempre peggio perché l’intasamento ha tutto a che fare con stress, infortuni,incidenti e malesseri. Tanto noi dobbiamo continuare a consumare….e qualcuno a difendere una sfrenata deregulation (qui in senso lato piu che per definire la strategia politica ed economica neoliberale)per poter accumulare sulla pelle degli altri

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  24. Due-tre considerazioni.

    La prima. Giusto chiaramente sospendere Fiorentina – Inter e un grosso in bocca al lupo a Bove, che peraltro – cosa assolutamente secondaria in questo momento – ho anche sempre considerato come un giocatore interessante. Certo la questione-calendario si fa sempre più complicata per quanto ci riguarda e questa cosa pesa, ha sempre pesato sin dall’inizio a fronte di quella che appare la principale pretendente allo scudo (cioè il Napoli, che non gioca le coppe), e peserà ancora di più andando avanti nel corso della stagione. Se ci mettiamo pure gli stop per infortunio… Mi piacerebbe pensare che a gennaio si intervenga sul mercato con un paio di innesti, ma non ci spero.

    La seconda. Se dico che il Napoli mi appare la principale candidata allo scudetto, e lo dico con una mia certa convinzione (non condizionata dal fatto di essere napoletano e di sentire l’ambiente, che è assolutamente umorale) basata su quelle che sono considerazioni che possiamo fare tutti (niente coppe, calciomercato importante, è la squadra che ha vinto lo scudo solo due anni fa, ha un allenatore di primissima fascia che peraltro noi conosciamo bene), non riesco bene a inquadrare la Juventus. Mi piacerebbe poter dire che siano destinati a un flop totale in questo momento, ma in maniera scaramantica, li metto sempre come più favoriti pure rispetto a noi nella corsa scudetto… Certo se consideriamo quanto hanno investito e tutto il resto…

    La terza. Luciano, sono curioso di un tuo parere su Francesco Pio Esposito e su che cosa sta facendo fino a questo momento tra club e Under 21. A me sembra che ci siano dei dati importanti che io francamente non ricordo per nessun altro nostro ragazzo in tempi recenti. Escluso magari, il ruolo però è diverso, lo stesso Dimarco. Forse diversamente Fabbian lo scorso anno (non so dire sul suo rendimento di quest’anno). Mi piacerebbe sapere che cosa ne pensi. Ovviamente andando con i piedi di piombo e ricordando che il ragazzo, classe 2005, gioca comunque nel campionato di serie B.

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  25. In giornata invierò un post sulle 4 partite delle giovanili alle quali ho assistito e dirò la mia opinione sulle domande che poni

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  26. Sul mercato: sono del parere che se a gennaio non anticiperemo almeno un colpo consistente tra quelli programmati per l’estate, il rischio di non vincere qualcosa di importante sarà grandissimo.

    Sul napoli: ad agosto vedevo Napoli e juve tra le più probabili vincitrici dello scudo.

    Lo penso ancora, anche se ora non si può trascurare L’Atalanta: sette vittorie consecutive in campionato non sono un caso.

    Il napoli ha dominato il campionato di due anni fa. ha cambiato allenatore e qualche giocatore ma il blocco base resta forte.

    Ha preso Conte: Antonio in Italia significa che se proprio ti va malissimo arriverai secondo.

    Non è solo un grande allenatore: è un mister che può scegliere la squadra disponibile ad accettare le sue richieste per acquistare giocatori fondamentali (altro che la discussione se è meglio un giovinetto o un campione anziano…)

    Su un tessuto già forte il Napoli gli ha immesso TRA GLI ALTRI il miglior centrale italiano, il miglior goleador europeo e un centrocampista scozzese tra i più efficaci del continente.

    IL Napoli NON PUO’ ARRIVARE CHE PRIMO O SECONDO.

    La jUVE ha preso un grande tecnico e gli ha acquistato una dozzina di forti giocatori. Motta sta incontrando un po’ di difficoltà nel trovare il giusto assemblaggio (anche perchè la perdita di bremer ha alterato gli equilibri previsti tra fase difensiva e fase offensiva), ma troverà la soluzione e tornerà di prepotenza.

    Pio sta facendo benissimo a quanto mi risulta, tanto da aver attirato l’attenzione di diversi club facoltosi. Intanto non si deve assolutamente perderlo. poi bisognerà valutare se è meglio aggregarlo come quarto (penso a due tandem alternativi: Thuram Lauti e Pio David, per esempio) oppure fargli fare in prestito secco un’altra stagione in una buona squadra di A.

    Sicuramente per arrivare al suo top passeranno almeno un paio di stagioni: importante che completi la crescita al meglio.

    Penso che fra 2-3 anni Pio e Camarda potranno essere gli attaccanti insostituibili della nazionale. per un decennio

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  27. Ciao ragazzi, ma invece come vedreste un ritorno alla base per Oristanio come “attaccante dribblatore”?

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