Segnali moderatamente positivi: Viktoria Plzen – Inter 0-2

Viktoria Plzen – Inter 0-2. Una prestazione che costituisce un passo in avanti e un segnale positivo, anche se da prendere con cautela, rispetto alle ultime uscite.

Non ci sono dubbi sul fatto che la prestazione dei nostri ragazzi a Plzen costituisca un passo avanti, un segnale positivo, anche se da prendere con cautela, rispetto alle ultime uscite.

L’avversario non era granché, ma questa è una considerazione possibile solo a posteriori.

Noi non siamo il Bayern, non siamo il City, che quando affrontano una squadra inferiore hanno una superiorità così schiacciante che l’unico dubbio possibile è: “a quanti gol si fermeranno?”

Del resto non capita spesso che le squadre italiane vincano nelle trasferte di CL e in particolare mi pare che i nostri successi nella Repubblica Ceca siano poco numerosi e comunque non recenti.

Nell’esaminare una prestazione bisogna senza dubbio tener conto anche del livello e dell’atteggiamento degli avversari, anche per evitare di farsi troppe illusioni e di passare in modo dissennato da un estremo all’altro.

Da un lato infatti il Viktoria ha senza dubbio meno qualità rispetto a noi, ma possiede anche un curriculum di tutto rispetto, soprattutto nelle gare interne, dove non perdeva da un paio d’anni.

D’altra parte non sarebbe certo stata la prima volta se non fossimo riusciti, anche in partite fondamentali come questa, a prevalere su una squadra tecnicamente inferiore: per andare lontanissimo nel tempo, ricordo ancora una finale di CL tra Inter e Glasgow, ma ci sono episodi meno clamorosi in tempi recentissimi.

Piuttosto c’è un’altra considerazione da fare: il modo di giocare dei cechi ci ha sicuramente favoriti.

Prima di tutto perché hanno iniziato con un modulo a tre per loro inusuale (e subito abortito a favore del più consueto 4231), che lasciava scoperte le fasce o, se i braccetti si aprivano per andare a chiudere le fasce, favorivano gli inserimenti centrali dei nostri centrocampisti (centralmente noi non avevamo punte che ‘graffiassero’ come mostrano sia il gol di Dumfries sia l’inserimento di Dzeko defilatosi sulla sinistra per la sua conclusione vincente).

Ma il vero ‘regalo’ (ammesso che potessero giocare in un altro modo) ce l’hanno fatto rinunciando a pressarci alti, a prenderci in velocità e aggressività, la situazione che soffriamo maggiormente.

Forse non hanno giocatori con queste caratteristiche o forse hanno cercato di sfruttare un altro nostro limite: la difficoltà nello sfondare le difese chiuse, non avendo noi attaccanti dallo spunto bruciante o dal dribbling secco.

Fatto sta che la nostra manovra poteva partire da dietro in tutta tranquillità e la squadra saliva compatta accompagnando l’azione e trovandosi così pronta a impedire sul nascere ogni loro tentativo di ripartenza.

Proprio quando si sono aperti, su una ripartenza abbiamo segnato uno dei due gol, mentre l’altro è stato il frutto non di un dribbling ma di un’azione corale ben congegnata (situazione abbastanza rara quando la difesa avversaria è fitta), con Dzeko abile a smarcarsi sulla sinistra per concludere quasi da esterno.

Resta il fatto che noi dovevamo affrontare quei giocatori, con quella impostazione del match e direi che l’abbiamo fatto bene, anche se non sono mancati alcuni limiti per altro conosciuti e sui quali si dovrà lavorare in previsione di confronti ben più impegnativi.

Anche i dati statistici di cui disponiamo descrivono una partita nettamente dominata:

  • 19 nostri tiri verso la porta, contro 8,
  • ma soprattutto 8 conclusioni tra i pali, contro una sola degli avversari,
  • 72% di possesso palla contro 28% (e questo conferma che ci hanno abbastanza lasciato giocare ma anche la nostra difficoltà nel verticalizzare con gli avversari schierati e la scarsa capacità di penetrazione delle nostre punte).

Infatti se andiamo a considerare le azioni davvero pericolose sono poche in relazione al possesso ‘mostruoso’.

Questo elemento  è confermato anche dal numero eccezionale di passaggi (687 contro 266) e soprattutto dalla percentuale di passaggi riusciti (spesso perché molto facili o addirittura all’indietro): 92% cioè una percentuale forse mai raggiunta in campionato.

A mio modo di vedere Inzaghi, ben consapevole del fatto che senza Lukaku e Lauti era piuttosto difficile sfondare centralmente, ha provveduto a schierare in fascia sinistra Gosens e non Dimarco o Darmian.

Infatti il tedesco rispetto ai due compagni (soprattutto Dima che preferisce cercare il cross o l’assist per un compagno a centro area), è molto abile nell’andare ‘dentro’ senza palla: con le punte che arretravano o aggiravano, in numerose occasioni è stato Gosens a occupare anche con una certa pericolosità la zona centrale.

Per il resto abbiamo visto il solito atteggiamento tattico dell’Inter, con i braccetti che si sganciavano spesso (ma sempre sostenuti da opportune marcature preventive), con Brozo a tutto campo e le mezze ali pure pronte a inserirsi per fare densità in area o per concludere da fuori.

Abbiamo avuto il tempo di ragionare (cosa che per esempio non era accaduta contro il Torino) e siamo stati padroni del match, anche se alla fine il bottino non è stato esaltante: solo 1-0 fino al momento dell’espulsione di un loro giocatore, poi il secondo gol in contropiede contro una squadra scoperta e in più tre sole vere occasioni costruite nonostante il dominio:

  • 43’: gran tiro di Dzeko da fuori, con ottimo intervento del portiere Stanek e Mkhitaryan che non riesce a finalizzare sulla ribattuta.
  • 3’ del st: perfetto cross di Bastoni per Dzeko e altra grande respinta del portiere, con Skriniar che si vede murare la ribattuta ravvicinata
  • 5’ del st: ancora con un bel destro di Dzeko da fuori ottimamente deviato da Stanek.

Insomma sembra esserci la conferma di una maggior difficoltà a trovare la via della rete rispetto alla scorsa stagione, anche se è sperabile che con il rientro di Lautaro e soprattutto di Romelu (auspicabilmente in una condizione atletica migliore) la situazione possa migliorare.

Purtroppo con tutti i suoi limiti abbiamo perso Sanchez, l’unico attaccante che sapeva dribblare e inventare (come sarebbe servito un Dybala a costo zero…) nonché l’unico capace di saltare l’uomo in progressione, se non in dribbling, cioè Perisic.

Adesso andiamo a Udine, contro la squadra rivelazione e probabilmente la più in forma del campionato.

Loro saranno riposati e noi, nonostante il turn over dovremo scontare la fatica infrasettimanale, per fortuna dopo una partita abbastanza gestita.

La prestazione di Plzen, con i progressi che sembrano essere emersi, a Udine non basterà. Servirà un nuovo importante miglioramento.

Le pagelle

Questa volta riporterò due tipi di pagelle: la mia, redatta con le consuete valutazioni soggettive e una più curiosa, che ho trovato in rete, su un sito che non conoscevo e che credo si occupi solo di gare  di CL.

La riporto per curiosità, perché non la ritengo molto attendibile: pretende di essere oggettiva e valuta l’affidabilità della prestazione sulla base di soli dati inconfutabili: gol fatti o evitati, assist, passaggi chiave palle prese di testa, contrasti vinti, percentuale di passaggi riusciti riusciti

Onana: una giornata quasi di riposo, ma nell’unica volta in cui viene impegnato si dimostra attento e reattivo. Buono con i piedi perché ha sbagliato solo un paio di rilanci lunghi.

6.5

Skrinar: prestazione confortante. Tra l’altro nella sua zona agiva spesso l’unico attaccante avversario dotato di un po’ di verve, ma lui blocca tutti inesorabilmente. Avrebbe anche una palla gol, su respinta del portiere, ma gli viene murata.

6.5

Acerbi: inserito a sorpresa da Inzaghi per far respirare il ‘fragile’ de Vrji e soprattutto per marcare il loro centravanti …cestista, dirige la difesa con autorità e sicurezza, senza sbagliare un intervento e provando anche qualche sortita palla al piede.

7

Bastoni: buona prestazione, impreziosita dall’assist per il colpo di testa di Dzeko. Senza strafare, chiude sempre con sicurezza e prova a spingere, prendendo il posto di Gosens quando il belga si accentra.

6.5

dal 20 st D’Ambrosio: senza infamia e senza lode, però sai che quando ne hai bisogno puoi contare su di lui, anche se non è il Maradona dei difensori.

6

Dumfries: malino domenica contro il Torino, straripante contro i cechi, a dimostrazione, probabilmente che anche il livello dell’avversario un po’ conta. Segna il gol della sicurezza dopo una volata straripante e ne sbaglia uno possibile, di testa.

7.5

Barella: ancora lontano dalla sua forma migliore. Fa il compitino in mezzo al campo, contrasta e corre, ma non riesce a fornire quel surplus qualitativo che è indispensabile e che ci si aspetta da lui.

6

dal 28’ st Calha: entra e fa la sua parte con diligenza. Anche per lui , se giocherà dall’inizio, Udine sarà un test ben più impegnativo.

6

Brozovic: senza dover subire una marcatura asfissiante il croato corre per il campo, tampona, copre e soprattutto costruisce in continuità, anche con buone idee.

7

dal 39’ st Asllani:

sv

Mikhitaryan: discreta prestazione. Sarebbe buona se non avesse sbagliato la misura di un paio di facili passaggi che potevano mettere un nostro uomo in porta. Elemento che sa come comportarsi nelle partite internazionali. Sembra in crescita.

6+

dal 28’ st Gagliardini: dà il suo contributo che non può essere che quantitativo. Non piace ai tifosi, nemmeno a me… ma gli allenatori stranamente lo preferiscono spesso a idoli celebrati o a promesse di campioncini.

6

Gosens: a me è piaciuto moltissimo, soprattutto rispetto alle prestazioni precedenti. Inzaghi gli chiede di andare a centro area avversaria senza palla e lui questo lo sa fare, rendendosi pericoloso. Nello stesso tempo non crea mai buchi in difesa per i suoi meriti e per la tempestività dei movimenti compensatori dei compagni di reparto.

7

Dzeko: che sia un grandissimo campione non lo si scopre oggi. Purtroppo non riesce più a sfondare centralmente ma con la sua straordinaria intelligenza sa comunque rendersi utile alla squadra, basta costruirgli attorno i meccanismi giusti. In fase realizzativa resta pericoloso quando si presenta in area di sorpresa o sulle palle alte.

7.5

Correa: ho letto giudizi altalenanti sul suo conto. Del resto Inzaghi che qualcosa capisce …più di me, ne aveva parlato bene anche dopo la gara contro il Toro. Continua a essere il tipo di attaccante (eufemismo) che a me non piace. Ma forza Correa!

6

dal 28’ st Martinez: pochi minuti sono sufficienti per farlo andare pericolosamente alla conclusione. Speriamo che abbia tenuto le sue …munizioni da parte per Udine.

6+

All. Inzaghi: non so in altre occasioni, ma col Plzen non ha proprio nulla da rimproverarsi. Fa molto turn over e porta a casa la partita in tranquillità, risparmiando giocatori preziosi. Contro l’ostracismo di molti tifosi lancia subito nella mischia Acerbi, che si rivela uno dei migliori. Aspettiamo qualche altra partita per valutarne l’operato.

6.5

Ed ecco ora le pagelle di affidabilità (riporto solo la percentuale della stessa).

Ci sono delle sorprese, ma sono comprensibili perché per esempio un assist (è il caso di Correa) viene a pesare molto più di una prestazione globale di sostanza, ma meno risolutiva.

  • Dzeko: 8.56
  • Dumfries: 7,98
  • Brozovic: 7,60
  • Acerbi: 7.50
  • Correa: 7.40
  • Skriniar: 7.37
  • Mkhitaryan: 7,28
  • Gosens: 7, 19
  • Onana:  6,96
  • Bastoni: 6,93
  • D’Ambrosio: 6,60
  • Barella: 6,57
  • Calhanoglu: 6,21
  • Lautaro: 6,16
  • Gagliardini: 6,04
  • Asllani: 6,01

Ripeto, è una statistica curiosa ma interessante. E’ evidente comunque che non risulti nulla più che indicativa. Se per esempio sul cross di Bastoni Dzeko avesse segnato, Bastoni avrebbe un punteggio molto più alto.

Ma Bastoni non può …aver colpa se Dzeko non ha segnato o se il portiere ha fatto una grande parata.

Luciano Da Vite

130 pensieri riguardo “Segnali moderatamente positivi: Viktoria Plzen – Inter 0-2

  1. Ma Sergio è socialmente utile, a me piacciono i suoi estremismi irrazionali, in qualche modo inducono una catarsi delle emozioni negative che si tramutano in una sorta di caricatura dell’evento negativo… in qualche modo lenisce la sofferenza sportiva proprio grazie all’assurdità dei concetti espressi, grazie Sergio! Con simpatia sincera.

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  2. Il problema Siriano è la tenuta mentale e fisica di troppi giocatori. Vedi cosa succede appena un episodio gira contro: cala il ritmo, si scollano i reparti, la concentrazione sparisce e la paura capovolge la partita in un attimo. Poi sul piano fisico molti non reggono più una certa intensità e la lettura dei movimenti viene stravolta, per questo ci sono praterie per gli avversari che viaggiano il doppio.
    Il tempo passa per tutti, e poi chi è arrivato lo scorso anno aveva problemi e lacune importanti che ha trapiantato progressivamente in squadra. Quelli che c’erano gia comunque non sono assolutamente più gli stessi. Bisogna valutare lucidamente e credo anche io che inzaghi in questo momento sia abbastanza preso dal difendere il suo curriculum: succede quando si viene travolti da un ambiente che ha perso la tua stima. Poi, sono d’accordo con chi dice che la rosa, indebolita, non aiuta il mister

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  3. D’accordo con la prima parte del discorso. Napoli e Milan hanno tuttavia indovinato ben più che due acquisti: segno che la competenza fa ancora la differenza

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  4. Sarà parossismo e sarà funzionale (lo spero) ma guarda che quello che dico è successo nel calcio (e nello sport) tante volte: la spirale negativa può accentuare i limiti ma indurre anche un atteggiamento vulnerabile. Ricordo che nel 1992 (se non erro) stava per succedere, e la squadra non era affatto scarsa

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  5. Beh per molti siamo inferiori a 8 squadre causa mancate spese.
    Non ci si rende conto to che siamo la seconda squadra per monte ingaggi. E non di poco

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  6. Sempre li torniamo: serve scouting. Giuntoli non prende a spalletti naingollan pagandolo una follia. Ma gente meno nota ma in parabola ascendente.
    Inzaghi è modesto ma non è il solo responsabile. Marotta ci ha ucciso confermando Ausilio

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  7. Per me è parossismo funzionale, ma guarda che lo dico davvero in senso positivo, tra tifosi profetizzare il disastro totale in toni più che catastrofici serve da valvola di sfogo. Per me va benissimo, ricordo che a mio modo di vedere il calcio è un gioco, fare il tifoso è un gioco, ed entrambe le cose non sono apetti seri della vita, sono giochi che devono portare sempre, e dico sempre, benessere. Se quendo la mia squadra perde (e in contraddizione con le mie affermazioni mi rattristo o mi infurio), ecco che un buon esercizio di catarsi catastrofica aiuta a dissipare queste energie negative, e il gioco continua. Scusate la filosofia un po’ spiccia ma sincera, non sono un filosofo.

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  8. Tornando a Inzaghi, dalle mie parti c’è un proverbio: “Chi si loda s’imbroda” immagino che qui al Nord sia abbastanza conosciuto, mia mamma me lo recitava sempre quando mi vantavo di qualcosa. Non ho mai inveito contro Inzaghi perché, come scritto in post qui nel blog, lo reputo un professionista che lavora seriamente e si vede super-appassionato al suo lavoro. Ancorché lo consideri un allenatore non da Inter. Ma dopo il suo vanto (sempre che sia vero, io non l’ho sentito con le mie orecchie), mi è veramente caduto sotto le caviglie, come puoi dire in una società come l’Inter che ha vinto di tutto e nelle quale devi solo sentirti onorato e privilegiato di essere parte, di essere apportatore di risanamento economico e trofei? Se sono affermazioni vere, sono affermazioni sciocche che preludono ad una inevitabile rimozione dell’incarico.

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  9. Comunque ieri sono emerse due cose nette: Handa non può più giocare a certi livelli. Reattività e uscite sono ai minimi.
    Asllani ha fatto prestazione in crescendo, considerando anche che non giocava da mesi una partita.
    Entrambi elementi che rafforzano in me la convinzione che gestione del tecnico sia modesta.
    Non so se un cambio di guida possa dare la scossa.
    Ma inzaghi si sta dimostrando presuntuoso: a parole e nei fatti (atteggiamenti tattici slegati da condizione psicofisica della squadra).
    E questo non è mai un bel segnale

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  10. Concordo. Certo che se dei tre centrali il migliore risulta Acerbi, qualche grosso problema lo abbiamo di sicuro … E’ brutto guardare una partita e non avere per nessun tuo giocatore quell’aspettativa che se arrivasse la palla a lui qualcosa “di sicuro” potrebbe succedere . Va beh, il Lunedi’ al lavoro ritorna ad essere piu’ difficile di quello che gia’ e’ :-). Buona Domenica

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  11. Considerazioni condivisibili assolutamente. Però un accento pessimista alla luce delle considerazioni fatte questa volta ci può stare, concedimela :)

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  12. Francamente nella situazione attuale puntare il dito su qualcuno piuttosto che su altri mi sembra anche stucchevole. Questa crisi è figlia di tanti fattori che coinvolgono tutti: proprietà, dirigenza, calciatori e allenatore.
    Per me rimuovere Inzaghi non apporterebbe chissà quali benefici se non nel brevissimo termine. Ci siamo passati tante volte nel turbinio dei cambi allenatori e non è mai andata bene.
    Cerchiamo di portare a casa questa stagione facendo il massimo possibile e poi si vedrà.
    Ma la svolta vera arriverà solo quando Suning avrà ceduto, perché così non si può continuare a meno che le nostre ambizioni non siano da 5° e 6°é posto.

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  13. Concordo con Angelo. Con un dubbio in più: poiché credo che questo gruppo indipendentemente da Inzaghi sia in flessione (negli ultimi due anni ha perso Conte…Hakimi, Eriksen, Perisic e il miglior lukaku (infortuni a parte quello visto sino ad ora sembra…quello del Chelsea) sostituiti da allenatore e giocatori di livello incomparabilmente inferiori e in più c’è un’evidente scadimento di altri giocatori, i casi sono due:
    1. la colpa è tutta di Inzaghi e sostituendolo (magari con Zenga, deki o chivu, perché questo passa il convento) ritroveremo lo squadrone.
    2. nessuno difende Inzaghi ma qualunque altro allenatore (SOPRATTUTTO TRA QUELLI DISPONIBILI A PREZZO DI SALDO) trasformerebbe questo gruppo in uno squadrone.
    Quindi,m, Inzaghi via se non ha in pugno la squadra e speriamo che un nuovo tecnico ci possa far approdare almeno in EL, migliorando un pochino il rendimento.

    Quindi per me Inzaghi ha delle responsabilità, ma non può essere l’unico.

    E’ forse la dirigenza tecnica?

    Si, la dirigenza tecnica (la stessa che ci ha riportato a vincere il campionato la Coppa Italia e la super coppa dopo anni di anonimato) ha delle responsabilità: aver scelto Inzaghi, aver accettato (sembra) i suoi suggerimenti (tipo Correa), aver sopravalutato il gruppo rimasto senza Conte e i giocatori persi, per cui hanno pensato di poter ancora vincere (in parte con due tituli e un secondo posto a due punti lo scorso anno ci sono riusciti) integrando la squadra, non potendo fare acquisti con campioni che per un anno o due avrebebro potuto (ma non è successo) dare ancora quel qualcosa necessario per rivincere.
    Se pensi che la squadra sia finita puoi investire i soldi…che non hai su giovani promesse futuribili, se pensi che tutto si possa ancora giocare, fai scelte diverse.
    Dunque per me è stata sbagliata la valutazione sulle possibilità del gruppo orfano dei citati. Il resto è venuto di conseguenza.

    E’ colpa della proprietà?

    Finché ha potuto la proprietà ha investito, si è indebitata e ci ha portato in alto. Quando non ha più potuto (non solo per colpa sua, ma anche per le norme politiche in vigore nel suo Paese), doveva vendere.

    facile dire doveva vendere, a chi non ci rimette neppure una lira e pretende i sacrifici dagli altri.
    Per la proprietà conta l’Inter e conta anche il non buttare nel… cestino centinaia di milioni.

    Se mi metto nei loro panni non riesco a dar loro torto.

    Tra fare un bagno finanziario e credere a chi sosteneva che la squadra era ancora forte si poteva rattoppare e farla restare competitiva in attesa di un’offerta più consona, hanno scelto la seconda strada. Io credo i9n buona fede (altrimenti sarebbero incapaci, perché vendere una società con la squadra allo sbando certo non conviene al venditore).

    Tra l’altro non sta scritto da nessuna parte che l’eventuale acquirente possa e voglia investire nella squadra centinaia di milioni. Per esempio il nome che si fa attualmente dicono abbia un patrimonio di 1,8 miliardi.

    Io non sono pratico di gestire…queste cifre, ma se avessi 1,8 miliardi e ne investissi 1,2 per comperare una squadra, dubito che poi avrei voglia di investirne altre centinaia sul mercato.

    Oppure assumerei Massara o Giuntoli, che mi porterebbero quasi gratis fior di campioni giovanissimi e fortissimi

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  14. Il quadretto è questo purtroppo Luciano. L’annata è andata possiamo solo provare a testare qualche giovane promessa in ottica futura. In campionato non abbiamo molto da dire: gli altri sembrano viaggiare a velocità doppia. Nelle prime quattro non ci andremo, inutile illuderci più di tanto

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  15. Se testiamo le giovani promesse non entriamo in Europa. neppure in Europa League. Invece bisogno schierare sempre il meglio (è un dovere per i tifosi e per la nostra storia e bisogna fare più punti possibile. Alla fine si faranno i conti

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  16. Ho mandato un post con qualche considerazione sulle giovanili e un report sulla partita dell’U16. Lo so che in tempi grami non importa nulla a nessuno di queste cose, ma a me si e poi è ora di ‘svecchiare’ il post di prima pagina

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  17. Secondo me è impossibile che con un patrimonio di 1,8 compri una squadra di calcio a 1,2.

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  18. Ma questa squadra, con tutti i difetti che può avere, è inferiore ad Atalanta, Udinese, Roma, Lazio ecc?
    Tutte squadre che, per inciso, non mi sembra abbiano investito valanghe di milioni, anzi. Se così fosse, e’ ascrivibile qualche responsabilità in chi fa le scelte?
    Capita di sbagliare e purtroppo i nostri lo hanno fatto, a partire dal sanguinoso rinnovo di Inzaghi che aveva già contratto per questa stagione.
    Occorre prenderne atto e ripartire. In serie A con competenza si può fare bene con pochi soldi perché tanti li mette solo la gobba. Le altre si arrangiano con fatturati che sono meno della metà del nostro.
    Troppo spesso si dimentica questo fatto

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  19. Non mi risulta che Atalanta, udinese, Roma Lazio abbiano vinto nulla negli ultimi tre anni. Noi si abbiamo vinto e ottenuto risultati importanti. Siamo stati costruiti spendendo soldi per arrivare a vincere e ci siamo riusciti. Quando abbiamo dovuto cedere i migliori abbiamo avuto una flessione importante e non avevamo soldi per i rimpiazzi necessari. probabilmente sarebbe bastato rinnovare Perisic, cedere Correa, vendere Skriniar e ricavare i soldi per Bremer e Dybala e ancora oggi saremmo competitivi. Dunque a posteriori qualche errore è stato fatto. ma parlare dopo è facilissimo. In tempi di mercato la ventilata cessione di Skriniar ha scatenato il finimondo.
    Però qui c’è gente che è invidiosa del curriculum recente di Atalanta, Udinese , Lazio e Roma (la quale per altro ha fatto un mercato sontuoso negli ultimi due anni, su imput di Mou).
    Roma e Lazio inoltre non hanno mai dovuto cedere i loro uomini migliori e sono migliorate pure come allenatore

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  20. Luciano, senza polemica, ma se io posso allocare 150 mn di stipendi e altre 100 (o meno), nel momento in cui raggiungono o superano il nostro livello, si può sostenere che errori siano stati commessi?
    Altrimenti dovremmo sperare che ci compri de laurentiis che, come noto, tiene bilancio Napoli in attivo (cioè costi minori di ricavi, peraltro infinitamente minori dei nostri)? Non è solo saldo di mercato a contare ma soprattutto monte stipendi.
    Io parlo della situazione attuale: purtroppo non abbiamo alle spalle 6 scudetti e coppe varie ma uno solo come il bilan che perde a zero 3 titolari venendo deriso dai più.
    Suning non sarà Agnelli ma capperi, ci vogliamo mettere al livello delle squadre citate? Se fosse cosi, scelte errate ci sarebbero state e andrebbero cambiate. Ripeto, capita di sbagliare.
    Dire che siamo questi (veramente penosi) solo per colpa di Suning che non spende mi sembra semplicistico e riduttivo

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  21. Alternativa è credere che più di così, con questi soldi (più del 90% seria A) non si può fare e accettare un felice declino attribuendo responsabilità ad altri. Spero ns staff tecnico-dirigenziale non faccia questo errore.
    Non si sta parlando di competere in CL ma nella A del 2022 con tutti i problemi finanziari che questa lega ha da anni

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  22. Ma noi non abbiamo più soldi di Udinese e Atalanta. bensì più debiti. E i debiti sono stati fatti per vincere. poi per fattori esterni non è stato più possibile continuare. Come si fa a non capire che Udinese Atalanta e anche Napoli quando devono fare mercato avranno anche pochi soldi, ma noi DOBBIAMO GUADAGNARCI, dal mercato. E somme ingenti.

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  23. Sì ma non si può sempre tirare fuori la questione del monte ingaggi. Gli ingaggi alti ce li trasciniamo da 4 anni, quando con l’arrivo di Conte la società fece sforzi enormi sul mercato. E’ chiaro che se poi quei giocatori vuoi tenerli e non perderli a zero devi rinnovarli al rialzo.
    Altrimenti si arriva alla situazione di Skriniar, che probabilmente andrà via a scadenza, o di Perisic l’anno scorso.
    Il problema è che adesso non abbiamo più i soldi per rinnovare a certe cifre ma non ne abbiamo più nemmeno per andare a prendere un De Kateleare a 32 milioni.
    Anzi, possiamo spendere al massi mo 10 milioni e pure rateizzati.
    Certo ci sono stati degli errori. Correa è sicuramente il maggiore di essi, ma si è voluto accontentare l’allenatore appena arrivato che si era visto cedere il miglior giocatore della rosa.
    Il problema vero è che oggi abbiamo una proprietà che non può immettere un ero nell’Inter. E per mantenerci a questi livelli dobbiamo fare i salti mortali sul mercato e sul piano contabile.
    Se Suning non cede rischiamo di tornare ia tempi di Tohir in un attimo.
    ps. Magari è ancora presto, ma se avessimo speso noi 32 milioni per un giocatore amorfo come De Kateleare sarebbero già partite le critiche da tutti i media.

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  24. Io non voglio difendere Suning, ci mancherebbe, ma trovo fuorviante ricondurre, in Italia (non in Europa, sia chiaro), ns situazione solo a loro.
    Peraltro Marotta e Inzaghi sono partiti parlando di lotta scudetto e quasi tutti si concordava.
    Ora saremmo invece dove dobbiamo essere perché non abbiamo rinnovato causa vincoli cinesi? Qualcosa non torna.
    Angelo, si stipendi sono importanti, voce di gran lunga maggiore in una squadra di calcio. Marotta ha scelto strada rinnovi (in aunento) perché convinto di continuare a vincere. O ha sbagliato lui sopravvalitando calciatori o tecnico non è in grado di far rendere squadra in linea con potenzialità.
    Dire che non ha sbagliato né lui né tecnico perché è tutta colpa di Suning mi sembra troppo semplice. Così come è troppo semplice guardare a solo saldo mercato.
    Transfmarket riporta i saldi mercato (per flussi): milan -35, inter -30, Napoli +12, Roma +41.
    Poi ognuno può sparare cifre che vuole ma questa fonte è tra le più affidabili in materia

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  25. Come si fa a non capire che se io alloco tutto capitale in stipendi ho meno spazio per ammortamenti?
    Mentre se altri (milan incluso) non danno 20 mn a Donnarumma e kessie possono spendere di più su mercato?
    Sono scelte opposte i cui risultati dipendono da bravura staff tecnico-dirigenziale.
    Non stiamo competenza con psg….

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