Una partita, tante conferme. Non tutte positive: Inter – Napoli 1-0

Foto: Lautaro Martinez, ancora una volta autore di una prestazione straordinaria, esulta dopo la rete che decide la finale di Supercoppa.

Una squadra con tutti gli uomini migliori in campo (tranne Bastoni) ne affrontava un’altra che in campionato ha 20 punti di ritardo dopo un solo girone e che mancava di alcuni dei suoi uomini migliori: Osimhen, Zielinski, Mario Rui, Anguissa, Meret.

Non solo, se leggiamo la loro formazione notiamo che erano presenti ben due ‘scarti’ dell’Inter: uno (Juan Jesus) allontanatosi anni fa con… grande soddisfazione dei tifosi; l’altro (Zerbin) lasciato libero dopo qualche stagione di settore giovanile e arrivato a Napoli dopo un lungo girovagare nelle serie minori.

Se andiamo a guardare la loro formazione iniziale, solo tre uomini si elevavano nettamente sopra la media: Di Lorenzo, Kvara, Lobotka.

Nessuno degli altri poteva reggere, sulla carta, il confronto con gli omologhi titolari in nerazzurro, in molti casi neppure con le riserve.

Ma non solo: anche l’allenatore del Napoli veniva da una lunga e infruttuosa esperienza con noi al termine della quale il ‘divorzio’ era stato salutato da tutti come una vera liberazione.

Si può dire che non ci fosse tifoso che non lo avesse considerato un incompetente, incapace di far giocare la squadra, difensivista accanito e perciò deplorevole.

Aveva tra le mani un gruppo modestissimo, che non avrebbe fatto bene neppure con i successori, ma questo non lo considerava nessuno: chi ne ha voglia si vada a vedere su transfermarkt i nomi dei componenti la rosa della stagione 14-15…

Non è affatto mia intenzione rivalutare Mazzarri, che certamente non è allenatore da squadra che nutra ambizioni prestigiose, ma bisogna riconoscere che, sebbene avesse un gruppo modesto, per il solo fatto di essere un ‘difensivista’ veniva accusato di colpe che andavano oltre i suoi limiti.

In realtà, come si è visto anche questa sera, è un allenatore piuttosto bravo nell’ottenere il massimo possibile da una squadra modesta.

Il confronto fra il modo in cui ha preparato la partita lui e come l’ha preparata, per esempio il celebratissimo (e bravo, comunque, più di lui, in assoluto) Sarri chiarisce come il primo sia più concreto e realista.

E arriviamo così alla prima conferma non positiva che la partita ha offerto, sempre a mio personalissimo parere.

L’Inter soffre le squadre che fanno densità dietro, chiudono le linee di passaggio centralmente, costringono la squadra ad andare per linee esterne, con il rischio di perdere palla e subire ripartenze sanguinose, se qualche giocatore è fuori posizione e se l’avversario ha gamba e, come Kvara, dribbling e fantasia.

Vero che comunque loro hanno fatto un solo significativo tiro in porta (la bella parata di Sommer su Kvara) ma immaginate se a orchestrare le ripartenze e a inserirsi ci fossero stati anche Zielinski e Anguissa e a concluderle Osimhen…

E comunque è altrettanto vero che, per esempio rispetto alla partita con la Lazio e all’ultima col Monza abbiamo creato pochissime occasioni da rete e mai nitide e ‘pulite’.

Quindi la prima conferma è questa: una squadra tecnicamente inferiore può ridurre se non annullare le differenze se sta corta, compatta nella propria metà campo e ha attaccanti che negli spazi possono vincere i duelli individuali.

Intendiamoci, Mazzarri con i suoi limiti non è un pivello. Sapeva benissimo che non era possibile resistere 95 minuti arroccandosi nella propria area e infatti nel primo tempo soprattutto ha provato, sempre tenendo la squadra corta e fitta in mezzo, a pressare relativamente alto,  cercando comunque di impedire ai nostri la possibilità di verticalizzazioni letali dovute alle loro ‘scoperture’ difensive.

Quindi, a questo proposito, possiamo dire che due sono state le conferme: non solo il gioco di rimessa è utile e funzionale per chi è inferiore, ma anche che noi soffriamo particolarmente questo atteggiamento tattico.

Il motivo lo abbiamo raccontato più volte (sempre da un punto di vista soggettivo, naturalmente): la carenza, quasi… indispensabile se scegli questo sistema di gioco, di uomini di agilità e inventiva.

Ragionando in questo modo, tra l’altro, si capisce anche il motivo per cui, non avendo soldi ci siamo  portato a casa un giocatore come Sanchez, che è quasi un ex giocatore, ma è anche uno dei pochi che almeno in teoria può inventare la rifinitura.

In meno di 500 minuti giocati Alexis ha segnato due gol decisivi in CL e ha dato la palla a Pavard da cui è venuto l’assist per il gol di Lautaro.

Basta questo per considerare positivo il ritorno del cileno? No, sicuramente, ma chiarisce il motivo per cui, esaurito il tesoretto che… non avevamo, si è scelto di andare su un uomo con queste caratteristiche.

Un giocatore che non ha più le qualità per partire dall’inizio, ma che nelle situazioni di difficoltà, almeno nelle speranze di tutti, può sempre trovare la giocata estemporanea e risolutiva.

Ma la nostra difficoltà nell’affrontare difese compatte e fitte, se non riusciamo a sbloccare la partita in fretta, non è la sola conferma non positiva di questa gara: l’altra è che quando dobbiamo giocare gare ravvicinate la qualità della nostra prestazione scade.

Contro il Napoli abbiamo visto per esempio una quantità di errori tecnici anche da parte di giocatori dai quali non te li aspetteresti, non paragonabile a quelli visti contro la Lazio.

Ancora una volta può aver giocato la maggior chiusura degli spazi, derivante dal più cauto atteggiamento tattico avversario, ma a mio parere questa spiegazione è necessaria ma non sufficiente: infatti abbiamo visto errori di misura e di precisione, soprattutto nel servire l’ultima palla, che non possono trovare quella spiegazione.

Personalmente, non voglio convincere nessuno, ma propendo per la conseguenza di uno stile di gioco molto dispendioso, prima di tutto mentalmente e sul piano della concentrazione.

E’ vero che il Napoli aveva riposato un giorno in più e non è poco, ma è anche vero che i partenopei contro la Viola avevano trovato subito il vantaggio, poi lo avevano difeso e avevano di nuovo colpito in ripartenza quando la spinta dei gigliati (col rigore fallito e il gol annullato) si era esaurita e appunto gli avversari si erano disuniti.

In sostanza, a mio parere i partenopei avevano riposato un giorno in più e speso meno nell’ultima partita disputata.

Così il Napoli contro di noi ha giocato al di sopra delle sue possibilità attuali, soprattutto considerando le assenze citate; noi al di sotto delle nostre teoriche, astratte capacità.

E siccome da qui alla fine avremo tante altre situazioni di questo tipo e la stanchezza (dunque la mancanza di lucidità) è destinata a crescere, questa conferma non è una bella notizia.

Naturalmente accanto alle conferme negative o comunque preoccupanti ce ne sono state anche di positive che ci autorizzano a sperare in un finale di stagione ancora all’altezza delle nostre aspettative o dei nostri… desideri.

Prima di tutto la conferma della solidità del gruppo: non si disputano due finali di coppa, in pratica, per di più ravvicinate, contro squadre forti come Lazio e Napoli, concedendo in quasi 200 minuti un solo tiro in porta alle rivali, se non c’è una solidità che non è solo legata al valore individuale, alla disposizione tattica, ma anche e soprattutto allo spirito di squadra, alla disponibilità al sacrificio, all’aiuto reciproco.

Questa è la base di ogni successo, non sufficiente, come è ovvio, ma imprescindibile.

Tatticamente va riconosciuto questa volta che Mazzarri se l’è giocata molto bene, anche se da qualche parte ho letto giornali che parlano di catenaccio anni 70′.

Cosa che francamente non ho visto, se non nei minuti finali dopo che erano rimasti in dieci.

Col suo 3421 il loro mister ha sicuramente infoltito la verticale centrale del campo (8 giocatori agivano principalmente in quella zona).

Ciò ha costretto l’Inter a cercare soprattutto la manovra sugli esterni, ma la posizione di Politano e Kvara permetteva a uno di loro di limitare Calhanoglu in fase di possesso nostro e nello stesso tempo, con un breve ‘scivolamento’ di raddoppiare, soprattutto sulla nostra fascia sinistra, dove attaccavamo di più ma in parte scontavamo l’assenza di Bastoni: il pur bravo Acerbi non ha certamente il piede del ‘Basto’ né la consuetudine a giocare a due con Dimarco.

Sull’altra fascia la posizione leggermente accentrata di Kvara costringeva Darmian a restare più in zona perché sugli spostamenti del Cholito si apriva un buco al centro nel quale l’esterno poteva infilarsi pericolosamente.

Infatti il sacrificio di Darmian ha permesso, se ben ricordo, a un eccellente Pavard di completare due diagonali efficacissime, su azioni potenzialmente  molto pericolose  dell’attacco avversario.

La …contropartita è consistita nel fatto che sulla destra abbiamo spinto meno del solito e la minor ampiezza della nostra manovra ha favorito la loro densità difensiva, grazie alla quale anche giocatori che fenomeni non sono, come JJ e lo stesso Rrahmani sono riusciti a ben figurare.

In mezzo al campo Lobotka, secondo me ha disputato davvero un grandissimo match, distinguendosi sia in fase di tamponamento sia nel riorganizzare le ripartenze e qualche volta addirittura nel guidarle.

I nostri però non si sono mai disuniti e hanno continuato con pazienza a cercare la soluzione.

Dunque solidità e consapevolezza della propria forza, ma anche conferma della qualità superiore di alcuni giocatori, nel giorno in cui soprattutto Barella e Calha mi sono sembrati meno lucidi del solito e in parte anche Dimarco: questi giocatori hanno sbagliato appoggi o cross, che sono agevolmente nelle loro corde e anche lo stesso Thuram in un paio di occasioni ha vanificato azioni interessantissime facendosi ‘beccare’ in fuori gioco.

Al loro top, che è elevatissimo, mi sono apparsi Pavard, e i sempiterni Miki e Lautaro, ma anche i difensori non hanno avuto sbavature.

Tra i subentrati mi è parso che Frattesi abbia confermato che con lui il centrocampo prende dinamismo e verticalizzazione, ma perda qualcosa nella costruzione del gioco.

Carlos Augusto fa sempre il suo, ma mi aspetto ancora di vedere qualche giocata più importante, come ne faceva spesso col Monza.

Arnautovic e Sanchez hanno giocato un quarto d’ora, recupero compreso, ma questa volta mi è sembrato che in un lasso di tempo così ridotto qualcosa di buono abbiano lasciato intravedere.

Infine Bisseck è chiaramente ingiudicabile ma ha dato l’impressione (semplice impressione ovvio) di poter essere un valore aggiunto per la forza e la disinvoltura mostrate.

Insomma c’è stata anche la conferma che, se non è vero che abbiamo due squadre, qualche buona soluzione alternativa in effetti la possediamo.

Solo per alcuni ruoli, per altro determinanti, non sono previste allo stato alternative valide: Lautaro, Calhanoglu e Miki, in parte anche Dimarco, non hanno sostituiti ancora considerati all’altezza, ma obiettivamente è  difficile trovare… controfigure attendibili per simili campioni.

Un’altra conferma positiva è la crescita di esperienza e consapevolezza del nostro mister.

Inzaghi spesso accusato di essere monocorde e prevedibile, di non saper ‘inventare’ nulla, di non saper cambiare modulo in corso di gara, ha dimostrato, quando il Napoli è rimasto in 10, di saper cogliere l’occasione passando dal tradizionale 352 a un inconsueto 4312.

Scelta che in apparenza poteva sembrare discutibile: un difensore in più (4 anziché 3) quando l’avversario aveva un uomo in meno e noi dovevamo spingere per vincere.

Naturalmente non è stato così, perché di fatto in campo si è visto un 2332 con le due punte, il trequartista (Sanchez) due ali (Pavard e Carlos) 3 centrocampisti di cui uno incursore che spesso si aggiungeva alle punte (Frattesi) e due soli difensori.

Di fatto aveva tolto un centrale per inserire un trequartista, gli altri erano tutti cambi tra omologhi, ma in più aveva liberato Pavard al posto dello stanco Darmian che per i crampi non poteva più spingere.

E il gol è venuto proprio da questi cambiamenti, perché Sanchez ha conquistato una palla (!) e servito subito in profondità Pavard, il quale anziché crossare, magari addosso a un difensore,  come un qualunque terzinaccio, pescava splendidamente Lauti al centro dell’area e il Toro non sbagliava.

Non abbiamo la ricchezza di dati statistici a cui attingere, che caratterizzano le partite di campionato, ma quei pochi di cui disponiamo bastano per fotografare la situazione.

La partita l’ha fatta l’Inter e il Napoli è stato molto bravo a imbrigliarci.

Ventidue tiri verso la porta a sei e sei tiri nello specchio della porta a uno, oltre al possesso palla (65 a 35) la dicono linga in proposito.

Ma dicono anche un’altra cosa: parlano di una squadra generosa ma stanca e poco lucida.

Quando l’Inter ha un grande possesso palla e stenta sia a segnare che a trovare la porta significa che è in qualche difficoltà.

Quando è lucida e spietata spreca meno calcio indubbiamente.

Tra l’altro non abbiamo i dati sulla percentuale di passaggi riusciti, ma sono certo che rispetto alla gara con la Lazio questo valore si è molto abbassato e ciò spiega anche perché la finalizzazione non è stata così efficace.

Troppe volte l’ultimo passaggio non è andato a buon fine e chi andava al tiro lo ha fatto in situazioni non ‘limpide’.

Che conclusioni si possono trarre da questa disamina, ammesso che abbia un qualche fondamento di verità?

Mi dispiace dirlo, vorrei essere convintamente molto più ottimista, ma fatico a credere a una marcia di avvicinamento ‘trionfale’ al fine stagione.

Abbiamo un ottimo allenatore, un gruppo molto forte e coeso, questo sì.

Quando abbiamo la possibilità di riposare tra un impegno e l’altro e di preparare con cura la partita successiva la condizione psicofisica è ancora brillante (Lazio e Monza lo testimoniano) ma la curva delle prestazioni probabilmente non è più in salita e i grandi impegni ravvicinati incombono pericolosamente.

Avremo bisogno di tutti e, sperando che i giocatori più decisivi non abbiano flessioni, sarà necessario che alcune seconde linee facciano il salto di qualità definitivo (Asllani, Bisseck, Buchanan, lo stesso Carlos) e che Arna e Sanchez si esprimano costantemente su livelli importanti.

Non sarà facile, ma siamo l’Inter, abbiamo un gruppo di grande tempra ed esperienza, un patrimonio di tifosi ineguagliabile.

Dobbiamo provarci e faremo di tutto per riuscirci.

Pagelle

Sommer:

in due partite (una semifinale e una finale di coppa!) deve parare un solo tiro. Lo fa con reattività, per altro. Per il resto gestione in tutta sicurezza.

6.5

Pavard:

prestazione di grande spessore tecnico, in entrambe le fasi. Spesso va a chiudere su Kvara che si accentra, con Darmian che arretra sulla destra, altre volte si esibisce in diagonali salvifiche. Quando avanza mostra classe e lucidità. Prima manda al tiro Thuram, che non concretizza, poi l’assist che vale… una coppa per Lautaro.

7

de Vrij:

Controlla abbastanza agevolmente il suo diretto avversario, Simeone. Su una ripartenza del Napoli deve uscire ad affrontare nell’uno contro uno Kvara e riesce a stopparne il tentativo di penetrazione. Nella ripresa, dopo una decina di minuti si prende un giallo per bloccare una ripartenza del Cholito. Manca mezz’ora e l’Inter deve vincere: fuori l’olandese, Acerbi in mezzo e Carlos braccetto di sinistra per spingere più di Acerbi.

6.5

Carlos Augusto:

braccetto di sinistra, si sovrappone a Dima nella spinta e in fase di non possesso controlla la fascia con decisione.

6+.

Acerbi:

è il solito leone, che sbrana chi passa dalle sue parti. Deve aiutare su Simeone, ma soprattutto buttare un occhio su Politano, che tende a rientrare. Avevo qualche timore, per la differenza di passo tra i due, ma in pratica Politano viene annullato. Spinge con determinazione e orgoglio anche se non è… Bastoni

6.5

Darmian:

preferito a Dumfries e a Buchanan probabilmente per la necessità di avere su quella fascia un marcatore che si prenda cura anche di Kvara. Spinge meno del solito (mi sembra tra l’altro che Mazzocchi abbia più progressione di lui) ma svolge un lavoro oscuro e importante.

6

Barella:

solita grande mole di lavoro, questa volta però con meno lucidità del consueto, visto che sbaglia qualche appoggio importante con errori di misura non da lui. Gli tolgo mezzo punto per l’ammonizione anche se so che Barella è Barella proprio perché ha una vis pugnandi difficile da controllare.

6

Frattesi:

anche per lui una mezz’ora abbondante nella quale mostra le sue doti di incursore difficilmente contenibile. Non gli capita la palla buona, ma la cerca con grande tenacia.

6

Calhanoglu:

Come già contro la Lazio sembra più nervoso del solito, troppo impulsivo in alcune occasioni in cui commette falli forse evitabili. Lavora tanto e quasi sempre con qualità anche se in questa occasione qualche errorino lo commette. Tenta il tiro da fuori, ma manca di poco il bersaglio.

6

Mkhitaryan:

sempre tanta, tantissima roba. Qualità e quantità. Tecnica, intelligenza e gamba. Irrinunciabile come pochi altri in questa squadra.

7

Dimarco:

appartiene al gruppetto di quelli che, pur facendo sempre il loro con qualità e generosità, mostrano qualche segno di stanchezza, di minor lucidità. La sua spinta è comunque sempre importante.

6

Arnautovic:

una quindicina di minuti sono pochi per esprimere una valutazione, ma siccome mi è sembrato più vivace e attivo del solito, gli dò una sufficienza.

6

Thuram:

ancora una grande prestazione sul piano della corsa, dell’impegno e dell’aiuto alla squadra. Impreciso in qualche occasione sotto porta e soprattuto due volte si fa pescare in fuori gioco vanificando azioni offensive pericolosissime (in una caso Lauti aveva concluso in gol, poi annullato). Comprensibile, sta correndo come un dannato da agosto.

6.5

Sanchez:

anche per lui pochi minuti, ma questa volta riesce a sfruttarli e ad essere decisivo. 

6.5 di incoraggiamento

Lautaro:

sfiora più volte il vantaggio, si vede annullare una rete per fuorigioco di Thuram in partenza, si esibisce anche in un bell’assist per Miki e per tutta la partita trascina i compagni con l’esempio. Il gol è il giusto premio per un’altra prestazione super.

8

Bisseck:

chiaro che 2 minuti non consentono un voto. Eppure le due tre palle che ha giocato hanno dato un’impressione di solidità e personalità.

s.v.

All. Inzaghi:

si conferma re di Coppe. In una partita che ha presentato più difficoltà del previsto, perché Mazzarri con una squadra inferiore anche se più fresca ha saputo trovare a livello tattico le giuste contrarie, il nostro mister, aiutato per la verità  dall’espulsione del Cholito, è riuscito comunque a portare a casa l’ennesimo titulo.

E scusate se è poco…

7

Luciano Da Vite

59 pensieri riguardo “Una partita, tante conferme. Non tutte positive: Inter – Napoli 1-0

  1. Non siamo stati perfetti. Non siamo stati eccezionali.
    Abbiamo meritato. Abbiamo vinto. Abbiamo un trofeo.

    Per oggi, godiamoci la vittoria.

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  2. Io credo che gli episodi indirizzino i match e i relativi giudizi molto più di quanto si pensi.
    Con la lazio passi in vantaggio presto e hai più spazi.
    Con Napoli Dima tira a 3 cm dal palo, Thuram salta portiere ma dalla parte sbagliata, Toro incorna fuori da ottima posizione e Micky calcia fuori dai 16 metri. Basta un solo gol tra questi, nei primi 30 minuti, e probabilmente il Napoli, aprendosi, avrebbe fatto la fine della,Lazio, se non peggio.
    Se Mazzarri con il suo gioco ha fatto una carriera nettamente inferiore a Sarri un motivo ci sarà: molto più facile distruggere che costruire. Ma solo distruggendo non vai lontano.
    Detto questo ritengo che un colpitore di testa in grado di capitalizzare cross possa essere utile. Con squadre chiuse, senza dribblatori, potremmo mettere 20 cross a tempo. Non lo facciamo perché punte non hanno queste caratteristiche. Potrebbe averle Arnautovic ma mi sembra che anche lui tenda a girare per il campo e salti pochino.

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  3. Non c’è nulla da fare: la lettura del calcio che diamo Roberto ed io è sempre diametralmente opposta, su tutto.

    Questo è il bello del calcio che, non essendo una scienza, consente un larghissimo ventaglio di opinioni.

    Prendiamo il discorso sul rapporto tra episodi, risultato e giudizi.

    Io penso esattamente il contrario di quanto afferma lui.

    Se con la Lazio passi in vantaggio presto, non è un caso o una volontà divina: o è perché hai costruito meglio l’azione, oppure perché sei stato più lucido in fase conclusiva, oppure ancora perché l’opposizione degli avversari è stata meno efficace.

    Con il Napoli falliamo di poco 4 palle gol nei primi 30′ se no tutto cambierebbe.

    Già, ma perché abbiamo sbagliato ben 4 palle gol?

    O perché non erano poi palle gol così pulite, o perché siamo stati meno lucidi o perché in qualche modo il Napoli non ci ha consentito di andare alla risoluzione in tutta tranquillità.

    L’altra spiegazione è…la sfiga.

    Io vedo che quando noi giochiamo bene facciamo 3 gol con 5 tiri in porta, quando dobbiamo tirare in porta 25 volte per sperare in un misero gol è perché siamo confusi nella manovra, manchiamo di lucidità e precisione.

    Naturalmente non c’è solo questo: posso sbagliare (la mia valutazione è a mente e ‘impressionistica’) ma a me è parso che contro il Napoli noi si sia stati a prescindere dai gol molto più spesso protagonisti di errori tecnici che contro la Lazio non si sono visti.

    E questo da parte di giocatori di assoluta qualità.

    Anche qui, sempre che la mia ‘osservazione’ sia vera, non può essersi trattato di un caso, della sorte avversa.

    Può essere stato perché eravamo più stanchi, meno lucidi anche mentalmente.

    Può essere stato perché il Napoli stringendo gli spazi e le linee di passaggio ci costringeva all’errore.

    Possono essere state entrambe le cose.

    Anche se l’errore nella misura del passaggio all’uomo che si stava liberando in area (situazione verificatasi più di una volta), non può essere dovuta alla chiusura degli spazi.

    Di Ma tira fuori di poco, ma se avesse segnato sarebbe stata una prodezza incredibile, non è stato un gol sbagliato.
    Thuram salta il portiere dall’unica parte in cui, vista la dinamica dell’azione, poteva saltarlo e così consente il recupero di un difensore. Il Toro si avvita su una palla molle, batte l’avversario nello stacco e indirizza come può verso la porta.
    Infine quando calci da fuori area, con tanta gente davanti, capita anche che…non fai gol.

    Ma più in generale io vedo che quando dobbiamo attaccare difese chiuse facciamo pià fatica, perché è una situazione meno agevole di norma e perché noi la soffriamo in particolare.

    Poi vedo che la soffriamo di più se siamo un po’ stanchi, anche solo mentalmente, meno lucidi.

    Del resto lo riconosce anche Roberto:
    “Basta un solo gol tra questi, nei primi 30 minuti, e probabilmente il Napoli, aprendosi, avrebbe fatto la fine della,Lazio, se non peggio.”

    Dunque se una squadra è inferiore, chiudendosi ha dei vantaggi, rispetto ad accettare la sfida in campo aperto

    Dal mio punto di vista, Roberto e tutti i consapevoli e inconsapevoli seguaci del sacchismo, compie un falso (in senso buono) dialettico a livello di definizione quando dice che ‘è più facile distruggere che costruire’.

    Così surrettiziamente si lascia intendere che uno vuole solo costruire, l’altro solo distruggere.

    Oggi non c’è nessuno che vuole solo distruggere (e nemmeno il contrario per fortuna).

    C’è chi, essendo più debole, sa che se vuole costruire deve prima distruggere, perché se non distruggi costruiscono solo gli altri.

    Allora chiude le linee di passaggio e quando conquista palla cerca SEMPRE di ripartire con le armi di cui dispone.

    Il problema non è se è meglio questo o meglio quello: certo che in assoluto è meglio avere Iniesta e Xavi che lavorano, Messi, Eto’o e Mbappé che attaccano e vengono sollecitati con continuità.

    Ma non tutti ce li hanno e allora bisogna ottenere il meglio da quelli di cui disponi.
    E allora il meglio può anche essere difesa e ripartenza, che è tutt’altro che distruggere e basta.

    Il discorso su Mazzarri e Sarri.

    L’ho detto anche nel post che Sarri è meglio di Mazzarri: non è una grande scoperta.

    Se dovessi scegliere uno per allenare l’Inter, sceglierei tutta la vita Sarri.

    Se dovessi scegliere per la Salernitana, ci penserei. Perché Sarri probabilmente è più completo, ma Mazzarri è comunque un grande uomo di calcio, più esperto in certe situazioni, forse più concreto.

    Sull’ultima considerazione invece sono parzialmente d’accordo.

    Nè Thuram né il Toro, per motivi diversi, pur essendo bravissimi anche in quello, sono vere e proprie torri di centro area.

    Se aggiungiamo che i centrocampisti sono tutti e tre bassini (solo Frattesi si fa valere anche di testa) e che Di Ma non è certo un colosso, il problema si pone.

    Spesso infatti quando giocano Dumfries e Carlos (lo faceva molto di più col Monza) vanno a posizionarsi come attaccante aggiunto.

    Arnautovic in teoria dovrebbe essere l’uomo per giocare come alternativa sui cross alti, ma fino ad ora comprensibilmente e per vari motivi questa carta non ha avuto successo.

    Io però se dovessi scegliere un attaccante non sceglierei un pivot d’area, da affiancare a Lauti Thuram e Arna, ma un fantasista che salti l’uomo: se ‘chiami fuori’ un difensore perché hai saltato l’uomo, puoi scegliere se mettere la palla bassa direttamente sulla punta (vedi assist di Pavard e gol di Lauti) o puoi metterla all’indietro per chi si inserisce.

    Ma puoi anche metterla sulla testa di Lauti o Thuram o Dumfries o Carlos che in questo caso se nella dinamica dell’azione, che è cosa diversa dall’area intasata, guadagnano un metro sul marcatore, possono essere esiziali anche di testa.

    Adesso arriva Buchanan, che dovrebbe essere uno abbastanza portato nell’esercizio di creare superiorità numerica. Staremo a vedere.

    Una squadra è sempre un meccanismo perfetto in cui tutti gli ingranaggi hanno un compito preciso.

    Se metti uno con caratteristiche che non avevi perdi uno con caratteristiche che il nuovo non ha.

    Per questo a meno che il nuovo arrivato non sia Pelè bisogna lavorare molto per inserirlo sfruttandone le doti senza pagare per le sue eventuali mancanze

    I

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  4. Rimetto qua sotto l’analisi di Ultimo Uomo che, come sempre, non è mai banale e non si appiattisce sui luoghi comuni dei commentatori del mainstrean che padroneggiano scarsamente la materia calcistica e/o, peggio, commentano per manipolare l’opinione pubblica in modo non onesto.
    https://www.ultimouomo.com/analisi-tattica-napoli-inter-0-1-vittoria-supercoppa-italiana-stato-di-grazia/
    Riporto un estratto dell’articolo che personalemente sottoscrivo in pieno:
    “Anche in una serata in cui la precisione delle giocate nell’ultimo terzo di campo non è stata certo eccelsa, l’Inter ha dimostrato di avere un possesso indecifrabile per quasi tutte le sue avversarie in Serie A. I suoi fraseggi e i suoi movimenti senza palla riescono anche a compensare anche una mancanza di creatività individuale in alcune zone di campo.”

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  5. Ovviamente in alcuni passaggi ho semplificato altrimenti servirebbe un libro ogni volta. Chiaro che uno non distrugge e basta però penso sia abbastanza lapalissiano – alcmeno ai miei occhi – che ci siano tecnici più propensi alla distruzione, la cui carriera non a caso oscilla tra la Salernitana e la Sampodria di mezza classifica, ed altri “più completi”. La controprova non l’avremo mai, ma onestamente non credo proprio Mazzarri (lui per citarne uno) alla guida di QUESTA Inter sarebbe in grado di proprorre il nostro attuale gioco.

    Non sono Sacchiano, per niente. Le mie critiche ad Inzaghi sono sempre state concentrate su un punto, ossia quello di fare fatica a leggere i momenti (sia in partita sia in stagione) proponendo un approccio monotematico che è quello professato da Sacchi: imporre il proprio credo, sempre e comunque. Questo è stato, per me, un punto dolente su cui il tecnico mi sembra sia migliorato, si veda la maggior cura della fase difensiva in alcuni frangenti di match che gli anni passati avremmo perso per insistere con una certa impostazione. Ma proprio perchè non mi considero integralista, non apprezzo nemmeno il calcio costantemente votato alla distruzione, soprattutto se praticato da chi possiede i mezzi tecnico-fisici per proporre qualcosa di diverso. Anche se so che in Italia questo approccio tende ad essere spesso redditizio.
    Ma, riprendendo dal post precedente, mi domando come mai se si è certi tale sia meno dispendioso e più efficace non si è deciso di praticarlo, anche cercando intepreti adatti.
    Mi piacerebbe avere un tuo parere in merito

    “Quando noi giochiamo bene facciamo 3 gol con 5 tiri in porta, quando dobbiamo tirare in porta 25 volte per sperare in un misero gol è perché siamo confusi nella manovra”.
    Questa cosa, invece, proprio non la capisco: se tiri 25 volte in porta, di cui magari 7/8 nitidamente ma non segni o segni una sola volta, per me hai fatto il tuo dovere. Poi per dire se si è giocato bene occorre guardare anche il resto ma dire a priori si sia giocato male perchè confusi….boh, non lo capisco.
    Se tiri solo 5 volte, ma magari fai 3 gol, hai fatto meno salvo che la matematica non sia un’opinione. E, di nuovo, dire che si è giocato bene non lo capisco.
    Con Udinese, per fare un esempio, match bloccato fino al 40esimo, poi segnamo su rigore e nel giro di 5 minuti chiudiamo il match. Abbiamo giocato meglio che contro il Napoli perchè abbiamo concretizzato di più? Fino al gol, nato da un episodio (rigore), direi la stessa partita, sostanzialmente controllata ma senza aver segnato, condita da qualche errore di mira. Con la Salernitana: errori incredibili poi aperto il tappo abbiamo dilagato. Errori incredibili sottoporta non credo figli di confusione ma di una serie di fattori tra cui anche il caso.
    Poi è giusto ognuno abbia le proprie opinioni, ci mancherebbe.

    Contro una squadra chiusa si sa che facciamo più fatica per i noti motivi: mancaza di dribblatori individuali e mancanza di una torre.
    Anche a me, su questo concordo, una torre un po’ vecchio stile non piace ma in panchina un giocatore così lo vorrei avere per avere un’altra soluzione contro i bunker che spesso avversari proprongono contro di noi. Poter contare su una soluzione differente aiuta sempre, sopratutto in competizioni stagionali come un campionato.

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  6. Io la finale l’ho vista così, un po’ al contrario di come è stata commentata dagli espertoni ufficiali di Canale 5.
    Buonissimo primo tempo in cui abbiamo messo sotto il Napoli uscite palla al piede dalla difesa da manuale del calcio, con riaggressioni efficacissime alte, con un controllo quasi perfetto del gioco. Il Napoli praticamente non è mai riuscito ad imbastire un’azione salvo una ripartenza con Kvaraskelia lasciato uno contro uno con De Vrij che comunque il nostro olandese è riuscito a bloccare. Primo tempo finito 0-0 per puro caso e per nostra imprecisione e/o poca incisività/cattiveria nell’ultimo passsaggio o nel tiro.
    Secondo tempo nostro meno buono in cui ho avuto la sensazione che stavamo calando come intensità e il Napoli si difendesse con meno affanno e conciasse a uscire con meno difficoltà. Poi l’espulsione ha cambiato totalmente la partita e il Napoli si è tutto chiuso dietro e praticamente non è mai più uscito.
    In ogni caso vittoria meritata

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  7. Molto interessante, grazie mille.
    Viene evidenziato abbastanza chiaramente come l’efficacia della scelta di puntare a spezzare il nostro gioco sia durata poco: sicuramente per capacità nostra di adattarsi ma, credo, anche perchè estremamente dispendiosa per essere applicata costantemente per 90 minuti.
    Quanto a noi concordo che fisicamente sembriamo progrediti notevolemnte rispetto ad inzio mese. Probabile ci sia stato un carico atletico tra fine dicembre e inzio gennaio – come storicamente si faceva in occasione della pausa – e che ora siamo in fase di scarico.
    Speriamo sia effettivamente così perchè adesso il calendario è complicato.

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  8. l’analisi di ultimo uomo è complessa, articolata e sicuramente molto interessante.
    Il che non significa che sia condivisibile in ogni suo punto-
    per esempio si trascura una premessa importante: affrontavamo una squadra che sta 20 punti dietro di noi e che mancava di Osimhen, Zielinski, Mario Rui, Anguissa, Meret.. E schierava JJ e Zerbin, tra gli altri.
    Per conto mio di questo si deve tener conto per un ‘analisi che non sia inutilmente trionfalistica.
    poi secondo me alcune ‘scelte’ nostre sono state un adattamento (riuscito) alle scelte loro: con tre difensori, tre centrocampisti due esterni che entravano nel campo e una punta ci hanno precluso le verticalizzazioni, lasciandoci una superiorità sulle fasce che però a me per vari motivi è parsa sterile, se è vero che siamo arrivati al 90′ sullo 0-0 e loro giocavano da mezz’ora in 10.
    In più, io non ho visto tutte queste occasioni da gol: non abbiamo mai messo l’uomo a calciare davanti al portiere, come invece era successo più volte contro la Lazio.
    Le due partite hanno avuto in comune il fatto che non abbiamo concesso agli avversari mai nulla: un tiro in porta in due gare.
    Per il resto contro il napoli (ripeto, una squadra lontana 20 punti e con assenze fondamentali) abbiamo fatto molta più fatica.
    Perché? Perché Sarri ha accettato di giocarsela a tutto campo? perché nella prima partita eravamo più freschi e lucidi? Forse un po’ di entrambe le cose e forse altro ancora.
    La fluidità del nostro gioco (quando stiamo bene e abbiamo tutti gli interpreti giusti o quasi) è fuori discussione.
    Per me è il pregio e il limite di questa squadra, perché lo ripeto e ne sono convinto, checché se ne dica se nessuno tiene la posizione, tutti si sovrappongono e/o si inseriscono tra le linee, nello stesso tempo coprono e rientrano in misura tale da non concedere nulla all’avversario, si spreca molto calcio e molte energie. Non è un caso che si vincano le coppe brevi e si perdano i campionati, così come Inzaghi faceva alla Lazio: bravo a vincere le coppe, in campionato un girone bene e l’altro malino.
    Se ho ragione o meno lo vedremo presto: se Inzaghi mi farà non dico 51 punti, ma almeno 43-45 nel girone di ritorno chiederò scusa a tutti. E mai come in questo caso vorrei dover chiedere scusa.
    Altri modi di giocare a parer mio raggiungono meno picchi ma garantiscono maggior continuità.
    Poi, e lo dico adesso, ribadendo che sono un risultatista, se la juve farà più punti di noi nel ritorno e perderemo lo scudo (sgraaat) io sarò (relativamente, ovvio) contento lo stesso perché avremo giocato tante partite spettacolari, saremo stati sempre presenti nei match che contano, avremo incrementato il parco coppe e avremo continuato a risollevare il nostro prestigio in Europa, scosso da parecchie stagioni precedenti passate nella mediocrità più assoluta

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  9. Io credo che lo scudetto, in generale (al netto di ladrate perpetrate a cui una squadra ci ha abitutato), vada quasi sempre a chi abbia le qualità tecnico-fisiche migliore.
    La gobba è una squadra molto ben attrezzata sotto questo aspetto, da parecchi anni, solo che ha registrato due stagioni condite da prestazioni pietose in relazione alle proprie potenzialità in cui, a mio avviso, ha mostrato tutti i limiti di un approccio passivo (inteso come a vivere essenzialmente su errori altrui e gocate estemporanee) e poco propenso a sfruttare le indubbie qualità di cui dispongono davanti. Ques e prestazioni hanno convinto i più – a partire dalla stampa “amica” – che anche quest’anno non potesse competere per lo scudetto, nonostante il singolo impegno. Effettivamente nei primi mesi ha avuto bisogno di enormi dosi di fortuna e aiuti (ovviamente non enfatizzati) per restare a galla ma si sa che a loro queste cose girano quasi sempre bene. Casualmente in Europa non riescono quasi mai a combinare nulla laddove si scontrano con sistemi di gioco “più evoluti” e non potendo contare sull’enorme vantaggio fisico di cui beneficiano in Italia.

    Nella storia recente che ci ha coinvolto da vicino, credo faccia eccezione lo scudetto del Bilan che è stato buttato a mare da alcune scelte scellerate di Inzaghi, a partire dal famoso derby e i turnover fatti in previsione della….coppa Italia. In quella stagione le due milanesi erano meno attrezzate dei gobbi per lo scudo ma hanno trovato terreno sgombro. Dilapidare quel vantaggio nei confronti di quell’avversario è stato un peccato di gioventù che spero il nostro tecnico non si debba portare appresso per gli anni a venire. Sono ragionevolmente certo che questo Inzaghi non avrebbe commesso gli stessi errori di allora.

    Quest’anno purtroppo la forza dei gobbi sta inevitabilmente emergendo dopo 24 mesi di secche e sarà sicuramente durissima restar loro davanti. Fossero stati in qualche coppa europea li vremmo a debita distanza. E questo è sicuramente una grande punto a favore del nostro tecnico che oggi, pur non esssendo un suo estimatore della prima ora, non cambiarei ocn nessun altro tecnico presente in Italia.

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  10. Luciano, qual è il tuo punto di vista sul perchè nn seguiamo il meno faticoso e più redditizio calcio italiano di cui Allegri è oggi forse il più grande rappresentante?

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  11. Ogni volta che leggo Luciano, confermo la mia idea che i social ci stanno disabituando a sentire opinioni diverse dalla nostra e ogni volta reagiamo come se esse fossero un grave affronto personale e colui che le ha pronunciate fosse un “nemico”, solo perché non ci piace ció che dice!

    Nella vita reale non ci sentiamo dire solo quello che vogliamo e comunque il nostro punto di vista vale come quello degli altri e non tutto deve pungerci sul vivo.

    Invece qui è “è la mia opinione”, poi se ci sono numeri e dati che smentiscono l’opinione, chissenefrega, “resto comunque della mia opinione” finché trovo qualcuno che mi possa dar ragione.

    Le opinioni sono lecite. Tutte. Ma se sostieni che la terra è piatta e, di fronte a fatti che lo smentiscono, resti della tua opinione, è un bel problema.

    Che il gioco dell’Inter non sia più dispendioso degli altri, lo si vede leggendo i numeri: la squadra corre quanto gli avversari (spesso meno perché ha km in jog, quindi camminando, molte volte più alti degli altri), ma – appunto! – chissenefrega “resto della mia opinione!”

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  12. Non so, dovresti chiederlo ai dirigenti juventini che con Allegri alla guida hanno vinto parecchi scudi ma non hanno vinto in CL. Eppure, dopo qualche tentativo fallito di cambiare l’hanno richiamato e dopo due anni ‘fallimentari’ l’hanno confermato, pagandolo per giunta più di qualsiasi altro allenatore.
    E dovresti chiederlo a Marotta, che prima ha preso Conte, poi come esplicitamente dichiarato aveva cercato Allegri, anche se ‘ora è contento di Inzaghi’.
    Se lo chiedi a me ti rispondo che la mia preferenza, soggettiva, va a un allenatore stile Conte, Allegri Ancelotti. ma, sperimentato Inzaghi sono contento anche di lui e adesso non lo cambierei.
    Nessuna guerra ideologica, ma una lieve preferenza.
    Da una parte un gioco più speculativo che porta a risultati migliori nelle maratone; dall’altro un gioco più brillante, che ti fa vivere partite entusiasmanti ma che nelle lunghe maratone sconta un’incostanza di rendimento che ognuno può attribuire a quel che vuole (alla sorte, al preferire…la coppa italia al campionato – anche alla lazio evidentemente perché anche là vinceva le coppe ma subiva cali nel girone di ritorno).
    Io credo che lo scudo di due anni fa l’abbiamo perso si, per un po’ di sfortuna (i rigori sbagliati contro Milan e. Atalanta, il pareggio del Milan con un fallo clamoroso) ma soprattutto perché nel girone di ritorno abbiamo infilato una serie di 7-8 partite in cui abbiamo portato a casa 2-3 punti.
    Da completo ignorante di fisiologia sportiva la spiegazione che mi sembrava più logica era quella di un calo psicologico ed atletico. Che ci posso fare se le tue spiegazioni sui motivi del calo non mi convincono e le mie a me sembrano più credibili?
    Non è che con un tipo di allenatore vinci tutto e con l’altro perdi tutto, chiaro che le differenze sono minime e possono avere un’infinità di spiegazioni alcune delle quali note solo agli addetti ai lavori. Possono far bene Allegri e Inzaghi. Se scegli Allegri devi dargli le tipologie di giocatori che gli servono, se scegli Inzaghi devi seguirne i consigli (non sui nomi, sempre sulle tipologie)

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  13. Caro Paolo, prima di tutto ti ringrazio per avermi dato del becero in maniera allusiva e indiretta e non con insulti espliciti.
    Ho molto gradito questa tua delicatezza.

    Sai, dal mio punto di vista credo di aver sempre suffragato le mie opinioni (che tali restano, cioè semplici orientamenti) con la forza dei numeri, ma non solo: anche con l’analisi del significato dei numeri stessi.

    Siccome non ho nessun vantaggio a sostenere la tesi che mi sembra più credibile (anzi, essendo tifoso interista, se il gioco di Inzaghi oltre a essere brillante e spettacolare permettesse di avere un rendimento equilibrato nell’arco della stagione, ne sarei felicissimo) abbraccerei con vera gioia e speranza la tesi opposta

    Quando dico a Roberto in risposta a un suo preciso intervento (non a tutto quello che ha scritto in vita sua) che le sue convinzioni sono lecite ma a me è lecito non condividerle, è perché nel suo intervento non ho letto dati e tanto meno ‘letture’ di dati.

    In altri interventi aveva citato un dato: quasi sempre noi corriamo più degli avversari. Io penso che sia vero, molto spesso corriamo più noi.

    Ma forse, non lo so, sarebbe da verificare, la juve vince le partite con le squadra inferiori correndo meno di noi contro le stesse squadre.
    In effetti che ci sia bisogno di correre di più del Verona, che ha una sola arma, l’atletismo, per battere gli scaligeri, potrebbe essere (non dico che lo sia) il segno di un problema

    Quindi il discorso dal mio punto di vista avrebbe un senso (ma comunque non assoluto) se confrontassimo i km percorsi a fine stagione per esempio da Inter e juve e pure la velocità

    Ma anche questo dato, che non conosco, non sarebbe decisivo: perché per me fare mille km a 30 all’ora può essere un andare oltre i miei limiti, per un altro, può essere la norma.

    Io cito sempre dati a sostegno delle mie opinioni e se altri ne portano a favore delle proprie li discuto. Così per esempio a me sembra abbastanza chiaro che se dico a Bastoni: presa palla, tu tieni la posizione, appoggiala a Chala che lancia Di Ma che crossa per Lauti a centro area, a Bastoni chiedo una cosa.

    Se invece gli dico: presa palla, tu avanza di gran carriera appoggia su chala, smarcati in profondità sulla fascia, sovrapponiti a Dima, dialoga con lui a poi prova a entrare in area per la conclusione, ma ritorna velocemente nella tua posizione, gli chiedo cosa diversa.

    Le mie opinioni le conservo finché i ragionamenti altrui non mi sembrano efficaci al punto di indurmi a cambiarle.

    Ti dirò di più, la mia più grande speranza è che siano sbagliate, perché non so cosa darei per rifare nel girone di ritorno 51 punti e perché invece la juve avesse un netto crollo.

    Però se tu in buona fede ritieni che le mie opinioni siano fondate come quelle di un terrapiattista, ti prego di non leggermi più. Io faccio così: su twitter blocco totalamente qualunque terrapiattista, qualunque negazionista del covid o della shoah, perché non ha senso confrontarsi con chi nega la realtà.

    E ti ringrazio ancora per avermi paragonato a queste figure e per aver dialogato costruttivamente, senza insultare

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  14. Grazie della risposta, Luciano. Conferma ogni cosa che ho scritto.

    Metafore e similitudini vengono utilizzate, in terapia, per far passare un concetto in maniera inconscia e più velocemente.
    Non mi sorprende, però, che tu abbia pensato di essere paragonato a un negazionista visto che, ogni volta che si mette in discussione una tua opinione, polarizzi la discussione o utilizzi del sarcasmo. Ho una certa età, ormai, e, pur non conoscendoti, direi che hai il tipico approccio di un professore (medie? Superiori?), almeno di quelli italiani: non appena si muove un appunto, si irrigidiscono e cercano, per l’appunto, di polarizzare la discussione o diventano irrimediabilmente sarcastici. Conosco un altro che faceva così, ma vabbé…

    Per quanto riguarda il non leggerti, sarò onesto, tendo a saltare a pie’ pari i tuoi interventi perché estremamente faziosi e propagandistici della tua idea/assioma di calcio, ma amando il calcio giovanile, non posso fare a meno di seguirti dato che sei certamente un faro nella rete sull’argomento.

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  15. Rispetto agli esempi che fai di Bastoni, mi permetto di aggiungere, che, certamente nel primo caso, Bastoni corre meno e ha un lavoro meno impattante, ma a discapito degli altri. Se facesse come suggerisci, Di Ma dovrebbe scattare ogni volta che Chala riceve la palla e uguale dovrebbe fare Lautaro per farsi poi trovare in posizione. E questo lavoro distruggerebbe fisicamente Di Ma e Lautaro.

    Nel secondo caso, Bastoni si stancherà sicuramente un po’ di più, ma permette un lavoro organico e di risalita della squadra senza sprint di alcuni singoli, ma semplicemente correndo.

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  16. Certo che possono fare bene entrambi, ci mancherebbe.
    Io solo dissento fortemente dalla teoria che va per la maggiore secondo cui la Juve abbia un organico da quarto posto e tecnico stia facendo miracoli.
    Hanno ormai da molto tempo, grazie ad uno strapotere economico vs la concorrenza italiana, l’organico di gran lunga migliore d’Italia che per due anni in presenza di una stagione standard – con impegno europeo – ha reso molto al di sotto delle attese.
    Su questa resa insufficiente, spero, siamo d’accordo.

    Conte e Allegri, per me, sono due tecnici molto diversi. Per modo di giocare – intensità richiesta profondamente differente – e per esperienze fatte. Il primo ha vinto anche all’estero, dove si è misurato con approccio molto diverso da quello italiano, e allenato la nazionale sfiorando un miracolo sportivo all’Europeo.
    Il secondo ha sempre e solo guidato team che partivano con i favori del pronostico e solo in Italia.
    Anche su Ancelotti non vedo puti in comune con Allegri.
    Ovviamente è una mia opinione

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  17. Parlando invece dell’analisi dei numeri, prendo solo le ultime partite giocate (sito Lega – Match Report):

    Napoli: abbiamo percorso 111.984 km vs 108.786 degli avversari, quindi circa 3 km in più, oltre la metà di questi 3 km li abbiamo fatti in jog (cioè camminando), restano circa 1,4 km da suddividere in 15 giocatori di movimento.

    Lazio: abbiamo percorso 108.562 km vs 114.014 degli avversari, quindi circa 5,5 km in meno.

    Monza: abbiamo percorso 113.726 km vs 112.479 degli avversari, quindi circa 1,3 km in più, 600 mt di questi 1,3 km li abbiamo fatti in jog (cioè camminando), restano circa 700 mt da suddividere in 15 giocatori di movimento.

    Verona: abbiamo percorso 115.448 km vs 117.561 degli avversari, quindi circa 2 km in meno.

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  18. La Juve col Verona ha corso per 114,6 km quindi circa 800 metri meno di noi.

    Col Monza 119,3 km quindi 5,5 km più di noi.

    Col Napoli 111,7 km quindi circa 200 mt meno di noi.

    Insomma, non mi pare cambi granché…

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  19. I dati postati sono molto interessanti e rafforzano in me la convinzione che non esista un metodo di gioco nettamente più oneroso, in termini di sforzo fisico, di altri.
    Per il semplice motivo, credo, che nessuno lo seguirebbe.
    Alcuni dati piuttosto suggeriscono come le stesse squadre, in match differenti, forniscano prestazioni fisiche molto eifferenti, pur essendo la stessa squadra, con lo stesso metodo di gioco e lo stesso tecnico. Questo può dipendere da molti fattori: il momento fisico – in una stagione è normale avere dei down (tutti li hanno) – la concentrazione, l’andamento del match (diverso è segnare subito o prendere gol subito), ecc.
    La gestione dei momenti di down atletico fa la differenza in un campionato richiedendo, a mio avviso, alcuni accorgimenti sottoforma di approcci differenti in alcuni frangenti.
    Che è la critica che ho mosso ad Inzaghi due anni fa e che invece Sacchi non farebbe mai in quanto integralista convinto. Questo per ribadire quanto non concordi minimamente con quanto sostenuto dal tecnico ex bilan.
    Inzaghi mi sembra abbia fatto dei progressi su questo fronte, almeno ad oggi appare così: il periodo di appannamento vissuto da metà dicembre al 10 gennaio è stato gestito meglio che in passato.
    Certo, l’elemento della fortuna/sfortuna oltre al fattore arbitrale possono incidere, soprattutto in questi periodi di calo. Certo, è importante avere alternative efficaci non solo in termini di numero – ruolo su ruolo – ma per me anche come caratteristiche tecniche per consentire varianti.
    Non resta che sperare di essere ora in una fase di ascesa atletica in quanto la differenza di calendario tra noi e loro a febbraio sarà clamorosa. Se teniamo in questo periodo potrebbe farsi interessante.

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  20. Ti ringrazio per aver rincarato la dose di insulti. Poi per fortuna sono io ad essere aggressivo con chi ha opinioni diverse dalle mie.
    Io a differenza tua, almeno mi pare, parlo di calcio. prima di tutto di quello che vedo. Io posso veder male e tu bene, ma io non posso dire il contrario di quello che vedo, neppure per cortesia.
    Dunque: sbaglierò ma vedo che le squadre che pressano alte con tutti gli uomini , nel corso di una partita hanno punte più alte di efficacia e momenti di flessione maggiori rispetto a quelle che praticano un gioco più di posizione.
    Tu non lo vedi? Benissimo, magari hai ragione, ma io devo scrivere quello che vedo.
    Poi vedo anche che le squadre che pressano alte con tutti gli uomini hanno flessioni di rendimento più consistenti delle altre nell’arco di una stagione? Mi sbaglio?
    Può essere, ma è quello che mi sembra in buona fede di vedere guardando per esempio ma non solo i campionati di Inzaghi con l’Inter e con la Lazio.
    Per questo sono un bieco trinariciuto del tifo, come direbbe BRERA, che tira solo l’acqua al suo mulino? Può darsi, ma lo faccio inconsapevolmente. E pensa che, se vai a rileggerti tutte le dispute, negli anni, fra me e Roberto, scoprirai che io ho sempre difeso Inzaghi molto più di lui. E ancora oggi dico che non lo cambierei con un ‘italianista’ (pessima espressione, io direi uno concreto se non temessi le tue ire). Inzaghi mi fa divertire, Inzaghi porta a casa coppe, Inzaghi ci ha rilanciati sul piano internazionale, e se ha perso uno scudo (non certo per far turn over in campionato rispetto alla Coppa Italia, a parer mio) si tratta di un piccolo neo in un mare di soddisfazioni.
    Dico quello che vedo e ragiono su quello che leggo (con i miei limiti , si, prima di di modesto professore delle superiori, poi di autore di libri e ancora di preside). Scusa se sono mestieri indegni e fuorvianti.
    Leggo che l’Inter è liquida, che la sua forza sta nell’imprevedibilità perché tutti corrono e si smarcano senza palla e mi viene il sospetto che rispetto a chi gioca più di posizione questo comporti una spesa energetica, fisica e mentale superiore. magari mi sbaglio ma non mi sembra sia un’affermazione di tipo terrapiattista. Scopro che se i difensori fanno i difensori i centrocampisti i centrocampisti e le punte fanno le punte, ciascuno con la sua zona di gioco ben delimitata, si corre di più che se tutti si smarcano a dettare il passaggio, attaccano la profondità e poi recuperano profondamente. Può essere, a me pare il contrario, chiedo venia.
    Poi io parlo di calcio, non di atletica e il calcio è qualcosa di più complesso a livello prestazionale,. Senza voler sminuire l’atletica che per me è la regina degli sport.
    Mi portate delle cifre sui km e la velocità? Sono dati importanti, tanto è vero che nei post ne parlo anch’io. ma secondo me vanno letti e interpretati. Per esempio (è solo uno dei tanti) se io sono stanco anche mentalmente e arrivo tardi su una seconda palla, l’avversario se ne va e io devo rincorrerlo per 70 metri. Fossi stato più lucido avrei corso 70 metri in meno e forse avrei creato più pericoli. Non è solo una questione di corsa, dato importante, lo ribadisco, ma di freschezza atletica e soprattuto mentale, di concentrazione che non si può tenere sempre alta, di correre in modo più o meno efficace, di sincronismiì di tempestività di capacità di leggere le situazioni in anticipo.Io sarl un terrapiattista che nega la realtà, ma sono più modesto e meno intollerante di chi insulta

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  21. Roberto: tu ragioni di calcio e quindi si può essere d’accordo o meno, ma ognuno espone le sue teorie. Secondo me i dati esposti dicono poco perché parliamo di calcio e non di atletica.
    Dico solo una cosa: io posso aver corso più dell’ avversario perché lui mi ha fatto correre di più, o perché messo meglio in campo, o perché devo recuperare. Ci sono una quantità di variabili. Ma col tuo intervento riporti la questione alla sua essenza: per te i cali di condizione sono inevitabili e di uguale intensità in tutti i moduli, la mia esperienza mi suggerisce che non sia così.
    Cito solo un dato, che non è risolutivo copme non lo è mai un dato singolo:
    Campionato 21-22 alla 23° giornata l’inter aveva una media punti di 2,3 a partita.
    Dalla 24 alla 30 la media punti dell’Inter è stata di 1 punto a partita. Una media da retrocessione. Certamente avranno contribuito tante cause, ma nessuna delle prime in quella e credo quasi mai ha avuto una flessione così importante.
    Ora, lo ripeto, io posso sbagliare, ma se consideriamo anche i campionati della Lazio, pensare a un calo da eccessivo dispendio nervoso precedente è come affermare che la terra è piatta?

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  22. Ragazzi mi permetto di fare un intervento pacificatore.
    Il calcio è un’attività umana come lo sono ad esempio l’architettura, il gioco del tennis e tantissime altre attività. Ho citato architettura e tennis in quanto due mie grandissime passioni insieme al calcio che conosco abbastanza bene.
    Si può giocare a calcio in tanti modi diversi. La stessa cosa accade nel tennis. Per non parlare dell’architettura dove le varianti progettuali possibili sono quasi infinite.
    Si può giocare un calcio che prende ispirazione dallo stile italiano (cito maestri di questo stile: Helenio Herrera, Trapattoni, Bearzot, Capello, Conte, Allegri), un calcio totale all’olandese (Ajax e Olanda di Cruyjff, il Milan di Sacchi, il Barcellona di Cruyff allenatore, il Barcellona di Guardiola), un calcio molto tecnico a ritmo non altissimo di scuola brasiliana basato sul possesso palla (Brasile 1958, 1962, 1970, la Roma di Liedholm dei primi anni ’80) ecc. ecc.
    Come si fa a dire che uno stile di gioco sia migliore dell’altro o più vincente dell’altro? Sarebbe come dire che il tennis di McEnroe è migliore di quello di Borg o che quello di Nadal è migliore di quello di Federer. Oppure che l’architettura rinascimentale del Brunelleschi è migliore di quella barocca del Bernini e del Borromini o dell’architettura moderna di Mies Van Der Rohe e di Le Corbusier.
    Noi appassionati possiamo avere dei gusti che ci portano a preferire uno stile all’altro però dobbiamo essere consapevoli che gli altri stili hanno lo stesso “valore” di quello che noi scegliamo.
    Per me una società di calcio, se vuole fare un buon lavoro e costruire una buona squadra, deve scegliere un allenatore che abbia un suo stile di gioco essendone consapevole e assecondando le sue richieste in termini di giocatori. Da questo punto di vista ci deve essere quasi totale convergenza di vedute tra proprietà, dirigenza e allenatore. La piena coerenza secondo me è la condicio sine qua non da cui partire per avere speranza di fare un buon lavoro.
    Non credo ai tecnici che sanno interpretare tutti i copioni. Scelgo Allegri? Maestro dello stile all’italiana? Benissimo, però se pretendo da Allegri che faccia girare la squadra come il Manchester City non ho capito nulla. Sarebbe come pretendere che il nostro amatissimo e stimatissimo Sinner giochi la semifinale di domani mattina facendo sempre il serv and volley come lo faceva McEnroe a Wimbledon. Lo condanneremmo a sconfitta anzi a disfatta certa.
    Guardate che sta succedendo al Napoli con Mazzarri. Ha iniziato dicendo che lui sa fare il 4-3-3 come lo faceva Spalletti. Piano piano è tornato sul suo solco con la difesa a tre e la squadra ben arroccata dietro.
    La differenza la fa non lo stile di gioco in se ma la capacità di interpretarlo al meglio con il tecnico e i giocatori migliori e più funzionali.
    Non è automatico che lo stile all’italiana sia più vincente nei campionati. Il Barcellona con il suo gioco spumeggiante nel corso del quindicennio di Messi, per anni ha prevalso in Liga sul Real Madrid che praticava un calcio più conservativo. Evidentemente è riuscito a interpretare il suo stile di gioco meglio di quanto hanno fatto i madrilisti.

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  23. La nostra attuale Inter ha secondo me il grande pregio della “coerenza” dui cui parlavo prima. La squadra sembrerebbe essere costruita secondo i dettami di Inzaghi chiaramente nel limite delle possibilità economiche. E questo si traduce in campo in un gioco sicuramente efficace, oltre che molto gradevole. Cito due nomi su tutti: Dimarco e Bastoni. In questa Inter sembrano oggettivamente fortissimi. Avrebbero lo stesso rendimento ad esempio nel Milan? Io nutro dei dubbi. Nell’Inter ad es. Dima è messo nel migliore degli habitat per lui che ne esaltano le doti e ne nascondono i limiti. Nel Milan penso che questo non avverrebbe. Penso invece che Theo Hernandez sia molto più adatto del nostro Dimarco per il gioco che vuole Pioli. E Bastoni? Sarebbe messo al centro di una difesa che Pioli vuole altissima e dovrebbe difendere con tanto campo alle spalle e probabilmente non potrebbe sganciarsi come fa con noi ma invece dovrebbe tenere la posizione.

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  24. Perdonami Luciano, ma se finiamo secondi a 2 punti da Bilan, non può essere che loro siano calati prima?
    E gli altri finiti staccati abbiano avuto cali prolungati?
    Tu stesso sostenevi non fossimo favoriti dopo cessioni lukaku e hakimi.
    Quindi, pur rispettando la tua opinione, faccio fatica a trovare un nesso

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  25. Certo che è come tu dici, kelle.
    Ma in più parlando di calcio, rispetto per esempio all’architettura, il problema è si quale stile di gioco ci piace di più ma, poiché si gioca per vincere e non per contemplare, quale non dico faccia vincere, che sarebbe una cretinata, in quanto si può vincere in tutti i modi, ma possa essere eventualmente, a parità di valori, leggermente più vantaggioso per un certo tipo di competizione .
    Io penso che il sistema che per comodità chiamerò iper offensivo raggiunga punte più spettacolari ed efficaci ma lasci un certo maggior rischio di flessione nei tornei lunghi.
    Forse mi sbaglio, ma arrivare alla mia veneranda età, con un po’ di storia alle spalle e sentirmi dire che per questo sono come un terrapiattista, francamente, anche no

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  26. Roberto: io non credo che il Milan abbia avuto un periodo in cui ha fatto sette punti in sette partite. E’ questo il problema. certo che nessuno viaggia alla stessa media perfetta per tutto il campionato. Noi privi di Lukaku e hakimi (e non solo) secondo me per arrivare in vetta con un buon vantaggio abbiamo fatto uno sforzo che poi abbiamo pagato troppo. Avessimo vinto qualche partita in più di corto muso cinicamente senza splendere forse, dico forse, saremmo arrivati a quel periodo con qualche energia, anche solo mentale, in più. Ricorderai la mia polemica con un amico di quei tempi quando dicevo che non avremmo vinto il campionato (mentre eravamo primi) perché avevamo dato tantissimo senza chiudere il campionato.
    Poi oh, io non voglio convincere nessuno. Se le mie opinioni danno fastidio basta dirlo. ovviamente non mi riferisco a te

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  27. Analisi di Ultimo Uomo su Lautaro:
    https://www.ultimouomo.com/segreto-lautaro-martinez-talento-oltre-gol-grande-stagione/

    Mie considerazioni sul nostro centravanti:
    – Con Dzeko non hanno costituito una coppia ottimale dal punto di vista dell’assortimento. Finivano per fare entrambi lo stesso titpo di gioco e nessune dei due per limiti fisici sapeva attaccare la profondità. Questo è uno dei motivi (non l’unico chiaramente) per cui due anni fa il Milan ci ha fregato per me. Molto meglio gli anni di Conte con Lukaku e quest’anno con Thuram;
    – Osservandolo bene quest’anno mi sembra che abbia acquisito una pulizia tecnica nei controlli di palla e nei tiri in porta che gli anni passati non aveva. Lautaro fino all’anno scorso alternava prodezze tecniche a strane “cincischiate” tanto che aveva statistiche nei tiri abbastanza basse. Altre volte in transizione teneva troppo tempo la palla e se la faceva fregare. Quest’anno lo vedo più preciso, tecnico e chirurgico anche quando non segna. Per esempio la traversa presa con la Lazio non la considero un goal sbagliato. Ha tirato fulmineamente al volo sul passaggio geniale di Barella colpendo la palla benissimo e ha preso l’interno della traversa. Oltre a ciò lo vedo anche mentalmente più lucido nella scelta delle giocate.

    Voi che ne pensate di queste mie valutazioni e in generale di Lautaro?

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  28. concordo al…95%. L’unica cosa che non mi convince è che si sia eprso lo scudo a causa del cattivo assortimento della coppia Lautaro Dzeko. lauti per me può fare sia la prima sia la seconda punta, ma certo diventa più letale se ha un colosso (che deve essere anche veloce) ad aprirgli gli spazi. da questo punto di vista più adatti Lukaku e Thuram. Però c’è sempre un rovescio di ogni medaglia: con dzeko che esce a far gioco (e altri che si inseriscono) forse si costruiscono più occasioni, almeno in teoria. Come sempre dipende dall’assortimento complessivo delle…figurine

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  29. Concordo.
    Per me il merito, oltre a sua maturazione, dipende anche dal partner d’attacco. Thuram è attaccante totale: svaria, attacca profondità, ha fisico. È punta da calcio moderno.
    Con lui il Toro deve occupare meno spazio ed è quindi più lucido.
    Lukaku e Dzeko invece lo costringevano a maggiori movimenti in quanto con caratteristiche differenti.
    Io sono felice non sia tornato il belga per le cifre che circolavano.

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  30. Come sempre, estremizzi il ragionamento per passare da vittima, bravo! Non ho mai detto che sei come un terrapiattista, dico che la tua tesi/verità che il nostro stile di gioco sia più dispendioso di altri, non è suffragato da MEZZO fatto. E finché è una tua opinione, per carità, ma quando passi a dire che è così perché sono anni che segui il calcio e blablabla, vuoi farla passare come verità. E verità non è. Easy as that.

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  31. diciamo che secondo te non è suffragato da mezzo fatto, secondo me da un’infinità di fatti (alcuni li ho anche citati, ma non tutti perché sarebbero troppi). Il paragone con i terrapiattisti, perché tu negheresti la realtà, non l’ho fatto io perché sono rispettoso delle idee altrui. Se uno non mi offre l’occasione io non estrmizzo, se mi paragona ai terrapiattisti, prima rido, poi mi rendo conto di vivere in un mondo bello perché ognuno può dire degli altri tutto quello che gli passa per la testa

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  32. Riecco il paragone coi terrapiattisti. Facciamo così, ha ragione prof. Luciano, prosegua pure le lezioni ai suoi alunni, tolgo il disturbo.

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  33. A tutti gli amici del Blog:

    Io sono convinto che un certo tipo di gioco sia più dispendioso di un altro.
    capisco che altri amici siano convinti del contrario.
    A me non dà nessun fastidio che altri la pensino diversamente da me su questo punto.
    Mi piacerebbe che a chi non la pensa come me non diano fastidio le mie idee.Mi piacerebbe che se io difendo le mie idee come altri fanno con le loro, non venissi accusato di atteggiamento ‘professorale’ visto che altri difendono le loro addirittra con una certa virulenza. Allora loro che atteggiamento hanno?
    Per fortuna adesso riprende il calcio. vedrò il primo tempo della Primavera, poi a Interello per l?Under 17. faccio questa scelta perché la Primavera se vogliono la possono vedere tutti, l’U17m no e quindi mi piace informarne chi fosse interessato
    Domani vedrò Under 15 e U16, under U18.
    Parleremo di calcio e non di rancori personali

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  34. Dopo lo 0-0 della Primavera, ho visto Under 17 Inter lecco: abbiamo vinto 2-0 con doppietta di Mancuso. da notare che il lecco ci precedeva in classifica (ora l’abbiamo superato di un punto)
    U report nel consueto post che scriverò domenica sera o più probabilmente lunedì, per comprendervi tutte le gare dei nostri

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  35. Ottimo risultato il pareggio della squadra più forte di tutti i tempi, con squalifica di milik.

    Però non prendiamoci in giro, a Firenze sarà difficilissima, senza Chala in super forma.
    Purtroppo siamo, come sempre, costretti a fare risultato, in un modo o nell”altro.
    Le prossime 2 partite saranno fondamentali.

    Forza Inter!

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  36. Arbitraggio pazzesco…
    Rigore inventato: se palla esce non può averla presa nzola, è fisica

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  37. Il pugno di Sommer ha preso sia la palla che nzola: è stato punito però per l’imprudenza del pugno. Ci sta tutto.
    Comunque se usciva con le mani aperte, lo scontro con nzola avrebbe portato fallo sul portiere

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  38. A me sembra assurdo quanto dite. Se pure arriva un attimo prima (e questo sembra vero) Sommer , il portiere viene punito per il tipo di interpretazione della situazione (il pugno chiuso a quell’altezza). Questo viene spiegato, l’imprudenza, e viene detto per questo che il rigore non è impossibile. Se quanto dicono gli arbitri fa parte del regolamento, la questione quindi del prendere prima la palla non conta in questa situazione. Mi pare che su questa interpretazione non ho trovato riscontri opposti, a differenza ad esempio del clamoroso rigore inventato per il Milan (il primo)

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  39. Ho trovato una risposta specifica che chiarisce

    La risposta sta tutta nella regola 12. La dinamica di gioco serve solo a farti capire in quale dei 3 casi sei:

    Regolamento – Regola 12 pagina 124

    *****

    NEGLIGENZA, IMPRUDENZA, VIGORIA SPROPORZIONATA

    “Negligenza” significa che il calciatore ha mostrato una mancanza di attenzione o
    considerazione nell’effettuare un contrasto o che ha agito senza precauzione.
    • Non c’è bisogno di sanzione disciplinare se un fallo è valutato come commesso
    con negligenza.

    “Imprudenza” significa che il calciatore ha agito con totale noncuranza del pericolo
    o delle conseguenze per l’avversario.
    • Un calciatore che gioca in una maniera imprudente deve essere ammonito.

    Con “vigoria sproporzionata” si intende che il calciatore ha ecceduto di molto
    nell’uso della forza necessaria, correndo il pericolo di provocare un infortunio
    all’avversario.
    • Un calciatore che usa vigoria sproporzionata deve essere espulso

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  40. Detto questo, mi pare che la partita abbia certificato due cose:

    1) singolarmente e come amalgama collettivo, la squadra è molto forte, capace di vincere tutti i duelli individuali e di restare compatta durante i momenti di maggiore sofferenza. In entrambe le dimensioni tutti i giocatori sono ampiamente sopra la sufficienza

    2) la tesi di Luciano sui rischi connessi al gioco altamente propositivo ma logorante (anche perché costituito da sincronismi complessi degli attori un campo) è ampiamente confermata. Per di più contro una squadra che a sua volta fa del ritmo e delle sovrapposizioni un proprio marchio di fabbrica: alla fine la differenza l’hanno fatta la qualità individuale e la forza mentale del compatto gruppo nerazzurro .
    Quando produci ,attraverso i suddetti meccanismi, 10 (non ricordo il numero esatto) occasioni e ne concretizzi una sola per offuscata lucidità in fase di rifinitura o di conclusione vuol dire sia che ti porti stanchezza pregressa e sia che hai bisogno di leggere la partita in modo meno continuo , con meno sprazzi e più concretezza. L’assenza di chala e bare ha sicuramente inciso ma non sempre la mediocrità caratterizzerà gli attacchi avversari: vlahovic yildiz e chiesa ad esempio non sono beltran gonzalez nzola. In generale la prestazione di ieri non sarà sufficiente ad evitare una sconfitta contro Allegri: bisognerà recuperare la migliore condizione possibile, leggere i momenti della partita e non avere la frenesia di segnare perché il serpente non aspetta altro che innervosire prima e durante il match per poi assestare il morso nel momento da lui scelto. Il rientro di chala è barella riposati potrebbe risultare decisivo

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  41. Ieri turno importantissimo. Da superpessimista/insicuro (in tutto, non solo nel calcio) quale sono avevo messo in preventivo le vittorie di Juve e Milan e un nostro pareggio a Firenze dove abbiamo sempre sofferto e Italiano pratica il gioco molto aggressivo tipo Real Sociedad che è quello che più ci mette in difficoltà. La Juve senbrava diventata un carro armato e mai avrei pensato che potesse pareggiare in casa con l’Empoli. Al limite pensavo che noi, a fatica, potessimo vincere a Firenze. Per cui uscire da questo turno con un +2 sulle inseguitrici …… tanta ma tanta roba.
    Riguardo le considerazioni sullo stile di gioco dell’Inter le opinioni di Luciano e Sergio possono anche essere giuste però io mi sento di dire questo.
    Questa Inter di Inzaghi, che ad alcuni piace ad altri meno, è fatta così. Non solo è allenata per fare un certo tipo di gioco ma anche la rosa è stata costruita con giocatori funzionali allo stesso stile e meno adatti a stili differenti. Se Inzaghi decidesse di cambiare stile e mettersi a fare un gioco alla Allegri o alla Mourinho commetterebbe un errore clamoroso. Per cui andiamo avanti così soprattutto nella partita con la Juve che dovrà essere gestita come fosse una partita secca tipo finale (arte nella quale Inzaghi eccelle). Tra l’altro dovrebbero rientrare Calha e Bare e Dumfries per cui ci potrebbero tutti i presupposti per fare una grande gara. Forza Inter e, consentitemi di andare fuori tema, forza forza Sinner.

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  42. Probabilmente sulla questione centrale hai ragione, arrivati a questo punto e con le caratteristiche di molti giocatori (soprattutto in mezzo al campo e sugli esterni direi) resettare e cambiare volto adesso sarebbe comunque controproducente. Il ragionamento andrebbe preso a monte della stagione, senza dimenticare che anche il cambiamento di strategia dipende dal tanto auspicato cambiamento di proprietà (capitali freschi che mancano da anni)

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  43. Boh, a me ieri sembrava più rigore, eventualmente, quello commesso da Bastoni su Ranieri. Da li arbitro è andato in bambola fischiando a senso unico.
    Sul rigore di nzola non concordo con tesi di Sergio su imprudenza: Sommer ha gli occhi sul pallone e prendendo prima la palla (che infatti ritorno verso il centro del campo) poi è normale prenda anche Nzola. E’ come un tackle in cui prendi la palla e poi frani sull’avversario: sarebbero tutti rigori quindi? Non mi pare sia, giustamente, così.
    Lo stesso Marelli, non che sia un’aquila, in diretta ha detto: occorre valutare se il portiere abbia prima preso il pallone, allora non sarebbe rigore, oppure il centravanti viola, allora sarebbe penalty. Non è un’aquila perchè se la palla va verso il centro del campo è normale che l’abbia presa il portiera, è semplice fisica.
    Contro di noi c’è tendenza al tuffo: si veda Parisi che ad ogni corner volava per terra reclamando fallo. E nel gol del Toro si contorceva come fosse stato strangolato. Questi giocatori dovrebbero essere sanzionati per simulazione.
    E’ l’effetto delle manfrina ovina. Per domenica sarei molto più sereno con un arbitro straniero

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  44. Sulla partita.
    Io più che la stanchezza ho notato errori di misura nel mandare in porta i giocatori sfruttando gli spazi che la scarsa difesa viola offriva dietro. Conto almeno 6 palle gol potenziali (oltre quelle avute) in cui non ci siamo presentati davanti al portiere per errori di misura nei passaggi abbastanza clamorosi. Fatti un po’ da tutti, anche i più freschi come sanchez per Dum verso la fine.
    Poi alcuni giocatori normale scontrino la mancanza del ritmo partita – Asslani – ma nel complesso non siamo andati male.
    Paradossalmente la viola ci ha creato problemi buttando palloni in mezzo dala trequarti e aggredendo le seconde palle, azioni direi piuttosto casuali. Purtroppo questo tema delle palle inattive o comquneu buttate dentro deve farci preoccupare perchè è lo schema usato dalla gobba, il motivo per cui sono li in alto. Sono tremendamente efficaci su questo tipo di azioni.
    De Vrj ha perso molti duelli aerei, forse cn il ritorno dell difesa tradizionale andrà meglio.
    Le cose ieri sono migliorate con Dum e Bisseck che le prendevano tutte.
    Nota negativa si confermano le punte di scorta: sono spariti i contropiedi e anche la protenzione del pallone è molto calata.

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  45. Per una volta sono totalmente d’accordo con Roberto. Sul rigore non è che si può discutere: il fallo proprio non esiste: altrimenti uno in area non dovrebbe intervenire mai perché se anche prende la palla ma poi sfiora l’avevrsario è stato…imprudente. Anche sulle scene assurde di parisi sono d’accordo, mentre l’unico dubbio potrebbe essere sul contrasto di bastoni. Lì si spingono entrambi e di solito in questi casi si dà il vantaggio al difensore. A maggior ragione se l’avversario batte il record del mondo nel triplo tuffo carpiato in avanti.
    Sul gioco di Inzaghi temo di non essermi mai spiegato bene. Eppure ripeto sempre che sono contentissimo (a differenza di altri) di quanto fatto sino ad ora dalla squadra con Inzaghi: tante partite spettacolari, coppe conquistate, sempre ai vertici in campionato, salto nella considerazione di tutti a livello internazionale.
    Non cambierei Inzaghi e anzi mi piacerebbe che diventasse una specie di allenatore manager alla Ferugson o altri inglesi.
    Ciò non toglie che io pensi che nelle maratone vince più facilmente chi vince tante volte quando fa fatica piuttosto che chi vince tante volte 4-0 ma poi non porta a casa qualche risultato quando non è in condizione. Per me è quello che succede a Inzaghi e non solo. però io mi tengo inzaghi.
    Su Inter juve invece sono d’accordo con Sergio: sarà una partita difficilissima perché i loro attaccanti hanno trovato la condizione proprio ora e sono fortissimi.
    Io sono pessimista epr natura, come uccidere 67 e vi dirò che firmerei per un pareggio. Ma avrei firmato anche prima di Firenze

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  46. Per essere ancora più chiaro: penso che la juve sia avvantaggiata perché non ha le coppe, perché ha un ‘maratoneta’ come Inzaghi e perché ha costruito la squadre per le maratone, con uomini forti fisicamente che escono alla distanza.
    ma anche se non incessimo, mi terrei felicemtne Inzaghi che mi rgala quasi sempre emozioni profonde.

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  47. Ps se tutto va bene stasera penso di mandare il post su FiorentinaInter e sulle 5 partite delle giovanili che ho visto nel we

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  48. “Ciò non toglie che io pensi che nelle maratone vince più facilmente chi vince tante volte quando fa fatica piuttosto che chi vince tante volte 4-0 ma poi non porta a casa qualche risultato quando non è in condizione. Per me è quello che succede a Inzaghi e non solo. però io mi tengo inzaghi.”
    Luciano. Premesso che forse sono simile a te nel senso che anche io sono un pessimista e gli avversari mi sembrano sempre più forti.
    Però qui provo a controbattere al tuo ragionamento. Secondo me tra una squadra che spesso vince per 4-0 e una che invece spesso vince 1-0 (magari come è capitato alla Juve con goal decisivo segnato in prossimità o oltre il ’90) alla lunga sono propenso a pensare che la maratona la vincerà la prima. Perchè significa che la prima ha un certo margine sugli avversari mentre la seconda è quasi al limite. Alla lunga stare troppo tempo o in parità o con un solo goal di vantaggio ti espone agli episodi negativi occasionali (VAR, errore stupido individuale ecc.) che alla fine ti fanno pareggiare o addirittura perdere. Sicuramente vincere tantissime partite per uno a zero non è frutto di fortuna ma conseguenza di una qualità però al tempo stesso è anche espressione di un limite.

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  49. Non so Kelle, non voglio riaèprire una discussione ormai stucchevole.
    Penso solo che è meglio vincere 5 partite 1-0 piuttosto che 4 per 4.0 facendo un gran gioco e poi pèareggiando la quinta. Da questo punto di vista ieri giornata eccezionale: noi eravamo in difficoltà ma abbiamo vinto, per loro dovrva essere ttuto facile e hanno perso due punti.
    Alla fine i conti si faranno su queste cose, credo

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  50. https://www.linterista.it/editoriale/ecco-la-strategia-di-inzaghi-a-segno-perche-non-mostrata-telecamera-su-rigore-fiorentina-112648

    Palmeri penso riassuma benissimo quello che è accaduto.
    Purtroppo è l’ennesima decisione frutto della pressione gobba che rende per me il campionato italiano inguardabile (non fosse per l’Inter). I brodcaster la pensano come me e offrono olive e foccaccia stantia. E la colpa è della gobba, non ci fosse questa squadra indegna sarebbe un’altra musica

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