Una domenica bestiale: Inter – Cagliari 4-0

L’esultanza di “Calha” dopo la rete del 3-0. Inter batte Cagliari 4-0. Sono cinque adesso le vittorie consecutive per i ragazzi del mister Simone Inzaghi.

Bestiale perché abbiamo riconquistato la vetta della classifica.

Bestiale perché molte nostre rivali (Milan, Napoli, juve, Lazio) hanno perso punti contro avversarie che sulla carta erano abbordabili.

Bestiale perché noi abbiamo battuto largamente il Cagliari.

Bestiale perché i ragazzi hanno vinto facendoci divertire anche con le giocate

Bestiale perché alcuni giocatori sui quali inizialmente si registrava qualche scetticismo (anche mio, lo riconosco) ultimamente stanno affermandosi alla grande.

Bestiale perché abbiamo potuto permetterci un minimo di turn over (totale o in termini di minutaggio), arrivando persino sul finale a far giocare un 2001 e un 2003. Quest’ultimo all’esordio assoluto.

Bestiale perché nelle prime  nove partite avevamo subito 12 gol e nelle ultime 8 solo 3, di cui due ininfluenti sul risultato.

Bestiale perché vinciamo da 5 partite (come l’Atalanta) ma abbiamo segnato più gol di tutte (43) e solo il Napoli ha subito meno (-2).

Bestiale, ma questa volta in senso negativo, estendendo il lasso di tempo a lunedì, per il sorteggio in CL.

Pochi a inizio campionato potevano immaginarsi una situazione simile e pochi potevano prevederla 6-7 partite fa. Tra quei pochi certamente non c’ero io, lo riconosco.

Oggi non voglio procedere a un’analisi accurata (si fa per dire,  in relazione a quanto è nelle mie possibilità) della partita con il Cagliari, per vari motivi, tra cui il fatto che la nostra superiorità è sembrata troppo netta per giustificare  una discussione tecnico-tattica.

Smaltita l’euforia per una giornata favolosa, a me piace smorzare gli entusiasmi e restare con i piedi per terra, così come mi piace non abbattermi quando le cose non sembrano andare al meglio.

Non eravamo scarsi quando eravamo a sette o otto punti dal vertice, non siamo fenomeni oggi.

Siamo e siamo sempre stati una squadra forte che può competere con tutti ma che almeno a me sul lungo periodo non dava (dà) l’impressione di poter uccidere il campionato

Il Napoli nelle prime undici partite ha ottenuto 10 vittorie e un pareggio.

Il Milan più o meno lo stesso.

Sembravano poter dominare, con un ritmo incalzante. Oggi sono dietro a cercare di recuperare.

Per dire che appiattirsi sul contingente, nel bene e nel male, è sempre pericoloso.

Personalmente credo di aver goduto proprio come i più ottimisti o fiduciosi per la nuova situazione ma non riesco a non tenere i piedi per terra, è la mia indole.

Che non vuol dire essere pessimisti, ma sapere che ciò che è vero oggi può non esserlo più domani.

Da questo punto di vista sono felice del vantaggio che abbiamo conquistato soprattutto perché se dovessimo incappare in un incidente (sgraat!) ora non comprometteremmo nulla.

Ma soprattutto sono felice perché credo che abbiamo quasi eliminato tre rivali che in partenza, sempre dal mio punto di vista, avevano le nostre  stesse chance. La juve è a 12 punti, la Roma l’ha raggiunta vincendo il recupero, la Lazio è addirittura a 15 punti.

Ma Milan e Napoli possono superare il periodo nero e anche noi possiamo avere un calo.

Tra l’altro l’Atalanta vince come noi da 5 giornate  è sempre a 3 punti e non è mai successo in passato che concludesse la fase CL restando a così pochi punti dalla vetta.

E’ vero che avrà l’EL, ma si tratta di impegni del tutto differenti.

I sostenitori del bel gioco pensano legittimamente che noi abbiamo un ‘capitale’ in più delle avversarie: il bel gioco, appunto.

Peccato che sino a qualche giornata fa gli osservatori neutrali (gli interisti per i quali gli altri sono sempre scarsi, no) pensassero che era splendido il gioco di Napoli, Milan e Atalanta.

Io non ho neppure questo incentivo alla gioia spensierata, perché non penso che ‘se giochi bene, vinci.’

Penso al contrario che se vinci è perché hai giocato bene.

Vincere è l’obiettivo, se lo raggiungi vuol dire che hai utilizzato bene gli strumenti necessari.

Quindi nelle prime giornate hanno giocato meglio loro, al momento giochiamo meglio noi.

Infatti per me Napoli e Milan quando vincevamo giocavano bene, altrimenti non avrebbero potuto vincere, l’Atalanta che vince spesso gioca spesso bene, l’Empoli quando ha vinto a Napoli è perché ha giocato bene, meglio del Napoli, in quella gara.

Preferisco anch’io vincere 4-0 dando spettacolo che vincere 1-0 in modo speculativo, ma poi, come riconoscono tutti credo, il campionato lo vince chi riesce ad avere continuità di risultati anche nei giorni in cui le cose non riescono come si vorrebbe, per vari motivi.

Allora significa che sono pessimista sulla nostra stagione?

No, oggi guardo con più fiducia nelle nostre possibilità rispetto a un mese fa, gioisco per il contingente, ma so che non è stato fatto nulla e che le difficoltà che incontreremo sono immense.

Questo vale anche per gli altri, certo e avere qualche punto in più ed essere in un buon momento fa piacere.

Qualcuno diceva che vincere aiuta a vincere.

E ha ragione perché la consapevolezza dei propri mezzi (se non diventa  stimolo involontario  alla superficialità) per chi va in campo è un grande aiuto.

Naturalmente spero, come tutti noi che le cose continuino ad andare per il meglio, ma so che in un campionato conta ottenere il massimo quando sei al top della condizione, ma conta fare altrettanto nei periodi di ‘bassa’ che inevitabilmente capitano a tutti.

Cercare di prevedere che cosa a livello di organico o di tipologia di gioco può portare a modificare in senso meno positivo la nostra situazione secondo me non è esercizio sterile o addirittura dannoso

Io ho tanta fiducia e anche dei timori e li esplicito, sapendo così di attirarmi il biasimo e anche l’astio di coloro che vedono solo ‘magnifiche sorti e progressive’  nel cammino da compiere.

Che a livello di auspicio è ciò che auspico anch’io, forse più di tutti gli ‘ottimisti’ sfrenati.

Perché  se poi vincessimo con tanti punti, avrei avuto anche ragione, dal mio punto di vista, perché vorrebbe dire che il richiamo al realismo (piedi per terra) ha funzionato.

Dunque cos’è cambiato nelle ultime partite per accrescere anche (qualche malevolo direbbe ‘persino’) la mia fiducia nella squadra?

La risposta più ovvia è: il numero dei gol subiti, che significa (in presenza di una percentuale di gol fatti comunque elevata) il raggiungimento di un maggior equilibrio.

Ritorna sempre questa parolina magica che nelle competizioni-maratona risulta determinante.

Sarebbe importante capire come abbiamo raggiunto questo miglior equilibrio.

In assenza di varianti tattiche clamorose (lo scorso anno per esempio tutti abbiamo capito che i miglioramenti erano dovuti alla diversificazione del modo di giocare: tutti a pressare alti all’inizio, squadra più bloccata e alternarsi di atteggiamenti offensivisti e di ripartenza nella seconda fase )

Quest’anno a mio parere, variazioni così clamorose non ci sono state, anzi, almeno in alcune partite il nostro gioco mi è apparso ancora più spregiudicato (vedremo poi qualche dato in merito a Inter – Cagliari).

Secondo me c’è stata una crescita imperiosa di due giocatori chiave che in precedenza avevano lasciato a desiderare: parlo di Calhanoglu e di Dumfries, quest’ultima particolarmente utile perché verificatasi proprio in assenza del co-titolare Darmian.

Oggi Dumfries riesce a essere molto utile in fase difensiva (il suo recente gol è avvenuto subito dopo un suo salvataggio quasi a portiere battuto) ma nel contempo a diventare un vero pericolo quando attacca, con il risultato  di tener più dietro i suo marcatore e non solo.

Calha oggi è diventato una mezzala perfetta: tiene la posizione, contrasta con efficacia, sa ‘vedere’ le punte e gli esterni e nello stesso tempo, presentandosi a sorpresa, è pericolosissimo al limite dell’area di rigore.

Dumfries a Calha devono solo restare su questi livelli (o quasi) per tutta la stagione e anche contro le rivali dirette.

Ma certo Dumfries e Calhanoglu non sono gli unici ad essere migliorati.

Direi che quasi tutti i titolari sono in un periodo di forma straordinario.

Lontani dalla condizione migliore (che forse appartiene al passato) mi sembrano solo Vecino, Vidal, Sensi.

Per Gaglia, D’Ambro e il Rano, i limiti sono noti, ma loro, quando chiamati in causa, si sono espressi secondo aspettative (il Rano andando anche oltre).

Discorso diverso per Perisic (bravissimo sino ad ora ma mi pare in leggero calo,  comunque non rilevante), e per il trio di attaccanti (al momento Correa è fuori gioco).

Secondo me su questi ultimi solo in parte il discorso è individuale: gli attaccanti hanno segnato 22 gol in 17 partite, non pochi se si considera che l’Inter è la squadra che ha portato al gol il maggior numero di giocatori.

E tuttavia tutti e tre hanno dei limiti e il loro assemblaggio non sembra ottimale.

Dzeko è bravissimo tecnicamente e molto ‘sapiente’ ma non ha più lo spunto e la forza per giocare in area, essere il punto di riferimento ‘alto’, la prima punta che apre spazi per i compagni.

Da consumato professionista qual è sa presentarsi in area all’occorrenza, azzeccando ‘tempi’ e posizione. E questo spiega la buona messe di gol (ma anche qualche latitanza)

Lauti per me è uno dei primi attaccanti al mondo ma neppure lui è una prima punta classica: rende di più se un centravanti boa gli porta via qualche avversario, aprendogli spazi e  consentendogli di ‘entrare’ con meno traffico

Sanchez, oltre alla fragilità accentuata dal lungo logorio sui campi, preferisce uscire ad aprire il gioco e a ispirare: quando si presenta in area spesso non ha la potenza necessaria per concludere in modo irresistibile (la magnifica girata al volo contro il Cagliari è un’eccezione).

Se si considera che neppure Correa è uno che fa reparto, ma ha bisogno di spazi e di collaborazione per esprimere il suo talento, se ne deduce che davanti (sempre a mio parere) manca qualcosa. Anche non un titolare, ma un giocatore con caratteristiche che la nostra batteria attuale non possiede.

E non sempre potremo dominare le partite tanto da sbloccarle comunque, avendo molte occasioni, con un calcio piazzato o con un inserimento a sorpresa.

Capisco che si possa non condividere questa considerazione, un po’ meno quando mi si dice che anche le altre hanno problemi.

Io tifo Inter, vedo 38 sue partite a campionato. Delle altre molte meno e con minor senso critico.

Ci sono dei padri che dicono ai figli calciatori: sei stato bravissimo, il mister non ti capisce, oppure ha motivi non calcistici per non apprezzarti.

Io invece sono sempre molto più esigente dell’allenatore e  alle lodi e agli incensamenti preferisco le critiche che spronano.

Continuo a dire, perché lo penso, che mi sentivo più tranquillo lo scorso anno sul complesso “quadratura e completezza della squadra e metodo di gioco”.

Questo indipendentemente dai risultati ‘parziali’.

Penso che non si possano giocare in una stagione 50 partite all’assalto all’arma bianca e al top della condizione e temo che quando dovremo giocare in modo più speculativo non ne avremo più le risorse.

Poi magari sbaglio e ha ragione chi sostiene che attaccare in massa, tutti alti, (salvo poi correre all’indietro) fa risparmiare energie fisiche e intellettive

Ho quasi  sempre visto che le squadre d’assalto, o sono molto più forti, o giocano in flessione il primo o il secondo tempo.

E spesso che flettono alla distanza, in un torneo lungo.

Se Inzaghi riuscirà a far tenere questo ritmo per tutta la stagione ne sarò felicissimo: ma nessuno può impedirmi di avere qualche timore o perplessità.

Quando la squadra gioca con il baricentro altissimo ed è al top, tutto va bene, ma basta un appannamento momentaneo, fisico o mentale  di qualche interprete per metterti in una situazione di estremo pericolo.

Per questo mi piacerebbe disporre delle variabili per giocare in un altro modo, in caso di necessità: un centravanti di peso e un altro centrocampista che unisca qualità e forza.

Poi sul modo di correre, spero di non offendere nessuno, ma a me pare che il campo sia lungo sempre 110 metri e che correre all’indietro sia molto più faticoso che correre in avanti…

Ma si tratta di ragionamenti e opinioni personali: lo ripeto per la millesima volta, se Inzaghi ci fa vincere giocando sempre così e senza ritocchi alla rosa, sono pronto a glorificarlo ancora più di Conte, al quale mi lega una gratitudine eterna per il lavoro svolto.

Penso che costruire una squadra sia un lungo percorso e da noi l’ha iniziato Mancini, l’ha proseguito Spalletti, l’ha completato Conte.

Inzaghi ha trovato una base molto buona ma per le sue convinzioni e per la partenza di alcuni giocatori chiave, ci ha messo del suo.

La speranza, di chiunque si professi interista, è che riesca a condurre in porto positivamente questo lavoro così bene iniziato.

Chi aveva ragione e chi torto, sarebbe del tutto secondario.

Ritorniamo alla partita col Cagliari: non la considero particolarmente significativa, soprattutto perché il Cagliari era troppo inferiore, anche se di solito l’eccessiva inferiorità  si rivela solo… a posteriori.

Per me comunque, più che la singola vittoria è significativa la striscia dei nostri grandi ultimi risultati. In campionato ma non solo (con l’eccezione di Madrid).

Sabato fin dall’inizio ci siamo trasferiti nell’area cagliaritana.

I sardi faticavano a uscire, certo per scelta tattica (non esporsi in campo aperto contro avversari superiori) ma anche per l’assenza dei tre centrocampisti titolari: Nandez, Strootman, Rog.

Chiaro che in questo modo era solo assedio.

Per 30’ l’Inter ha costruito molto ma le occasioni presentatesi erano tutte ‘sporche’ e forse la più pericolosa, anche se unica, l’hanno avuta loro con Deiola, arrivato al tiro da pochi passi, pur  se in posizione un po’ defilata.

Al 30’ su corner l’invenzione di Calha-Lauti: il primo la mette benissimo, l’altro brucia sul tempo i difensori e infila di forza e precisione.

A quel punto il Cagliari non può più giocare con un tir (non solo un pullman) davanti alla difesa e appena loro alzano un filino gli esterni, per noi diventa tutto facile: occasioni, rigori gol, legni non si contano più.

La partita finisce di fatto al 30’ del primo tempo (Vieri dichiarerà che dopo il gol se ne è andato… io non ci riesco perché vedere nostri gol è la mia passione e perché finché non siamo sul 6-0 ho sempre un po’ di timore).

Per una partita dominata forse non servono scrupolose ricognizioni dei dati statistici e neppure le ‘pagelle’.

Limitiamoci dunque a qualche considerazione spicciola.

Tutti i dati fondamentali sono a nostro favore, alcuni in modo esagerato.

E’ il caso del possesso palla (75 a 25). Considerando che abbiamo giocato un’ora in vantaggio, di solito in queste situazioni chi deve rimontare attacca di più e tiene più la palla.

Ma qui non è stato così, anzi i passaggi nella tre quarti avversaria sono stati 183 a 33.

Una scelta nostra (continuare ad attaccare alti), forse anche una scelta di WM: alzare troppo la squadra poteva voler dire subire una punizione storica.

Sbalorditivi anche i numeri relativi ai passaggi riusciti (ben 698 a 186) e quelli sull’accuratezza (in percentuale) dei passaggi: 91 a 74 . 

Si dice che sopra i 90 si è a livelli di grandi d’Europa, ma ovviamente conta anche il livello del contrasto.

Scontato il predominio in tutti gli altri indicatori: parate (2 a 11), tiri (24 a 5) e tiri in porta (16, compreso il palo, a 2).

Da dentro l’area abbiamo tirato 9 volte, loro solo una, l’occasione iniziale ricordata.

Pochissimi i cross, 4 a 2.

Con attaccanti come Lauti e Sanchez e incursori come Barella e Calha evidentemente non era una scelta da privilegiare.

D’altra parte mi pare che siamo quelli che hanno fatto più gol di testa, considerando però i calci piazzati quando, oltre a Dzeko e al suo partner ‘entrano’ Perisic e i tre centrali.

A livello individuale Barella oltre ad aver corso più di tutti, è primo o tra i primi in tutte le graduatorie, a conferma di una prestazione super.

Sensi ha tenuto la miglior velocità media (comprensibile, dato l’impiego ridotto) e Zanotti è terzo in questa graduatoria.

Bellanova invece è stato il più veloce (34,75) davanti proprio a Perisic (33,37).

Bellanova che conosco da bambino, a me è piaciuto e io lo terrei d’occhio. Penso che abbia avuto del merito nella prova leggermente più opaca di Perisic.

Complessivamente, come squadra, abbiamo corso per 2 km  più del Cagliari, a una velocità leggermente superiore.

A livello di prestazioni individuali direi tutti bene, anche i subentrati.

Calha e Dumfries sono quelli che mi hanno impressionato di più, come accennavo e lo stesso Lauti, nonostante il rigore sbagliato è apparso in crescita.

Infine un cenno all’allenatore: merita solo un grande plauso. Vince, è primo, fa contenti i fautori del gioco ultra offensivo, che riesce a praticare senza rischiare (e quindi anche i fautori dell’equilibrio).

Per il momento, meglio non si poteva fare (anche perché gli mancano i 4 punti dei due rigori sbagliati contro Atalanta e Milan e i due punti del rigore regalato alla juve, cose che certo non sono imputabili al suo tipo di gioco…).

Le prospettive sono interessanti, più di quanto pensassi, lo riconosco.

Lo scontro di coppa con il Liverpool subito dopo un tour de force importante in campionato, farà si che a metà marzo avremo una situazione più definita, in un modo o nell’altro.

Oggi le sensazioni sono positive, sempre tendo presente che si tratta di orientamenti comunque legati alla contingenza.

Luciano Da Vite

36 pensieri riguardo “Una domenica bestiale: Inter – Cagliari 4-0

  1. Praticamente d’accordo su tutto, tra le individualità in crescita citerei anche Bastoni, che inizialmente era un po’ più in difficoltà. Il campionato sarà lungo, ci saranno momenti difficili, ma stiamo dimostrando di esserci. Se abbiamo recuperato è perché anche quando eravamo dietro, la squadra aveva consapevolezza di sé. Servivano tre vittorie consecutive in Europa, mai facili con qualunque avversario, e ad un certo punto a – 10 da due squadre in serie A. Certi momenti si superano solo se si è squadra forte, fatta da uomini. Anche questa è eredità dei due anni con Conte, e le cessioni, da questo punto di vista, non hanno recato pregiudizio.
    Menzione per Marotta che ha capito che serviva strappare Inzaghi a Lotito, per provare a continuare, senza una vera e propria rivoluzione.

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  2. Oggi come oggi il nostro centrocampo titolare è a livello di quelli dei Top Team europei. Il problema del reparto sono i ricambi, che sono lontani parenti di Brozovic, Chala e Barella, tranne forse solo Sensi se fosse fisicamente recuperato. Che la buona fortuna ce li conservi il più possibile quest’anno.

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  3. Carissimi voglio farVi notare che la crescita della squadra è avvenuta in tutti i reparti e non solo in qualche singolo attore da fine ottobre in poi. Tutti hanno acquisito maggiore consapevolezza ed autostima vuoi per lo scudetto vinto, vuoi per una partecipazione proficua agli Europei o alla Coppa SudAmerica, ma soprattutto lo step in alto è stato evidente quando TUTTA la squadra ha maturato e condiviso i dettami del mister. Possesso palla dal basso, esterni altissimi, inserimenti dei cc, , recupero immediato della palla e tanti inserimenti in area a turno di tutti. Provate a contare con quanti uomini attacchiamo l’area avversaria e quanti siano pronti ad inserirsi da fuori.
    Non trascurerei infine una condizione fisica ottimale: i nostri sembrano avere una marcia in più degli altri.
    Al contrario di molti di Voi sono sempre stato ottimista, non lo so se vinceremo qualcosa, ma di sicuro ci divertiremo. Se poi i Direttori avessero la possibilità di completare la rosa con una punta alta ed un centrocampista di destra nulla è precluso nonostante la crisi cinese.

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    1. Però Luciano, io penso che una eventuale delusione (nel senso di non divertimento) a giugno da parte tua sarà collegata alle aspettative che nutrivi, no? Un secondo posto è brutto se si pensa che sarebbe stato possibile arrivare primi. Io ad esempio non ho vissuto così male la finale persa in Europa League e ho festeggiato come uno scudetto il quarto posto del 2018. Nei giorni della cessione di Lukaku, non avresti visto un secondo posto in campionato, il superamento del primo turno in CL, magari supercoppa e/o coppa Italia, come una “vittoria”? Vincere non significa solo alzare coppe. Chi lotta per non retrocedere e si salva, ha vinto. Tu parlavi di primi quattro posti, mi pare, fino a un mese e mezzo fa…

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  4. E ne parlo ancora. Ciò non toglie che se arrivassimo secondi…mi sarei divertito di più l’anno prima. Anche se quest’anno avessimo fatto un giuoco bellissimo. Dire che la sera del secondo posto in EL ero molto divertito, sarebbe una bestemmia. Poi giudicare comunque positivo il cammino svolto, in relazione alle possibilità teoriche è discorso che attiene al ragionamento non ai sentimenti o alle emozioni.
    Infatti se Inzaghi arrivasse secondo non considererei negativa la sua esperienza, anzi! ma non sarei felice

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  5. L’anno scorso se abbiamo vinto è perché abbiamo giocato meglio di tutti. Quest’anno se non vincessimo sarebbe perché altri hanno giocato meglio di noi. Poi razionalmente ci si può anche accontentare, in relazione alle valutazioni che si davano sull’organico

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  6. Complimenti Luciano per la lucida analisi.
    Quanto alle aspettative io sono tra quelli che avevano dichiarato un buon risultato arrivare “tranquilli” nei primi quattro.
    Ora, vedendo anche le vicissitudini degli avversari primi fra tutti gli ovini, è chiaro che una non vittoria dello scudetto lascerebbe un po’ di amaro in bocca.
    Gli acquisti si stanno riveladdo, soprattutto Chala e Dzeko, decisamente più performanti di quanto, almeno io, potessi mmaginare, anche se sul turco ero molto fiducioso si sarebbe dimostrato un upgrade rispetto all’anno passato in un ruolo dove si erano alternati giocatori con prestazioni mai pienamenti convincenti.
    Anche io considero questo gioco fisicamente piuttosto dispendioso per cui temo un eventuale calo come purtroppo la lazio di inzaghi ha spesso subito (e come mi hanno confermato diversi amici e colleghi laziali che sento con insistenza).
    Speriamo ovviamente di durare e di poter arrivare al tiotlo. Sarebbe una grandissima cosa vincere due scudetti di fila

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    1. Aggiungerei tuttavia che le riserve avute alla Lazio erano (sono) piuttosto mediocri. È vera la questione del calo rispetto al sistema di gioco ma è anche vero che al primo infortunio dei titolari erano guai grossi, dovendo spesso fare affidamento a riserve o prive di esperienza oppure semplicemente tecnicamente inadeguate (sfido chiunque a fare meglio se al posto di immobile devi far giocare Muriqi ad esempio….o fare affidamento su vavro o akpa apro….). Inoltre alcuni giocatori che hanno reso con lui non hanno mai reso in altri contesti (luis Alberto, keita)

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  7. Per quanto mi riguarda gli arrivi di Eriksen e Hakimi sono stati eventi a cui i tifosi dell’Inter non erano abituati da non so quanto tempo, forse dobbiamo ritornare ai primissimi anni della presidenza Moratti. È sembrato sin da subito un bravissimo ragazzo, forse anche troppo, direbbe qualcuno. Aggiungiamo l’attesa perché riuscisse a esprimersi a buoni livelli anche qui da noi, lo scudetto conquistato e il dramma sfiorato durante gli europei. Si capisce perché oggi molti si commuovono, si va oltre il campo.

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  8. In bocca al lupo Christian.

    E una buona inter in serata che domina una Salernitana indubbiamente inadeguata. Valori davvero molto differenti, ma nel calcio bisogna comunque anche saper vincere con chi è più debole.
    Bene. Torino e Bologna saranno partite molto più insidiose, ma guardiamo avanti con fiducia. Poi vedremo se i risultati saranno sufficienti per vincere

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  9. Difficile tenere in panchina dal primo minuto questo Sanchez, che tra l’altro riesce a dialogare benissimo sia con Dzeko che con Lautaro.
    Col Torino sarà una gara rognosissima, noi comunque stiamo bene. Ennesima partita chiusa dopo un tempo o quasi, anche se ad un certo punto ci siamo allungati un po’, complici il punteggio ormai rotondo e i tanti cambi. Avremo due giorni in più di riposo rispetto all’avversario, il quale ha disputato in settimana anche un turno di coppa Italia, sebbene con turnover.
    D’Ambrosio e Perisic hanno sottolineano che c’è equilibrio, soprattutto il primo ha parlato di squadra corta, anche se più alta che in passato.

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  10. Godiamoci nel modo giusto questo periodo….appagati da quello che la squadra mostra in campo, consapevoli che ci saranno momenti difficili,ma cercando ,nel limite del possibile, di mantenere un certo equilibrio nei giudizi ,sia quelli positivi e sia quelli negativi. Certo è che dall’inizio della stagione è stato un crescendo di prestazioni,che cmque sono quasi sempre state positive. Ditemi voi quante volte siamo usciti dal campo surclassati dall’avversario.
    Via via Inzaghi ha conosciuto meglio i giocatori e la squadra ha trovato un equilibrio indispensabile per poter avere ambizioni di primato.E adesso non si leggono quasi più quelle critiche ,a volte superficiali,sui cambi del Mister.

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  11. Luciano ma guarda che ieri 18/12/2021 è stato pubblicato il programma delle giovanili . Ma essendoci in foto due donzelle , pensavi che era quello femminile.

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  12. Sul mio pc si vedevano solo le patitye delle donne. Poi questa mattina (domenica) è comparsa la parte relativa ai ragazzi.
    Comunque:ancora un’ottima prestazione e una larga vittoria (4-0 al Verona) dell’U17. Finalmente sugli scudi kevin Zefi.
    PIù TARDI IL POST CON LE PARTITE DELLA PRIMA SQUADRA E DELL’U17

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  13. Idee più chiare sulla nostra stagione

    Salernitana Inter 5-0

    Intendiamoci: idee più chiare non significa giudizio definitivo, perché troppe variabili possono intervenire nelle prossime 20 partite.

    Del resto lo scorso anno dopo il girone d’andata la situazione era questa:

    1. Milan 43
    2. Inter 41
    3. Roma 37
    4. Juventus 36*
    5. Atalanta 36
    6. Napoli 34*
    7. Lazio 34

    A fine anno, la Roma, che era terza, finì settima. Aveva perso 4 punti dall’Inter all’andata, al ritorno ne perse altri 18.

    La Lazio ne perse altri 11 e così via.

    Per ora il girone d’andata non è finito e certamente sarebbe cosa molto diversa se lo chiudessimo a 46 o a 43.

    Chiudere a 46 potrebbe voler significare che nel girone di ritorno dovrebbero bastare 38-39 punti

    Indipendentemente dal prossimo risultato tuttavia, alcune considerazioni sui numeri si possono fare e forse potrebbero servire a dare qualche indicazione anche sulla questione prospettive.

    Ora, proviamo a distinguere le squadre del campionato tra il gruppo delle cosiddette favorite (a priori) e quelle considerate ‘comprimarie’.

    Contro le comprimarie abbiamo totalizzato 34 punti sui 36 disponibili (percentuale del 97,2%) e abbiamo una differenza reti di +31

    Contro le sei co-favorite abbiamo totalizzato 9 punti su 18 (50%) e abbiamo una differenza reti di +2.

    Emerge che in questo pezzo di campionato siamo stati maramaldi con le piccole (tra l’altro 20 gol segnati in sole 4 partite) e abbiamo incontrato qualche difficoltà in più con le grandi.

    Certo, è assolutamente normale che la media punti e la differenza reti sia minore nel complesso delle partite con squadre più forti.

    Se confrontiamo i punti conquistati dalle prime 4 in questo tipo di scontri (utilizzando le percentuali di punti a partita) abbiamo questa situazione:

    Milan punti 1,71 a partita (11)
    Napoli punti 1,66 (10)
    Inter 1,50 punti a partita (9)
    Atalanta 1,33. (8)

    Ciò conferma che c’è un notevole equilibrio negli scontri di vertice, con il Milan che fa un po’ meglio e l’Atalanta un po’peggio

    Dirò di più: sono praticamente certo che se ripetessimo i risultati sin qui ottenuti anche al ritorno, con 86 punti (oltre alle due contro il Toro che restano fuori dai calcoli) vinceremmo il campionato.

    Il problema è che secondo me sarà quasi impossibile conquistare con le medio piccole 34 punti su 36 disponibili, dunque dovremo pensare a compensare anche solo con qualche punticino in più negli scontri diretti.

    Si potrebbe anche allargare il discorso alla CL.

    Anche qui abbiamo ottenuto il massimo o quasi (10 punti su 12) con le squadre meno forti e una differenza reti di +8, ma 0 punti e una differenza reti di -3 con il Real, unica squadra, se non sbaglio, a cui non abbiamo mai segnato in questa stagione.

    Ovviamente si deve considerare che il Real è di altro livello rispetto alle migliori del nostro campionato e quindi anche questo scarto di rendimento è comprensibile.

    Ora vorrei che fosse chiara una cosa: a inizio stagione non ritenevo che questa squadra fosse competitiva per lo scudo: ora se faccio questi discorsi, non è per cercare il pelo nell’uovo di un periodo felicissimo, ma solo perché incomincio a sperarci anch’io e mi piacerebbe che, potendolo, si lavorasse sulle situazioni di potenziale miglioramento.

    Anche considerando che ci sono squadra che non hanno più le coppe (Milan) e altre che hanno coppe meno ‘prosciugatrici’ di energie e mentali (C. Uefa).

    Personalmente dunque credo che si possa migliorare qualcosa nel rendimento con le grandi (alle quali però nel ritorno metterei la Viola, in forte crescita), mentre mi pare quasi impossibile mantenere lo stesso punteggio nel totale dei confronti con le medio piccole.

    Penso, come dicevo, che, con l’equilibrio che c’è, arrivando a 84-85 punti si vincerebbe.

    Questo risultato mi pare ancora difficile, ma non impossibile, soprattutto se arrivassero un paio di rinforzi (o comunque se ci fossero un paio di sostituzioni in organico tali da rafforzare obiettivamente la rosa, cosa non agevole, per altro. Basti pensare al presunto scambio ventilato dai giornali spagnoli – non a caso – tra Sanchez e Luuk De Jong, nel quale certamente ci perderemmo).

    Ciò detto, veniamo alla partita con la Salernitana, non tanto per proporre un’analisi tecnico tattica del match, in quanto la differenza fra i due undici ancora una volta era troppo netta perché la riflessione sulla nostra prestazione possa evidenziare seri elementi di ‘conflittualità’ interpretativa, ma solo per esprimere alcune valutazioni a caldo.

    Abbiamo giocato benissimo.

    Abbiamo dominato la partita: solo nel finale, a cambi avvenuti e risultato acquisito abbiamo mostrato un leggero calo di concentrazione, per altro comprensibile.

    Credo che le cifre statistiche (al momento in cui scrivo, come faccio sempre, non le ho ancora consultate) confermeranno che siamo stati superiori, addirittura debordanti, in tutto.

    Compresa la grinta, la compattezza di squadra, la determinazione per arrivare sulle seconde palle, l’attitudine a smarcarsi per offrire più soluzioni al portatore di palla.
    Tutte situazioni di gioco che è difficile misurare statisticamente

    Insomma, con la Salernitana come con il Cagliari, non avevamo solo più qualità, ma anche una condizione atletica e ‘mentale’ migliore, forse al nostro top.

    Tatticamente poi lo schieramento speculare scelto dal loro mister (352) ci agevolava, vista la nostra superiorità uomo contro uomo, tranne per alcuni spunti di Ribery.

    Come contro il Cagliari, la sblocchiamo su azione di calcio d’angolo, anche se qui un bel po’ prima (circa all’11°).

    Poi giochiamo bene ma non andiamo in gol, gli avversari hanno la palla per riaprirla, mettendo Obi solo davanti al portiere, come era accaduto in condizione di risultato analoga al Cagliari.

    In entrambe le situazioni il ‘pensionato’ Handanovic si fa trovare pronto e ci evita di ripartire da capo, contro una squadra che sarebbe stata più chiusa e galvanizzata.

    Se si considera che l’unico altro loro tiro serio verso la porta (non in porta) è stato il colpo di testa di Djuric sul 5-0 si comprende come, comunque, la partita non avrebbe avuto storia (ma è sempre meglio…non esser stati costretti a verificarlo)

    Il secondo e il terzo gol spengono definitivamente ogni velleità dei campani.

    E’ bene precisare che si è trattato di due azioni splendide, condotte con verticalizzazioni improvvise e irresistibili perché realizzate con la qualità dei vari Barella, Calhanoglu, Dzeko, Brozovic, De Vrji, Bastoni

    Gli ultimi due gol invece sono frutto di una pressione alta di tutta la squadra.

    Dunque l’Inter, almeno quando è in questa condizione, è in grado di andare in gol in tutti i modi (calcio piazzato, ripartenza, azione insistita) e di costringere l’avversario a insidiare la nostra porta in situazioni rarissime.

    Ma questo, è bene ricordarlo, vale oggi e contro squadre inferiori, non è detto che valga sempre, nel lungo periodo, e addirittura che valga fra soli quattro giorni quando affronteremo il Toro.

    Dovremo dare il massimo anche in quella situazione, perché Juric è bravissimo nel preparare le partite e far rendere al massimo i suoi, inoltre il Toro è tradizionalmente una squadra ‘rognosa’ e a volte ci ha fatto soffrire anche nei nostri momenti migliori.

    Del resto loro hanno giocatori forti e che in passato ci hanno creato problemi: cito solo Belotti, Sanabria, Bremer , Izzo. Ma ce ne sono altri. Ricordo partite recenti in cui ci ha messo in difficoltà Ansaldi, per esempio.

    Inoltre hanno perso solo di un gol contro Milan Juve Napoli Roma e Atalanta e hanno pareggiato con la Lazio.
    Oltre ad aver battuto 4-0 la Salernitana.

    Questo solo per dire che non sarà affatto una passeggiata come si sono rivelate (a posteriori) quelle con Salernitana e Cagliari.

    Il Match di Salerno secondo me ha dimostrato altre cose:

    che D’Ambro non vale Skriniar, ovviamente, ma lo può sostituire in modo del tutto dignitoso;

    che il vero insostituibile è Brozo, sia perché né Barella né Calha sono naturalmente ‘tagliati’ per quel ruolo, sia perché la qualità di Brozo a mio parere non trova eguali in Europa, per come si sposa con la quantità (…se penso a Jorginho, serio candidato al pallone d’oro…);

    che Barella e Vidal insieme non costituiscono un accoppiamento ideale: entrambi sono troppo istintivi e irruenti e sbagliano qualche appoggio di troppo, anche se Barella appare complessivamente molto più efficace;

    che sarebbe opportuno recuperare un Sensi al top e magari sostituire Vecino (neppure un minuto in due gare nelle quali considerati i risultati, si è fatto molto turn over, sembra indicare che sia un po’ ai margini);

    che Gagliardini non ha piedi raffinati, ma resta un giocatore che in caso di necessità può sempre dare un valido contributo;

    che Sanchez può ancora essere un giocatore importante: il dubbio è sulla sua fragilità e, semmai, sulla completezza di un attacco che ha tre giocatori su quattro disponibili (Alexis, Dzeko e Correa), che preferiscono ‘uscire’ a suggerire per eventualmente ripresentarsi, piuttosto che attaccare l’area;

    che Calhanoglu Perisic e ora anche Dumfries sono giocatori fondamentali e devono solo confermare di poterlo essere con continuità nell’arco dell’intera stagione;

    che Bastoni ha caratteristiche tecniche, atletiche, caratteriali davvero eccezionali, nonostante la giovane età.

    Degli altri si sapeva già tutto e era…un bel sapere (secondo me compreso Handa, chiaramente non più al suo top ma sempre abbastanza affidabile)

    Vediamo però che cosa ci dicono i dati statistici, i quali, ora che li ho visti, riservano qualche sorpresa.

    Naturalmente tutti i valori fondamentali (e collettivi) sono ampiamente a nostro favore, anche se in modo meno netto che in occasione di Inter Cagliari.

    Sono nostri:

    il possesso 66 a 34

    il numero di tiri a rete 23 a 10

    Il numero di parate è invece…equilibrato: 3 per Fiorillo, 2 per Handa. A questo proposito bisogna considerare i 5 gol. Questo è un dato importante perché abbiamo tirato nello specchio della porta 10 volte, ottenendo 5 gol. Una media mai registrata in precedenza, credo, visto che tutti rimproveravano (e si autorimproveravano) la scarsa cattiveria nel chiudere le azioni.

    Sempre a nostro favore

    il numero di occasioni (20 a 8)

    il numero di passaggi andati in porto (568 a 248)

    l’accuratezza degli stessi (89% a 79% con un leggero calo rispetto al Cagliari)

    i recuperi (62 a 43): sarebbe interessante sapere quanti recuperi sono avvenuti nella loro metà campo

    infine i passaggi nella tre quarti avversaria, 129 a 42.

    Curioso il dato a loro favore dei cross effettuati, 6 contro 5.
    Questo dato conferma la scarsa propensione dei nostri a crossare, già notata contro il Cagliari, ma allora attribuita all’assenza di Dzeko e alla presenza di due attaccanti non troppo prestanti fisicamente.

    Invece probabilmente si tratta di una precisa attitudine a giocare sempre la palla, tenendola bassa e nei piedi

    Ma la vera sorpresa, anche per me che pure avevo giudicato eccellente la sua prestazione, scaturisce dai ‘primati’ individuali ottenuti da Calhanoglu in quasi tutti i settori

    Primo per occasioni da gol create (10, davanti a Gondo, 3 e a dzeko, 2)

    Primo per i passaggi chiave 8, contro i 3 di Gondo e i 2 di ribery

    Primo per il numero di palle giocate, 123, contro le 109 di Brozo

    Addirittura primo per numero di palle recuperate , 15, contro le 8 di D’Ambro e de Vrji e le sette di Gagliardini.

    Gli è riuscito un dribbling e, altrettanto strano, solo Bastoni, con 2 ha fatto meglio.

    E’ stato secondo per numero di km percorsi, appena dietro Coulibaly e terzo per la punta di velocità espressa allo sprint, dopo Ranieri e Dzeko.

    Solo nella graduatoria di coloro che hanno tenuto una più alta velocità media non compare tra i primi tre (Zortea, Gagliardini, Brozo).

    Siamo evidentemente in presenza di un giocatore con grandi qualità tecniche, ma in straordinarie condizioni di forma atletica e con una personalità e un’autostima che, almeno in queste partite, gli consentono di svettare. Speriamo che continui così a lungo.

    Di solito il mattatore, in queste ‘graduatorie’ di prestazioni individuali è Brozo, che invece compare solo una volta nelle prime posizioni.

    Nondimeno, a conferma del fatto che i dati statistici non sempre rispecchiano quello che si è visto in campo, secondo me il regista croato ha disputato una partita esemplare.

    Veniamo allora alle pagelle individuali

    Handanovic: 6.5 Un solo tiro in porta veramente pericoloso contro la Salernitana, come contro il Cagliari. Entrambi sull’1-0. Parate difficili e determinanti per tenere l’iter della partita favorevole a noi. Non è facile quando ti arriva un solo tiro trovarsi pronti. Molti sottovalutano anche la sua qualità nell’impostare l’azione, a causa di qualche rischio che si prende, ma spesso le ripartenze originano dalle sue giocate

    D’Ambrosio: 6.5 Non è Skriniar, ma…poco ci manca. All’inizio soffre un po’ la progressione inarrestabile di Ribery, poi gli prende le misure, in collaborazione con i compagni. Attacca molto, come vuole Inzaghi ed è assai determinato nel cercare gli inserimenti. Come vice Skriniar è una garanzia

    De Vrij: 6.5 Rende inoffensivo Simy (20 gol nello scorso campionato). Qualche grattacapo in più glielo dà Gondo nel finale. Ma lui guida la difesa da consumato campione, vince contrasti, ripulisce e rende giocabili molte palle. Un vero maestro

    Bastoni: 7 un’altra prestazione super di un ragazzo che sembra non aver limiti. Sempre più sicuro nella fase difensiva (ottima una diagonale decisiva nella prima parte della gara) , ha piede e una tale sicurezza nei suoi mezzi da potersi improvvisare spesso come attaccante, con tagli improvvisi, o suggeritore di gioco. Spettacolo.

    (Di marco: 6 personalmente mi è sembrato un pochino meno a suo agio rispetto a precedenti uscite, ma si tratta di puri elementi impressionistici)

    Dumfries: 7 cresce di partita in partita, ora si è rinfrancato psicologicamente ed ha compreso perfettamente i movimenti che gli sono richiesti per far funzionare il collettivo. Recupera, si lancia nelle ripartenze offrendosi alle aperture improvvise dei compagni con la sua fisicità e velocità, sa anche accentrarsi per andare a concludere (ricordate Hakimi?)

    Barella: 6 non è una delle sue partite migliori, anche prescindendo dal fallo inutile che gli è costato il giallo e ne determinerà l’assenza contro il toro. Corre sempre molto, ma non con la necessaria lucidità, si prende spesso l’incarico di andare al tiro, ma le sue conclusioni sono imprecise. Tuttavia è uno di quei giocatori che quando non gioca bene dà comunque un contributo importante alla squadra.

    (Vidal: 6 poco più di mezz’ora giocata discretamente, ma senza la capacità di spaccare che gli si conosceva e per la quale era stato acquistato. Ha grinta e la mette in campo, insieme all’esperienza, ma servirebbe qualcosa in più.

    Brozovic: 7.5 per me una partita eccezionale, mentre ho letto giudizi meno entusiastici. E’ dovunque serva la sua presenza, esce con eleganza dalle situazioni più complicate, ha una visione di gioco incredibile, come mostra ad esempio la verticalizzazione che ha portato al gol di Dumfries. Avendo quasi al suo fianco un secondo direttore d’orchestra (Calha) rende ancora di più

    (Gagliardini: 6.5 entra in modo determinante nelle azioni che hanno portato al quarto e quinto gol. In una ventina di minuti scarsi…non è poco. Per il resto, si disimpegna con sicurezza)

    Calhanoglu: 7.5 prestazione che alla consueta abilità col pallone tra i piedi associa una sapienza tattica notevole. Si muove a tutto…centro campo, contrastando e interrompendo azioni avversarie, aiutando Brozo in cabina di regia, proponendosi per le rifiniture ai compagni in fase di attacco. Nei calci piazzati si conferma una…sentenza

    Perisic: 7 ha il merito indiscutibile di aver sbloccato la partita dopo pochi minuti con uno stacco imperioso e prepotente ad incornare l’angolo di Calhanoglu. Fondamentale in alcuni recuperi difensivi (cfr la provvidenziale chiusura su Koulibaly nel primo tempo), sempre pronto e pericoloso quando si offre alle aperture o alle verticalizzazioni dei centrocampisti

    (Kolarov: SV pochi palloni giocati, alcuni non bene.)

    Sanchez: 7. Una quantità di suggerimenti, azioni pericolose, invenzioni. Il suo gol conclude una delle azioni più spettacolari, non solo della gara…Sbaglia qualcosa per la voglia di strafare, ma è davvero ancora un signor giocatore, se sta bene

    (Lautaro: 7 entra in campo nel modo giusto, deciso a non interrompere la serie di gol consecutivi, e ci riesce, andando vicino ad altre marcature. Francamente non capisco chi lo critica, ameno che non si tratti di..ulteriori stimolazioni)

    Dzeko: 6.5 la sua presenza in campo si sente, anche se soprattutto fuori dall’area di rigore. Infatti è l’unico degli attaccanti a non segnare. Incide comunque molto sull’andamento della gara con i suoi assist e le sue giocate. Resta un giocatore molto importante

    Inzaghi: 7.5 meglio di così fino ad ora non poteva fare: Inter prima in classifica, mai nessuna gara in cui abbiamo subito l’avversario e prestazioni ottime sul piano dello spettacolo. Ha già fatto molto, ma il difficile arriva adesso.

    Infine una riflessione provvisoria: mi pare che quasi sempre vince il campionato chi subisce meno gol, raro che lo vinca chi ha segnato di più (tranne che in campionati dove una stacca tutti di 20-30 punti).

    Più importante per la vittoria finale è vincere, magari 1-0 le partite che risultano davvero complicate nei fatti, rispetto a maramaldeggiare in modo scintillante quanto gli avversari non sono in grado di opporre resistenza.

    Questo perché secondo me ci deve essere fiducia e anche entusiasmo, ma razionalmente si deve restare prudenti

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  14. Under 17: Inter H Verona 4-0

    Ancora una grande prestazione e una netta vittoria dei ragazzi di mister Polenghi.

    Basterà ricordare che sono primi nel loro girone con 34 punti su 39 disponibili e in 13 partite ha segnato 44 gol, con una media di 3,4 gol a partita.

    Questo avendo ormai incontrato tutte le avversarie (siamo al termine del girone d’andata) e soprattutto avendo quasi sempre fatto a meno, per un motivo o per l’altro di molti dei giocatori più talentuosi perché utilizzati in categorie superiori.

    Per dire, nella partita di oggi mancavano tra gli altri il difensore Motta, i centrocampisti Bovo e Ciuffo nonché cinque giocatori offensivi del calibro di

    Carboni Ricordi Esposito Quieto Owusu (tutti nella rosa dei nazionali di categoria).

    A parte le assenze sporadiche per motivi contingenti e quelle fisse per promozione in categorie superiori, a me a volte viene il sospetto che si tratti di una precisa strategia societari, volta a volta a turnare per rendere più difficile e dunque più formativo il compito assegnato a chi scende in campo nelle singole partite, almeno in quelle di media difficoltà teorica.

    Oggi per esempio, si è fatto giocare Mazzola, che sicuramente dà del tu al pallone ma non potrebbe partire dall’inizio contro Milan e Atalanta.

    Per sostenerlo è stato spostato a centro campo Stankovic, di solto perno insostituibile della linea difensiva

    Questa comunque la formazione iniziale:

    Calligaris

    Aidoo Guercio Stabile Miconi

    Stankovic Di Maggio

    Berembruck Mazzola Zefi

    Martins

    L’Inter si mostra subito nettamente superiore, anche rispetto a un buon Verona, che forse manca di…stelline ma è un gruppo compatto, da mezza classifica.

    Andiamo più volte vicino al gol con belle combinazioni e lo otteniamo con uno stacco vincente di Di maggio (certo non un colosso…) su corner di Stankovic.

    A prescindere dal gol, i due si cercano spesso, forse consapevoli di parlare un linguaggio calcistico molto simile

    Il Verona alza un po’ il baricentro per cercare di reagire, tiene un po’ più la palla, ma le occasioni capitano a noi, con Martins, Berembruck e lo stesso Zefi, che, prima della fine del tempo, va in gol mettendo al sicuro il risultato.

    Nella ripresa ci sono molti cambi, in momenti diversi subentrano Ndianefo, Liserani, Ciuffo, Fois, Pedrini.

    L’andamento del match non cambia, con il Verona che cerca orgogliosamente di rientrare in partita, ma non riesce mai neppure a tirare in porta, mentre noi ci esibiamo in alcune ripartenze spettacolari.

    In due di queste occasioni è ancora Zefi, in giornata di grazia a punire la difesa veneta.

    In particolare sull’ultimo gol, Zefi controlla una palla lunga e difficile superando con il controllo, grazie a un pallonetto il suo marcatore e poi sulla ricaduta anche il portiere in uscita.

    La notizia del pari ottenuto dal Milan a Cittadella rallegra ulteriormente la giornata.

    Brevi pagelle (praticamente riguardanti solo che ha disputato la prima ora di gioco).

    Calligaris: 6.5 non deve parare nessun verotiro, ma si esibisce in alcune perentorie e sicure uscite alte, dando a tutti estrema sicurezza. Ottimo anche nel giocare con i piedi

    Aidoo: 7 velocista insuperabile e giocatore dai piedi buoni. Fortissimo nei recuperi e nella spinta, sa giocare con i compagni., A volt commette qualche leggerezza comprensibile

    Guercio: 6.5 solidissimo baluardo davanti alla nostra area. Per gli attaccanti veronesi non è giornata

    Stabile: 6.5 vedi giudizio su Guercio, con il quale costituisce una cerniera impermeabile

    Miconi: 6 spostato a sinistra al posto di Motta, il piccolo ex udinese se la cava con buona autorità

    Stankovic: 7.5 dove lo metti lo metti, lui è sempre tra i migliori in assoluto. Per me è già pronto per la Primavera e ha interessanti prospettive

    Di maggio: 7.5 credo sia il primo suo gol di testa. Sublime come gioca la palla senza guardarla. Qualità ma anche ritmo e vero uomo squadra

    Berembruck: 7 nominalmente ala destra, in realtà vaga per tutti il fronte d’attacco e in particolare nel primo tempo, quando accelera risulta imprendibile per tutti. Può migliorare nella scelta di alcune giocate e dei posizionamenti. Cala un po’ alla distanza

    Mazzola: 6+ qualità tecniche indiscutibil. Sul piano agonistico è molto migliorato, ma deve crescere ancora parecchio per avere ambizioni

    Zefi: 8 facesse qualche dribbling in meno, oggi avremmo vinto almeno 8-0 e anche lui avrebbe segnato di più. La sua abilità prestipedatoria comunque è davvero eccezionale e si unisce a una progressione eccellente. Giocatore da crescere con particolare attenzione, sarebbe un peccato che le sue doti andassero sprecate

    Martins: 6/7 cresce di partita in partita. Oggi da prima punta ha fatto un po’ sentire l’assenza di Pio Espo per quanto riguarda ‘peso’ e capacità di far salire la squadra, spalle alla porta. Però si è fatto notare, ha dato profondità e velocità ed è andato vicinissimo alla segnatura, che avrebbe meritato

    Polenghi: La squadra è prima, vince quasi sempre, gioca benissimo anche quando deve fare a meno di molti titolari. Molto merito è certamente di chi ha allestito il complesso, ma lui…più di così non potrebbe fare

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  15. Partendo dalla fine secondo me gli 1-0 in un campionato sono importanti per due ragioni: per vincere devi fare tanti punti e devi farne anche quando non sei brillante. Se non sei brillante difficilmente potrai vincere facendo tanti gol, quindi col senno di poi, risulta un punteggio significativo. Dall’altra parte riuscire a condurre in porto un match in bilico, quindi con un solo gol di scarto, è sintomo di grande squadra. Ricordo ad esempio che la Juve di Allegri e Sarri era molto brava in questo, mentre l’anno scorso, quella di Pirlo non riusciva a resistere molti minuti,una volta passata in vantaggio. Considerazioni simili quindi verrebbero per un 2-1, penso ad esempio alla nostra gara contro il Sassuolo. Partita che veniva dopo una trasferta di CL, approcciata non bene. Non è finita 1-0 ma credo possa rientrare nella stessa categoria, tra l’altro ci sono stati due rigori, uno per ciascuna squadra, senza i quali il risultato sarebbe stato 1-0.

    È positivo riuscire a fare così bene con le piccole. Pensavo che il cambio in panchina potesse portare a perdere qualche punto in più con le piccole e magari meglio figurare con le grandi. Questo per un aspetto mentale e perché in mancanza di giocatori in grado di creare superiorità, con squadre chiuse si dovrebbe fare più fatica. Noi non abbiamo mai avuto nei tempi recenti, calciatori dotati di dribbling nello stretto. L’anno scorso però avevamo Hakimi e Lukaku che con qualche metro in più erano devastanti e soprattutto compensavamo questa lacuna grazie agli schemi di Conte e all’organizzazione: se la palla arriva nei tempi giusti, dove deve arrivare, i nostri possono essere più efficaci. Qualche eredità di Conte si vede ancora. Penso che una sequenza del genere vi sia familiare: Handanovic muove palla con uno dei “braccetti”, questo porta la punta ad allargarsi attaccando Bastoni o Skriniar e dà il tempo a Brozo di smarcarsi e venire incontro. Palla all’esterno, soprattutto Perisic, ma anche Darmian, palla alla punta che viene incontro, e inserimenti delle mezzali e dell’altro esterno che si inseriscono. Anche le palle di Sanchez per Dumfries ricordano azioni viste lo scorso anno. Oltre a ciò un un baricentro più alto e il costante proporsi di Bastoni e Skriniar, che ricordano Toloi e Djimsiti all’Atalanta, fanno sì che anche il classico pullman in area di rigore non sia così impenetrabile per noi.

    Per quanto riguarda gli scontri di vertice io considererei anche la Fiorentina già dal girone d’andata, non a caso la terza giornata ha vinto a Bergamo, di recente ha battuto il Milan e il turno precedente ha perso a Torino subendo gol al novantesimo, in dieci contro undici. Vero che è altra cosa, almeno sulla carta, rispetto alle altre. Ma sin dalle prime partite ha dato idea di essere più vicina alle romane ad esempio, che a squadre come Sassuolo, Empoli e Torino. Ricordo infatti i commenti positivi dopo la nostra vittoria al Franchi, anche tra i giornalisti.
    Le prestazioni sono opinabili, ragionare con i “se” e con i “ma” non mi piace perché si tende a considerare solo certi eventi e non anche altri, sfavorevoli. Quindi il rigore sbagliato da Lautaro nel primo tempo del derby, se segnato, avrebbe potuto non essere decisivo, sebbene nell’ambito di una gara in cui per tutti abbiamo almeno fatto un pochino meglio del Milan, tranne ovviamente che per i milanisti. E per Sergio.
    Ben altra importanza invece gli episodi contro Atalanta e Juve, rispettivamente all’86esimo e 88esimo. La Juventus senza un episodio a sé, non avrebbe segnato mai, ma proprio mai. L’Atalanta non si affacciava dalle nostre parti da trenta minuti e l’occasione che hanno avuto successivamente è probabilmente conseguenza proprio del rinnovato entusiasmo per il rigore sbagliato da di Dimarco. Quindi direi che siamo stati molto più vicini a fare meglio, che peggio. Questo può essere incoraggiante, ma serviranno conferme.

    Col Torino difficilissima, loro fanno un pressing feroce, cosa che noi soffriamo, ovviamente se fatto bene e di sistema, hanno una squadra fisica. Io, dopo la gara di Napoli, ritenevo sufficiente vincere tutte le gare restanti, con uno o due pareggi, a Roma e col Toro. Considerando il momento, i cinque giorni di riposo, il fatto che saremo in casa, le gare difficilissime che ci attendono dopo la sosta, vincere sarebbe una grandissima cosa.

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