Nel segno di Calhanoglu: Inter – Genoa 4-0

Hakan Calhanoglu: al suo debutto ufficiale in maglia interista, l’ex rossonero è stato subito determinante. Assist e goal per lui nella sfida contro il Genoa.

Ritorno a scrivere di Inter e di calcio dopo un sacco di tempo.

Penso che i miei ultimi post sul blog risalgano al cammino in Europa League 2019-2020, fino alla sfortunata finale contro il Siviglia a Colonia. Una grande delusione quindi ma anche un cammino che ha dato i suoi frutti se consideriamo che da lì si costruirà poi la squadra che ha vinto l’ultimo campionato.

Volevo scrivere un post prima della sfida contro il Genoa, ma non ne ho avuto il tempo. L’ottimo risultato e l’andamento della gara hanno però confermato alcune delle sensazioni che avrei voluto condividere prima della partita e che sono tutto sommato positive e che quindi voglio proporre adesso con questo post.

Ho detto “tutto sommato” perché non ci sono dubbi sul fatto che ci siamo indeboliti e la società e la dirigenza non lo hanno nascosto.

Anzi è stata fatta chiarezza sin dal principio su quale fosse la situazione contingente e che sarebbe stato necessario perseguire come obiettivi il rientrare con delle cessioni importanti e limando il monte ingaggi.

Così è stato (vedi le cessioni di Hakimi e poi quella di Lukaku) e così è stata conseguenziale la scelta di Antonio Conte di non proseguire il cammino iniziato due anni fa.

L’ultimo addio, che si è consumato in questi giorni (sembra con qualche polemica, ma non voglio entrare nel merito), è stato quello di Lele Oriali.

Grande riconoscenza e grazie a Lele, al mister e ai giocatori per aver dimostrato la loro professionalità nel tempo che hanno indossato la nostra maglia, ma la cosa giusta da fare – come sempre – e voltare pagina e mi sembra di poter dire, dalla sfida contro il Genoa, che si stia lavorando con la testa e con le gambe in questa direzione.

Si potrà dire che non era una partita difficile, perché oggettivamente – da quello che abbiamo potuto vedere – il Genoa è una squadra ancora in costruzione e che non ha una sua identità definita.

Ma non era neppure una partita facile, perché noi abbiamo cambiato e perché per tutte le ragioni sopra esposte, Simone Inzaghi e i ragazzi avranno un sacco di pressioni (la solita “centrifuga”).

Mancava inoltre all’appello Lautaro Martinez (squalificato) che chiaramente si può ben dire sia il nostro principale fuoriclasse (almeno nel reparto offensivo).

Quindi non era una partita facile, ma noi l’abbiamo subito indirizzata benissimo con due goal nei primi dieci minuti, che hanno visto come protagonista assoluto il nuovo arrivo Calhanoglu, che prima mette sulla testa di un gigantesco Skriniar la palla dell’uno a zero e poi va a concludere da fuori, realizzando il raddoppio.

Possiamo dire che da quel momento in poi abbiamo avuto il pallino della gara, anche se questa non era chiusa, tanto è vero che se allo scadere del primo tempo Kallon avesse inquadrato la porta, forse le cose si sarebbero messe diversamente. Ma l’attaccante genoano ha calciato a lato e il Genoa non è rientrato in partita.

Poco dopo del resto già andavamo di nuovo in porta con un’imbeccata di Brozo per Perisic (autore di un’ottima partita) ma il goal veniva annullato per posizione in fuorigioco di Ivan.

Nella ripresa penso di poter dire senza esagerare che in campo ci siamo stati per lo più solo noi e negli ultimi quindici minuti abbiamo fatto due goal (molto importanti): prima Vidal su un bellissimo assist di Barella e poi Dzeko con un imperioso colpo di testa su assist del cileno.

Un altro goal era stato precedentemente annullato dopo dieci minuti dall’inizio della ripresa.

Abbiamo cominciato quindi nel modo migliore possibile e soprattutto la gara offre spunti di riflessione che sono molto interessanti e che “riprendono” alcune delle osservazioni che avrei voluto esprimere alla vigilia della partita, con la convinzione che farlo adesso non significhi affatto potersi adagiare sul risultato, per il semplice motivo che siamo solo alla prima giornata e abbiamo davanti un campionato molto difficile.

Le mie considerazioni avranno però come detto un carattere positivo dopo una estate nella quale per ovvie ragioni abbiamo dovuto concentrarci per lo più sugli aspetti negativi.

Comincio dall’allenatore, perché è sicuramente il principale elemento di novità.

Qui è chiaro che abbiamo perso un allenatore che era una certezza e un “top” nella categoria.

Antonio Conte è uno degli allenatori più preparati in circolazione, ha vinto molto e ha un carattere importante che gli ha permesso di imporsi anche in un ambiente che per ragioni “storiche” lo aveva accolto in parte anche in maniera ostile. Ha riportato la nostra squadra a vincere un campionato dopo più di dieci anni.

Soprattutto, questo è il punto più importante, ha costruito una squadra, qualche cosa che – nonostante due addii importanti, tre contando Eriksen – è rimasto anche dopo il suo addio e questo non è un punto da sottovalutare.

Si è sottolineata in questi mesi una continuità sul piano dello schieramento e delle idee di Simone Inzaghi rispetto a quelle di Conte.

Questo è vero in parte (Luciano ha giustamente rappresentato i diversi aspetti al riguardo negli ultimi post), perché il modulo è lo stesso, ma la maniera di interpretare la partita da parte dei singoli e i movimenti non sono esattamente gli stessi.

È vero che apparentemente Simone Inzaghi abbia storicamente curato maggiormente la fase offensiva e ieri abbiamo visto cose molto interessanti in questo senso. Dall’altra parte la squadra, come dicevamo, è la stessa e non ci sono dubbi che ieri abbia fatto bene tutta nel suo complesso.

Il gruppo è solido e la stessa fase difensiva può giovarsi dell’ottimo lavoro fatto in questi anni e l’elemento “esperienziale” è sicuramente molto importante e può essere determinante.

Le cose più interessanti, dicevamo, le abbiamo viste nel reparto offensivo. Non tanto per il modulo, che è stato un 3-5-1-1 (soluzione che anche variando gli interpreti non escludo possa essere riproposta) con Sensi alle spalle di Dzeko e Calhanoglu e Barella nel ruolo di mezze ali, quanto per il modo di giocare degli interpreti.

Intanto Dzeko (un ottimo attaccante il cui unico limite è costituito dal dato anagrafico) non è Lukaku.

Il bosniaco ha caratteristiche differenti. È molto forte tecnicamente e fisicamente, ma non ha la progressione del belga. Il suo modo di dare profondità alla squadra è e sarà diverso, ma le sue grandi qualità fisiche e tecniche e la sua bravura nel dialogare con i compagni sono già emerse in questa prima partita.

Consapevole delle sue caratteristiche, Inzaghi gli ha messo vicino Sensi, mentre a Calhanoglu è stato dato il ruolo della mezza ala pura, dimostrando di avere grande qualità e una buona intensità di gioco che gli ha permesso di stare in partita per tutto il tempo in cui è stato in campo.

Calha ha fatto la differenza come nessuno di noi probabilmente si aspettava (se il Milan ha un altro paio di giocatori da “buttare”, noi siamo qui, lo dico perché amici milanisti mi hanno preso in giro dopo che abbiamo preso il giocatore) adattandosi immediatamente al nuovo contesto e da quella parte abbiamo avuto gioco facile anche grazie a un Ivan Perisic (giocatore a mio parere molto sottovalutato) che è apparso in ottime condizioni e che secondo me ha tutte le caratteristiche per poter fare quel ruolo secondo come questo viene considerato dal nuovo allenatore.

Considero Simone Inzaghi un allenatore molto preparato e intelligente: se Antonio Conte è un “top”, sicuramente Simone Inzaghi può diventarlo e ovviamente questa è la sua grande occasione per dimostrarlo.

Secondo me rispetto a Conte è più flessibile per quello che riguarda il suo approccio sul piano tattico e nel rapporto con i giocatori.

Mi sembra più “acuto” e bravo a trovare delle soluzioni anche dove si debba fare di necessità virtù, sa cambiare in corsa e questo è tanto più importante dove le sostituzioni a disposizione sono ben cinque (che significa anche d’altro canto che bisogna avere una rosa tale da potere permettere questo tipo di interventi a gara in corso come di partita in partita). Forse qui va a porsi in maniera opposta rispetto a Conte che è un allenatore dove le cose o sono bianche o sono nere (perdonate la battuta, ma forse dipenderà dai suoi trascorsi juventini…).

Attenzione però che questo non significa io stia sottovalutando o sminuendo Conte.

È un allenatore che chiede e vuole certezze, ma che sa pure allo stesso tempo come ottenerle e come infondere questa forza ai suoi giocatori.

Probabilmente è qui che Inzaghi deve colmare la sua differenza con Conte: cioè deve dimostrare ai suoi giocatori e a tutti i tifosi interisti che è un allenatore di cui ci si può “fidare” e che ci può far vincere.

L’unico modo per farlo è lavorare duro e ovviamente poi servono i risultati perché poi sono quelli che contano.

Una certezza nel frattempo resta Beppe Marotta, che come ha ricordato Luciano, ha preso tre giocatori titolari con soli 15 milioni di euro.

Calhanoglu e Dzeko sono stati subito protagonisti e sembrano destinati a ritagliarsi un posto determinante in questa nuova Inter. Dumfries è entrato in campo a cinque minuti dalla fine per un ottimo Bastoni, troppo poco per giudicarlo.

La mia sensazione è che questa Inter stia ancora cercando una sua identità nuova, in definitiva, ma che abbiamo delle solide basi e l’allenatore ha le idee chiare anche se ha bisogno di tempo per metterle tutte in pratica.

Anzi potrebbe persino trovare più soluzioni anche inedite per quello che riguarda il reparto offensivo, mentre dietro le cose mi sembrano definite.

Il trio di difesa resta quello; il dettame principale in fase di impostazione mi sembra quello di giocare sempre la palla e di fare riferimento al solito Brozovic, che resta un giocatore insostituibile e determinante per i nostri equilibri.

Inzaghi chiede evidentemente molto ai suoi esterni. Ieri benissimo Perisic, meno appariscente Darmian, ma è anche lui un giocatore importante e che poi si è andato a disimpegnare pure nel ruolo di “terzino” dopo l’uscita di Bastoni. Ho visto bene Dimarco quando è entrato.

Lo dico chiaramente: questa squadra può e deve lottare per vincere lo scudetto (del resto siamo i detentori del titolo).

Soprattutto se dovesse arrivare un altro attaccante (dipenderà anche da chi sarà ovviamente) allora avremmo le carte in regola per potercela giocare con la Juventus (favorita), Milan e Atalanta, nostre principali “competitors” in attesa di capire lo stato delle cose di Napoli e Roma.

Dalla nostra abbiamo: una dirigenza solida e che ha in Marotta un riferimento competente e autorevole, un allenatore preparato e con grande voglia di imporsi, una squadra e un gruppo che ha già dimostrato di saper vincere.

Inoltre c’è qualche giocatore che magari potrebbe, se trova gli giusti stimoli, anche rilanciarsi e qui siamo davanti a delle variabili, ma i tre “sudamericani” ad esempio, cioè Sanchez, Vecino e Vidal l’anno scorso per una ragione o per un’altra, non hanno dato il contributo che ci si aspettava.

Chissà che Vidal in particolare non possa rivelarsi un nuovo acquisto. A parte Sensi che ieri ha giocato tutto sommato una buona partita, pure senza brillare, e cui va trovata nell’assetto di Simone Inzaghi una giusta collocazione in campo. Nel frattempo accontentiamoci di averlo visto bene in campo per 70 minuti.

Non volo sulle ali di un entusiasmo che all’indomani di una vittoria per 4-0 sarebbe troppo facile e ingenuo, ma tutti gli elementi sopra rappresentati ci dicono che se la strada che abbiamo davanti è difficile e costellata di ostacoli, abbiamo anche delle certezze e che se pure le incognite (il nuovo allenatore, Dzeko, Calhanoglu, la condizione di Sensi, l’arrivo di un nuovo attaccante, il recupero di due-tre giocatori importanti) si rivelassero tali (in senso positivo) allora le amarezze estive potrebbero via via lasciare il passo a nuove e più belle sensazioni.

Emiliano D’Aniello

12 pensieri riguardo “Nel segno di Calhanoglu: Inter – Genoa 4-0

  1. L’anno scorso abbiamo trovato la quadra quando abbiamo alternato pressione alta con riconquista veloce e baricentro basso, mi auguro che questa eterogeneità sia mantenuta. Certo, con Lukaku al posto di Dzeko è più facile stare bassi e poi fare 40 metri in pochi secondi, ma Dzeko potrà ricevere palla dalla difesa e lanciare i compagni che attaccano la profondità; per fare questo non serve per forza avere Hakimi o Lazzari…

    Conte ha utilizzato Vidal soprattutto come centrocampista difensivo e Barella era quello che maggiormente si inseriva. Vidal nella nostra metà campo però ha fatto non pochi danni e se non ha la lucidità e la reattività dei tempi migliori, meglio abbassare l’altra mezzala e alzare lui.

    Calhanoglu farà più gol (e assist) di Eriksen, Vidal ha almeno pareggiato i gol fatti lo scorso anno, a Skriniar ne mancano due, Dzeko ne farà meno di Lukaku, ma più di Pinamonti. Mancherebbero “solo” quelli di Hakimi, ma ovviamente bisogna vedere il sistema e non i singoli, sono discorsi che lasciano il tempo che trovano. Però penso che alla fine faremo una quantità di gol più che sufficiente, ciò che sarà fondamentale sarà se e quanti in più ne subiremo.

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  2. Con molto piacere ho visto che Emiliano è tornato a scrivere post. Spero sia il segno di un ritorno alla normalità per quanto riguarda i suoi impegni e le sue preoccupazioni.
    naturalmente condivido nelle linee essenziali il contenuto del suo post tanto che avevo pensato che il mio fosse superfluo.
    tuttavia avendone scritto più di metà, penso che lo completerò e lo manderò comunque. Come dice quella pubblicità? two is meglio che uan
    Condivido anche alcune valutazioni di Ga Ber tranne quella sui gol che segneremo per un motivo… aritmetico. vero che Dzeko segnerà più di Pina, per il semplice fatto… che Pina non ha mai giocato. Dzeko sostituisce Rom, non Pina.
    Semmai il confronto potrà essere fatto (alla fine) tra Rom Pina Sanchez dello scorso anno e Dzeko x sanchez di quest’anno. Comunque lancio non escludo che disi possa segnare altrettanto e anch’io penso che il problema sarà continuare a prenderne pochi

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  3. Zefi per quel che ne so è arrivato, perché non abbia giocato in primavera non saprei. Sbalorditivo che Chgivu abbia schierato un mio grande pallino: Enoch (classe 2005). Il ragazzino aveva spunti fantastici ma era appunto un ragazzino, tutto istinto e neppure molto alto. Già 18 mesi fa, l’ultima volta che l’ho visto mi aveva impressionato per la crescita, parlo di statura. Se ha continuato così…ci potrà far divertire

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    1. Post ricevuto Luciano, ora lo edito per la pubblicazione. Per i prossimi resto che aspetterò il tuo, prima di scrivere magari anche io un commento sulle partite. Questo qui diciamo che ho voluto scriverlo e pubblicarlo subito dato che appunto era un bel po’ che non scrivevo. :)

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  4. Szczesny peggio di Handanovic… già lo scorso anno ha fatto diverse papere. Sono noioso, lo so, ma ribadisco: una Juve “sana” avrebbe fatto il possibile e l’impossibile per prendere Donnarumma. Oltre a dover gestire un ex fuoriclasse a fine carriera con ingaggio altissimo e che già da un po’ si è reso conto di aver fatto una scemenza ad andare a Torino tre anni fa.

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