Inter: i giorni che possono cambiare la storia

I M FC Internazionale Milano.
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In questo post provo a collegare alcune riflessioni che riguardano il futuro prossimo e quello a medio termine della nostra squadra, dal punto di vista societario ma anche delle prospettive tecniche (risultati possibili, organico da migliorare).

Sono fattori in qualche modo decisivi su entrambi i piani, che per altro risultano indissolubilmente collegati.

Uscire dalla crisi finanziaria con una proprietà forte, determinata a realizzare le ambizioni più esaltanti con ulteriori significativi investimenti, garantirebbe il futuro.

Vincere il campionato, con la prospettiva di fare finalmente un cammino più importante in Europa, faciliterebbe il raggiungimento di questo obiettivo, in termini di motivazione della proprietà (qualunque sia) e in termine di reperimento di sponsor

Proviamo a esaminare le questioni separatamente, pur tenendo presente la loro interconnessione.

La società

Premetto che mi baso esclusivamente sui dati riportati dai media, non avendo né elementi di conoscenza diretta né competenze specifiche

Non c’è alcun dubbio sul fatto che Suning (e quindi l’Inter) abbia attraversato un periodo di importante crisi finanziaria.

Respingo subito le prevedibili obiezioni: la crisi in epoca Covid è comune a tutti.

La mia prima risposta è che innanzitutto io mi occupo di Inter, degli altri poco mi importa.

Considero certamente le interconnessioni, ma non sono convinto che la crisi pesi sullo stesso modo per tutti.

Contano la natura e gli obiettivi reali, nel calcio, delle proprietà, come vedremo meglio in seguito e, nel nostro caso, anche i vincoli ai quali la società è esposta per motivi politici e addirittura, sempre nel nostro caso, persino le variazioni nell’alta politica internazionale.

Il punto di partenza è questo: gestire una società di calcio che voglia stare ai vertici europei e mondiali con un bilancio in pareggio (di utili, neppure parlarne) è impossibile. FFP o non FFP.

Cercare il successo anche rimettendoci molti soldi è un’operazione possibile solo se si ha un ritorno sotto altri profili aziendali e se si ha un giro di affari talmente ampio da poter compensare uno squilibrio di un settore con i vantaggi degli altri rami operativi.

Porto l’esempio della juventus, una multinazionale di livello mondiale, che può permettersi di buttare centinaia di milioni  nel calcio, utilizzato come strumento che propaganda l’efficienza e la potenza del gruppo, anche attraverso la gestione più disinvolta delle problematiche legate al rispetto delle legislazioni generali (cfr. questione Suarez, tra le altre).

Poi ci sono le squadre che si identificano con le sorti di una nazione (Real Madrid, Barca per la ‘nazione’ catalana, Bayern).

Ci sono le squadre la cui proprietà è talmente ricca da non considerare una sciagura la perdita di qualche centinaia di milioni in cambio della celebrazione del prestigio personale del leader (PSG e City, per esempio) o di uno Stato (Chelsea).

Dunque la crisi c’è per tutti ma non pesa per tutti nello stesso modo.

Noi, con una proprietà cinese, dobbiamo tener conto non solo dei vincoli posti dalla politica di un Paese ad economia centralizzata, ma persino con le fluttuazioni della grande politica internazionale.

In questo momento è in atto un impegno delle potenze occidentali per frenare l’espansione finanziaria e geopolitica della Cina e ciò non aiuta certamente investimenti nel calcio che abbiano lo scopo ‘trainante’ di aprire la strada all’affermazione planetaria di altri prodotti e ‘servizi’ made in Cina.

Ci sono infine i ’freni’ all’operatività di alcune società legati a problematiche locali. Per esempio, gli stadi (con le connesse attività produttive) sono fondamentali per i bilanci delle grandi società calcistiche e gli ostacoli che si frappongono alla costruzione nel nostro Paese (naturalmente juve esclusa, anzi…) pesano sulle possibilità di sviluppo.

Come ho detto più volte, penso che Suning abbia svolto fino ad ora un lavoro straordinario, sotto tutti i profili.

Sul piano tecnico ha portato in poco alla costruzione di uno squadrone, con giocatori e direzione tecnica di altissimo profilo.

Sul piano societario ha rafforzato enormemente le strutture e ha posto al vertice del settore tecnico un dirigente tra i più stimati al mondo

Sul piano finanziario ha incrementato enormemente i ricavi e, prima della pandemia, ha portato l’Inter a essere la numero uno in Italia e tra le primissime in Europa  per quantità di spettatori allo stadio.

Questi risultati hanno comportato però un forte e inevitabile indebitamento (cartellini e stipemdi) e per completare il progetto di vertice assoluto serviranno altri investimenti (nel calcio chi non va vanti, va indietro).

Ho piena fiducia in Suning: se andrà avanti incrementando l’indebitamento (si parla di ‘prestiti’ di 250 milioni che però servirebbero solo ad assicurare le coperture finanziarie impellenti, poi bisognerebbe pensare al potenziamento della rosa) è perché valuterà di poter sostenere l’impegno finanziario a medio e lungo termine.

Se venderà, anche progressivamente, cedendo all’inizio quote di capitale, metterà all’asta una squadra e una società ampiamente rivalutate.

Personalmente sarei più sereno se restassero, però con la disponibilità e la volontà di nuovi investimenti importanti.

L’eventuale cessione trasferirebbe la proprietà a uno dei principali fondi di investimento planetari, con numerose incognite legate a questa situazione.

Entro giugno (speriamo anche prima, per affrontare il mercato senza rincorrere gli altri) la situazione si chiarirà, ma è ovvio che siamo a un punto di svolta: senza nuovi investimenti importanti il progetto di scalata ai vertici mondiali fallirà inevitabilmente.

Il campionato

Entro giugno, anzi entro maggio si deciderà il nostro campionato e per aspetti altrettanto decisivi il nostro futuro.

L’eventuale vittoria porterebbe enormi vantaggi finanziari e di immagine.

Il campionato è tutt’altro che chiuso e chi sostiene questo cerca di crearci difficoltà e nello stesso tempo portare allo sfascio in caso dl preteso ‘fallimento’.

Sia chiaro: siamo in una posizione che tutti avremmo sottoscritto con entusiasmo prima del via (e anche dopo).

La squadra è forte, pur con qualche lacuna che conosciamo, compatta e determinata a conseguire l’obiettivo, sotto la guida di un mister capace tecnicamente e tatticamente ma soprattutto capace di martellare senza sosta la psicologia di campioni che in passato hanno rivelato qualche difficoltà nei momenti decisivi.

Avere sei punti sulla seconda (che potrebbero diventare nove, ma il recupero è da vincere e non sarà facile) e addirittura 10 sulla terza, a 10 partite dalla fine, o 11 per noi, è indubbiamente una posizione di grande vantaggio, ma non è conclusiva e pensarlo sarebbe disastroso.

Non ci sono solo gli scontri diretti con le grandi (Napoli e juve in trasferta, Roma in casa), perché punti si possono perdere con chiunque: la juve, per esempio, ha perso punti contro il Crotone, l’Hellas, la Fiorentina, addirittura 5 punti su 6 con il Benevento.

Noi adesso avremo 3 partite in una settimana, con qualche assente per Covid e con giocatori che rientreranno dalle nazionali  dopo aver viaggiato per il mondo e aver disputato fino a 3 partite in una settimana.

Contro il Napoli, ultima di questo ciclo, sarà difficilissima, ma Bologna e Sassuolo certo non sono vittime sacrificali, anzi, anche recentemente ci hanno procurato guai importanti.

Il campionato italiano, checché ne dicano i detrattori è difficilissimo e ogni partita fa storia a sé: basta un rigore fasullo contro, uno a favore non concesso o sbagliato,  un’espulsione magari discutibile, per orientare lo svolgimento di una singola gara.

Chi si difende ti lascia poche occasioni a partita e tu rischi di lasciare all’avversario spazi importanti per la ripartenza. Se non sfrutti qualche occasione, le cose si complicano automaticamente.

Certo, i grandi numeri dicono che SINO AD ORA abbiamo dimostrato capacità di soffrire, quando necessario, e continuità nella forza di carattere (oltre che nelle qualità tecnico agonistiche) per venire a capo quasi sempre delle varie situazioni complesse.

Delle ultime 20 partite ne abbiamo vinte 17, pareggiate 2 e persa 1.

La continuità dimostrata tranquillizza ma nello stesso tempo alimenta il timore, speriamo totalmente infondato, di un possibile calo dovuto proprio all’immane sforzo compiuto, per di più con una rosa ristretta.

Fortunatamente un calo atletico dovrebbe venir scongiurato, considerando la capacità dei nostri preparatori, mentre un calo psicologico e di concentrazione sarebbe imperdonabile per un gruppo in cui quasi tutti non vincono da anni e ora sono sul punto di ottenere un risultato storico.

In conclusione, secondo me ci sono tutti i motivi per nutrire una grande fiducia, ma una fiducia ‘ragionevole’ che tenga conto delle difficoltà e degli ostacoli, ardui ancora da superare.

Le prospettive

Un dato appare quasi scontato: la  nostra permanenza, nella prossima stagione, nell’Europa che conta.

Arrivarci in prima  fascia ovviamente sarebbe una grande agevolazione, ma per fare un percorso importante, in sé ciò non basterebbe, come ha dimostrato in questa stagione la juve.

Conosciamo i nostri limiti e tutti pensiamo di sapere dove e come si dovrebbe intervenire.

Premesso che, per ovvi motivi, non verranno delle stelle, bisognerà scegliere qualche giocatore bravo e funzionale.

Proprio questo discorso a mio parere merita una grande attenzione.

In questi giorni di assenza di calcio… vero (quello dell’Inter) mi sono visto tra l’altro le partite dell’U21 contro la Spagna e, in via del tutto eccezionale, le due partite della Nazionale…

Le partite della Nazionale non hanno detto molto: abbiamo affrontato squadre inferiori tecnicamente e atleticamente e le abbiamo sconfitte sia pure con qualche difficoltà.

In particolare contro i bulgari sino al 42’ non avevamo avuto vere occasioni da gol. Poi un rigore regalato ci ha spianato la strada.

È la conferma che spesso, anche se sei superiore, le partite contro avversari accorti e chiusi sono difficili e vengono decise sovente  da episodi.

Questo ci deve mettere in allarme, se pensiamo che le nostre ‘piccole e medie’ rispetto alle nazionali incontrate, hanno molta più abilità nella ripartenza.

Per verificare il livello basta pensare a qualche giocatore bulgaro che da noi è riserva in ‘piccole’ di serie A, ma è titolare nella nazionale del suo Paese.

La partita però che ho trovato molto interessante è quella dell’U21 contro la Spagna.

Si sono affrontate due squadre che hanno una filosofia di gioco molto diversa, se non opposta.

Gli spagnoli hanno selezionato tutti giocatori molto tecnici, rapidi, bravissimi nel giocare la palla anche se marcati. Pressavano alti, si passavano continuamente la palla, molto spesso all’indietro,  la giocavano sempre nei piedi del compagno, consci del fatto che questi aveva l’abilità per cavarsela.

Noi avevamo come somma di valori giocatori meno tecnici, almeno nel senso che danno al termine gli ‘spagnolisti’, ma avevamo comunque in media una tecnica non disprezzabile in giocatori di grande fisicità e atletismo.

Ci siamo annullati reciprocamente, anche se, a ben guardare, loro hanno tirato in porta solo nei minuti di recupero, quando erano in superiorità numerica.

Prima, solo una traversa nostra.

Credo che loro non farebbero mai giocare elementi come Pobega e anche Scamacca.

Cutrone stesso nel loro campionato ha addirittura pochi scampoli di presenze. Forse li avessero avuti entrambi a disposizione, avrebbero schierato Sala e non Frabotta.

Noi abbiamo schierato tutti giocatori di sostanza e discreta o buona tecnica, nessun ‘virtuoso’ del tocco.

Secondo me abbiamo sbagliato sia noi che loro.

La parola d’ordine in Europa è ‘duttilità’ e non parlo tanto di moduli, ma di assortimento dei giocatori.

Credo di aver avuto conferma del perché Guardiola, con una squadra di fenomeni mai visti, abbia vinto ‘solo’ due CL su quattro, di cui una rubata palesemente a Londra. E perché un giocatore assolutamente determinante come Ibra, da loro abbia fallito.

Se non riesci a passare con il tuo gioco di scambi fitti palla a terra, se non hai Messi, Xavi, Iniesta, Eto’o ecc. (super fuoriclasse) devi avere delle alternative di gioco: per esempio, disporre di giocatori fisici da servire in area dalla fasce, una punta su cui giocare e che faccia salire la squadra rapidamente e almeno un centrocampista fisicato incursore, anche se perdi qualcosa sul piano tecnico.

Perché faccio questo discorso? Perché vale anche il discorso contrario.

Noi (l’Inter, ma in generale le italiane) preferiamo dare palla sulla corsa, puntando ovviamente su una buona qualità ma abbinata soprattutto alla praticità, alla progressione, alla forza.

Però quando le avversarie si chiudono tutto questo può non bastare. Ricordo le due partite con gli ucraini, che ci sono costate la qualificazione (bastava un gol in 180’…).

Certo, c’erano altri fattori, giocassimo oggi probabilmente li liquideremmo abbastanza facilmente (come ha fatto la Roma che però ha più estro e fantasia in fase offensiva).

E vien fuori la seconda parola d’ordine determinante, dopo duttilità, cioè equilibrio.

Equilibrio non solo in senso tattico ma anche nel senso di avere a disposizione giocatori che consentano di variare il tipo di gioco in funzione del variare delle situazioni, anche nel corso della stessa partita: la grande squadra è quella che sa e può pressare alta o difendersi bassa per ripartire con verticalizzazioni pericolose. Che sa praticare il fraseggio stretto, insistito, palleggiando ma anche cercando per tempo gli uomini di potenza in mezzo all’area, verticalizzando o con i cross.

Questo lungo discorso per dire che il potenziamento (se come spero ce lo potremo permettere) deve colmare le lacune che oggi abbiamo

Per esempio contro le squadre chiuse ci manca un vero fantasista dietro le punte (tanto che abbiamo dovuto schierare in quel ruolo Sanchez e quando stava bene, oltre un anno fa, Sensi, che pure partiva dal centro sinistra, per accentrarsi).

E ci manca un esterno sinistro che salti l’uomo in dribbling, vada in mezzo, disorienti le difese e liberi dalla marcatura i compagni.

Queste due tipologie di giocatori devono essere nell’organico di una squadra che fa le nostre scelte di gioco, ma deve essere in grado di variarle secondo necessità.

Tenendo presente che schierare uno o due di questi giocatori implica una parziale revisione dei compiti e delle qualità richieste agli altri.

Provo a spiegarmi.

Se prendi Gosens, non cambia nulla nell’idea di gioco.

Probabilmente hai un giocatore in fascia sinistra più forte e più insidioso di Perisic, ma gli altri 10 continuano a giocare come prima.

L’acquisto di Gosens sarebbe importantissimo perché renderebbe il nostro gioco ancora più efficace, ma non diverso.

Se prendi, per esempio, Muriel (o uno con queste caratteristiche), puoi cambiare il modo di giocare.

1. Può sostituire Lautaro quando servono estro e rapidità,

2. può dar respiro a Lukaku con lauti prima punta (e magari un centrocampista fisicato con doti di inserimento anche sulla palle alte), ma soprattutto

3. puoi giocare con un 334, con due attaccanti forti in area, due esterni imprendibili per aprire le difese. E naturalmente devi modificare qualcosa nella fase di interdizione.

Magari puoi giocare mezz’ora pressando altissimo, con le linee molto ravvicinate dalla metà campo in su, limitando comunque  le ripartenze  avversarie.

Sono convinto che a Dortmund  e (a Barcellona l’anno prima) abbiamo fatto benissimo col nostro calcio-base, ma sia nel primo che nel secondo anno di CL, con un paio di uomini di tecnica, rapidità e inventiva in più, avremmo preso quei punti in casa la cui mancanza ci è costata l’eliminazione.

Naturalmente non pretendo di aver ragione, le mie sono solo opinioni di un tifoso e servono anche per discutere, ma personalmente sarei contento se, finanze permettendo, ci muovessimo su giocatori con queste caratteristiche, senza rinunciare naturalmente (ma forse pretendo troppo) a rinforzare anche gli uomini che danno forza e concretezza al nostro calcio di base, che non vorrei cambiasse.

Luciano Da Vite

32 pensieri riguardo “Inter: i giorni che possono cambiare la storia

  1. Un grazie ad Emiliano per la pubblicazione e naturalmente a Luciano pe i sempre interessanti spunti.
    Tra questi cito “bisognerà scegliere qualche giocatore bravo e funzionale”. Purtroppo, non avendo il classico pozzo di san Patrizio, occorre non sbagliare gli acquisti onerosi: in questo senso gli “affari” Joao Mario, Dalbert e Lazaro, per citarne alcuni, sono state delle mazzate sulla possiblità di rafforzare la rosa. Karamoh lo puoi sbagliare, acquisti da 25 mn in su no, o quanto meno non in modo così clamoroso.
    Marotta mi sembra molto abile ma qui, sul punto so di insistere ma la vedo così, serve uno scouting di qualità che Ausilio, almeno secondo me, non è stato in grado di garantire in ormai dieci anni.
    Non è possibile che il nostro ds non abbia mai portato una cosiddetta scommessa a costi contenuti che si sia poi rivelata un grande acquisto: tutte le squadre che sono state in questi anni ai nostri livelli hanno centrato almeno un colpo, nonostante limiti economici anche superiori ai nostri
    Amici interisti mi citavano Skriniar e Lautaro ma si è trattato di affari da 30 milioni circa. Ecco, qui serve una decisa svolta e spero vivamente Marotta possa dire la sua ma, ripeto, sarei più tranquillo potendo contare su track record di scouting di qualità superiore.
    Detto questo, concordo che la rosa vada potenziata e variata, anche a costo di qualche forzatura verso eventuali richieste del tecnico che è comunque abile e poi ha dimostrato di saper sfruttare anche giocatori all’apparenza non adatti al suo credo.
    In panchina abbiamo troppi giocatori limitati o che hanno già dato e che guadagnano troppo.
    Ora comunque forza ragazzi!

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  2. Anche se finanziariamente saremmo…alla canna del gas da qui a luglio le voci sui possibili nuovi arrivi (e sulla…cessione di lautaro) si susseguiranno al punto che forse non vale la pena commentarle. Ad ogni modo: non conosco il portiere turco di cui si parla, ma stento a credere che si spenderanno 30 milioni + bonus per un portiere. Maximovich probabilmente come sostituto del rancio ci migliorerebbe un po’ anche se c’è in giro di meglio, la mezz’ala olandese di cui si parla (ha un nome complicatissimo) sembra interessante, ma anche qui non credo si possa battere la concorrenza finanziaria di alcune squadre, svenandosi per un giovane. Aggiungo: purtroppo

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  3. Avevo appena scritto che ne avremmo viste di ogni ed ecco che il solito foglio provocatore scrive che L’Inter ha fissato il prezzo per Lukaku (120 milioni). Su questo io resto tranquillo: questa dirigenza e questo allenatore non accetteranno che l’Inter venga indebolita, anzi, lavoreranno in ogni modo per rafforzarla. E la proprietànon ha nessun interesse a depauperare il patrimonio tecnico, sia che voglia continuare, sia che voglia cedere. e che dovrà cedere entro giugno 1 o 2 pezzi grossi

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  4. Correggo l’intervento precedente “Avevo appena scritto che ne avremmo viste di ogni ed ecco che il solito foglio provocatore scrive che L’Inter ha fissato il prezzo per Lukaku (120 milioni) e che dovrà cedere entro giugno 1 o 2 pezzi grossi. Su questo io resto tranquillo: questa dirigenza e questo allenatore non accetteranno che l’Inter venga indebolita, anzi, lavoreranno in ogni modo per rafforzarla. E la proprietànon ha nessun interesse a depauperare il patrimonio tecnico, sia che voglia continuare, sia che voglia cedere”.

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    1. Concordo. Soprattutto bisogna approfittare di quanto sta succedendo in quel di Torino: a mio parere la vicenda Suarez e non solo ha creato così tanto imbarazzo a qualcuno della federazione (magari nemmeno un santo) che notizie come quelle del festino vengono appositamente tirate fuori e non più messe a tacere….

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  5. Ciao a tutti,
    Un grazie a chi ha creato questo blog e a tutti coloro che vi scrivono per avermi accettato.
    Vorrei un opinione riguardo ad una situazione che potrebbe venire a crearsi con la prossima campagna acquisti.
    Nonostante le ultime prestazioni soddisfacenti non credo che Conte sia totalmente contento di Eriksen.
    Vista la probabile rivalutazione del danese rispetto alla finestra di gennaio il nostro allenatore non farebbe certo follie per trattenerlo nel caso arrivasse una congrua offerta e, lo stesso la società che potrebbe infatti liberarsi di un ingaggio oneroso.
    Si vocifera da tempo dell’interesse reciproco fra l’Inter e De Paul.
    Vi chiedo se la trovate una soluzione fattibile e se possa andare a ricoprire quel ruolo di mezzala nel quale si sono alternati Vidal, Gagliardini e lo stesso Eriksen senza alterare gli equilibri della squadra.
    Fermo restando Brozo in regia e Barella a destra potrebbe essere collocato a sinistra.
    Sicuramente diverso dai tre prima citati ha una ottima tecnica, buona gamba e bravo nei calci da fermo e nei cross.

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    1. La tua è una ipotesi di certo plausibile. De Paul e’ un giocatore diverso da eriksen, con suoi pregi e difetti rispetto al danese, che bisogna dire, sta offrendo prestazioni ultimamente più convincenti.
      Penso De Paul sia un ottimo calciatore. Sarebbe da verificare economicamente l’operazione (valutazione di eriksen e de paul)

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    2. Carlo: condivido pienamente le tue valutazioni. Anch’io ritengo che Eriksen sia importante, ma non considerato da Conte fondamentale per il suo gioco e credo che preferisca De paul , perché come tu dici “ha ottima tecnica, buona gamba, è bravo nei calci da fermo e nei cross”. In più, secondo me, da buon argentino ha più cazzimma: però la sostituzione creerebbe un tiro di centro campo valido, ma lascerebbe dubbi sulle alternative, che se vuoi fare strada contemporaneamente in Italia e in Europa sono fondamentali Sensi, Vidal, gagliardini per non parlare di vicino lasciano seri dubbi per motivi diversi. Credo servirebbe un quarto titolare che sia del livello dei primi tre e non presenti le incognite degli attuali interpreti.
      PS noi siamo felici di ogni contributo nuovo che abbia intenti costruttivi. Chi scrive qui è interista non può nutrire ostilità per altri. le differenze di idee esposte con rispetto sono il sale di ogni confronto

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    3. Mahh….fino a qualche settimana fa avrei gradito moltissimo l’acquisto di De Paul; intendiamoci mi andrebbe bene anche adesso,ma senza svenarci e con l’Udinese non è facile fare affari. Inoltre ,dopo aver atteso ,volenti o nolenti,per tanto tempo Eriksen,mi sembrerebbe un peccato lasciarlo partire ,salvo offerte monstre.

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  6. Ormai abbiamo fatto il callo a tutti i tentativi di destabilizzare l’ambiente da parte dei soliti mass media.
    Spero che la squadra continui a tapparsi le orecchie e vada avanti per la propria strada seguendo Conte, come ha fatto fino ad oggi.
    Questi attacchi devono essere la nostra forza.
    Se poi finirà, come tutti speriamo, andiamo a fare un bel carosello sotto casa di Zazzaroni & C.

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  7. – Musso
    – De Paul
    – Terzino Sinistro titolare (più Dimarco)
    – Maksimovic o similare (sostituto Ranocchia)
    – Prima punta vice Lukaku

    Se arrivassero queste 5 pedine sareste soddisfatti (molto dipende dal valore del terzino titolare)?

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    1. Tutto quello che esce da Bergamo a me desta sempre molto sospetto. Attualmente Gosens è uno dei migliori interpreti del ruolo ma sono scettico su di lui, come su Muriel (tra l’altro la penso come Tumarco).

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  8. Gosens ( O Emerson P. ),Locatelli ( certo se uscissero Vecino e Vidal ci starebbe anche DePaul ,Muriel mi intriga,però lo vedo più un’alternativa a Sanchez(forse più logico un profilo che sia un vice-Lukaku)

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  9. Sarei molto soddisfatto, ma non ci credo, troppi denari.
    Su Eriksen: penso difficilmente verrà ceduto per….mancanza di offerte.
    Un giocatore con tale ingaggio è per pochi top club. E questi spendono cifre importanti solo per under25, non per un 29enne buono ma oggettivamente normale.
    Speriamo cresca con noi ma ad oggi, in rapporto alle attese (almeno le mie), piuttosto deludente

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  10. 25-30 milioni per un giocatore non ancora trentenne di ottima quotazione non dovrebbero essere fuori portata. Quanto ai nomi che ho fatto, sono più che altro riferiti a tipologie di giocatori. vero che servirebbe un vice lukaku, ma serve anche uno con dribbling stretto sulla sinistra

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    1. Vero però tra le due opzioni prenderei in primis un vice Romelu (essendoci comunque già Sanchez).
      Sicuramente si opterà per un profilo low costo e non mi dispiacerebbe uno tipo Simy del Crotone

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  11. Per me:
    Strakosha
    Maksimovic (xkolarov)
    Vanheuseden (xranocchia)
    De beek o Wijnaldum (xgagliardini)
    Di Marco (xyoung)
    Muriel (xpinamonti)

    Ma temo non ci siano i soldi

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