Perché sono “contiano”

Mi piace scriverlo oggi, alla vigilia di una probabile eliminazione precoce in CL (anche se ‘spes ultima dea’) e in un momento in cui la squadra non sta andando come speravamo neppure in campionato; in un frangente in cui tutti vediamo che ci sono problemi, situazioni da migliorare, progressi da compiere possibilmente in modo rapido. E anche, per la verità, situazioni di mercato da correggere.

Il coraggio di una scelta

La scelta di Conte di venire all’Inter è stato un atto di coraggio, dal mio punto di vista.

Uno degli argomenti che gli anticontiani utilizzano per le loro critiche è costituito dalla retribuzione (si dice 12 milioni netti annui, non so se è vero, ma se anche lo fosse, come è pure probabile, questo dal mio punto di vista non attenua il coraggio della scelta).

So per certo infatti che Conte aveva altre offerte di squadre importanti, non so l’ammontare delle cifre, ma anche se tali proposte fossero state di uno o due milioni inferiori a quella dell’Inter, scegliere l’Inter per lui è stato comunque un atto di coraggio, un mettersi alla prova, una scommessa su se stesso .

Conte non poteva ignorare le difficoltà che un ex juventino molto caratterizzato, come lui, avrebbe trovato in consistenti ambienti del tifo.

Non poteva ignorare, proprio per i suoi trascorsi bianconeri, che all’Inter non avrebbe goduto di nessuna protezione, né federale, né arbitrale, né tanto meno mediatica.

Parlo di protezione legittima, di tutela del suo lavoro, non di favori.

Riporto in proposito una frase dello zio, spesso accusato dagli estremisti del tifo di essere anti interista:

“Io sto con Conte, perché sono stato lì e so che lì si vive un senso di accerchiamento. Ultimamente ho visto accanimento con l’Inter. Se lo dice lui che è stato in altre squadre (chiara allusione alla juve, ndr), significa che si è accorto che all’Inter è diverso.”

Non poteva ignorare neppure che l’Inter storicamente non è una monarchia assoluta, anzi una dittatura, come invece quella bianconera, dove c’è un capo che comanda e tutti gli altri remano dalla sua parte e ai suoi ordini, anche servilmente, per non incorrere in spiacevolissimi inconvenienti (ricordate la frase di Cassano che sosteneva che non avrebbe mai voluto andare a fare ‘il soldato’ alla juve?).

Lasciando perdere Angelo Moratti, che comunque si poneva in termini di affetto paternalistico verso i suoi dipendenti, l’Inter di Fraizzoli, poi di Pellegrini, poi di Massimo Moratti è sempre stata un campo di battaglia fra opposte fazioni che si contendevano fette di potere (e di… soldi) anche cercando di portare questo o quel giocatore ‘dalla loro parte’.

Basta ripensare al numero di dirigenti (e non solo) sostituiti da Massimo negli anni della sua presidenza.

C’è voluto uno con la forza del Vate di Setubal per mettere tutti a tacere.

La guerra, i media e i tifosi, forse alcuni dirigenti, gliela hanno fatta sino al triplete, ma lui ha avuto la forza di sconfiggerli, sia pure solo nell’imminenza del trionfo, quando per convenienza gli avversari si sono allineati, secondo un tipico modello nazionale di correre in soccorso del vincitore.

Ma ripensiamo anche al Trap, ‘ruffiano’ (in senso positivo) con i media come nessuno, espertissimo di manovre di corridoio e super esperto nella gestione di situazioni ambientali complicate.

Il Trap ha costruito una squadra immensa, che ha ballato però una sola estate, stroncata dall’acquisto di… Stringara e Piraccini, ma soprattutto dalle decisioni arbitrali che nelle 2-3 giornate decisive hanno portato alla vittoria della pur forte e meritevole Sampdoria.

A quel punto, è stato espulso dalla centrifuga.

E pensiamo anche a Lippi, uscito dalla juve per provare al mondo che era lui il valore aggiunto, e arrivato all’Inter deciso a provare a vincere.

Ha portato l’Inter di Ronaldo e Vieri al vertice della classifica, poi un derby con espulsione di Ronie, colpevole di aver subito l’ennesimo fallo, e due trasferte (Lazio e Parma, mi pare) con episodi arbitrali da denuncia, lo hanno convinto che da noi non ce l’avrebbe mai fatta, non glielo avrebbero mai consentito. A quel punto ha deciso il ritorno all’ovile (non in senso figurato).

Ma pensiamo anche a un paio di allenatori liquidati da tutti come incompetenti, incapaci, mister ai quali ogni tifoso si sentiva in diritto (aizzato anche dai media) di insegnare il mestiere.

Poi questi due allenatori hanno fatto… benino: uno attualmente a Bergamo, l’altro alla guida del Milan che sbeffeggiato da tutti per la sua rosa ‘modesta’ ha una striscia straordinaria di partite utili che, comunque vada a finire, sono troppe per costituire solo un bluff e non possono essere spiegate solo con qualche rigorino in eccesso.

Se tutte queste cose sembrano chiare a me, probabilmente lo erano anche per Conte, per cui, ripeto, non credo che 1-2 milioni in più (eventuali) siano stati determinanti nelle sue scelte.

Troppi soldi

Ma Conte non ha come avversari, in qualche modo aprioristici, solo quelli che si scandalizzano per i 12 milioni.

Le cifre del calcio sono tutte eticamente inaccettabili, ma trovano la loro legittimazione nel mercato, che è l’espressione del livello culturale dei popoli (in gran parte oggi indotto dai media).

Diverso è il discorso sulla convenienza di una operazione nel suo intreccio tecnico e finanziario.

Se i 12 milioni di Conte (o i 31 di CRonaldo) sono un affare o meno, lo devono valutare i proprietari delle aziende che li hanno contrattualizzati. E poi regolarsi di conseguenza.

Da tifoso, la retribuzione di tizio e di caio mi interessa poco. Mi interessa invece se il suo arrivo ha contribuito a far crescere il rendimento della squadra.

Quindi esprimo il mio parere sul lavoro di Conte, come di qualunque altro, sulla base di questo fattore.

Confesso le mie colpe: non sono un tuttologo, sono solo un tifoso al quale piacerebbe che la sua Inter facesse bene, che quanto meno lottasse al vertice in qualche competizione.

E nel far questo, cerco di mantenermi realista.

Un passato con qualche ombra

Un’altra critica preventiva al nostro allenatore riguarda il suo passato da allenatore agli esordi, macchiato, diciamo, da qualche episodio non commendevole.

Per me, se lui è stato coinvolto in qualche modo, sia pure marginale e ‘passivo’, ha sbagliato, chiaramente.

Ma questo non è e non può essere un marchio indelebile che lo condanna per tutta la vita.

Non mi risulta che tifosi interisti abbiano protestato perché Tagnin, che contribuì alla prima vittoria in CL marcando e annullando solo… Di Stefano aveva qualche precedente di giustizia sportiva ben più importante

Questo è un tipo di moralismo, che posso comprendere, ma non mi appartiene.

Ma arriviamo alle critiche che considero più sostanziali.

Secondo me sono in ultima analisi due, anche se in qualche modo collegate o interdipendenti:

1. Non cambia mai modulo (difesa a 3)

2. Predilige fisicità e grinta rispetto alla tecnica

A mio parere entrambe le critiche (io preferirei che, più umilmente, fossero ‘perplessità’) hanno un fondamento di verità e sono serie, anche se personalmente, come cercherò di spiegare, non mi convincono.

Entrambe comunque sono riferibili a differenti visioni del calcio in generale, tutte apprezzabili, ma comunque soggettive

Quando scegli Conte, sai chi ti metti in casa, non è una giovane promessa da plasmare.

Scommetti sui suoi metodi per arrivare all’obiettivo, decidi di condividerli, ritieni che lui abbia le qualità per far bene con la sua visione del calcio.

Sai che giocherà sempre (o quasi) a tre e che ha necessità di avere giocatori di classe ma con ‘gamba’ grinta e personalità.

E devi metterlo nelle condizioni di poter fare del suo meglio

Dunque, parliamo ora del modulo con la difesa a tre e della scarsa propensione del mister a cambiare in corso d’opera

Gli amici conoscono la mia opinione sui moduli: ho una leggera preferenza per il 433 e poi per il 4231, ma penso che si possa vincere con tutti i moduli.

In fondo che cos’è un modulo?

E’ un sistema per cercare di coprire nel migliore dei modi, A BOCCE FERME E IN LINEA TEORICA (perché il calcio è un gioco di movimento), LE VARIE ZONE DEL CAMPO.

Ogni modulo presenta punti di forza e punti di debolezza.

A suo tempo, il catenaccio toglieva un uomo a centrocampo o in attacco per metterne uno in più, il libero, davanti al portiere, là dove si segnano quasi sempre i gol.

Nel caso dell’Inter di Foni, veniva tolto un tornante di centro campo (l’ala Armano), che arretrava in difesa per permettere al terzino Blason di passare a fare il libero, alle spalle del centrale Giovannini.

Poiché, come dicevo, non stiamo parlando di calcio balilla, ma di un gioco di movimento, era necessario però che qualcuno si sdoppiasse per impedire che un uomo in più in mezzo al campo regalasse troppa iniziativa agli avversari.

Proprio Gino Armano (ma anche i mediani Neri e Nesti) risolsero il problema con la loro capacità di sdoppiarsi nelle situazioni con e senza palla. Il ‘terzino’ Armano risultò addirittura un ‘cannoniere’ della squadra. Che pure aveva 3 attaccanti puri come Lorenzi, Skoglund e Nyers.

Questa realtà vale anche oggi, quando tutti sono passati alla zona quasi integrale.

Anzi, questa problematica conta ancora di più, visto che le squadre stanno tutte compatte e corte sia in attacco che in difesa.

Non ci sono più gli spazi immensi da percorrere, per passare da una linea all’altra o per rientrare, perché ci si muove tutti assieme e gli spazi fra le linee e all’interno delle stesse sono ridotti

Se giochi con tre difensori, devi avere esterni capaci di difendere a 5 (ma pure di attaccare), e anche un difensore capace di uscire almeno a impostare, ma in mezzo al campo hai 8 giocatori e sulle fasce 2.

I due esterni sono dunque i più sollecitati, ma è chiaro che gli attaccanti devono aiutare, i centrocampisti e persino i tre difensori devono essere pronti a proporsi e in generale tutti i reparti devono ‘scivolare’ (come si usa dire adesso) verso la zona dove si gioca, esponendosi però ai cambiamenti di fronte improvvisi.

Tutti gli altri moduli, in modo diverso, prevedono una maggior dislocazione di uomini sulle fasce e di conseguenza una diminuzione di presenze sulla verticale centrale.

Sia con il 442, sia con il 433, sia con il 4231 sulle fasce stanno ‘stanzialmente’ quattro uomini e non due.

Da un modulo all’altro cambiano, per giocare comunque corti e stretti, raddoppiare sui portatori e essere pronti a ripartire con più uomini (e con il resto della squadra che sale per accorciare il campo) i movimenti richiesti ai giocatori e quindi in parte le loro caratteristiche, ma una cosa è comune a tutti: si difende in 9 (in un certo senso in 10 anche se la prima punta difende in modo diverso dagli altri) e si attacca in 10 contro le difese schierate, in almeno 5-6 con le ripartenze verticali.

E’ chiaro che una squadra si esprime meglio se gioca con il modulo che applica a memoria e con gli uomini scelti perché più adatti a realizzare quel modulo.

Ci possono essere situazioni in cui è utile, in corsa, modificare il modulo. Col Real l’Inter è stata più compatta quando per l’espulsione di Vidal ha tolto una punta ed è passata al 441. In quel caso il 4+4 difensivo era più equilibrato del possibile 5+3, che spesso si sarebbe trasformato in un 3+5 (perché dovevi anche provare a rimontare).

Ci sono altre situazioni in cui potrebbe essere utile cambiare modulo (ad esempio quando devi recuperare il risultato e hai poco tempo).

Ma la scelta, a mio parere, non compete al tifoso, che non conosce a fondo le prove fatte in sede di preparazione del match, le caratteristiche e le condizioni psicofisiche dei giocatori da impiegare, nonché la loro attitudine a inserirsi con profitto in uno schema da variare.

Questa considerazione non c’entra con il diritto di critica.

Ho visto critici (loro accreditati, per altro) esprimere valutazioni su opere sottoposte alla loro analisi (un film, un libro, un brano musicale), mai ho letto suggerimenti su cosa l’autore avrebbe dovuto fare per migliorare l’opera. Per esempio mettere un attore invece che un altro, o cambiare alcune note dello spartito.

La duttilità può essere un pregio, come può esserlo la personalità per cercare di imporre il proprio sistema di gioco.

Alla fine se complessivamente l’allenatore ha fatto bene o male, mantenendo la sua linea di condotta, lo decidono i risultati, al termine di una lunga striscia di prestazioni però, e soprattutto in relazione alle aspettative e valutando correttamente il peso dei condizionamenti esterni.

Dal mio punto di vista (che esprimo liberamente, ma non pretendo venga condiviso) Conte nel primo anno ha fatto benissimo.

A inizio stagione avrei firmato per il secondo posto a un punto dalla juve e per la finale di EL.

Fosse arrivato Kanté al posto di Eriksen avrei preteso un “titulo” (parlo di funzionalità in un contesto, non di valori assoluti).

Non voglio neppure parlare degli ‘errori’ arbitrali e di altre situazioni di obiettiva difficoltà, spesso imprevedibili (come per esempio i punti persi per cambiare parzialmente modulo – il 3412 – per cercare di inserire un giocatore di ottimo livello, ma non funzionale ai bisogni reali della squadra.).

E’ evidente (per il suo sistema di gioco, non esteticamente) che il mister preferisce nella linea a tre dei centrocampisti centrali un perno basso che sia incontrista e abbia continuità di prestazioni – oltre che una tecnica apprezzabile – e due mezze ali pure forti fisicamente, che abbiano gamba e attitudine ad inserirsi, per sfruttare l’aggiramento degli esterni e le seconde palle procurate dei movimenti delle due punte.

Il tutto, senza lasciar scoperta la fase difensiva.

E così arriviamo al secondo punto…

Predilige fisicità intensità e grinta.

In parte ne abbiamo già parlato, proprio perché il discorso sul modulo si interseca inevitabilmente con le caratteristiche dei sistemi di gioco.

Non conosco squadre che hanno vinto con carenze di tecnica, ma non conosco squadre che hanno vinto con carenze di fisicità.

Anche le squadre che vengono descritte come tecniche e non fisiche (il Barcellona di Pep) avevano in realtà giocatori fortissimi fisicamente e giocatori che non sembravano tali, ma che poi quando allungavano nessuno li prendeva più. Parlo, ad esempio, ma non solo, di Messi e di Iniesta.

Mentre un fuoriclasse assoluto come Ibra, inserito in un contesto inadeguato alle sue eccelse qualità, si è rivelato non funzionale.

Ma del resto, lo stesso Maradona, se non avesse avuto la capacità di lasciare sul posto gli avversari con lo scatto, oltre che con la tecnica, sarebbe stato ben più facilmente neutralizzabile.

E d’altro canto, il Milan, ad esempio, ha vinto alcuni campionati grazie al colosso Desailly (dotato di tecnica solo normale) utilizzato da centrocampista basso. Certo che quando aveva Rijkaard in quel ruolo, era meglio. Ma l’olandese era fuoriclasse completo e ce ne sono pochi. A volte bisogna adattarsi.

Voglio fare ancora un esempio: tutti hanno celebrato le capacità di palleggio dei centrocampisti Real, palesate contro l’Inter.

Bene, secondo me sono giocatori bravi sotto questo profilo, ma non fenomeni. Invece hanno fatto emergere le loro qualità grazie al movimento, alla capacità di smarcamento. Il portatore di palla trovava sempre più soluzioni e i giocatori ‘liberi’ sono facilitati nella giocata.

Nella prima ora di quella partita è mancata a noi l’intensità, la compattezza, la capacità di pressarli e nello stesso tempo di smarcarsi in situazioni di possesso.

Cosa che per esempio avevamo fatto a Madrid con ben altri esiti.

Dei 3 cc iniziali del Real, Odegaard e Kroos hanno sicuramente buona tecnica, ma a mio avviso non sono fenomeni sotto questo aspetto. Uniscono alla buona tecnica una grande corsa, una capacità di concentrazione un’intensità e una personalità che permettono loro di imporsi, se lasci gli spazi.

Solo Modric lascia a desiderare sul piano atletico, anche per l’età, ma lui è un fenomeno e riesce a sopperire alle lacune organiche.

E comunque è uno in una squadra e uno così gioca se riesce a essere decisivo.

Se ci facciamo caso anche i due terzini avevano fisicità e corsa impressionanti e si sono uniti ai compagni più avanzati nella manovra offensiva, senza rischiare più di tanto.

Carvajal e Mendy in quella gara sono stati ben più consistenti di Hakimi e Young. Il rigore se lo è procurato un centrale in proiezione offensiva. E quando hanno fatto cambi è entrato un altro centrocampista (titolare) abbastanza… consistente: Casemiro.

Insomma secondo me avrà anche vinto la tecnica, ma sostenuta da una straordinaria fisicità.

Mi sarebbe piaciuto giocare quella partita scambiando i due esterni con i loro e magari dare a loro il pessimo Vidal, e giocare noi con Casemiro.

Molte altre cause hanno concorso alla loro superiorità, come sempre in questi casi, ma a me premeva segnalare qualche aspetto che forse è stato trascurato.

Tre giorni dopo abbiamo visto un’altra partita. Perché il Sassuolo non è il Real, anche se gli emiliani in questo momento in Italia se la giocano con tutti.

E’ cambiato lo spirito, l’idea di giocare per la squadra aiutandosi a vicenda, il furore, l’intensità e probabilmente tante altre cose.

Molte cause di questo cambiamento le conoscono solo giocatori e tecnico

Ma, tra le cause… visibili c’è forse anche il ritorno al 352 che ha sicuramente ricompattato la squadra, sono cambiati gli esterni, con Darmian e Perisic sugli scudi, davanti alla difesa Barella pur da assuefare al ruolo, ha garantito agonismo e grinta, Vidal (nel secondo tempo) e Gaglia, pur con i limiti tecnici che si riconoscono a quest’ultimo, hanno dato peso e spinta, oltre che copertura.

Inoltre, mancando Lukaku, El Toro ha giocato una bellissima partita anche di sacrificio. Io comincio a avere qualche dubbio sul fatto che Lautaro a fianco di Lukaku pur facendo spesso cose strepitose, sarebbe più efficace da prima punta, con esterni veloci ed estrosi. Ma è solo un pensiero vago.

Non si possono trarre conclusioni su una partita, nel bene come nel male. Forse neppure in 5 o 10 partite. Magari già domani contro i tedeschi facciamo altri passi indietro, magari continuiamo sulla strada virtuosa che speriamo sia iniziata con il Sassuolo.

Per il momento prendiamo atto del fatto che nella prima stagione di questo progetto abbiamo ottenuto due secondi posti, di cui uno internazionale, con parecchie situazioni su cui recriminare.

E che nei 10 anni precedenti, ciò non era mai accaduto.

Prendiamo atto del fatto che in Italia in questo momento ci è davanti solo il Milan (che sul piano internazionale ha affrontato avversari ridicoli e quindi ha speso meno energie), che pur con diversi problemi di organico, forse di rapporti interni, e molti di natura esterna, la nostra squadra sta forse ritrovando una sua identità, quella che le aveva permesso un grande finale di stagione

Quasi nessuno considera un fatto sottolineato più volte dal mister: questa squadra ha finito la stagione il 21 agosto, ha avuto dieci giorni prima di riprendere (in modo affrettato) e diversi giocatori partiti subito con le loro nazionali, non hanno avuto neppure quel breve periodo per ricaricarsi.

Nello stesso tempo i nuovi (Darmian, Vidal, Hakimi, Kolarov, ma anche Perisic e Naiggo, che non avevano giocato in questa Inter con Conte) non hanno potuto preparare l’inserimento nella squadra base.

Poi c’è stato il Covid.

Va bene, il Covid c’è stato per tutti, ma non a tutti, per esempio, ha regalato 3 punti in una partita clou e non a tutti ha impedito la preparazione o addirittura la presenza a diversi giocatori prima del derby.

La questione del mercato

Anche in questo, secondo me, Conte non ha tutti i torti, senza che ciò debba venir letto da parte mia, come un attacco alla società, che probabilmente ha fatto il possibile per accontentarlo.

Non credo, per esempio, che un allenatore debba scegliersi i giocatori: i casi Spalletti-Nainggo e ora anche Conte-Vidal (che almeno sino ad ora ha dato meno del previsto) sono illuminanti.

Anche se poi ci sarebbe pure il caso Conte-Lukaku e qualche altro di segno opposto..

Secondo me in linea generale società e allenatore devono avere lo stesso progetto tecnico tattico, l’allenatore deve indicare le caratteristiche degli uomini che gli servono, la società deve scegliere il meglio in quella direzione, agendo sul mercato.

Chiaro che poi si fa quel che si può, non sempre quel che si vorrebbe. Io preferisco un allenatore esigente e poco incline a scendere a compromessi: magari si stila una lista insieme, ma se mi prendi il decimo della lista, perché costa poco, poi ti devi prendere una parte di responsabilità dei risultati.

E se, poiché è un’occasione, mi prendi un giocatore bravo ma non funzionale al progetto (che ripeto almeno nella mia visione deve essere condiviso in toto per andare avanti con successo) e io allenatore mi accorgo che l’inserimento porta più danni che benefici al meccanismo squadra, senza che questa sia un’accusa, devi prenderti la tua parte di responsabilità.

Un altro allenatore forse sarebbe riuscito a inserirlo o addirittura a farne un perno della squadra? Forse. Ma tu hai costruito un progetto consapevolmente con questo allenatore, non con un altro.

Non è una critica distruttiva perché sono consapevole che nel calcio a tutti capita di sbagliare, anche ai più grandi: ho citato l’esempio di Ibra e Pep, potrei citare errori colossali di Moggi e di tutti.

E quindi?

Che cosa conta realmente?

Conta il lavoro di lungo periodo e i risultati di quello.

Conta il fatto che nella scorsa stagione, fra tanti forse inevitabili errori di tutti, la squadra è cresciuta, sul piano dei risultati (ripeto due secondi posti: non accadeva da dieci anni).

Conta il fatto che in questo avvio di stagione, fra mille difficoltà la squadra è risalita al secondo posto in classifica e sembra si stia ritrovando.

Potrebbe anche non andare come speriamo: già l’Europa potrebbe punirci (come negli ultimi 10 anni, peraltro) nella fase a gironi.

Non abbiamo garanzie neppure sul fatto che in campionato la rincorsa a posizioni di dominio prosegua, ma abbiamo buoni motivi per ritenerlo possibile, solo però se società, mister, squadra e tifosi sosterranno compatti questo progetto, almeno fino a quando a fine stagione (in caso deprecabilmente negativo il concetto si estenderebbe al numerico precoce fallimento degli obiettivi), l’evidenza non ne dimostri l’inaffidabilità.

Ma deve essere chiaro che ci sarebbero altre soluzioni, magari più fascinose per i tifosi: bisognerebbe trovare un altro allenatore sicuramente migliore di Conte, dovrebbe essere un mister così affermato da indurre giocatori di chiarissima fama a venire da noi per essere allenati da quel mister (cfr. caso Lukaku).

Bisognerebbe avere i soldi e l’opportunità per prendere giocatori di alto livello e del tutto diversi da quelli attuali e perdere tanto altro tempo per costruire il progetto nuovo.

Deve essere chiaro che sostituire Conte, se si dovesse proprio farlo, rimanderà di qualche stagione ancora le nostre ambizioni.

Oltre a tutti gli argomenti razionali che ho cercato di esporre (razionali per me, magari folli per altri) funziona nel mio caso anche una logica, come dire, “pascaliana”: se devo scommettere, scommetto sull’ipotesi più favorevole. Tanto più se, come in questo caso, mi sembra pure la più assennata.

Luciano Da Vite

Foto: il mister Antonio Conte in panchina durante l’ultima partita di Champions giocata a San Siro contro il Real Madrid.

359 pensieri riguardo “Perché sono “contiano”

  1. Suning è una società serissima e non la cambierei con altre. Dispiace solo che si possa investire praticamente zero per puntellare la squadra (7-8 milioni per un Caicedo e qualcosa per un centrocampista a gennaio sarebbero sufficienti). L’autofinanziamento, se è un’esigenza, va accettato come tale, l’importante è che non diventi una strategia perché sarebbe un errore. Ti puoi autofinanziare con una squadra completa che arriva in fondo alle competizioni, non con una rosa buona ma incompleta che non si qualifica agli ottavi di Champions e che ha molti giocatori over 30 difficili da piazzare. Aggiungiamoci anche un ridimensionamento delle giovanili e si fatica davvero a capire in che modo si dovrebbe concretizzare questo autofinanziamento.

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  2. Lo ribadisco: io sono contento della società, del settore tecnico (tranne uno, che non è Ausilio e ovviamente nemmeno Marotta)) e dell’allenatore. Sono contento anche della squadra, che è molto migliorata. Senza gli inconvenienti covid e governo cinese in questa stagione avremmo potuto raggiungere i top team europei.Abbiamo un paio di campioni e alcuni giovani molto importanti e un gruppo di giocatori che senza fare la differenza potrebbero giocare in qualunque squadra. Anche in Italia qualche altra squadra per me è più completa o ha la rosa meglio assortita. La fascia sinistra nostra lascia molto a desiderare, sin attacco lauti e Romeu hanno dovuto sfiancarsi per mancanze di alternative reali, a centro campo, senza contare le assenze per codi avevamo stabilmente Brozo, Vidal, Gaglia e…basta, visto che Vecino non c’era, Sensi è entrato nelle ultime due, nainggo si è auto escluso, come pure l’inconsistente Eriksen.
    Poi se vogliamo dire che va bene così e che se per motivi di forza maggiore non viene migliorato l’organico non siamo delusi, ma spaccheremo il mondo, per me va bene. Il calcio ciascuno può vederlo come crede.
    Ps se perdiamo con il Crotone, non cambio idea (non a caso ho scritto questo post dopo l’eliminazione in CL e dopo aver iniziato male il campionato). Se c’è uno che non va a umori, ma si muove anche sbagliando su strisce di prestazioni consolidate, credo di essere io. Ero dispiaciuto ma non abbattuto dopo l’eliminazione, non mi esalto ora che siamo tornati a un passo dalla vetta

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  3. Tutti saremmo più contenti potendo spendere centinaia di milioni ogni anno. Ma poiché così non è, io auspico solo che società segua linea dello scorso anno, ossia crescita graduale ma costante con giocatori destinati a migliorare. Il Milan per me oggi raccoglie quei frutti: forse, e lo spero, non basteranno per vincere già quest’anno ma indubbiamente hanno imboccato una buona strada pur spendendo molto meno di noi.
    Questa estate, invece, noi siamo tornati ad un vecchio vizio, stoccare denaro in giocatori che ormai hanno dato. E purtroppo di esempi già ne avevamo, Naingo ultimo in ordine di tempo.
    Se li abbia chiesti Conte non lo so, ma se anche così fosse società penso debba restare fedele alla sua linea e tecnico si adeguera’: perché avere un Hakimi anziché un quartetto come Sanchez, vidal, kokarov e darmian è dal mio punto di vista sempre meglio. Già per l’oggi ma anche per il domani, e i soldi da spendere sono gli stessi, anzi meno. Il contorno di una base molto forte lo puoi fare con pochi soldi: chi entra in un undici forte farà meno fatica a rendere ancorché sia giocatore di qualità non eccelsa alla Gagliardini.
    Na dirigenza deve essere molto brava a limitare errori ala dalbert, lazaro, joao ecc. perché non ci sono poi denari per prendere un altro a quei costi

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  4. Esatto: la juve ha fatto male a suo tempo a investire su pirlo che il meglio lo aveva dato, poi su CR7 (idem), il Milan ha sbagliato a prendere Ibra (38 anni) e la Roma a suo tempo a prendere Dzeko.
    Si può prendere Figo e si può prendere Forlan. A volte va bene a volte va male. Come con Eriksen

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  5. Purtroppo non succederà, ma mi piacerebbe tantissimo El Shaarawy all’Inter. Può fare la seconda punta, potrà fare l’esterno eventualmente con un nuovo allenatore e con altri moduli.

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  6. tanti auguri a tutti per le cose veramente importanti (salute, affetti, lavoro) Per le cose un po’ ‘più frivole’, il mio augurio a tutti gli interisti (la pensino come me o al contrario) è questo: che proprietà, dirigenza allenatore continuino a fare del loro meglio. Che la squadra dia il massimo per arrivare al punto più alto, che arrivano un paio di giocatori di qualità, indispensabili per puntare al vertice (e per esagerare, un paio di giovani davvero con prospettive importanti)

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  7. Auguri a tutti gli INTERISTI e speriamo in un 2021 migliore del 2020 e che questa pandemia sia sconfitta .
    Mi auguro che nel 2021 la FJGC diventi FEDERAZIONE ITALIANA GIOCO CALCIO . 🐍💙🖤

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    1. Luciano che ne pensi della notizia che sta prendendo sempre piu piede di uno scambio Gomez-Oristanio + soldi a favore dell’Atalanta? Mi parrebbe una bella porcata.

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  8. Emiliano…,nostro condottiero,come va ? Il mio augurio per un 2021 che porti ,soprattutto, salute ed una buona dose di serenità…:)

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  9. Tornando a cose più…futili , beh …sono uno dei più convinti assertori nel non dare credito a tutto quello che viene scritto o raccontato dalla maggior parte dei pseudo giornalisti /opinionisti..ok,però ritengo anche che una Società non possa e non debba ,ad intervalli regolari, essere nel mirino di voci che possono destabilizzare l’ambiente (e non solo quello),senza mettere un freno forte a tutto questo. Capisco che in Cina abbiano un modo diverso da noi di gestire le cose,ma noi abbiamo la sede in Italia ed è necessario ,nel limite del possibile,adeguarsi al “nostro universo”….A meno che le voci non abbiano un fondamento reale…

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  10. Stiven ha risposto in modo morbido contro questi 🤡🤡🤡 per non essere criticato come quando diete del 🤡 a Del Pino . Aveva ragione , ma poi nessuno gli chiese scusa . 🐍💙🖤

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  11. C’è chi, come Bargiggia, parla di cessione Inter dal 2018. Prima o poi accadrà e qualcuno dirà “Fui il primo a dirlo e presi anche insulti dai tifosi”.

    Da Sportmediaset: “La cessione del club è UNʼEVENTUALITÀ PRIVA DI OGNI FONDAMENTO, appena smentita dall’Inter con un comunicato ufficiale, ma CHE NON SI PUÒ COMUNQUE ESCLUDERE dopo il giro di vite imposto dal governo cinese sugli investimenti all’estero nel calcio”.

    Se non possiamo escludere neanche le eventualità prive di fondamento cosa possiamo escludere?

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  12. Forza Suning e vediamo di sfatare tabù gennaio….Sul mercato vediamo cosa accade, un Pochettino alla volta ci sistemiamo, spero

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  13. Che c’è di vero?
    Che i cinesi cedano aziende dopo averle acquisite non avviene quasi mai
    La Cina compra, non vende
    purtroppo

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  14. Oristano per Gomez non è una porcata, è una follia assoluta. Magari vinciamo lo scudetto ma… sempre una caxxata mi pare. Non impariamo dagli errori, non c’è verso.

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  15. Più che altro, se diamo questa eventualità tutta da verificare per vera, bisogna domandarsi: ma Oristanio fra qualche anno potrebbe essere ceduto a più soldi anche se non diventa un campione? Secondo me sì, l’ideale sarebbe controllare i giovani fino ai 22-23 anni per vedere poi a che punto sono.

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  16. Anche per me. Poi chi lo racconta ai tifosi che non ci siamo rinforzati (e magari non abbiamo vinto) per non cedere qualche giovane? I tifosi non sono come la quasi totalità di quelli che frequentano questo blog. Inizierebbe l’attacco a Conte (oddio…inizierebbe…) alla proprietà (idem), al medico, al massaggiatore, al magazziniere…

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  17. Vero, però ci vogliono anche le spalle larghe per pensare: “io ora posso valutare Oristanio massimo 3-4 milioni, se ho pazienza fra 3-4 anni può giocare nella rosa o posso rivenderlo almeno al doppio se non a molto di più”.
    Se avessimo iniziato prima a fare questo ragionamento adesso potremmo vendere uno Zappa o un Salvatore Esposito a cifre migliori e fare un po’ di mercato low cost con quello. Zaniolo non lo sto neppure a citare.

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    1. Nainggolan malissimo, ma ad oggi la Roma con Zaniolo non c’ha guadagnato nulla, se non la possibilità di fare plusvalenza quando lo cederà, visto che in EL probabilmente sarebbe andata anche senza Zaniolo e in Champions quella doppietta col Porto non è servita a passare il turno. Noi, anche grazie al gol di Nainggolan con l’Empoli, abbiamo consolidato la crescita.

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  18. Non è Calabria e sicuramente siamo stati tanto fessi da prendere il terzino più scarso ceduto del Real di recente pagandolo più degli altri, ma ci accontentiamo anche di Hakimi…

    Bene venire fuori alla distanza, nelle partite e (speriamo) in stagione, però il primo tempo mi fa sempre temere che manchi qualcosa. In controllo solo con tre gol di scarto. Compensiamo le lacune col lavoro dell’allenatore e il dominio fisico.

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    1. Fino a che giochi col Crotone, nonostante fai errori (madornali) riesci a recuperare e ribaltarla. Pero’ non giochi sempre contro squadre di questo livello. Nel primo tempo Vidal imbarazzante e Brozovic insopportabile per l’atteggiamento che ha dopo ogni errore ( e ne fa tanti). Meglio nel secondo tempo. Speriamo niente di grave per Lukaku. Bene Lautaro.

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  19. Alla fine li spazziamo via nella ripresa. Stessa squadra scorso anno tranne Hakimi, ovviamente unico vero rinforzo di quest’anno. E squadra su carta migliore, alla faccia del top team costruito in estate.
    Per gennaio riuscissimo a prendere esterno sx buono sarebbe oro: anche oggi da li nasce primo gol subito, poi quasi un altro e soprattutto davanti sette uno Vs uno al vertice area rigore avversaria e ricaviamo al solito nulla. E con perisic scorse volte uguale. Nel 352 fasce sono ruolo chiave.
    Ad oggi squadra e tecnico stanno facendo non bene, benissimo. Speriamo nucleo di 6/7 stia sempre bene (sgrat per Lukaku) altrimenti è buio.

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  20. Forse quando gioca Hakimi ci vorrebbe Darmian a sinistra. Emblematica l’entrata di Sensi al posto di Vidal. Premesso che Sensi certamente non regge ancora 90 minuti, si è confermato il vero campione del nostro centrocampo, quando c’è lui è un’altra Inter. Brozo Barella e Sensi rappresentano un centrocampo eccellente.
    Comunque Inter sempre più in crisi, colpevole di aver giocato e asfaltato una squadra troppo debole; colpevole di avere centrato l’ottava vittoria consecutiva. La quota salvezza agognata da Sergio è ancora lontana.

    Io mi sono divertito e mi godo la mia Inter in testa al campionato per qualche ora, sognando lo scudetto e attendendo fatalmente le prossime partite.

    A proposito di Hakimi, penso che Conte lo farà lavorare sulla tecnica e sul palleggio, sul pensare la situazione e il passaggio giusto da fare. Ma consideriamo che corre come un matto e non è facile, scatto dopo scatto a tutta velocità mantenere la freddezza e la lucidità per eseguire i passaggi correttamente: su questo dovrà migliorare e se ci riuscira sarà il numero uno assoluto.

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  21. Ancora una vittoria costruita su un collettivo compatto. Determinante l’ingresso di Sensi nel secondo tempo e formidabile l’apporto di Scrigno sul centrodx che consente ad Hakimi di giocare più tranquillo. La coppia di attaccanti è senza dubbio la migliore del campionato.
    Ma a sinistra non può giocare Darmian? Quando è entrato mi è parso in forma e veloce di gamba.

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  22. Vittoria meritata in una giornata dove ha impressionato solo la notevole vittoria dei rossoneri in 10.
    Non è possibile però essere così fragili in fase di non possesso

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  23. Il problema è che abbiamo schierato l’11 sulla carta migliore (tranne Vidal per il rendimento attuale) e che dal 6 al 19 ci aspettano:
    Samp in trasferta
    Roma in trasferta
    Fiorentina in trasferta (CI)
    juve
    Udinese in trasferta.

    Forse in qualche porta dovremo fare a meno di Lukaku, che in ogni caso non potrà giocarle tutte e dovremo inserire spesso le cosiddette e seconde linee. Finché si tratta di mettere D’Ambro al posto di un difensore, alternare Sensi Vidal e Gagliardini, Carmina per Young, va ancora bene: ma De vrji, Brozo, Barella, Lauti e Romeu sono insostituibili (nel senso che non hanno sostituti credibili). hakimi in certe situazioni può essere messo per un tempo

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    1. Esatto Luciano. Ecco perché resto esterrefatto quando leggo top team, passi per giornalai ma anche per molti tifosi. E cmq buco a sx e tendenzialmente anche in porta è enorme.
      Brozo poi altro che quando livello sale spesso sparisce. Non a caso finora con ns pari 1 vinta 1 persa e 2 pari.
      Ma colpa è sempre tecnico di turno

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  24. Grande lo Zio che mette pressione agli avversari, lasciando stare noi e il nostro mister più tranquilli. Ancora pochi punti e festeggiamo la salvezza, evidentemente l’unico obiettivo raggiungibile.

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  25. Ci sono e approfitto anche per fare a tutti gli auguri di buon anno. Ho visto solo ora la mail. :)

    Pubblico il post in giornata, sono contento di averlo ricevuto e di leggere un post, seguo quello che succede nei commenti ma non sto seguendo il campionato così come meriterebbe in questo momento, per questo non scrivo.

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    1. Grazie, veramente auguri di cuore a tutti, devo dire che questi ultimi mesi in particolare sto sentendo molto il peso di questa situazione, sicuramente pure per questo non riesco a seguire il calcio con la giusta passione, mi fa un po’ tristezza vedere gli spalti vuoti… All’inizio un po’ ingenuamente credevo che piano piano le cose sarebbero cambiate, ora è chiaro che siamo nel mezzo di una “lunga battaglia”. Immagino che per chi viva in Lombardia la cosa si sia fatta sentire da subito in una maniera anche più violenta. A parte questo, per fortuna che c’è il blog perché io leggo di calcio solo qui e ringrazio Luciano per il post infatti che ho finito di leggere e che tra un po’ pubblico. Auguri di cuore a tutti. :)

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