Ancora una grande sofferenza, sarà così fino al termine, speriamo sempre con lo stesso… risultato: Parma – Inter 1-2

Per questa partita ho avuto qualche difficoltà, pratica e… psicologica a scrivere il post, comunque in sostanza il mio commento era già stato scritto, sinteticamente alla fine del primo tempo.

La partita si è svolta come era facilmente prevedibile una volta preso atto del nome degli interpreti.

Il Parma avrebbe fatto il gioco che predilige: nove difensori e un attaccante, ma anche due esterni così veloci da ripartire prendendo in velocità i nostri e almeno un centrocampista capace di inserirsi a rimorchio, per poi riguadagnare in tutta fretta la posizione.

Con questo schema degli avversari, abbiamo preso gol a Napoli (ma lì si è trattato di un errore di posizionamento su un rinvio del portiere) e siamo andati in difficoltà in casa col Sassuolo, oltre che, appunto, a Parma.

Questo perché a causa di qualche lacuna della rosa, della mancanza contingente di qualche giocatore cardine (Brozo e Sensi) e delle prestazioni diciamo altalenanti di un altro deputato a costruire gioco (Eriksen), noi abbiamo oggi difficoltà enormi ad affrontare questo tipo di schieramento.

Sul piano della manovra, abbiamo invece fatto bene a Napoli, dopo il vantaggio iniziale, perché gli azzurri hanno dovuto aprirsi per cercare di riprendersi la qualificazione.

Abbiamo fatto bene anche nel primo tempo con la Samp, perché loro non hanno attuato una tattica ostruzionistica, ci hanno lasciato giocare

Se hanno spazi giocatori come Brozo, Eriksen e le due punte (anche la terza, Sanchez) sanno scambiare in modo davvero efficace.

Fino a quel momento avevamo battuto la Samp, pur con qualche avvisaglia negativa costituita dal loro ‘ritorno’ e pareggiato a Napoli una partita in cui eravamo stati globalmente superiori.

Erano emersi dei problemi, ma non avevamo fatto male.

Poi è venuto il tracollo, determinato a mio parere soprattutto dalle molte partite ravvicinate dopo un lungo stop e di conseguenza dalla necessità di schierare troppe seconde linee.

Ma sono stati gli infortuni, concentrati nella zona del campo dove si costruisce l’azione e si fa filtro, a darci la mazzata decisiva.

Noi abbiamo 2 centrocampisti di grande qualità e buona corsa (Brozo e Sensi) un centrocampista di piedi accettabili e tempi di inserimento efficaci (Vecino), un centrocampista con fosforo ma atleticamente in declino (Borja), poi un notevole motorino con dei limiti tecnici (Barella) e un tuttofare, forte fisicamente, anche generoso e combattivo, ma limitato (Gaglia).

Non considero Eriksen, perché per me si tratta di un attaccante aggiunto, uno che può e deve stare a ridosso delle punte a cercare l’imbucata, l’uno due o la conclusione personale.

Bene, in queste due partite ‘incriminate’ ci sono mancati i due centrocampisti di qualità (i facitori di gioco) e quello di inserimento.

Abbiamo giocato prima con Borja – Gaglia, poi con Gaglia – Barella.

Borja saprebbe impostare, costruire l’azione, ma in un centrocampo a due è improponibile, perché quando l’avversario allunga il passo va a velocità doppia della sua e lo lascia sul posto.

Gli altri due non sono in grado di creare gioco, tanto più contro squadre che si difendono in massa e chiudono gli spazi, quando cioè la partita dobbiamo farla noi..

Inoltre con gli avversari ammassati dietro gli esterni Candreva e Biro, privi di dribbling e di scatto secco, di solito vanno a sbattere e non possono dare sfogo alla manovra, mentre se al loro posto giocano i più tecnici e rapidi Young e Moses, si va ancor più in affanno sulle ripartenze avversarie.

A Parma i due centrocampisti, non avendo piedi e spazi per costruire gioco, erano costretti ad avanzare portando palla (o scambiandosela orizzontalmente in modo infruttuoso) e i tre attaccanti venivano soffocati nella morsa dei difensori.

L’unico che provava a districarsi era Lukaku, che si apriva a destra, portando via uomini e poi provava a mettere in mezzo dove però… Lukaku non c’era e non… arrivava neppure l’incursore Vecino.

La negatività delle prove di Lautaro ed Eriksen veniva quindi amplificata oltre i loro stessi demeriti.

Mentre gli Insigne, i Mertens, i Callejon, i Boga, i Berardi, i Kulu, i Gervinho (e per fortuna contro la Samp non c’era Quagliarella…) giocavano nelle condizioni per loro ideali: uno contro uno in spazi ampi contro difensori forti ma molto corpulenti e perciò non rapidissimi, i nostri attaccanti vedevano poche palle e per di più in condizioni impossibili.

Nello stesso tempo però centrocampisti ed esterni, per cercare di sostenerne l’azione erano costretti a scoprirsi, lasciando spazi alle loro spalle.

Non è un caso, a mio parere che contro il Sassuolo, al di là degli errori difensivi (come a Napoli) le cose sono migliorate con la sostituzione di Eriksen con Agoumé.

Naturalmente questo in modo indipendente dal valore dei singoli, ma per il modo di stare in campo e di costruire l’azione.

In pratica in mezzo al campo si è passati da un 2+1 a un 1+2. Avevamo da quel momento un play basso, con limiti di fisicità, ma che teneva la posizione e sapeva far ripartire l’azione.

E avevamo due mezze ali, con i loro limiti (Gaglia di qualità, Agoumé di esperienza) che potevano sostenere l’azione offensiva sapendo di avere le spalle protette.

Davanti Sanchez si faceva vedere più di Lautaro.

Anche la scelta degli esterni rispondeva a una logica efficace, naturalmente nei limiti consentiti anche in questo caso dalla modesta qualità degli interpreti.

Sempre contro il Sassuolo, Conte aveva giustamente (a mio parere) messo un esterno più rapido (Moses) e uno più potente (Biro). Poi li aveva sostituiti con uno di corsa lunga (Candreva) e con uno più rapido e offensivo.

La non qualità degli interpreti (a livello di squadrone, naturalmente, non in assoluto) ha determinato il risultato. Perché Gagliardini e Candreva hanno sbagliato il colpo del ko e Young è stato determinante, in negativo, per il loro pareggio.

Ma stiamo parlando di Borja, di Ranocchia, di Moses, di Young, di Biraghi, di Candreva: giocatori la cui qualità o la cui età, spiegano la possibilità che avvengano errori determinanti.

E comunque non erano disponibili altre soluzioni.

In teoria si poteva pensare di partire subito con un centrocampo a tre anziché a 2+1, ma la modestia degli interpreti non sarebbe cambiata (anzi, l’esclusione di Eriksen oltre a creare problemi… interni poteva sembrare assurda in un contesto qualitativamente così scarso e in una partita prevedibilmente d’attacco nella quale il danese poteva e doveva trovare l’invenzione che la sbloccava).

Secondo me dunque Conte non poteva fare altro anche se alcuni vedono Eriksen come possibile mezz’ala. Io ho le mie opinioni e non lo vedo in quel ruolo, tanto più con Borja e Gaglia al fianco.

Forse lui potrebbe giocare a tre se avesse a fianco, per dire, Pogba e Kanté.

Ripeto, è la mia opinione., ma è chiaro che quando uno scrive, scrive quel che pensa, non quel che pensano… altri.

A Parma la situazione si presentava molto simile, con in più l’aggravante di aver perso il difensore con maggior corsa lunga.

Per questo accanto alla sostituzione imposta di Godin per Skriniar, Conte ha preferito far riposare inizialmente Bastoni, inserendo il più compatto, aggressivo e solitamente puntuale in marcatura, D’Ambrosio.

Poi, giocando in trasferta e contro una squadra con tre attaccanti contropiedisti, ha preferito schierare dall’inizio i due esterni con più corsa e passo lungo (Candreva e Biraghi), pensando anche (forse) che giocando in casa (… ma senza pubblico) il Parma avrebbe appoggiato maggiormente l’azione offensiva.

Purtroppo ‘come li giri e come li volti’ si dice da noi, se i giocatori sono questi la musica difficilmente diventa eccelsa.

Così Candreva si è fatto sdraiare dalla finta di Gervinho i due centrocampisti (con Barella al posto di Borja) si facevano comunque prendere di infilata e soprattutto faticavano a costruire e davanti le punte non trovavano spazio e Eriksen non trovava la giocata ‘liberatoria’.

Ho letto insulti a D’Aversa per le sue dichiarazioni arroganti e anche offensive.

Il mister parmense è stato inqualificabile, ma ha detto una cosa innegabile: il Parma è sembrato… noi a Napoli e per certi aspetti contro il Sassuolo.

Ha fatto la partita, ha creato grandi occasioni per chiuderla e le ha sbagliate, venendo poi punito.

Il Parma aveva speso molto e a quel punto il cambio dei nostri esterni (dentro i due più offensivi) ha dato i suoi frutti, insieme all’ingresso di un dinamicissimo e ispirato Sanchez al posto dello spento Eriksen.

Inoltre Gervinho si era andato via via spegnendo e ormai l’unico pericolo serio era rappresentato da Kulu.

Poi, naturalmente c’era il pericolo che proveniva dalla possibilità di nostri errori o di errori arbitrali.

Tra l’altro negli ultimissimi minuti ha giocato a nostro favore anche l’espulsione di Kucka.

Se queste riflessioni hanno un qualche fondamento, che cosa possiamo aspettarci per le prossime partite?

I giocatori che io definisco ‘di complemento’ quelli sono e si può solo sperare che qualcuno di loro almeno si esprima al suo meglio (ma dipenderà anche dal contesto che si creerà intorno a loro).

La speranza maggiore naturalmente è che recuperino i giocatori con maggior qualità al momento indisponibili (Skriniar, Brozo, Vecino, Sensi… ma dovrebbero essere al top), in modo da ridurre, quanto meno, il minutaggio degli altri.

Tatticamente non credo sia praticabile l’idea di tornare al 352, perché l’esclusione di Eriksen, oltre ad alimentare polemiche, sarebbe una sconfitta difficilmente digeribile dall’ambiente.

Si può sperare in una crescita dello stesso Eriksen, di Lautaro e nella continuità di buone prestazioni da parte di Sanchez

Col recupero di D’Ambro si potrebbe pensare a un passaggio alla difesa a 4 con D’Ambro appunto, de Vrji, Bastoni e un terzino sinistro scelto di volta in volta e con Skriniar pronto a rilevare uno dei due centrali, una volta scontata la squalifica.

Questo permetterebbe di avere un uomo in più a centro campo (3+1 anziché 2+1).

Ma si dovrebbero cercare nuovi automatismi nei movimenti e negli interscambi oltre a individuare gli uomini più idonei alle mutate mansioni.

In sostanza non credo che a questo punto della stagione Conte rivoluzionerà il suo credo tattico, sulla scorta del quale ha anche modulato gli acquisti, al di là del fatto che i nomi siano stati proprio quelli da lui richiesti in prima istanza.

Faccio un esempio che scandalizzerà i fautori delle belle giocate, ma avere Vidal al posto di Eriksen credo renderebbe molto più incisivo il SUO (di Conte) sistema di gioco.

Qualche variazione tattica si potrà vedere in particolari fasi di alcuni match, ma la mia speranza è che non si sia… costretti quasi mai a questi aggiustamenti (significherebbe che le cose stanno andando bene).

Insomma, dobbiamo essere consapevoli del fatto che ci aspettano una decina di battaglie durissime, in nessuna delle quali partiamo battuti, ma anche in nessuna partiamo largamente favoriti.

Possiamo migliorare, ma non è certo, considerando le variabili imprevedibili di questo anomalo fine stagione e anzi, la qualità della rosa non lascia grandi spazi per sogni di progresso.

Dovremmo cercare, indipendentemente dalla qualità del gioco messo in mostra, di portare a casa il risultato ogni volta che sia possibile.

In fondo, falcidiati da infortuni e defezioni abbiamo battuto la Samp, pareggiato a Napoli dominando e vinto a Parma.

Da questo punto di vista, l’unica battuta a vuoto in 4 partite ravvicinate è stata col Sassuolo ed è stata determinata da errori individuali speriamo non ripetibili con questa frequenza.

Conterà soprattutto, oltre alla condizione e agli eventuali infortuni (sgraaat! abbiamo già dato), la garra, l’aggressività. La determinazione feroce a raggiungere il risultato.

Senza dimenticare che quando saremo al completo, se tutti saranno in condizione, anche sul piano del gioco, come abbiamo dimostrato più di una volta, possiamo misurarci con tutti.

Forza ragazzi, i tifosi, almeno quelli appassionati sono tutti con voi, soprattutto nelle situazioni che possono essere superate grazie in particolare all’orgoglio e alla tenacia, oltre che con le qualità che molti di voi possiedono.

Non deludeteci.

Luciano Da Vite

Foto: Alessandro Bastoni bacia la maglia dopo la rete decisiva per la vittoria con il risultato di due reti a uno a Parma. L’Inter ha ottenuto la vittoria superando il Parma (in vantaggio per una rete di Gervinho dopo 15′ di gioco) con due goal realizzati nel finale della gara.

16 pensieri riguardo “Ancora una grande sofferenza, sarà così fino al termine, speriamo sempre con lo stesso… risultato: Parma – Inter 1-2

    1. Non voglio forzarti, ma trovo i tuoi giudizi molto interessanti, anche a distanza di qualche giorno, perché danno spunti di analisi che spesso a me sfuggono. Io apprezzerei molto se le facessi di nuovo.

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  1. Lucidissima analisi Luciano, ma Vecino accettabile tecnicamente e Barella limitato non si puo’ sentite imo…casomai e’ il contrario.

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    1. Dipende dal concetto che si ha di tecnica. Io per esempio considero parte della tecnica la qualità mentale che si esprime, che so, anche nel possedere tempi di inserimento, nonchè nel cercare e procurarsi gli spazi

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      1. Si, vecino e’ sicuramente forte negli inserimenti, ma palla al piede e’ piuttosto mediocre. Il prossimo anno, non venisse ceduto, sarebbe ottimo come quinto ed un lusso come sesto centrocampista. Chissa tra lui e gagliardini chi rimarra’.

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  2. No comment. Vinciamo quattro a zero e io sto ora per strada rientrando a casa e non ho visto la partita. Dopo queste ultime gare una boccata d’aria fresca mi ci voleva.

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  3. 6 a 0
    Unico pericolo ad inizio partita, poi dominata. Brescia poca cosa .. e Tonali con essi.
    Molto attivi Moses e Sanchez, bene anche young. Difesa poco impegnata. Sufficienza per tutti.
    Importante ora con il Bologna, squadra che sta bene fisicamente. Vincere ci potrebbe portare molto vicini al nostro obiettivo di restare in Champions

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