I sogni e la realtà: Inter – Sampdoria 2-1

Una partita piena di contraddizioni sulla scorta di quasi tutte le precedenti.

Un match che ha evidenziato una situazione di fatto già chiara, per altro: abbiamo un gruppo capace di buone e anche ottime frazioni di partita (come non ricordare, tra le altre, Barcellona, Dortmund, la stessa gara di Coppa a Napoli) e di cadute rovinose, spesso all’interno della stessa prestazione.

Che Conte, anche a seguito delle sue scelte iniziali di organico, sappia dare un gioco alla sua squadra, secondo me è fuori discussione.

Abbiamo assistito a frazioni di partita giocate meravigliosamente, e non solo contro squadre intimorite come era chiaramente la Samp nel primo tempo.

Poi siamo calati: colpa di un gioco troppo dispendioso?

Probabilmente si, però quasi sempre il calo avviene dopo che abbiamo regalato agli avversari la possibilità di riaprire la partita, con errori (individuali) in zona gol e errori decisivi in difesa.

Possiamo pensare che senza gli errori in zona gol certe partite le avremmo chiuse in tranquillità, ma soprattutto ci resta il dubbio se, qualora avessimo evitato infortuni difensivi da campionato dilettanti, avremmo vissuto la stessa crisi e avremmo finito col fallire l’obiettivo.

Cito ancora tre casi, in due dei quali siamo usciti da Coppe importanti per il calo successivo all’errore difensivo (Attenzione: non parlo di errore della difesa, ma di errore della squadra in fase difensiva).

  1. A Dortmund in pratica siamo usciti dalla CL per una rimessa laterale a nostro favore.
  2. A Napoli siamo usciti dalla Coppa Italia per un calcio d’angolo a nostro favore.
  3. Con la Samp abbiamo rimesso in discussione una partita stravinta, rischiando poi abbastanza, per un errore di un difensore. E questo ci può stare: non esiste il difensore che non sbaglia mai.

Bisogna capire però perché dopo siamo andati in crisi: stanchezza, e quindi modulo troppo sfiancante se non possiedi alternative del valore dei titolari?

Oppure scarsa maturità tecnica e psicologica, cioè carenza di qualità di campioni veri, che ci rende incapaci, nel manifestarsi delle difficoltà, di gestire la partita con raziocinio e di approfittare della situazione di vantaggio tattico (l’avversario in rimonta è chiamato a rischiare il tutto per tutto) per chiudere definitivamente il match?

Una grande squadra sa sfruttare freddamente, con tecnica, tattica e soprattutto cervello, la situazione per certi aspetti favorevole.

Noi non siamo ancora una grande squadra, su questo non ci piove.

In queste situazioni, andiamo nel panico, veniamo presi dalla frenesia, non sappiamo più giocare la palla da dietro senza correre rischi.

Oppure andiamo in riserva dal punto di vista atletico e la fatica ci annebbia anche cervello e idee.

Io spero tanto che la squadra faccia in questo scampolo di stagione il salto definitivo di qualità e magari arrivi a vincere qualcosa (spes ultima dea) ma ci credo poco.

Il (mio) obiettivo ragionevole è chiudere bene, fare bella figura, toglierci qualche soddisfazione, migliorare ancora.

Ma poi bisognerà capire le cause di questi black out e ‘riparare’ con intelligenza sul mercato, completando il mosaico della ricostruzione.

La partita con la Samp si presta, a mio parere a considerazioni e valutazioni ingannevoli, come del resto quella contro il Napoli e soprattutto le due prestazioni possono ingannare se raffrontate senza le dovute cautele e i distinguo necessari…

Un solo fattore accomuna le due gare: il fatto che per noi si trattasse di prove decisive.

Che fosse decisiva quella di Napoli, non serve spiegarlo.

Quanto alla Samp, odio la frase ‘dobbiamo giocare 12 finali’ perché è un luogo comune e perché porta pure male.

Ma è un fatto che le nostre speranze di restare attaccati al vertice della classifica, termineranno inevitabilmente se avremo anche una sola battuta a vuoto: scivolare a 9 punti dalle prime vorrebbe dire rassegnarsi a lottare per conservare terzo e/o quarto posto.

E il calo psicologico, anche involontario sarebbe inevitabile: siamo uomini (per quanto ben pagati… loro) e non macchine, la motivazione di lottare per qualcosa di importante o lottare per mantenere una posizione che ritenevi scontata da tempo è molto diversa.

Quindi per noi, psicologicamente se non tatticamente, le due partite presentavano lo stesso imperativo. Erano due partite da ultima spiaggia o meglio, di una lunga serie di ultime spiagge

Per altro almeno in avvio anche tatticamente la situazione era simile: dovevamo fare la partita, dovevamo attaccare perché un atteggiamento attendista avrebbe giovato solo agli avversari.

Poi il gol subito ottenuto a Napoli, grazie a un loro grave errore difensivo ci ha indirizzati sulla strada più favorevole, ma la partita era stata preparata in quel modo, abbiamo continuato ad attaccare (come era giusto) e il primo tempo, come con la Samp è stato tutto nostro.

Quello che differenziava nettamente le due gare era la qualità dell’avversario, visto che il Napoli è da anni l’avversario più accreditato della juve in campionato e, pur essendo molto indietro in classifica, ha ancora la possibilità di proseguire persino in una CL difficilissima.

La conferma sulla qualità dei partenopei l’ha poi data la vittoria nella stessa Coppa Italia.

Avversari più forti e certamente più determinati dei liguri, almeno sino a quando un nostro regalo ha aperto anche alla Samp l’insperata possibilità di giocarsi il tutto per tutto con l’occasione di allontanarsi dalla zona pericolosa di classifica.

Un’ulteriore differenza consisteva nel fatto che il Napoli ha potuto giocare la partita ideale per la sua rosa e per le idee di calcio del suo allenatore: un pullman (meglio, un treno merci) davanti alla sua area, ma anche tre attaccanti e un centrocampista di grandissima gamba, capaci di ripartire e approfittare degli spazi che così si creavano.

Nonostante questo, abbiamo regalato il loro gol e abbiamo concesso loro poco altro, mentre noi abbiamo costruito parecchio.

Naturalmente abbiamo letto l’esaltazione di Gattuso, magari da parte di quegli stessi nostri tifosi che esaltano continuamente il bel ‘giuoco’ offensivo, mentre si sono sprecate le critiche, a volte asperrime, a Conte.

A dimostrazione del fatto, mi pare, che alla fine nel calcio conta il risultato.

Al di là di questa breve digressione un po’ polemica, volevo dire solo che le valutazioni delle prestazioni della squadra (tutti soddisfatti delle qualità esibite con la Samp e critici per Napoli), ma anche dei singoli, per conto mio risultano falsate se non si tiene conto di queste differenze.

Faccio solo un esempio: Lautaro contro il Napoli aveva un compito enormemente più difficile, chiuso tra quattro cinque giocatori, marcantoni, che affollavano la zona centrale e considerando questo, per conto mio la sua prova è stata sufficiente, altro che insultarlo perché aveva la testa a Barcellona.

Contro la Samp ha fatto meglio, perché si è trovato spesso a giocare nell’uno contro uno e in queste condizioni risulta davvero letale.

Comunque per me il dato positivo di entrambe le partite sta nella constatazione che, quando tutti girano al massimo o quasi, la squadra funziona molto bene anche sul piano del gioco.

I due gol, ma non solo, mi hanno ricordato le qualità offensive del miglior Barcellona. Solo che il Barça produceva azioni irresistibili anche contro gli squadroni e anche contro squadre asserragliate in difesa.

E soprattutto poi non sbracava.

Dico ‘sbracava’ sapendo di esagerare, perché se andiamo a vedere, anche una volta subito il pareggio e Napoli e il gol del 2-1 dalla Samp abbiamo concesso poco agli avversari e abbiamo avuto noi le occasioni migliori.

Ma il calo c’è stato ed è risultato importante.

Non aver segnato il terzo gol quando si poteva e doveva è stato gravissimo, perché Conte dovrà necessariamente ruotare tutti gli uomini e andare sul tre a zero sarebbe stata l’occasione per far rifiatare alcuni ‘irrinunciabili’.

Perché ormai non ci sono dubbi che l’undici preferito del mister, in questa situazione prevede, oltre ad Handa, i tre centrali visti ieri, Candreva e Young sugli esterni, le due punte iniziali, Brozo e Barella in mezzo al campo, Eriksen trequartista

Brozo è chiaramente il favorito, una volta ripresosi, su Gaglia, anche se forse per le caratteristiche del danese due mediani di rottura alle sue spalle darebbero più affidamento.

Tra le e alternative però, che in questa situazione di match ravvicinati saranno importantissime, ben poche per un motivo o per l’altro danno pieno affidamento: Sensi e Vecino , per la fragilità, Godin e Sanchez perché ancora non hanno mostrato tutto il loro teorico valore, qualche altro per i limiti tecnici o la comprovata difficoltà nell’operare le scelte di gioco più efficaci e razionali.

Se ci aggiungiamo gli infortuni, la situazione non è delle più facili e autorizza qualche speranza, ma assai contenuta.

Torniamo un attimo alla partita e lasciatemi ammettere che sono contento di essermi parzialmente sbagliato su Eriksen.

Eriksen non mi era piaciuto a Napoli dove pure molti lo avevano incensato. Per lunghi tratti non era stato in partita, aveva certamente dispensato un paio di giocate illuminanti, ma aveva perso troppi contrasti e pur non avendo il compito di correre all’indietro (doveva piuttosto disturbare il play avversario quando avviava le ripartenze), insieme alle due punte aveva contribuito a creare minor densità numerica nella zona centrale del campo.

Buono quando ha potuto giostrare quasi da attaccante aggiunto mi è sembrato più in difficoltà quando anche il Napoli ha provato a giocarsi la partita.

Per lui, come per altri, poteva trattarsi di un problema di condizione, dopo la lunga pausa.

Con la Samp la situazione è stata più facile, innanzi tutto per la caratura tecnico atletica dei liguri, inferiore ovviamente a quella dei napoletani, poi perché i doriani per quasi un’ora non si sono mai affacciati in avanti, ma nello stesso tempo non si sono neppure chiusi dietro erigendo muri fittissimi.

Chiaro (ma in questo caso il discorso vale anche per Lautaro, Lukaku e persino Candreva e Young) che le qualità superiori dei nostri avessero tutte le possibilità per emergere.

Basti ricordare i numeri di Lautaro, il semi-assist e il gol di Lukaku, persino l’assist di prima di Candreva, paragonabile… ehm a quello del danese.

Che in più aveva il vantaggio di trovarsi alle spalle due mediani incontristi.

Tutti questi, non solo Eriksen, sono calati dopo un’ora e dopo il gol doriano, tanto è vero che di loro è rimasto in campo solo Lukaku, che anche quando cala lotta come un disperato, impegna avversari e soprattutto non ha sostituti.

In conclusione, sono soddisfatto dei progressi di questi giocatori, ma resto cauto: questo assetto dovrà dimostrare nel tempo e nelle sfide ben più impegnative contro le grandi squadre che non ti perdonano un rientro mancato o un contrasto perso in mezzo al campo, di avere la stessa efficacia e soprattutto la continuità e maturità per reggere i periodi di pressione, tattica e psicologica, davevro cruciali.

Non credo sia il caso di aggiungere pagelle alle molte già viste.

Sui singoli mi limito dunque a dire che:

  • Handa non ha fatto una parata.
  • Skriniar è apparso il più in forma tra i centrali, mentre de Vrji si è fatto sorprendere in occasione del gol in modo per lui inusuale e in genere è apparso leggermente sotto il top della condizione. Bene invece, senza strafare, a mio parere, Bastoni.
  • Candreva ancora per un’ora ottimo per quantità e qualità, come a Napoli e anche Young sufficiente sino a quando ha avuto autonomia.
  • Moses a me non è dispiaciuto: è vero che ha fatto tre scelte sbagliate importanti, ma si era creato la situazione per farle. Probabilmente sconta il minutaggio davvero ridotto. Biro ha fatto quello che è nelle sue corde: ho letto commenti secondo i quali Biro e Gaglia non giocherebbero titolari neppure nella Samp. Certo non sono giocatori da squadroni, ma Biro giocava titolare nella Fiorentina e Gaglia se lo cedessimo, non faticherebbe a trovare una buona squadra di media classifica.
  • Barella per me appena sufficiente, per diventare un titolare fisso anche in prospettiva squadrone, deve crescere molto. Gaglia anche lui sufficiente, perché serve anche chi porta mattoni. Se hai un architetto disposto a portare mattoni, è meglio, ma altrimenti a un operaio devi chiedere il lavoro da operaio.
  • Eriksen molto bene per un’ora. Sembra in evidente progresso rispetto a Napoli, ma come ho detto diversi erano gli avversari e le necessità di essere attrezzati anche agonisticamente. La mia speranza, sincera ed entusiasta è che si confermi nel tempo, aumentando i margini di autonomia e risultando altrettanto decisivo nelle grandi sfide.
  • Le due punte pure mi sono sembrate in crescita (anche se secondo me Lautaro non aveva fatto male a Napoli): con Eriksen e gli esterni ci hanno regalato gol e scampoli di bel gioco. Su Lukaku c’è da dire che al bel gol e al semi assist regalatici ha aggiunto da una parte due gol clamorosi sbagliati e dall’altra una fisicità che si è fatta sentire anche quando portare a spasso i suoi 100 kg non era più facile. Per questo, forse Conte non rinuncia mai a lui (oltre al fatto che non abbiamo una riserva con caratteristiche simili).

In conclusione, ci sono ancora dubbi e riserve da sciogliere per conto mio, ma c’è anche qualche motivo per sperare, con moderazione e con aspettative ragionevoli.

Luciano Da Vite

Foto: l’esultanza di Romelu Lukaku (fonte: sito ufficiale). Il centravanti belga è stato decisivo nella difficile vittoria della gara di campionato contro la Sampdoria. Esultanza dedicata alle proteste che si stanno diffondendo dagli Stati Uniti d’America in tutto il mondo dopo l’uccisione di George Floyd lo scorso 25 maggio 2020 a Minneapolis, Minnesota.

18 pensieri riguardo “I sogni e la realtà: Inter – Sampdoria 2-1

  1. Concordo praticamente su tutto. Se nelle prossime settimane la prestazione dei primi tempi Napoli/Samp si estende a 70..75 minuti, abbiamo delle chance di finire bene.
    Se, viceversa, vinceranno “i secondi tempi”, dovremo difendere il quarto posto .

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  2. La designazione di un “top” come rocchi (all’ultimo anno) sapeva lontano un miglio di scelta per garantire un trattamento di favore.
    Cosi è stato

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  3. Dispiace a pochi giorni dalla scomparsa del grandissimo Mario Corso, pure del decesso di Pierino Prati. Non ho vissuto quegli anni che sono sempre più lontani nel tempo ma penso che quel Milan per i tifosi rossoneri, sia speciale come la grande Inter per noi. Da appassionato di calcio, il Milan di Rocco, dopo la nostra Inter in generale, credo sia stata la squadra più importante del calcio italiano su cui io possa esprimere un pensiero (il grande toro è più un mito).

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  4. Parlando di attualità e del post, mi sembra che adesso abbiamo tre partite “facili” (tra mille virgolette) una dietro l’altra. Io penso che nell’attesa di fare valutazioni, in questo momento bisogna sperare che si riesca a fare di necessità virtù e mettere un po’ di punti da parte. Non so che margini di crescita ci siano adesso in una stagione così particolare, credo che l’indirizzo sia unico a questo punto, piu punti mettiamo in cascina, tanto meglio è, non riesco a puntare in un miglioramento complessivo ma questo forse è un mio limite dettato dallo scoraggiamento generale.

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  5. nel giorno dell’ultimo saluto ho pesato di pubblicare il mio personale commiato da un grandissimo campione che ci ha lasciati. Mariolino Corso. Il mio saluto sarà forse modesto sul piano espressivo, ma certamente è totale sul piano del trasporto affettivo
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  6. Domenica sera, dopo avere preso il gol, ancora una volta abbiamo sbandato, e al gioco baldanzoso di oltre metà gara è seguito un finale di timori e tremori. La paura che ci coglie in questi casi ha certamente molti motivi, non dico di no, ma forse se avessimo in porta un giocatore un pochino più sicuro, un pochino meno timido, un po’ meno spaurito…
    Domenica sera ci siamo spaventati a partire dalla punizione che Handa non ha trattenuto, preferendo respingere di pugno (in modo un po’ maldestro). Il pallone era semplice, poteva tentare la presa… non si è fidato, è parso in affanno… A quel punto la squadra, la difesa, i miei figli, anche io… A QUEL PUNTO TUTTI QUANTI ABBIAMO PERSO SICUREZZA…

    Handa è bravissimo, è il nostro portiere, dobbiamo difenderlo, chiaro… ci ha salvato il didietro tante volte…
    Però, se la partita si fa tesa… per esempio CONTRO I GOBBI…

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    1. La tua opinione è più che rispettabile ma non mi trova d’accordo, Handa secondo me trasmette molta sicurezza. Tra l’altro nelle uscite alte, che forse erano il suo punto debole, mi sembra migliorato parecchio.

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  7. Io penso che OGGi abbiamo tutti i problemi del mondo tranne quello del portiere. Poi magari da domani cambia tutto, Handa invecchia di colpo sbaglia parecchio e diventa un problema. per me oggi, ripeto, è una delle poche certezze

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