A proposito di Christian Eriksen

Nel post dopo la semifinale di Coppa Italia di ritorno contro il Napoli, tra le tante considerazioni, Luciano ha espresso un punto di vista diverso sulla prestazione di Christian Eriksen rispetto a quella che abbiamo letto nella maggioranza dei commenti.

Ovviamente non è stata una bocciatura del giocatore né un giudizio caustico sulla sua partita, e le qualità tecniche del nostro centrocampista sono indiscutibili, ma invece una riflessione sulla sua prestazione e più in generale la sua collocazione nell’ambito del progetto tecnico portato avanti dal mister Antonio Conte dall’inizio del campionato fino al suo arrivo e le basi su cui è stata costruita la squadra.

Detto che mi ritrovo con quanto espresso da Luciano, ribadisco pure quanto ho commentato su un post scritto su questo blog all’indomani dell’arrivo del giocatore in nerazzurro, cioè che si tratta del centrocampista più importante acquistato negli ultimi dieci anni.

Praticamente dall’arrivo di Wesley Sneijder alla vigilia del derby vinto quattro a zero in cui l’olandese fece il suo debutto a San Siro.

Le due affermazioni non sono in contrasto tra di loro e sono vere entrambe, così come è vero che un giudizio su questo giocatore e che cosa potrà fare all’Inter sono per forza di cose prematuri: il ragazzo è sceso in campo finora solo nove volte e nel mezzo ci sono stati tre-quattro mesi di vuoto più totale.

Inoltre non possiamo sapere quanto saranno significativi i prossimi due mesi sul piano “calcistico”.

Il livello generale delle partite cui abbiamo assistito in questi giorni è stato molto basso e se c’è poco entusiasmo diciamo che questo appare giustificato non solo da tutto quello che è successo in questi mesi, ma è inevitabile che i giocatori in questo momento non siano al top della forma e che l’andamento del prosieguo della stagione sarà per forza di cose alterato dai tempi e dal clima e dal fatto che si giocherà sempre senza spettatori.

Sono tutti elementi che secondo me dobbiamo tenere in considerazione non solo per quello che riguarderà il campionato di Eriksen ma in generale il prosieguo della stagione della squadra, cui non rimprovero certo di non aver vinto la Coppa Italia (forse in un’altra situazione avremmo alzato noi la coppa alla fine, ma con i “forse” non si va da nessuna parte) e la cui mission ritengo sia sempre quella di qualificarsi senza patemi alla prossima edizione della Champions League. Poi vedremo che cosa succederà in Europa, ma quella è la condizione necessaria per poter fare una valutazione positiva di questa prima stagione con una nuova dirigenza e un nuovo allenatore.

Allo stesso tempo va detto anche che abbiamo ricominciato (si fa per dire, abbiamo giocato una sola partita, per quanto importante) così come avevamo finito.

Le perplessità che ci accompagnavano nell’ultimo periodo di calcio giocato e prima dello stop, si sono ripresentate nel corso della partita con il Napoli e andranno in qualche modo superate quanto prima per portare a buon termine la stagione.

Proprio poco prima di cominciare a scrivere questo post, è arrivata la notizia di un nuovo stop di Stefano Sensi, il cui rendimento nella prima parte della stagione e prima dell’infortunio, è stato veramente molto importante e su dei livelli che nessuno di noi avrebbe immaginato per un calciatore che sembrava arrivato per essere solo una alternativa in mezzo al campo.

Proprio a centrocampo si pongono oggi i principali quesiti, detto che per quanto riguarda altri aspetti ci sia ben poco da analizzare, dato che in attacco per l’ennesima volta (lo dico senza spirito di polemica, ma è uno dei punti su cui ho più insistito negli ultimi anni) si è deciso di non prendere un “centravanti di scorta”, un uomo d’area di rigore che potesse dare un po’ di fiato ai titolari e comunque tornare utile quando si stringe l’avversario in area di rigore o non si riescono a sbloccare le partite; mentre sugli esterni si è perso un titolare (Asamoah) e si è dovuto ricorrere a delle soluzioni che sono buone alternative, ma sicuramente non delle prime scelte (Moses, Young).

Detto che Barella e Brozovic sono due titolari inamovibili con il primo destinato a crescere e il secondo elemento chiave nel nostro centrocampo, è chiaro che il discorso a questo punto ruota tutto attorno a Christian Eriksen, che comunque non è sicuramente venuto a Milano per fare panchina.

Il giocatore ha un curriculum molto importante e ha già dimostrato di essere un giocatore di grande livello in Olanda e Inghilterra, oltre che in campo internazionale. Possiamo dire che negli ultimi anni sia stato uno dei centrocampisti più importanti sul panorama del panorama continentale. Ha una valutazione e un ingaggio importanti e il suo acquisto si può considerare un vero e proprio “colpo”.

La domanda è tuttavia se Eriksen fosse e sia il giocatore che serve veramente a questa Inter e in questo momento specifico.

Penso che ci fossero dei contatti con chi ha la procura del giocatore per portare Eriksen in nerazzurro la prossima stagione, poi il verificarsi di determinate condizioni ha spinto perché si concludesse subito l’operazione e a questo punto si è deciso di procedere in questo modo.

Questa è solo una mia supposizione su come si siano svolti i fatti, perché sono e resto convinto che Eriksen non fosse la prima scelta o comunque il giocatore che si aveva in mente per rinforzare il nostro centrocampo.

È chiaro che le preferenze di Antonio Conte andassero nella direzione di avere un “martello” o comunque un giocatore di grande fisicità, sostanza, carattere e forte negli inserimenti. Il profilo praticamente di Arturo Vidal e che poi sarebbe quello già rincorso inutilmente durante il mercato estivo e dopo la cessione – secondo me sbagliata, penso che questo si possa ammettere senza fare nessuna polemica particolare – di Radja Nainggolan. Sbagliata perché non è stato preso un giocatore veramente alternativo al belga almeno.

Eriksen ha caratteristiche completamente differenti ed è vero, è un giocatore di grande talento e con un gran piede, ma non ha grande carattere o comunque non è un trascinatore e un leader naturale.

Potrebbe diventarlo e potrebbe esserlo, tuttavia, in un impianto di gioco già solido e dove lui possa costituire quel valore aggiunto necessario per elevare il tasso tecnico in maniera decisiva sulla trequarti.

Se dovessi usare una espressione abusata, direi che Eriksen in una squadra forte, sarebbe la classica ciliegina sulla torta.

Il problema nel nostro caso è che la torta non è ancora pronta o comunque non si è ancora formata del tutto e in ogni caso il nostro “chef” (il mister Antonio Conte) stava cucinando qualche cosa di diverso prima che venisse aggiunto questo nuovo ingrediente.

Se dovessi fare un altro esempio, cito ancora l’arrivo di Wesley Sneijder nell’estate del 2009 e alla fine di un calciomercato che aveva irrobustito le fondamenta di una squadra di per sé già solida e vincente.

Wesley Sneijder fu sicuramente l’elemento aggiunto, ma l’olandese non era e non avrebbe potuto essere il giocatore attorno a cui costruire una squadra.

“Storicamente”, se avessimo avuto prima Sneijder che Stankovic, forse la seconda grande Inter non sarebbe mai nata.

Sono confronti molto probabilmente “improbi” – ci stiamo confrontando con una squadra fortissima e che ha vinto tutto – ma le perplessità legate all’arrivo di Eriksen e quale sarà il suo futuro prossimo nell’Inter hanno un contorno che è simile e dove invece sarebbe stato più utile, nell’immediato almeno, un calciatore con caratteristiche differenti.

Starà quindi proprio allo chef, Antonio Conte, trovare la giusta collocazione in campo per il giocatore all’interno del suo sistema di gioco o comunque rivedere qualche cosa (lo sta già facendo, anche se i risultati non sono sembrati fino a questo momento particolarmente positivi) per fare rendere Eriksen al massimo del suo livello e centrare la qualificazione alla prossima edizione della Champions League.

Le qualità di Eriksen e la sua esperienza, il fatto di dovere fare di esigenza virtù (causa il nuovo infortunio di Sensi) e l’entusiasmo (pure temperato dalle vicende note) che ci sono attorno al giocatore, sono comunque delle ragioni che spingono in una sua affermazione.

Se ci sarà un vero e proprio exploit o se le cose richiederanno più tempo, staremo a vedere, ma è chiaro che il giocatore dovrà rinnovarsi rispetto alle sue esperienze passate, così come dovrà fare lo stesso l’allenatore.

Anche il rapporto tra i due e la compattezza dell’ambiente avranno un loro ruolo.

Ci può essere un progetto tecnico che contempli la figura di Antonio Conte (che sicuramente è un allenatore intelligente) e un giocatore come Eriksen. Forse l’incontro è avvenuto prima del tempo sulla tabella di marcia e in un momento “sfavorevole”, ma è qui che bisogna trovare la chiave di volta per definire questa Inter.

Grande fiducia quindi nell’allenatore e nella squadra e nel giocatore e poniamo un freno tanto ai facili entusiasmi quanto alle critiche eccessive: le condizioni per centrare l’obiettivo stagionale ci sono tutte.

Eriksen in questo quadro non può costituire un problema, il punto è invece capire se e quanto sarà invece un valore aggiunto o un semplice complemento.

Emiliano D’Aniello

Foto: Christian Eriksen va a segno contro il Napoli direttamente su calcio d’angolo. Suo il goal del vantaggio provvisorio nella semifinale di ritorno di Coppa Italia contro i partenopei poi terminata con il risultato di 1-1.

33 pensieri riguardo “A proposito di Christian Eriksen

  1. Purtroppo, come già detto da Fabio nei commenti al post precedente, Sensi ancora KO. Mi spiace tantissimo perche’ ad inizio campionato mi ha fatto davvero ben sperare. E mi spiace anche per lui, non so quanto avra’ senso riscattarlo, francamente .
    Ora devo/dobbiamo sperare in Eriksen, che però non lo vedo con la “cattiveria” giusta …

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    1. Ad oggi, a mio parere, è stato il giocatore più determinante della stagione dell’inter, nel senso di innalzamento della qualità di gioco, nei primi due/tre mesi di stagione.
      Va valutata però anche la sua condizione fisica perennemente precaria, e il ritorno in campo in cui (forse proprio per tale condizione) non è stato più ai livelli di inizio stagione.
      Si potesse ragionare con il Sassuolo sul riscatto (credo ahime ci sia un accordo verbale non scritto sul riscatto..) si dovrebbe davvero tarare quelle capacità mostrate inizialmente con il proseguio della stagione, e ad oggi, direi sia stata un’annata non sufficiente, che non dovrebbe portare ad un riscatto (magari ad un prolungamento del prestito…si)

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  2. La Norvegia 🇸🇯 sta dando vita ad una generazione di cyborg.

    Lui si chiama Albert Braut Tjåland ed è il cugino di Erling Braut Håland

    Cresciuto calcisticamente al Bryne (come il cugino), ha appena firmato con il Molde FK (stessa seconda tappa del cugino).

    Attaccante (come il cugino), ha esordito in 2.divisjon 🇸🇯 a 15 anni mentre a livello giovanile, nell’ultima stagione ha realizzato 64 gol in 37 partite.

    Tjåland destro, Håland mancino, uno 16 anni, l’altro 19. Immaginate soltanto per un secondo una coppia d’attacco del genere in futuro.

    Da un sito specializzato sul calcio nordico

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  3. La notizia di Zanardi è un colpo al cuore.
    Lo ho incrociato prima di una maratona un corpo di acciaio e una energia che lo avvolgeva e si percepiva anche a distanza.
    Comunque vada, una vita realmente vissuta. Un esempio

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  4. Una notizia che non avrei voluto leggere.
    La morte di Mario Corso è la perdita di una persona per bene, di un uomo di grande levatura morale.
    L’ho conosciuto per caso ed è stato estremamente disponibile ed empatico. Davvero una brava persona prima di un grande calciatore… Uno dei piedi sinistri migliori della storia

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  5. Che dire per me Corso è l’Inter, assieme a Giacinto, Prisco, mazzola, I Moratti, zenga e bergomi, boninsegna…
    Ma soprattutto è un altro galantuomo che se ne va, a poche settimane da Simoni.
    Mi sentivo rappresentato da loro.

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  6. Se Eriksen farà bene in un centrocampo composto da Barella Borja o Gagliardini, con due punte davanti, gli chederò scusa pubblicamente e riconoscerò che siamo di fronte a un grande campione. Io me lo auguro, sinceramente

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  7. Felice per il rinnovo di Di Gregorio. Il suo manager, Belloni, che conosco bene e apprezzo è persona di grande competenza e serietà. R DiGre arriverà sicuramente a notevoli livelli

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  8. Dopo Gnontò ci siamo fatti soffiare (e dalla juve, questa volta!) anche Michele Scienza, un centrocampista goleador del 2006 che non ha eguali in Italia in categoria. L’impressione è di un settore giovanile allo sbando. la juve ha compiuto un attol formalmente legale, ma divero banditismo morale, perché ha infranto un patto tra gentiluomini per chi le grabdi squadre non cercano di soffiarsi a vicenda i talenti

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  9. La perdita di Scienza, forse il più talentuoso tra quelle annate è davvero sanguinosa.
    Solitamente come dice luciano certi scippi tra grandi squadre non si fanno… Ma il risultato è che lo abbiamo perso.
    E abbiamo perso il migliore
    Non ho veramente parole dopo l’affaire gnonto

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  10. È possibile che la proprietà stia manifestando le sue reali intenzioni? Se ci fosse una talpa interna, chi si assume le responsabilità? Il tutto è iniziato con la perdita di chibozo, giocatore di grande talento, gnonto e scienza fanno parte di una linea di condotta che potrebbe portare a cedere altri. Se quelli li comprano a 2 lire anche Esposito Oristanio e Pirola allora potremmo chiederci chi sia davvero alla guida dei nostri. Sempre più mortificato e sconcertato

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  11. Ecco, ci mancava solo il catastrofista dietrologo. Sergio, ti voglio bene, ma non puoi limitarti a ragionare sui fatti. Chibozo non c’entra nulla è stato lasciato per validissimi motivi. esposito oristanio e Pirola non andranno certo alla juve e su Scienza i ladri hanno commesso una scorrettezza enorme

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  12. Sono convinto di quanto dici ma perché ci sono situazioni ripetute? Vada per chibozo ma le famiglie ottengono più garanzie. Come mai?

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    1. Appunto…prima però le offerte erano più interessanti…secondo me in un’ottica più generale non si ha interesse a sviluppare la cultura professionale locale

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  13. 3 punti. + 11,5 sulla Roma. Tanto mi basta, perché per me l’importante è continuare ad essere in Champions. Questa e la prossima saranno stagioni anomale, è importante rimanere nel gotha del calcio, con la champions.
    Sui singoli vedo de vrij non ancora in condizione, esterni positivi, un onesto Gagliardini e un Eriksen positivo ( ma per me non ottimo come in molti han detto).
    Molto bene borja quando entrato, male Moses.
    Lukaku per me non sufficiente, lautaro sufficiente.

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  14. Per me Lukaku non ha fatto male: ha segnato, è stato determinante anche nel secondo gol e non si è mai nascosto. Nel secondo tempo è calato, ma è comprensibilissimo.
    Molto bene anche Eriksen, che ha fatto anche diverse corse all’indietro, anche se non è nel suo dna.
    Bene anche Candreva, Barella e Skriniar. L’unico che non mi è piaciuto è stato Moses.
    Ah, Lautaro non sembrava proprio con la testa a Barcellona, anzi.

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  15. D’accordo con le valutazioni di Fabio; Lukaku bene in occasione del secondo gol,però male per il resto..le due occasioni avute ,beh almeno una andava finalizzata e poi lo vedo ancora troppo morbido e poco cattivo ,fuori tempo sui rinvii lunghi,con la sua stazza dovrebbe aiutare a far salire la squadra. Moses in effetti ha gestito male o con poca lucidità tre belle ripartenze.
    Un pensiero particolare per Mariolino Corso..il mio preferito in quegli anni.

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  16. Un pensiero per Mario Corso, un mito indimenticabile anche per chi come me non ha potuto vivere quegli anni. Per quanto riguarda ieri, dico bene, la vittoria era fondamentale, abbiamo bisogno di fare punti… Sulla talpa interna e in generale sulla possibilità qualcuno all’interno della società remi contro, è una ipotesi che non prendo in considerazione, mi sembrerebbe fuori da ogni logica e comunque con tutto l’affetto e la simpatia per Scienza (poi magari diventerà un fenomeno e comunque sottratto pare con metodi non particolarmente in regola) non posso usare lui come parametro in questo senso. Del resto la dirigenza precedente per dire, su cui non ci sono (giustamente) dubbi di sorta, si è lasciata sfuggire Zaniolo. È stato un errore (le ragioni le abbiamo discusse) ma non possiamo parlare di cattiva fede.

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