Una buona scelta: Sampdoria – Inter 1-3

Quando abbiamo segnato la rete del tre a uno, dopo l’espulsione di Alexis Sanchez, dopo che la Sampdoria aveva “accorciato”, dopo il doppio cambio out Lautaro Martinez e Candreva – in Lukaku e D’Ambrosio, ho definitivamente, diciamo così, sposato questo progetto tecnico e la buona scelta di affidarsi ad Antonio Conte.

La partita sembrava a un certo punto, alla fine del primo tempo, potesse essere una passeggiata: diciamocela tutta, questa Sampdoria è apparsa veramente poca cosa, tra le avversarie affrontate fino a questo momento è stata sicuramente la più abbordabile e sinceramente se continuerà su questa strada, difficilmente rimarrà in Serie A.

C’erano tutte le premesse, dopo aver chiuso il primo tempo con il vantaggio di due goal, di dilagare nel corso della ripresa o comunque di mantenere il risultato senza troppe fatiche, preparandoci al meglio per la doppia sfida che ci attende in settimana contro Barcellona e Juventus.

Però ci siamo complicati la vita, quando Alexis Sanchez ingenuamente, si è fatto buttare fuori per una simulazione. Il giocatore era già stato ammonito nel corso del primo tempo, forse potremmo discutere di questa prima ammonizione, mentre credo proprio che da regolamento il secondo giallo fosse inevitabile: non ho rivisto peraltro l’azione dopo la partita, ma dalle immagini viste durante la cronaca in diretta su Sky, sembra proprio che la simulazione ci fosse.

L’espulsione ci costringeva ad affrontare i secondi 45′ in dieci e il ritorno della Sampdoria in quel momento è stato inevitabile, fino al goal di Jankto che accorciava le distanze e metteva in bilico una partita che fino a quel momento ci era sembrava “cosa fatta”.

Non è che stessimo soccombendo, va detto, ma la squadra faticava a salire e serpeggiava un certo nervosismo: qui i nervi saldi e le scelte dell’allenatore, il suo atteggiamento, hanno fatto la differenza.

Lukaku è stato protagonista nell’azione del goal, con un movimento tipico ad allargarsi sull’esterno a sinistra che già gli avevamo visto fare nelle due precedenti uscite (e che ha fatto anche Lautaro Martinez nel corso del primo tempo, prova volitiva quella dell’argentino, per me ha fatto un buon primo tempo). Nel caso fa valere la sua stazza fisica e libera l’area di rigore per l’inserimento dei compagni, così quando Brozovic calcia a rete, sulla respinta di Audero “entra” Gagliardini che deposita alle spalle del portiere della Sampdoria e chiude di fatto la partita.

Tutto si è consumato nel giro di pochi minuti dalle sostituzioni dell’allenatore: il messaggio è stato chiaro, chiudiamo la partita adesso, dimostriamo chi siamo veramente.

La squadra ha risposto come doveva.

Sposo quindi “definitivamente” questo progetto tecnico, che non significa che fino a questo momento avessi particolari perplessità sull’allenatore (i miei dubbi, va detto, li ho esposti al principio della esperienza, ripromettendomi poi di valutare la scelta per quello che avremmo visto nel tempo) e questo non significa che adesso penso che vinceremo lo scudetto, ma invece che sono convinto che sia stata fatta la scelta giusta.

Antonio Conte ha le caratteristiche adatte per aprire e guidare un nuovo ciclo che possa condurre l’Inter a un livello superiore rispetto a quello raggiunto dal suo bravo predecessore, Luciano Spalletti. La crescita della società, di cui abbiamo già sottolineato gli aspetti, il lavoro in team dell’amministratore delegato Beppe Marotta con Piero Ausilio, finalmente libero da compiti “terzi” e di lavorare lontano dai riflettori, costituiranno i valori aggiunti a sostegno del lavoro di Conte.

Poi dove arriveremo non lo so: l’obiettivo resta il terzo posto finale “tranquillo” e magari gli ottavi di finale ci Champions League.

Tutto quello che otterremo in più non dico che sarà grasso che cola, ma una conferma ulteriore della bontà delle scelte fatte e sarà dettato anche da una crescita dei singoli a livelli magari anche inaspettati.

La partita contro la Sampdoria ci ha dato delle conferme: questa Inter ha degli elementi che sono una assoluta garanzia. Handanovic, de Vrij, Skriniar e l’imprescindibile Brozovic. A questi aggiungerei Godin.

Antonio Conte ha operato un robusto turn-over: ben sette giocatori (Bastoni, Asamoah e Candreva, Gagliardini e Sensi, Lautaro e Sanchez) su undici al calcio d’inizio erano diversi da quelli che sono scesi in campo contro la Lazio.

Questo dà adito ad ulteriori considerazioni sulla rosa a disposizione del mister.

A loro modo costituiscono una “garanzia” anche Asamoah e D’Ambrosio, che sappiamo bene che cosa ci possono dare, lo stesso vale per Politano e probabilmente per Biraghi, è un nuovo arrivo, ma se si inserirà bene nei meccanismi della squadra a sinistra si potrà alternare regolarmente con il ghanese, mentre Candreva, Ranocchia e Vecino si possono considerare solo come delle alternative.

Dividerei i giocatori che hanno potenziali margini di crescita in due gruppi.

Da una parte abbiamo Lukaku e Alexis Sanchez, che sono due giocatori già affermati: la loro crescita è legata solo a ragioni di carattere fisico e mentale. Arrivano da una stagione difficile, ma il loro valore è assoluto.

Ieri Lukaku, come detto, è stato decisivo al momento del suo ingresso in campo, mentre Alexis Sanchez è stato diciamo giudicato negativamente da tutti per il doppio giallo che ha lasciato la squadra in dieci, ma d’altro canto bisogna dire che aveva fatto un buon primo tempo.

Del resto, pure con la complicità del solito Sensi, ha realizzato una doppietta. Inoltre mostrava un atteggiamento pugnace, lo abbiamo visto più volte invitare i compagni a continuare a giocare dopo i due goal fatti, e che forse è stato la causa della ingenuità commessa a inizio ripresa.

Un certo furore agonistico si deve essere impadronito del giocatore e lo ha portato a commettere un errore macroscopico per un elemento di esperienza come lui. Sono certo che avrà mostrato poi questa “maturità” di fronte all’allenatore e ai compagni di squadra nel post-partita.

Comunque ha dimostrato di esserci, speriamo non sia stato un caso.

Dall’altra parte ci sono (in ordine alfabetico): Barella, Gagliardini, Lautaro Martinez, Sensi, Valentino Lazaro.

Per la verità Barella e soprattutto Sensi, che contro la Sampdoria è stato decisivo, si stanno già esprimendo su livelli molto alti.

Dato che sono gli ultimi arrivati e in particolare poi per Barella, considerando che abbia avuto dei problemi dopo il suo arrivo, e data la giovane età e il fatto che questa sia la prima esperienza in una big, abbiamo tutte le ragioni per pensare che questi due ragazzi possano migliorare ancora e in ogni caso affermarsi da qui alla fine della stagione come due dei migliori centrocampisti del nostro campionato.

Lautaro Martinez lo conosciamo meglio perché è a Milano da più tempo. Ha alternato prestazioni molto importanti e altre meno buone. Quest’anno è apparso poco lucido sotto porta. Da una parte ha il carattere di un combattente, dall’altra forse troppo “furore” agonistico (quello che ho richiamato nel caso dell’errore di Alexis Sanchez) che ne limita quella freddezza e lucidità necessaria nelle occasioni topiche.

A differenza che l’anno scorso, ha due giocatori importanti da cui imparare (Lukaku, Sanchez): dipenderà dal suo atteggiamento non solo in campo, ma pure durante gli allenamenti.

Discorso a parte per Gagliardini e Valentino Lazaro.

Il primo lo aspettiamo forse da troppo tempo. Non si può più considerare una “promessa”, però ha tutto per diventare un giocatore di rendimento e soprattutto di rendimento costante e data la sua forza fisica, questo significherebbe avere una pedina importante e con capacità aggiuntive rispetto a quelle dei titolari.

Valentino Lazaro è ovviamente un grosso punto interrogativo: può fare di più per la semplice ragione che fino a questo momento non abbia mai giocato.

Menzione speciale per Alessandro Bastoni: sette più in pagella per il suo debutto con la maglia nerazzurra. Se son rose, fioriranno e senza sbilanciarsi, si può dire che questo ragazzo si può già adesso considerare una alternativa affidabile per il pacchetto arretrato.

Ha giocato benissimo e senza paura, nonostante il cartellino giallo avuto ad inizio partita: dalla sua parte non si passa, sono stato molto contento della sua partita. Non se ne è parlato molto e forse è meglio così.

Mi sono esposto su Antonio Conte, quindi, prima delle due partite più difficili contro Barcellona e Juventus e non cambierò la mia idea nel caso malaugurato in cui dovessimo perderle entrambe, una eventualità che dobbiamo mettere nel conto.

Se dovessi scegliere tra una sola delle due partite, sicuramente dico che preferirei vincere a Barcellona. Al di là di tutto, pure sul piano “utilitaristico”, dopo il pareggio deludente all’esordio contro lo Slavia Praga.

Ma come ha detto Conte la partita con la “P” maiuscola è sempre quella lì che bisogna giocare: non andremo a Barcellona pensando anche alla Juventus, ma per fare bene al Camp Nou e così è giusto. Se ci impegneremo e daremo il massimo, qualsiasi sarà il risultato, avremo fatto un buon lavoro. La consapevolezza è che sarà difficilissimo, ma non partiamo sconfitti.

Emiliano D’Aniello

Foto: la “buona scelta è Antonio Conte. L’allenatore è sempre più leader di questa Inter, dimostrando di avere le caratteristiche per essere il punto di riferimento principale di tutto l’ambiente e l’uomo giusto per aprire un nuovo ciclo nella storia del club (fonte, Getty Images).

10 pensieri riguardo “Una buona scelta: Sampdoria – Inter 1-3

  1. Sanchez a me è piaciuto tantissimo
    se per caso tornasse veramente in forma potremmo dire qualcosa

    incredibile come Sensi sia così integrato in squadra ormai è imprescindibile ha avuto lo stesso impatto di Skriniar

    son convinto che partite sofferte come quella di sabato ti fortificano

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  2. Dopo gli ottimi riscontri ottenuti dai due acquisti giovani e italiani di questa estate, farei di tutto per accaparrarsi gli altri due pezzi pregiati:tonali e chiesa.

    Sapendo poi che il prossimo anno sarà quello di Esposito.

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  3. Bello e condivisibile il Tuo commento Emiliano. Non c’è che dire: siamo in un buon momento e condivido pienamente il Tuo pensiero. Questo gruppo è solido a prescindere dall’esame delle due prossime partite.

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  4. Io invece, rispettando il pensiero di carlo, sarei felice se prendessimo i più forti estrni offensivi e registi sulla piazza, indipendentemente dalla loro nazionalità

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    1. Ovviamente la nazionalità non ha importa, credevo sapessi che lo penso.
      È che questa infornata di italiani mi pare di qualità. E I due giocatori si stanno dimostrando validi nel campionato italiano.
      Poi se arrivano pogba o van de beck, va bene

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